venerdì 19 febbraio 2021

Viaggio Multimodale nei Neurocircuiti (5/7): Tristezza

Il neurocircuito della tristezza, del panico e della solitudine è un sistema preventivo di allarme e protezione, che si innesca a seguito della mancanza di cura, ovvero della carenza di relazioni affettive. Porta a emettere delle "vocalizzazioni di angoscia" allo scopo di richiamare le figure protettive o a cui si è legati affettivamente. Dal punto di vista biochimico non è correlato all'azione di una particolare biomolecola, bensì si esplica in carenza di ossitocina, rilasciata a seguito di sensazioni positive: la sua azione indica una situazione di potenziale pericolo, che porta a un aumento nella produzione di cortisolo, e l'avvio dell'asse dello stress. Non va però confuso col sistema della paura, con cui comunque è strettamente sinergico: le grida dei bambini abbandonati hanno una nota inconfondibile di urgenza e panico, diversa dall'angoscia generata dalla paura. Il pianto dei bambini scatena nei genitori l'attivazione del loro sistema della tristezza, a cui risponde quello della cura: il neurocircuito della tristezza è stato la base per la costruzione della comunicazione empatica.

Arte
Come contributo artistico ho scelto il dipinto Closing Time di Nigel Van Wieck. Un locale all'ora di chiusura, tutti quanti ormai se ne sono andati via, a parte una donna, accasciata sul proprio tavolo, vinta dalla stanchezza e forse dall'alcol, sconfitta da una vita di triste solitudine che ha cercato inutilmente di vincere in quell'uscita serale, in cui lui è andato via senza di lei o forse non si è presentato affatto, abbandonandola ancora una volta alla sua malinconia esistenziale.


Letteratura
In questo malinconico percorso la mia scelta letteraria è il racconto Disco di Solitudine di Theodore Sturgeon, trasposto anche nel 1986 in un episodio della serie Ai Confini della Realtà. 
Mentre passeggia tra la folla, una ragazza viene raggiunta da un piccolo disco luminoso, che le reca un messaggio da un altro pianeta. Tutti quanti, compreso il Governo, vogliono sapere cosa le abbia detto; ma lei si rifiuta, perché è qualcosa di troppo personale per rivelarlo. La madre la butta fuori di casa, e gli uomini la avvicinano solo per scoprire cosa le abbia detto; così decide di fuggire da tutto e tutti. Un giorno inizia a lanciare nel mare delle bottiglie contenenti il messaggio, affidando a loro tutta la sua tristezza; ma anche se ripescate dai funzionari del Governo, il messaggio non viene compreso. Una delle bottiglie viene trovata da un uomo, un'anima solitaria come lei, che si mette disperatamente a cercarla, e alla fine riesce a trovarla. Allora la ragazza gli rivela che il disco non era che un messaggio in bottiglia, come quelli che aveva lanciato lei, inviato da un essere di un altro mondo per combattere la sua solitudine, al quale aveva affidato tutta la sua disperazione, destinato all'essere più solo che potesse raggiungere. 

"C'è in certe anime che vivono, un senso di solitudine che dev'essere divisa, come la compagnia è divisa dagli esseri viventi minori. E questa solitudine mi appartiene; perciò sappi da questo, che nell'infinito c'è qualcuno più solo di te."

Cinema
Come contributo cinematografico ho scelto il film di animazione della Disney Dumbo - L'Elefante Volante (1941). Dumbo è un elefantino dalle orecchie giganti, oggetto di derisione dagli altri animali del circo. La madre, per averlo difeso dalle angherie di alcuni ragazzini, viene rinchiusa in gabbia. A prendersi cura di lui, divenuto un patetico clown, ci pensa il topo Timoteo. Dopo uno spettacolo i due bevono da un secchio in cui, a loro insaputa, è stato versato dello champagne, e così si ubriacano. Dopo la sbronza si risvegliano su un albero e Timoteo giunge alla conclusione che Dumbo sappia volare. Sarà davvero così?

Musica 
Come contributo musicale vi lascio Pink Moon di Nick Drake (1972), brano presente nel suo terzo e ultimo album. Nonostante l'elegante poesia dei suoi testi e il particolare stile compositivo, derivante da continue e ossessive ricerche sulla scordatura della chitarra, i suoi dischi vendettero pochissimo, anche a causa della sua estrema timidezza e riluttanza a esibirsi dal vivo e rilasciare interviste. Drake visse sempre in miseria, un personaggio schivo e timido, che soffriva di una profonda depressione. Dopo aver registrato Pink Moon, abbattuto da quello che viveva come un fallimento esistenziale, decise di ritirarsi dalle scene e tornò a stare a casa dei suoi genitori, dove prese a vivere come un recluso. Morì a soli 26 anni per un'overdose di antidepressivi che gli erano stati prescritti.


Cosa ve ne sembra di questo post intriso di malinconia? E le vostre scelte per il neurocircuito della tristezza quali sono?

13 commenti:

  1. Eh, è un neurocircuito che conosco bene, purtroppo è stato parecchio attivo nel corso della mia vita.
    Come opere d'arte me ne vengono in mente diverse di Munch, la più adatta è forse "Ceneri".
    Come film penso a "Control", una ricostruzione della vita di Ian Curtis, il cantante dei Joy Division.
    E i Joy Division sono a loro volta una band che ha saputo cantare proprio la tristezza. "Day of the Lord's" è una delle canzoni più belle e più tristi che abbia mai ascoltato. Per la musica italiana mi viene in mente "I giardini di marzo" di Lucio Battisti.
    Come opera letteraria penso a "La ballata del carcere di Reading" di Oscar Wilde oppure a "Il buio e il miele" di Giovanni Arpino.

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    1. Noto che in questa serie per quanto riguarda l'Arte Munch è l'autore più citato.

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  2. I Joy Division, ha ragione Ariano, sono azzeccati. Io, in musica, pensavo a una canzone dei Radiohead, “Street Spirit (Fade out)”; quanto all’arte, sceglierei qualcosa di Van Gogh, per esempio quel quadro molto suggestivo del vecchio seduto sulla sedia con i pugni sul viso (non ricordo come si chiama); in letteratura c’è un bellissimo libro che ho letto di recente, dove la tristezza fa da sfondo a vite sfortunate: quella di un ex comico, che non fa più ridere, di una bambina problematica e di una serie di personaggi che ruotano attorno a entrambi. Il romanzo si chiama “Ridere”, l’autore Lucio Aimasso. Nel cinema, dove la mettiamo la tristezza de “Il Pianista” di Roman Polanski?

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    1. E perché, in tv la figura triste dell'incompreso Mario Giordano, dove la mettiamo?

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  3. Anche questo neurocircuito mi ha messa in difficoltà. Probabilmente perché reagisco alla tristezza in un solo modo: ascoltando sigle dei cartoni animati anni '80 :) Comunque, ecco le mi scelte: per l'arte, dopo aver visto la tua proposta, ho pensato subito a "L'assenzio", di Degas. Mentre per la musica "Paint It Black"... ma la cover che ne ha fatto Ciara, che mi sta accompagnando nella stesura di una storia. Letteratura, invece, "Le notti bianche", di Dostoevskij - che ho in programma di rileggere, visto che sto partecipando (anche se in modo molto discontinuo) all'iniziativa di una youtuber che ama la letteratura russa. Cinema... questa volta passo.

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    1. Sigle di cartoni animati anni'80... Tipo Remi, senza famiglia?
      Che se c'era una sfiga nel raggio di un chilometro era sicuro che andasse a beccare lui?
      Quel cartone era tipo il Chuck Norris della tristezza...

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    2. No, per carità! Mi porto ancora dentro il trauma della morte dei cagnolini! E poi Remì è della fine degli anni '70. Io ascolto più Daitarn, Goldrake, Yattaman, Creamy, Gigi la trottola XD E poi anche qualche sigla degli anni '90: Saaaailor Mooonnnnn ^^

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    3. Eh già, quando è arrivato l'inverno sono morti TUTTI.
      Ogni episodio di Remi era da collettiva tastata di testicoli...
      Diciamo che si allineava al trend della Signora Fletcher...

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  4. Trovo Dumbo tristissimo, hai ragione: infatti non lo amo come gli altri.
    Bellissimo e iper-realistico il quadro, peccato per quei palazzi dietro che lo "incafoniscono". Bello il senso che ci hai visto.
    Ma ancora di più, geniale la storia del messaggio in bottiglia: non conoscevo l'opera, almeno devo recuperare l'episodio che ne è stato tratto!!

    Moz-

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    1. La versione anni '80 di Ai Confini della Realtà si caratterizzava per numerosi e bellissimi episodi molto tristi e commoventi, che sono anche quelli che mi sono rimasti più impressi. L'UFO della solitudine era uno dei più malinconici.

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  5. Non avevo mai visto il quadro di Nigel Van Wieck. Per contribuire a questo post sulla tristezza, propongo:
    . Arte: La Deposizione di Raffaello Sanzio
    . Letteratura: "Cuore" di Edmondo de Amicis
    . Cinema: anch'io vado su un film Disney, ma voto per "Bambi"
    . Musica: "The sound of silence" di Simon&Garfunkel, il testo non è strettamente inerente alla tristezza, ma la musica la comunica molto bene

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    1. Bambi e Dumbo sono i due cartoni Disney che hanno generato i maggiori traumi infantili...
      Le opere di Nigel val Wieck sono state spesso accostate a quelle di Hopper, per le tematiche di solitudine e malinconia che trasmettono, e lo stile particolare che utilizza.

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