sabato 25 maggio 2019

Le Vite dei Chimici dalla A alla Z (parte II)

"Un laboratorio pulito e in ordine significa un chimico pigro." 
(Jöns Jacob Berzelius)

G come Grignard. Victor Grignard (1871-1935), grazie ai reattivi organo-magnesiaci che portano il suo nome, ha raddoppiato le potenzialità di sintesi del carbonio; per questa ragione nel 1912 è stato insignito del premio Nobel per la Chimica. Grignard fu un anche un “chimico di guerra”. Durante la Prima Guerra Mondiale Fritz Haber (che nel 1918 avrebbe vinto il Nobel per la Chimica per la sintesi dell'ammoniaca) convinse lo Stato Maggiore dell’esercito tedesco a usare sul fronte orientale gas tossici (cloro, arsine, iprite) contro il nemico. I russi risposero con l'invenzione del chimico Nikolaj Zelinskij (1861-1935): la prima maschera antigas realmente efficace. L'insuccesso dell'operazione fece quindi decidere di spostare la guerra chimica sul fronte occidentale. La risposta francese, guidata da Grignard, fu un altro terrificante gas venefico: il fosfgene. La Prima Guerra Mondiale divenne la guerra dei chimici, vedendo contrapposti sui vari fronti di battaglia da una parte Haber, dall'altra Zelinskij, dall'altra ancora Grignard.

H come (van) Houten. I chimici olandesi Casparus (1770-1858) e Coenraad van Houten (1801-1887), rispettivamente padre e figlio, sono gli inventori del cioccolato così come lo conosciamo, in quanto molto diverso dalla bevanda amara in uso presso le popolazioni amerinde. Van Houten padre aveva ideato un metodo per rimuovere dai semi di cacao la maggior parte del burro di cacao, ottenendo così il cacao in polvere; per migliorarne la capacità di mescolarsi con dei liquidi, il figlio aveva preso a trattarlo con sali alcalini (processo "dutching"), conferendo in questo modo al prodotto finale un colore scuro e un sapore più delicato (cioccolato olandese). I cioccolatai potevano aggiungere a piacimento al cioccolato il burro di cacao per ottenere un prodotto più cremoso e malleabile, così da essere modellato in barrette e tavolette.

I come Ingold. Il contributo di Christopher Ingold (1893-1970) è stato nella chimica organica teorica: ha introdotto numerosi concetti per descrivere la reattività, oltre alla risonanza, fondamentale per comprendere la realtà fisica delle molecole rispetto ai limiti dati dalla rappresentazione grafica. Inoltre è noto per le "regole di priorità di Cahn-Ingold-Prelog" (regole CIP), usate nella nomenclatura per indicare la disposizione spaziale dei gruppi molecolari.

J come Joliot-Curie. Irène Curie (1897-1956) era la figlia di Pierre e Marie Curie. Continuando il lavoro dei genitori, assieme al marito Frédéric Joliot nel 1935 il premio Nobel per la Chimica. La coppia avrebbe potuto vincerne altri due: avevano infatti scoperto sperimentalmente sia il positrone che il neutrone, senza però riuscire a interpretare correttamente i risultati, per cui il premio andò invece rispettivamente ad Anderson e a Chadwick, che invece c’erano riusciti.

K come Kolbe. Adolph Kolbe (1818-1884), grazie alla reazione da lui scoperta (carbonatazione di Kolbe), riuscì a ottenere l’acido salicilico (prima versione dell’aspirina) dal fenolo: era la dimostrazione che un principio attivo di origine naturale si poteva ottenere anche per via sintetica.

L come Lavoisier. Antoine-Laurent de Lavoisier (1743-1794) viene considerato il padre della Chimica, che nacque ufficialmente nel 1789 col suo celeberrimo aforisma: “Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”. Le cronache dell’epoca riportano che lui e sua moglie Marie-Anne si amassero moltissimo: lei non era solo la sua compagna di vita, ma anche la sua infaticabile assistente di laboratorio, che condivideva con lui la passione per le sue ricerche e gli esperimenti. Del resto l’amore è una questione di chimica.

M come Mendeleev. John Newlands aveva notato che quando gli elementi chimici sono posti in ordine di massa crescente, le loro proprietà chimiche e fisiche ricorrevano a intervalli di otto, e paragonò questa periodicità alle ottave in musica. La sua "legge delle ottave" venne ridicolizzata dai contemporanei, nonostante avesse ragione: all’epoca era prematuro, ma in seguito col modello quantomeccanico si sarebbe potuto riconoscere il concetto di “ottetto completo”, ovvero che in un atomo la massima stabilità viene raggiunta riempiendo di otto elettroni gli orbitali più esterni (le regioni di spazio dove è più probabile trovarli). Si diffuse così la tavola periodica di Dmitrij Mendeleev (1834-1907), che ordinava gli elementi secondo lo stesso principio. Nonostante la sua validità, aveva dei difetti, che vennero spiegati, confermandola, dal fisico Henry Moseley con la spettroscopia a raggi X. Se non fosse caduto a soli 28 anni durante la Prima Guerra Mondiale nella disastrosa battaglia di Gallipoli (1915), è probabile che Moseley sarebbe stato insignito del premio Nobel.


N come Natta. Giulio Natta (1903-1979) è stato l’unico italiano ad aver vinto il premio Nobel per la Chimica, assieme a Karl Ziegler, per i catalizzatori Ziegler-Natta: grazie a essi è stata possibile la sintesi stereospecifica del polipropilene isotattico (la forma più regolare di questo polimero per la disposizione spaziale dei gruppi molecolari), aprendo la strada alla tecnologia dei polimeri sintetici (plastica). 

O come Oparin. Aleksandr Ivanovič Oparin (1894-1980) ha sviluppato la celebre teoria sull'origine della vita a partire dal brodo primordiale, ovvero che la presenza nell'acqua di sostanze contenenti gli elementi base della chimica organica abbia portato a una loro graduale chemoevoluzione verso molecole sempre più complesse, fino ad arrivare alle prime biomolecole. Oggi questa idea è stata in parte riformulata, come ho raccontato nel mio saggio Ore d'Orrore.

12 commenti:

  1. IL primo fisico veramente devastante. La scienza al servizio della guerra è il peggio che ci sia.
    Ma Van Houten ha estratto il burro di cacao dai semi? Ma non è una componente della cioccolata il burrodi cacao? Cioè prima lo si estrae e poi lo si rimette nell'impasto?

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    1. Non sono esattamente un esperto, ma mi sembra di aver capito che il processo sia questo.
      La presenza del burro di cacao non rende direttamente utilizzabile la fava (immagino che a sbriciolarla sia piuttosto "oleosa"); il processo di van Houten padre rimuove parte del burro di cacao, e con questo ha "inventato" la polvere di cacao, che invece ha le caratteristiche "giuste" per poter essere lavorata (e che contiene comunque ancora una certa percentuale di burro di cacao). Segue poi il processo di van Houten figlio che permette di mescolare facilmente la polvere a dei liquidi (latte). Il cioccolataio a questo punto può decidere se aggiungere ulteriore burro di cacao per rendere il cioccolato più morbido e cremoso, oppure lasciarlo così per renderlo più duro.
      Poi bisogna ancora aggiungere della lecitina per evitare che nella lavorazione del cioccolato burro e zucchero non si separino, che non risulti un prodotto disomogeneo (stratificato).

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    2. Che storia. A padre e figlio dovrebbero proprio dare un riconoscimento ad honorem di mastri cioccolatai!

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  2. "Un laboratorio pulito e in ordine significa un chimico pigro."
    Non proprio; un laboratorio pulito e in ordine significa che è stato utilizzato da un chimico analitico tipo un mio professore, così pignolo da avermi involontariamente introdotta nella sacra arte del "smonta la bilancia analitica-pulisci la bilancia analitica ad ogni respiro" che Maestro Miyagi lèvate!
    A parte gli scherzi, non sapevo la storia degli Houten e della cioccolata o.O Per Natta...beh, sto studiando proprio oggi i catalizzatori omonimi :D

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    1. Beh, quella di Berzelius è più che altro una battuta... 😃
      Comunque a tutti i chemofobi, bisogna far sapere che la cioccolata l'hanno inventata i chimici, mica altri! 😋

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  3. Non conoscevo i Van Houten, ma da oggi diventano di diritto i miei chimici preferiti :-D

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  4. Bellissima la storia d'amore di Lavoisier, con una moglie compagna/complice/assistente :)
    Ovviamente, tra tutti questi, viva i Van Hauten e il loro cioccolato :)

    Moz-

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    1. E quando ti dicono: "ma quella lì è una roba chimica, quindi fa male".
      Il cioccolato E' UNA ROBA CHIMICA, e per giunta E' STATO INVENTATO dai chimici! 🤣

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  5. Io devo tendere all'amerindo, visto che per me il cioccolato non è mai abbastanza amaro ;-)
    La tavola periodica di Mendeleev credo di averla addirittura avuta appesa in stanza per un breve periodo ai tempi del liceo. Non sapevo però che fosse morto nella battaglia di Gallipoli.

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    1. Ho la sensazione che la bevanda che consumavano le popolazioni amerinde fosse abbastanza simile al caffè, ma ovviamente con un sapore diverso. E consumata poi senza zucchero!
      No, è Moseley che è caduto nella Prima Guerra Mondiale, Mendeleev era già morto da qualche anno.

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    2. Caspita, mi sa proprio che mi sono intrecciato nella lettura. In effetti mi suonava abbastanza strano che Mendeleev fosse morto così giovane.

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