venerdì 3 febbraio 2017

Leggende Assassine al Femminile

Avendo scritto in questi mesi di fantasmi, mostri e leggende metropolitane, mi sono soffermato a esaminare il folklore proveniente da diverse parti del mondo; mi sono così imbattuto in alcune figure piuttosto interessanti, tali da essere meritevoli di un approfondimento con un post apposito. Il filo conduttore che le lega è quello della femminilità, vista nelle sue svariate declinazioni: la bambina, la fanciulla, la donna, la madre.

La Donna-Cervo
Quando i Powhatan (nativi americani dell'odierna Virginia) si riunivano per un'occasione speciale (il pow-wow), venivano fatti dei festeggiamenti. A volte la sera compariva una giovane donna proveniente dai boschi, che s'intrufolava nella festa. Era la più bella che si fosse mai vista, lunghi capelli neri che alla luce del fuoco risplendevano come l'ala di un corvo, e con movenze aggraziate e sensuali si metteva a danzare attorno al falò al ritmo dei tamburi. Ma il suo aspetto non deve trarre in inganno: perché se dalla vita in su appariva come una donna bellissima, dalla vita in giù aveva invece zampe di cervo, che aveva gran cura di tenere ben nascoste. I Cherokee li chiamano yunwitsansdi, spiriti maligni. La donna-cervo sceglieva un uomo, ballava assieme a lui, poi lo portava in un luogo isolato, dove lo seduceva. Quando avevano terminato, lo calpestava a morte con le sue zampe zoccolute e poi faceva ritorno nella foresta. Solo chi riusciva a scorgere in tempo le sue zampe poteva sfuggirle. In alcune tradizioni la donna-cervo balla assieme agli uomini, ma sparisce all'improvviso quando cessa la musica.
In Marocco c'è una leggenda simile, ovvero quella di Aisha Kandisha. Appariva di notte con l'aspetto di una bellissima donna, il suo intento era sedurre gli uomini e condurli in luoghi appartati per poi ucciderli. La si poteva riconoscere dal fatto che al posto delle gambe aveva zampe di capra o di cammello; l'unico modo per salvarsi era di mostrarle un coltello oppure un oggetto metallico.

Bloody Mary
Un gioco spaventoso, una sfida di coraggio. Nella versione più famosa, se in una stanza illuminata dalla sola luce di una candela si pronuncia per tre volte il nome di Bloody Mary guardando in uno specchio, essa apparirà. A seconda delle versioni è una bambina assassina, una ragazza morta in un incidente o che è stata sepolta viva; si dice sia un fantasma, una strega o ancora una donna sfigurata. C'è chi ipotizza possa venire messa in relazione con Maria I Tudor, regina d'Inghilterra, soprannominata Maria la Sanguinaria, famosa anche per le sue sfortunate gravidanze: in alcune versioni della storia Bloody Mary appare infatti come una donna incinta. A quanto si racconta, ella rivela a chi l'ha evocata il futuro dei suoi successivi sette anni, ma in un'altra versione, mentre chi l'ha chiamata sta osservando il proprio riflesso nello specchio, vedrà comparire anche quello di Bloody Mary, con le mani insanguinate protese verso la sua gola: allora lo spavento sarà tale che lo sventurato cadrà in coma per quattro giorni, per poi morire al quinto. 

Hanako-San
In Giappone è molto famosa la leggenda di Hanako-san, il fantasma di una bambina che infesta le toilette delle scuole elementari, per la precisione la terza cabina dei bagni femminili del terzo piano. Per evocarla si dive bussare tre volte alla sua porta e chiedere: “Sei lì, Hanako-san?”. Se è presente, la si sentirà rispondere flebilmente di sì e poi comparire. Ha l'aspetto di una bambina dalla carnagione pallida e i capelli a caschetto, con indosso un'uniforme scolastica e una gonna rossa. A questo punto le versioni del racconto sono diverse: in alcune Hanako-san tenta di trascinare il malcapitato all'inferno, in altre invece è per lo più innocua; secondo alcune storie è possibile calmarla mostrandole i propri buoni voti presi a scuola, mentre in altre ancora protegge gli studenti da altri fantasmi. In una versione alternativa, Hanako-san appare senza alcun preavviso quando si finisce la carta igienica del rotolo, e domanda: "Preferisci carta rossa o carta blu?". Se si sceglie la rossa si va incontro a una morte violenta, mentre se si sceglie quella blu si va incontro a una morte per strangolamento o dissanguamento.
Non deve stupire troppo l'ambientazione di questa leggenda (che peraltro non è l'unica), perché è dovuta alla credenza popolare giapponese secondo cui gli spiriti maligni sono soliti abitare nella stanza più piccola dell'edificio, oltre al fatto che in Giappone le toilette sono in genere situate nell'angolo più buio, per motivi riconducibili a superstizioni derivanti dal folklore e dalla religione. Un altro motivo è la credenza che il pozzo (a cui lo scarico della toilette può venire accostato) sia il luogo attraverso cui i morti possano mettersi in contatto coi vivi, oltre alla presenza dell'acqua come elemento comune. La popolarità di questa storia ha portato a casi di disfunzione della vescica in alcuni bambini giapponesi, i quali si trattenevano dall'espletamento delle proprie funzioni fisiologiche per il timore di recarsi in bagno.

La Kuchisake-Onna
Abbiamo già parlato della leggenda giapponese della kuckisake-onna ("donna dalla bocca spaccata"), una donna bella e vanitosa che è stata orribilmente sfregiata dal marito. Ella va in giro col volto coperto da una mascherina e ferma i passanti, in genere bambini o studenti, domandando loro: “Pensi che io sia bella?”. Se le viene risposto di no, il malcapitato viene ucciso con delle forbici; se invece le viene risposto di sì, la donna si toglie la mascherina, mostrando di essere orrendamente sfigurata, e ridendo in maniera agghiacciante chiede: “E adesso?”. Se questo risponde ancora di sì, la kuchisake-onna lo sfregia al volto con le forbici oppure lo divora con la sua abnorme bocca.
Nel 1979 si diffuse per tutto il Giappone una strana storia. Sembra che nella prefettura di Nagasaki una donna girasse per i sobborghi delle città con una mascherina a coprirle il volto, cosa non troppo insolita in Giappone, dove è usanza, per chi si prende il raffreddore, per evitare di contagiare gli altri. Ma cominciarono a girare voci che la donna fosse una kuchisake-onna e si scatenò il panico, tanto che i bambini si rifiutavano di andare a scuola. Leggenda divenuta realtà? Nel 2007 un medico legale ha trovato dei documenti risalenti alla fine degli anni Settanta, che riportavano di una donna che dava la caccia ai bambini, forse per rapirli. Mentre ne stava inseguendo alcuni, venne investita da una macchina e rimase uccisa; a causa dell'incidente il suo viso presentava una bocca simile a quanto riportato dalla leggenda. Questo caso fu probabilmente all'origine dell'isteria collettiva di trent'anni prima. 

15 commenti:

  1. I capelli lisci neri sembrano essere una costante in questo tipo di rappresentazioni... e non soltanto in Giappone, dove è pressoché inevitabile.

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    1. A me sempre per il Giappone vengono in mente la futakuchi-onna e la yuki-onna, ma non sono le sole. Avevi in mente qualche altro esempio preciso?

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    2. Se non mi inganno, anche le donne pericolose del ciclo di Artù hanno questa caratteristica.

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    3. Non lo conosco, quindi mi fido! :)

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  2. Ora vedrò il cocktail analogo, il bloody Mary, sotto una luce diversa. :)
    Paurosissime queste storie. Poi, il Giappone in certe cose, sembra essere leader indiscusso: i peggiori mostri li sforna lui.

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    1. Occhio a non ordinarne tre...
      Il Giappone ha veramente un folklore incredibile. Nei post precedenti sono uscite delle cose pazzesche.

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    2. A dire il vero, manco uno: ma l'hai visto quanta roba ci buttano dentro? :)

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    3. Non è quello con la salsa Worchester?

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    4. Sì, succo di pomodoro e spezie piccanti. Ora capisco la scelta del nome. :D

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  3. Quella che mi spaventa di più è l'apparizione di Bloody Mary nello specchio. Ma anche quella della bambina giapponese nei bagni delle scuole non scherza!

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    1. Direi che anche la kuchisake-onna non scherza (e non ho raccontato della teke-teke...)

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  4. La Kuchisake-Onna è davvero inquietante (anche le altre non scherzano)!

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  5. In quanto alla Kuchisake-Onna secondo alcune versioni parrebbe che l'unico modo per sopravvivere ad un incontro con lei sia quello di voltarsi e fuggire senza risponderle.
    Secondo altre versioni ancora nemmeno questa soluzione garantirebbe la salvezza in quanto il malcapitato troverebbe comunque la morte alle soglie di casa propria.

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    1. Secondo altre versioni bisogna darle delle risposte ambigue, in modo che si confonda e approfittarne per scappare. In altre ancora mi sembra che si possa placarla offrendole della frutta.

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