giovedì 28 aprile 2016

Ore d’Orrore II – Streghe (parte 4)

Bentornati, cari amici del terrore e del raccapriccio. Il vostro dottore è qui per accogliervi ancora una volta nel suo spaventevole laboratorio, per l'appuntamento conclusivo della rubrica Ore d'Orrore.
Ma non perdiamo altro tempo: bisogna ultimare il nostro discorso sulle streghe e di tirarne un po' le fila, provando a dare delle spiegazioni scientifiche a ciò che abbiamo visto nelle precedenti parti dell'articolo...

Come finora abbiamo sempre fatto.


Ore d’Orrore
“Ci sono molte buone ragioni per avere paura del buio”

“Le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle.” (Voltaire)

Neurologia
Contrariamente a quanto si possa pensare, i primi tentativi di spiegazione scientifica della stregoneria e di cosa fossero davvero le streghe risale al 1563, da parte del medico olandese Johann Wier, che stabilì una connessione tra lo stato allucinatorio di donne anziane, malate e frustrate, e i tipici comportamenti imputati alle streghe.
Si possono infatti individuare in alcuni comportamenti sintomi che evidenziano disturbi psichiatrici o neurologici, all'epoca del tutto ignoti, quali per esempio schizofrenia ed epilessia. Leggendo con visione moderna e scientifica le descrizioni relative al processo delle streghe di Salem, si può vedere che i soggetti coinvolti non erano stati colpiti dal malocchio lanciato dalle streghe né tantomeno da possessione diabolica, bensì mostravano problemi di natura psichiatrica.
Altra possibile ipotesi è lparalisi nel sonno o ipnagogica (che spesso è sintomo della narcolessia), un disturbo del sonno in cui il soggetto si trova per un breve periodo di tempo impossibilitato a muoversi. Nel normale sonno REM (fase in cui si hanno dei rapidi movimenti oculari), corpo e mente si dissociano, ma in questa condizione non succede, per cui il cervello si trova in uno stato fortemente alterato. Tipicamente il soggetto prova a gridare per chiedere aiuto, ma riesce solo a sussurrare, provando una sgradevole sensazione di soffocamento. Spesso è accompagnata da allucinazioni ipnagogiche, esperienze sensoriali che rendono difficoltoso riconoscere l'illusione dalla realtà, e che alle volte danno luogo a un'esperienza terrificante, come credere di venire attaccati da creature malefiche, quali fantasmi, succubi, vampiri o streghe. Questo spiega perché nelle leggende colpiscano sempre e solo di notte. 

Farmacognosia
Grazie alla moderna scienza, possiamo tenere conto anche degli effetti di diversi alcaloidi presenti in alcune piante, che possono causare deliri allucinatori. Basti pensare al consumo da parte degli sciamani in America centromeridionale di cactus peyote, che contiene mescalina, o delle piante e funghi che contengono dimetil triptamina o psilocibina. Diverse sostanze sono in grado di indurre illusioni, allucinazioni, modificazioni dell’umore e del pensiero; gli allucinogeni si distinguono per la capacità di indurre stati di alterazione della percezione, del pensiero e del sentimento che non vengono sperimentati altrimenti, tranne che nei sogni e nei momenti di esaltazione mistica.
Nella piante della belladonna, stramonium e mandragola sono contenuti gli alcaloidi tropanici delle solanacee, che oggi la farmacologia utilizza in diversi utili modi, ma che in elevate quantità e in uso prolungato causano allucinazioni e perdita della memoria a breve termine, lasciando il soggetto in stato confusionale.
Altra intossicazione alimentare è l’ergotismo, dovuta all’ergot (segale cornuta), lo sclerozio (cioè lo stato quiescente) della Claviceps purpurea, un fungo parassita dei cereali. Tra gli alcaloidi dell’ergot c'è per esempio l’acido lisergico (la cui dietil ammide è nota come LSD), le cui manifestazioni cliniche più diffuse vanno da conseguenze alimentari (dolori addominali, diarrea, vomito), a quelle a carico dell’apparato circolatorio (vasocostrizione, fuoco di Sant’Antonio), fino a sintomi neurologici (mal di testa vertigini, convulsioni, turbe psichiche, allucinazioni). L’LSD è allucinogeno, disgrega la personalità (schizofrenia) e ha effetti sinestetici (trasmutazione sensoriale) per eccitazione dei neuroni del locus coeruleus (zona del cervello sensibile agli stimoli sensoriali e connessa inoltre al sonno REM).
Viene allora qui una spiegazione più razionale del volo della strega verso il sabba, che da un viaggio fisico diviene un trip allucinatorio dovuto all’azione di queste sostanze. I presunti poteri magici delle streghe erano spesso sintomi psichici causati dal consumo degli allucinogeni presenti in queste piante.

Erboristeria                                                                                      
Molto spesso quelle che venivano bollate come streghe erano più semplicemente donne che avevano ereditato una tradizione erboristica, andata più o meno persa durante i secoli bui, e col tempo riscoperta o scoperta ex-novo: la conoscenza dell’efficace proprietà guaritrice di certe erbe, quella che noi oggi chiameremmo erboristeria, all’epoca era invece guardata con profondo sospetto. Chi si ammalava o guariva attraverso la preghiera oppure moriva, ma sempre per volontà di Dio: per cui una guarigione indotta dall’esterno, da parte di donne che molto spesso erano legate più alla campagna e alla natura che alla Chiesa e alla città, doveva essere di natura diabolica.
La farmacologia naturale è antica quanto l’uomo, forse di più: recenti osservazioni hanno evidenziato che alcuni primati superiori hanno una modesta conoscenza erboristica, sanno cioè riconoscere le erbe che hanno proprietà curative e ne fanno uso.
C'è anche da aggiungere che alcuni aspetti della medicina primitiva agiscono a livello psicologico e neurologico e venivano inconsapevolmente utilizzati con intenti benefici da sciamani e stregoni. Si tratta dell'effetto placebo, che non è suggestione, bensì si basa su fenomeni neurologici, non ancora del tutto compresi, ma assolutamente reali e funzionali.


Socioantropologia
Sono diverse le divinità dei culti pagani che il cristianesimo ha associato alle streghe, come la dea infernale Ecate, di origine greca, o la dea romana Diana; oppure quelle a cui ha dato connotazioni diaboliche, come Pan, adorato presso gli antichi greci, e Cernunnos, il cui culto era presso i Celti. Queste divinità erano spesso legate alla natura (Diana era dea della caccia, Pan e Cernunnos dei boschi), perché era poi questo che erano streghe e stregoni: uomini e donne legati alla natura da tradizioni e culti secolari.
Con l’avvento del cristianesimo, i culti pagani vennero bollati come eretici, se non diabolici. Ma i semplici contadini che andavano a messa e recepivano al meglio delle loro possibilità gli insegnamenti e i dogmi cristiani, continuavano comunque a preservare le convinzioni ataviche e le antiche tradizioni. Quasi in ogni comunità si trovava una donna anziana stimata per la sua saggezza, capace di assistere ai parti, curare utilizzando erbe officinali, predire il tempo meteorologico. Per secoli le donne sono state guaritrici, coltivavano erbe medicinali, andavano come levatrici di casa in casa, di villaggio in villaggio, apprendendo le conoscenze di questi saperi sul campo, scambiandosele reciprocamente, da madre a figlia, da donna a donna. Perciò la partecipazione agli antichi riti venne chiamata stregoneria e fu definito eretico chi li frequentava, in particolare chi voleva conoscere il futuro. Per il popolo queste donne erano sapienti, per la Chiesa erano diaboliche.
La diffusione del cristianesimo ha poi provocato un'autentica psicosi di massa per quanto riguarda le streghe e il Diavolo, tanto che coi secoli nelle campagne sono state abbandonate un po’ per volta le antiche tradizioni, per venire sostituite da quelle cristiane. Il vecchio che cede il passo al nuovo, e se spesso il nuovo ha cercato di cancellare persino la memoria di quelle tradizioni passate (cosa a cui purtroppo si è assistito anche di recente), in alcuni casi c’è stata una sorta di inglobamento di queste nelle nuove credenze.
La stregoneria può essere definita come la sopravvivenza della tradizione misterica, soprattutto nelle campagne, di culti e pratiche di origini remote: pratiche di guarigione, rituali di fertilità, conoscenza delle erbe, comunicazione con gli spiriti e col divino, nonché viaggi extracorporei. La strega della cultura occidentale sarebbe quindi un corrispettivo dello sciamano delle culture primitive. Oggigiorno la ripresa di queste tradizioni connesse alla natura è confluita nella religione neopagana o movimento spirituale wicca.
L'evoluzione del personaggio è poi stata simile a quella del lupo (mannaro): entrambi divengono i principali antagonisti delle favole, dove spesso sono anche divoratori di bambini. Nelle fiabe, che hanno una funzione didattica, il bambino rappresenta l'uomo nella sua ignoranza del mondo: il bambino cresce e diviene adulto quando comprende il mondo in cui vive. Quindi venire divorati è metafora dell'essere assorbiti da un mondo che non si comprende e che perciò spaventa. Ma questo comporterebbe anche un cambiamento nel modo di rapportarsi alla realtà, cosa che la società dell’epoca non era ancora preparata a fare; doveva perciò venire impedito, pena il cambiamento delle credenze precostituite di quel momento storico-culturale, il crollo delle certezze che tenevano salda l'intera società. La strega era pertanto da condannare, perché assumeva una pericolosa connotazione rivoluzionaria.
La ricerca storica ha potuto collocarne la figura all'interno di determinati gruppi sociali e individuarla in soggetti con precise caratteristiche, quali poveri, mendicanti, emarginati, anziani, vedove e in quelli che all'interno di una comunità ristretta esercitavano pratiche magiche e guaritive; ma vennero accusate di stregoneria anche persone giovani, benestanti, fisicamente sane e perfettamente inserite nell'ambito sociale di provenienza. Questo dipendeva dallo specifico contesto storico, culturale, politico, religioso ed economico, ma in linea di massima la strega era in genere quella che si distingueva dalle persone che la circondavano e che non si adattava alla perfezione al modo di vita e alle regole del gruppo sociale di appartenenza.
Insomma, la strega è un'emarginata, e per questo motivo diviene un facile capro espiatorio. Il termine che useremmo oggi è mobbing, che in sociologia indica un comportamento sociale disfunzionale (in genere nell’ambiente lavorativo), una forma di violenza psicosociale a danno di chi, per le più svariate ragioni, non riesce a inserirsi positivamente all'interno del gruppo sociale in cui entra a far parte. Con questo termine, che viene dall'etologia, Konrad Lorenz indicava il comportamento aggressivo di quegli animali che all’interno del branco estromettono e tengono ai margini gli elementi più deboli, in modo che non li rallentino e fungano da bersaglio facile nei confronti dei predatori.
Ed è grazie a questa visione che possiamo forse cominciare a comprendere il perché di un accanimento verso quelle figure che stavano ai margini della società e quindi più facili da colpire, pericolose per la loro connessione con un passato che si cercava di cancellare, ma anche cariche di rivoluzionaria innovazione.

E con questo, si conclude la Seconda Stagione di Ore d’Orrore. È giunto il tempo di salutarci e chissà che non ci si riveda prima o poi. E ricordate: c'è sempre una spiegazione, basta solo trovarla.

Il vostro Dottor χ

16 commenti:

  1. Non ricordavo, o forse non l'ho mai saputo, che il termine "mobbing" derivasse dall'etologia e in particolare da Lorenz...
    Vedo poi che con questo post si conclude l'esperienza del blog "Arcani" e che quindi sei del tutto intanzionato a mantenerti fedele alla tua decisione iniziale.
    Ma i guest post dell'Arcani Tour continuano?

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    1. Molti studi sul comportamento sociale nascono prima osservando quello degli animali, in particolare dei primati superiori. Lorenz parlava del mobbing già nel 1970.
      In realtà il blog non chiude ancora, sono previsti in scaletta almeno altri quattro post.
      Per quanto riguarda l'Arcani Tour, proseguirà fino a che ci saranno partecipanti: per adesso ci sono due post che usciranno a maggio.

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  2. Un ottimo excursus, degno di un vero professionista.
    Adesso spero che tu continuerai con altri dossier dello stesso tono.

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    1. Grazie, penso che quest'ultima parte sia una delle migliori di tutta la rubrica. :)
      In effetti avrei già qualche idea per altri dossier - come li hai chiamati tu - ma perchè siano concretizzati in una (eventuale) terza stagione ci vorrà del tempo. Adesso ho bisogno un po' di ricaricare le batterie, quindi mi prendo una pausa. ;)

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  3. Questa puntata conclusiva è davvero interessante!!!
    E ha chiarito un mio ricordo che ho commentato poco fa nell'articolo precedente. Ci sarebbero tante cose da dire riguardo all'effetto placebo, che per giunta vale anche per gli animali.
    Bella la riflessione finale sul mobbing davvero lodevole questo tuo lavoro sulle streghe :) ma da te c'era da asppettarselo!
    Nessuno però credo ti abbia mai chiesto qual è la tua creatura horror preferita..

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    1. Ci sarebbero, sì, tante cose da dire sull'effetto placebo, che a seconda può indurre sia risposte positive che negative. Per quanto riguarda gli animali, ne parlavo giusto l'altro giorno con una mia amica e stavamo riflettendo su questo discorso.
      Il mio personaggio horror preferito? La mia preferenza ricade sui vampiri... :)

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  4. Grandissimo finale per OdO, ma io attendo altre stagioni fiduciosa :D Mi ha incuriosito molto l'accenno al placebo, non trattandosi quindi di mera suggestione :O

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    1. Per altre stagioni... vedremo! :)
      Molti pensano a placebo come a un "farmaco fittizio", in realtà con effetto placebo non si intende necessariamente la somministrazione di un qualcosa: può trattarsi anche solo delle condizioni psicologiche del soggetto. Ovvero: se sono allegro, felice, il mio fisico ne risente positivamente; viceversa, se sono triste, depresso, ne risento anche fisicamente in maniera negativa. Da qui l'utilità e l'importanza di certe pratiche terapeutiche come la terapia del sorriso di Patch Adams o la pet therapy.
      Come questo avvenga a livello neurofisiologico, non è ancora del tutto compreso. Io potrei avanzare questa ipotesi: lo stato emotivo condiziona in un certo modo il sistema limbico del cervello (probabilmente c'è un'interazione da parte della serotonina, il neurotrasmettitore che regola l'umore) col risultato di rilasciare di determinati neuropeptidi, per esempio endorfine, dinorfine ed encefaline che sono una sorta di morfina endogena, che hanno quindi effetto analgesizzante o ancora l'attivazione di meccanismi di ripresa dell'organismo (ma ancora sconosciuti).

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  5. Non dire delle belinate e mantieni aperto il blog, dai !!!!!!!!!!

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    1. Beh, fa indubbiamente piacere che in un articolo del genere, che ha richiesto molto tempo ed energie, l'unica cosa che trovi degna di nota sia la chiusura del blog.

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    2. Non essere cattivo perché non me lo merito. Ho sempre apprezzato, diffuso, condiviso, ospitato, il tuo lavoro. Senza aspettarmi null'altro in cambio se non la cortesia e il garbo che ti ho sempre dimostrato. Sei ingiusto.

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    3. Cattivo, scortese, sgarbato, ingiusto. Sono davvero una persona del genere? Forse. Ma forse è perché non accetto le piccole/grandi ipocrisie della blogosfera e non mi faccio problemi a dire ciò che penso, senza peli sulla lingua, e questo è un atteggiamento che non piace a molti.
      A me, in fondo, fa piacere che in tanti mi chiediate di non chiudere il blog - lo vedo come un segno di affetto nei miei riguardi - ma ho deciso in tal senso fin dall'inizio.
      Quelle che a cuor leggero tu hai definito "belinate" sono il frutto di profonde riflessioni e ragionamenti. Essendo un blogger anche tu, sai il tempo e le energie che la gestione di un blog di richieda, e in questo momento ho il bisogno fisico e mentale di dire stop, perché nella vita ci sono altre cose che richiedono la priorità e il blog rischia di metterle in secondo piano, cosa che non posso permettermi. Non sono "belinate".
      Articoli come questo richiedono tempo, tanto tempo, per cui il tuo commento - pur apprezzabile nel suo intento affettivo - l'ho trovato fuori luogo, andando a toccare la questione blog.
      Sì, hai ragione: sono cattivo e anche ingiusto. Che ci vuoi fare? Mi disegnano così.

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  6. Il mio "non dire belinate" era riferito al discorso della chiusura del blog, non agli argomenti trattati, non mi sarei mai permesso. In merito all'ipocrisia cui ti riferisci non mi riconosco. Per quello che riguarda il dire le cose senza peli sulla lingua è sempre una questione di opportunità, si dovrebbe valutare chi si ha di fronte, in questo caso una persona che ti ha solo dimostrato gentilezza e cortesia. Mi sarei aspettato delle scuse invece che una ulteriore presa di posizione che francamente mi ricorda gli amici diciasettenni dei miei figli. Detto questo, ti ribadisco che non mi merito le cose che hai scritto e che da me hai solo avuto. Mi spiace molto, davvero tanto. Buon proseguimento.

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    1. Era perfettamente chiaro che ti stessi riferendo alla chiusura del blog e non all'argomento del post. E già qui ti si potrebbe obiettare che cortesia in un blog vorrebbe che si commentasse a proposito del post in oggetto, non di altro di cui esso non tratta. Diciamo che potevi spendere due parole sul post e poi il tuo commento sopra: allora non avrei avuto nulla da ridire. Il fatto è che (forse non te ne sei accorto e non te ne faccio certo una colpa), in questo periodo mi si sta un po' esasperando con la questione della chiusura del blog. A mio parere stai comunque ingigantendo sempre più la cosa, facendone un fatto personale. Ciò che ti è sfuggito è che ho provato a spiegarti la situazione: parli facile senza sapere le situazioni che ci sono dietro. Io non amo sbandierare i fatti miei, su cui tengo il massimo riserbo, ma ci sono anche dei problemi. Il blog è spesso una distrazione positiva, ma alle volte mi distoglie da altre cose più importanti.
      L'ipocrisia poi non era riferita a te, ma è un qualcosa abbastanza diffuso in rete: sei piuttosto navigato per capire a cosa mi riferisco.
      Assolutamente sei sempre stato una persona gentile e cortese con me, nulla da ridire. Ma qui, in casa mia, mi hai dato in ordine del: cattivo, scortese, sgarbato, ingiusto, immaturo. E solo perchè ti ho fatto notare di aver commentato fuori tema.
      Vuoi delle scuse da parte mia? Non le avrai.
      Detto questo, i miei migliori auguri per tutto quanto, Massimiliano, famiglia, lavoro, il blog, il libro, anche quello nuovo a cui stai lavorando, che spero ti diano la massima soddisfazione, perchè sei una brava persona e te lo meriti.

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  7. Scusa Marco, ma mi sono accorto solo oggi dell'esistenza di un tuo commento del 25 aprile al mio post del 20. Se non ti ho risposto a suo tempo era solo per questa svista...

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