lunedì 20 marzo 2017

Ore d'Orrore III - La Paura (parte 2)

Ben ritrovati ancora una volta, cari amici del terrore e del raccapriccio, nel mio spaventoso laboratorio.
La volta scorsa abbiamo iniziato a esaminare i meccanismi che stanno dietro alle storie di paura. Oggi, dopo tre anni passati a raccontare dei personaggi delle storie dell'orrore, è infine giunto il momento di togliere a tutti quanti loro la maschera, in modo da vederli per ciò che sono veramente e capire quindi il loro significato simbolico...



Ore d’Orrore
“Ci sono molte buone ragioni per avere paura del buio” 

“La paura è spesso un fatto soggettivo e personale, su cui influiscono naturalmente diverse variabili, come l'umore, il buio, la notte, l'ignoto e altri ancora. Ma ciò che veramente scatena la paura in modo spesso incontrollabile è la paura stessa, che si autoalimenta in un circolo vizioso.” (dal telefilm Ai Confini della Realtà)

Paure Ataviche
Vampiri, lupi mannari, zombie, streghe, fantasmi, mostri, demoni... Esseri che dall'oscurità vogliono inseguirci, afferrarci, catturarci, per poi cibarsi e nutrirsi di noi, della nostra carne e del nostro spirito. Queste figure, che hanno in loro qualcosa di selvaggio, animalesco, non sono altro che una rappresentazione della paura atavica di essere cacciati e divorati, quella che i nostri antenati provavano verso i loro predatori. I racconti del terrore sembrano proprio voler riprodurre la caccia da parte di un predatore animale, facendo riemergere istinti ancestrali di sopravvivenza e conservazione.
Uno studio ha evidenziato che l’amigdala si attiva maggiormente in risposta alla presenza di animali, più di qualsiasi altra cosa. Queste esperienze evolutive hanno lasciato un forte segno nel nostro sviluppo cognitivo, perché la paura è l'emozione più sperimentata, sin da bambini (basti pensare alla paura del buio); per esempio si ritiene che il motivo per cui siamo tanto infastiditi dai rumori striduli sia perché ci ricordano quelli emessi dai predatori dei nostri progenitori, una reminiscenza delle nostre paure più ancestrali.


Un'altra emozione che si accompagna alle storie dell'orrore è il disgusto, per la presenza di tutti quegli elementi come sangue e corpi in disfacimento. Il disgusto è una risposta psicologica alla possibile incorporazione di qualcosa di nocivo, e perciò pericoloso. Questa emozione può anche venire considerata come una forma specifica di paura, ovvero la paura della contaminazione, e come ogni forma di paura si rende necessaria alla sopravvivenza. Venire contaminati da queste figure significa cambiare e divenire come loro: a livello subliminale corrisponde a perdere la purezza del fanciullo ed entrare a far parte di un altro universo ideologico. Diventare mostro significa cambiare, divenire diverso, e spesso vuol dire venire emarginato dalla società umana, refrattaria alle novità e che idealmente tenta di mantenersi inalterata, chiudendosi in se stessa per impedire la contaminazione di idee provenienti da chi ha un modo diverso di vedere il mondo. Impresa inutile e svantaggiosa, perché la sopravvivenza è di chi si adatta ai cambiamenti, non di chi dimostra la propria forza respingendoli.

Archetipi della Paura
H.P. Lovecraft diceva: "Il sentimento più forte è più antico dell'animo umano è la paura, e la paura più grande è quella dell’ignoto." Ed è vero. Viviamo in un mondo strano, complesso, pericoloso. E tutto questo ci spaventa. Ma la paura più grande è ciò che non conosciamo: perché se conosciamo qualcosa, possiamo razionalizzarlo e di conseguenza ridimensionarlo. Provate solo a pensare, da bambini, alla paura del buio, che spaventa perché non si conosce ciò che vi si nasconde. Tutti gli archetipi dell'orrore nascono dalla medesima cosa: la paura. I nostri antenati erano spaventati da un mondo che non comprendevano e le loro paure sono state incarnate in delle figure simboliche, in modo che risultassero più facilmente affrontabili. Queste sono entrate ormai da tempo a far parte dell'immaginario collettivo, ovvero sono divenute degli archetipi, un prodotto delle esperienze del mondo compiute dalla razza umana.


I nostri antenati vedevano le persone cadere preda di malattie terribili, che facevano subire dei cambiamenti nel fisico e nello spirito. Le vedevano morire e in qualche raro caso fortunato guarire, che era come tornare in vita. Questo è il vampiroche nasce dalla paura della malattia.
I nostri antenati erano spaventati dalle forze della natura, di cui non comprendevano le leggi fisiche. Lo stregone anticamente, lo scienziato in tempi più moderni, che ha il potere di imbrigliarle e padroneggiarle, assurgeva al ruolo di Dio e un dio è spaventoso. Questo è Frankenstein, che nasce dalla paura del potere.
I nostri antenati non erano più animali, erano divenuti esseri superiori, uomini, dotati della capacità di ragionare. Ma nel profondo permaneva la paura di tornare a quelle origini bestiali, pur tuttavia affascinanti, perché libere da regole e imposizioni. Questo è il lupo mannaro, che nasce dalla paura della bestialità.
I nostri antenati guardavano con rispettoso timore a quel passato magico e misterioso, delle cui sacre tradizioni col passare del tempo avevano perso memoria. Questa è la mummiache nasce dalla paura del retaggio passato. 
I nostri antenati avevano paura di perdere la libertà e venire ridotti in schiavitù, perché senza di essa non si è più Uomini. Questo è lo zombie, che nasce dalla paura di perdere la libertà.
I nostri antenati temevano il libero arbitrio, perché la scelta concessa a ogni uomo può essere diretta verso il male: se infatti da una parte c'è la compassione, dall'altra ci sono le logiche del più forte. Questo è Jekyll/Hydeche nasce dalla paura del male.
I nostri antenati erano spaventati dalla morte, l'ultimo viaggio, il mistero più grande di tutti, e dall’ignoto che ne segue. Questa è la Morte Personificata, che nasce dalla paura della morte.
I nostri antenati temevano la donna, figura seducente che incarna in sé il mistero, in grado di creare la vita, apparentemente debole, in realtà dotata di forza straordinaria, e per questa ragione temuta e svilita. Questa è la strega, che nasce dalla paura della femminilità.
I nostri antenati erano spaventati da ciò che segue la morte, quindi figure che da essa tornavano, testimoni dell'esistenza di un aldilà, potevano forse avere un che di rassicurante, ma più spesso spaventevole. Questo è il fantasma, che nasce dalla paura della vita dopo la morte.
I nostri antenati temevano tutto ciò che è diverso, per la sua carica innovativa e il pensiero divergente di cui è portatore. Questo è il mostro, che nasce dalla paura del diverso.
I nostri antenati guardavano con sospetto chi proveniva da luoghi lontani, per la sua differenza culturale e la diversità sul piano dei valori. Questo è l'alienoche nasce dalla paura dell'estraneo.
I nostri antenati erano spaventati da quegli individui che compivano azioni violente e malvagie, perché riconoscevano che quelle pulsioni erano presenti anche in loro stessi, tenute a freno dalle inibizioni date dalle regole sociali. Questo è il serial-killerche nasce dalla paura dell'aggressività. 
I nostri antenati erano spaventati da tutte quelle alterazioni della psiche che rendevano incomprensibile il comportamento e il modo di ragionare, rendendoli incontrollabili. Questo è il demoneche nasce dalla paura della follia.
I nostri antenati erano spaventati da tutte quella fantasie e pensieri proibiti, che dovevano ricacciare nel profondo, ma da cui potevano erompere in maniera sinistra, andando a rivelare verità che sarebbero dovute rimanere nascoste. Questo è il Diavolo, che nasce dalla paura di se stessi.

Per oggi è tutto, amici del terrore. Ma il nostro discorso è tutt'altro che finito: l'appuntamento è a fra cinque giorni con la terza e ultima parte dell'articolo. Mi raccomando, non mancate al gran finale!

18 commenti:

  1. Rimango sempre ammirato dalla tua capacità di creare classificazioni. Lo dico presumendo che pure queste siano farina del tuo sacco.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'unico passaggio punto di questo post su cui ho fatto un po' di ricerca è l'introduzione. Il resto è interamente "farina del mio sacco", sì. :)
      Per dirti, avevo in testa questo post, esattamente scritto così, da almeno un anno e mezzo.

      Elimina
  2. Bellissimo articolo. Carrellata molto interessante. Lancio un sasso: perché non ideiamo nuovi archetipi basati sulle paure post-moderne? Potrebbe essere questo il famoso post a 4 mani che rimandiamo da tempo. Il fatto di essere entrambi avvezzi alla sociologia ci aiuterà. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo che la tua idea sia davvero molto intrigante. Complessa da realizzare, ma molto interessante.
      Solo una cosa: questo lavoro dovrebbe essere fatto alla luce della terza parte dell'articolo, al cui discorso nel tuo commento ti sei avvicinata moltissimo, ma su cui non anticipo altro.
      Quando sabato uscirà il post, se riesci, prova a leggerlo, e vediamo se può essere un punto di partenza o di divergenza per la tua idea, a cui mi associo volentieri. :)

      Elimina
    2. Va bene, ne riparleremo. :-)

      Elimina
  3. Vado a ruota libera: leggendo questo post mi è venuto in mente il terzo esagramma de I Ching, La difficoltà iniziale, il quale tratta di un’erba che incontra un ostacolo spuntando dalla terra e in questo modo approfondisce il tema della paura dell’ignoto. La sentenza dell’esagramma 3 invita ad osservare come tutto si muova, nonostante la presenza del pericolo, e allude alla prospettiva di ottenere un grande successo solo a condizione di perseverare cercando l’appoggio di aiutanti esterni. Questi aiutanti hanno il ruolo di suddividere e ordinare la caotica abbondanza (delle paure) nello stesso modo in cui si sbrogliano i fili da un ammasso di seta: distinguendo e congiungendo. Ecco, tutta questa brodazza era per dirti che trovo la tua classificazione lodevole ;-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi piace molto l'I Ching. Mi sarebbe sempre piaciuto trovare un po' di tempo per esaminarlo meglio, perché lo trovo molto interessante.

      Elimina
  4. Sopratutto il Cinema horror italiano si è molto basato sull'archetipo della donna strega proprio sulla base del principio "donna portatrice di vita e quindi creatrice di misteri"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tra l'altro il folklore italiano è particolarmente ricco in proposito: masche, borde, janare, cogas... solo per citare le principali.

      Elimina
  5. Il diavolo in effetti non mi ha mai fatto paura.
    Temo di più l'apparizione della madonna o qualcuno di quella sezione, che quella di un demone.
    Unico che sopporterei del team paradiso sarebbe il santo di cui porto il nome :)

    Ottimo post, è vero: ogni mostro classico è una paura concreta :)

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vedi che hai paura anche tu di Madonna! Te la immagini? Ti compare all'improvviso cantandoti Material Girl... Io avrei gli incubi per settimane...

      Elimina
    2. Crei pure i falsi link!! :p

      Ahaha, certo, meglio El Diablo che Madonna, non ci piove^^

      Moz-

      Elimina
    3. Eeeh... stavo scrivendo un post che uscirà tra qualche settimana e inavvertitamente l'ho fatto partire. Così ho dovuto rimuoverlo, ma rimaneva il link sui blogroll. Così ho dovuto rimediare...

      Elimina
  6. Perfetta e completa questa passerella di creature spaventose, ma a loro modo incredibilmente collegate all'umano. La frase sulla società umana, refrattaria alle novità, e che si chiude per impedire la contaminazione di idee differenti, potrebbe applicarsi a meraviglia a certi individui odierni che non ascoltano nient'altro che la propria opinione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Da un certo punto di vista, non è cambiato poi molto da quando bruciavamo le streghe. Solo che oggi le chiamiamo in un altro modo. E il fuoco è divenuto metaforico.

      Elimina
  7. La risposta al mio commento nella prima parte dell'indagine è presa da questo post che non avevo ancora letto. E sì, direi che le principali paure derivano proprio da tutto ciò che non conosciamo e che, per questo, sfugge al nostro controllo. Sono passata dalla paura del buio a quella dei fantasmi, ma mi hanno sempre fatto ridere gli zombie, Frankenstein mi faceva simpatia e le streghe... dipende: le madri di Dario Argento mi hanno terrorizzato (ma forse, quelle,non sono vere e proprie streghe!)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La risposta al tuo primo commento l'ho scritta malissimo - mi sa che ero stanchino ieri sera - spero che sia stata lo stesso comprensibile (e anche sul tuo blog non so se sono riuscito a esprimere il mio parere con chiarezza, che disastro...).
      Frankenstein non so se ti riferisci allo scienziato o alla creatura; nel secondo caso l'essere mostro lo rende degno di compassione, e si è pronti a simpatizzare con il suo essere goffo e incompreso (come raccontato nella prima parte dello speciale dedicato ai Mostri).

      Elimina
    2. Sì, io nel mio blog ti ho capito, tranquillo! :)
      Frankenstein mostro: hai detto bene, mi faceva simpatia perché era goffo e incompreso. Porello! :D

      Elimina