In epistemologia il termine pseudoscienza indica ogni teoria, metodologia o pratica che afferma, pretende o vuole apparire scientifica, ma senza avere alcuna aderenza al metodo scientifico. A questo si affianca il concetto di antiscienza: la posizione di chi non crede nel progresso, nella ricerca e nella Scienza, ed esprime verso di essa e coloro che fanno parte dell'ambiente scientifico pareri denigratori e qualunquisti, veicolando contenuti pseudoscientifici e facendo affermazioni errate o non comprovate dall'evidenza, spesso assumendo posizioni negazioniste e ricorrendo a teorie di stampo complottista. Delle motivazioni psicologiche che ne sono alla base avevo già parlato qui, ma di fondo è dovuta all'incapacità dell'individuo di affrontare e accettare la realtà, cercando spiegazioni suggestive al suo bisogno di trovare dei responsabili di ciò che non va nella sua vita. Possiamo suddividere tali persone in tre livelli: il dubbioso, che cerca spiegazioni alternative di un fenomeno; il fondamentalista, che si è radicalizzato nelle sue convinzioni e tratta con sufficienza le spiegazioni di tradizionale consenso; il delirante, che ha perso il contatto con la realtà. Tendenzialmente è un percorso senza ritorno: si sale di livello o ci si irrigidisce nelle proprie convinzioni, anche quando l'evidenza ne mostra la loro fallacia, bloccandosi nella cieca negazione.
A breve ci saranno due post con le cose più clamorose che ho letto sui social riguardo a contenuti scientifici. Dato però che non tutti sono a conoscenza degli ambiti in cui andremo a infilarci, ho pensato a un post che anticipasse qualcosa.