Iniziamo dunque questa settimana dedicata alla follia, in cui invece dei miei soliti articoli si parlerà delle mie piccole, grandi follie.
Diciamo fin da subito che non ho un carattere facile: sono testardo, credo nelle mie opinioni e le difendo fermamente, sono poco tollerante, non mi piace chi si prende troppa confidenza o si immischia nei casi miei, ho un'ottima memoria, per cui ricordo ogni cosa che mi viene detta, do tanto alle persone, ma mi aspetto anche di ricevere altrettanto.
Alcuni mesi fa ho smesso di seguire un blog "storico" per me proprio a causa di una discussione sulla pazzia. Dopo aver lasciato quello che credevo un innocuo commento, la blogger in questione mi ha risposto molto male. Allora, non sentendomi più il benvenuto, ho smesso di visitarlo. Di questo sono ancora oggi molto rammaricato.
Diciamo fin da subito che non ho un carattere facile: sono testardo, credo nelle mie opinioni e le difendo fermamente, sono poco tollerante, non mi piace chi si prende troppa confidenza o si immischia nei casi miei, ho un'ottima memoria, per cui ricordo ogni cosa che mi viene detta, do tanto alle persone, ma mi aspetto anche di ricevere altrettanto.
Alcuni mesi fa ho smesso di seguire un blog "storico" per me proprio a causa di una discussione sulla pazzia. Dopo aver lasciato quello che credevo un innocuo commento, la blogger in questione mi ha risposto molto male. Allora, non sentendomi più il benvenuto, ho smesso di visitarlo. Di questo sono ancora oggi molto rammaricato.
Ho però il sospetto che dietro ci sia dell'altro, perché non riesco ad accettare che una persona all'improvviso si comporti così. Mi viene da pensare al fatto che tempo prima avessi interrotto una collaborazione con una blogger a lei vicina a causa di un litigio per un mio articolo. C'è forse qualche nesso? Non so.
Di recente mi è stato lasciato un commento che ho trovato fuori luogo, così senza troppi giri di parole l'ho fatto presente. La persona in questione se ne è avuta a male, facendomi presente quanto avesse fatto per me e su come si fosse sempre comportato bene nei miei riguardi. In realtà tempo fa, avendo travisato un altro mio commento, subito mi si era rivolto con tono sarcastico e poco rispettoso, ma all'epoca avevo lasciato correre. Comunque, avrebbe potuto cercare di comprendere le mie ragioni, che ho provato a spiegargli; invece ha continuato a ingigantire sempre più la cosa fino ad arrivare al personale. Il conflitto è inevitabile perché ognuno di noi è un individuo unico e irripetibile, quindi interpreta le situazioni in modo differente. Entrati in una spirale del conflitto è difficile uscirne; la rottura con quella persona è stata purtroppo inevitabile e ne sono davvero dispiaciuto.
Parlando di libri, devo dire che sono un po' invidioso di quei blogger che sono riusciti a farsi leggere e recensire parecchio. Hanno abilmente intessuto rapporti con una bella parte della blogosfera, tanto che ogni loro post è illuminato da numerosi messaggi. Ci si potrebbe chiedere se non agiscano solo per interesse... Direi che bisogna osservare come la persona si muove nei vari spazi in rete: allora poi si capisce chi si muove per interesse e chi invece ci tiene davvero. Perché da qui si vede il bello che può dare la rete di blog.
Io onestamente non ci riesco e la colpa è mia: ho cominciato a seguire dei blogger solo perché mi avevano aggiunto loro per primi, per cui avrei dovuto immaginare come sarebbe andata a finire. Insomma, basta con questi cacciatori di follower. Negli ultimi mesi mi sono fatto più furbo e ho cominciato io a seguire dei blog che mi sembravano interessanti. Alcuni sono stati delle belle scoperte.
Dovete sapere che le presentazioni dei libri sono complicate. Non mi riferisco al parlare in pubblico: è difficile proprio riuscire a farle, perché spesso vieni snobbato senza una spiegazione o anche solo una risposta. Ma a volte anche la stessa presentazione non è facile. Vi racconto qui un paio di episodi che mi sono capitati.
Dovete sapere che le presentazioni dei libri sono complicate. Non mi riferisco al parlare in pubblico: è difficile proprio riuscire a farle, perché spesso vieni snobbato senza una spiegazione o anche solo una risposta. Ma a volte anche la stessa presentazione non è facile. Vi racconto qui un paio di episodi che mi sono capitati.
Due anni fa ho presentato il mio primo libro in una biblioteca sulla collina di Moncalieri, all'esterno, dove era stato allestito un rinfresco. Era febbraio e il giorno prima aveva nevicato: mentre leggevo le mani mi tremavano per il freddo. La presentazione comunque è stata un successo al di sopra delle mie aspettative. Una volta terminato sono poi sceso a Torino: quel pomeriggio avevo quattro ore di lezione di chimica organica con due classi.
Sempre quell'anno ho presentato il mio libro in un'altra biblioteca. Ma prima la direttrice ha voluto che c'incontrassimo. Oltre a una copia gratuita, ha richiesto che portassi: presentatore, lettore (rigorosamente di sesso femminile, non so perché), persona con domande preparate, due ospiti speciali, cassiere.
Alla fine la presentazione è stata rimandata da un soleggiato giorno di maggio a un piovosissimo giorno di ottobre. Io ero in macchina con la moderatrice e, complice la pioggia torrenziale e il buio, ci perdemmo per strada i due lettori, due miei amici medici che recitano a teatro e si erano gentilmente prestati.
Alla fine arrivammo dieci minuti prima dell'inizio, le mie scarpe orribilmente infradiciate. Ma io ero preoccupato per la sorte dei miei amici: dov'erano finiti? Sarebbero arrivati in tempo? La direttrice cominciò a farmi una testa così con questa e con quella scemenza; sembrava quasi divertirsi a piantare grane.
Per fortuna i due lettori arrivarono e potemmo iniziare. Il pubblico apprezzò sia i miei racconti che la discussione con la moderatrice e l'ospite (una delle più famosi scrittrici italiane del fantastico). Nel frattempo la direttrice, ogni volta che si citava questo o quel libro che era stato fonte d'ispirazione, si alzava e come un'anima in pena girava per gli scaffali per andarli a prelevare e portarceli sul tavolo. Sembrava uno di quei cani che ti portano il giornale. Non sapevo se fare finta di niente o lanciarle un croccantino.
Finita poi la presentazione, anche al momento di congedarsi, riuscì a trovare ulteriori motivi per lamentarsi. Ammetto di essere una persona poco tollerante, ma quella avrebbe fatto spazientire persino Gandhi. Per cui mi sono ripromesso di non mettere mia più piede in quel posto.
"La follia, mio signore, come il sole va passeggiando per il mondo, e non c'è luogo in cui non risplenda." (William Shakespeare, La Dodicesima Notte)
A leggere l'ultima parte del tuo post fa scappare ola voglia di fare presentazioni del proprio libro :)
RispondiEliminaOk, non è il caso mio perchè di libri non ne ho scritti :))
Sull'essere intollerante,, chi non lo è? C'è chi all0intolleranza arriva prima e chi impiega più tempo a a lungo andare ci si rompe sempre. Soprattutto quando ti commentano con un ciao ecco il mio blog e giù il link.
Io ricambio le iscrizioni ma poi visito i siti che sono nelle mie corde. Punto! Se parli di argomenti che non mi toccano, scusa ma non vengo a leggere. E comunque la scelta sul web è così vasta!
Quanto ai conflitti personali tra blogger capitano eccome.
Anche a me è successo ed ho fatto quello che hai fatto tu. Ho chiuso la porta e me ne sono andata. Ho trovato altro e di meglio :)))
Diciamo che anche on line ci vorrebbe la voglia di capire cosa intende dire l'altro se non si è spiegato bene. Ci vorrebbe l'onestà di ammettere di non aver compreso... di correggersi.
Chiedo troppo? Forse sì!
Diciamo che le presentazioni sono necessarie, e quando sei nel bisogno la gente tende ad approfittarsene. Per il terzo libro ho infatti deciso di non farne, se non limitate eccezioni.
Elimina"Ciao ecco il mio blog" non me l'ha mai fatto nessuno, ma è chiaro che se mi lasci un commento o mi aggiungi alle cerchie sono incentivato a venire nel tuo blog. Dopodiché mi capita di commentarne i post per qualche tempo, poi se vedo un totale disinteresse nei miei confronti lascio perdere e cambio aria. Come ho detto mi annoio facilmente. Il che non significa "ti seguo se tu mi segui", però almeno un ciao nei miei spazi di tanto in tanto non costa nulla, no? Alle volte bastano anche solo delle piccole cose. Eppure la gente non riesce proprio a capire che la vera comunicazione la si ottiene valorizzando l'altro, non usandolo come cassa di risonanza.
Anch'io con il tempo mi sono concentrato sempre più sui blog che parlano di argomenti che mi interessano, diminuendo gradualmente la mia presenza sui blog che avevo cominciato a seguire soprattutto per scambio di cortesie. E' una costruzione della propria cerchia ideale di blog e blogger che richiede comunque tempo e, almeno nel mio caso, procede in gran parte per tentativi e aggiustamenti.
RispondiEliminaIo mi sento abbastanza cosmopolita da poter leggere di argomenti molto diversi, anche se non ricadono nei miei interessi primi. Più che altro a volte mi è più difficile commentare... però ci provo ugualmente, perché sono dell'idea che sia importante lasciare un segno di apprezzamento. Non tutto ciò che leggo è di mio stretto interesse, però con alcune persone si è creato un rapporto di amicizia tale che provo comunque a leggere anche ciò che non è nelle mie corde. E' questo che molti non comprendono: sono troppo concentrati su se stessi e non vanno al di là del loro naso.
EliminaDirei che la cerchia di blog che si segue ha le stesse dinamiche del gruppo sociale della teoria di Lewin: ovvero è dinamico nel tempo, soggetto a equilibri che una volta raggiunti tendono a mantenersi omeostaticamente.
Io mi aspettavo le follie di Lazzara o.O Invece è un post su come si intendono i rapporti e il blogging, ciò che è assolutamente personale, ovvero dipende da come si è e dalle proprie intenzioni di fondo.
RispondiEliminaPer quanto mi riguarda, credo sia chiaro come lo penso io, il bloggare, attraverso le mie interazioni e dunque non annoio.
Sulle presentazioni... c'è poco da fare, è difficile se non si hanno agganci, sponsor, ecc. Quello che fa cadere le braccia è che anche in contesti "piccoli" non si riesca a vincere la diffidenza, mah.
Se aspettavi di leggere delle mie follie, tranquilla, sono nella terza parte del post. :)
EliminaSulla questione presentazioni, ho dato solo una piccola idea di quello che c'è dietro. E ho raccontato solo un paio di episodi (uno divertente, l'altro no), ce ne sarebbero tanti altri. Per andare sul sicuro bisogna essere un autore consolidato con una grossa casa editrice. Che poi sono quelli che non hanno bisogno di presentazioni per far conoscere il proprio lavoro.
Dai, ti racconto questa. Una sera sono andato alla presentazione del libro di una mia amica presso una biblioteca. Appena un mese prima avevo scritto alla direttrice se fosse interessata a ospitare una presentazione del mio libro; non mi ha neanche degnato di risposta. Mentre ero lì (non aveva idea che fossi quello che le aveva scritto) l'ho sentita dire che da mesi stavano dando la caccia a un autore locale che aveva pubblicato con Editrice Nord. Mi sono dovuto trattenere dal prenderla a insulti.
Burrascose relazioni virtuali le tue! :)
RispondiEliminaIo con le presentazioni ho avuto due esperienze uniche in due librerie diverse, una nella mia città, Caltanissetta e una a Catania. La prima, però, mi è costato un cazziatone della proprietaria, perché mentre si discuteva bellamente del mio libro, delle sue tematiche, immersi in una cordiale atmosfera, in fondo al locale, nel reparto "bambini", i miei figli e quelli della stessa loro età, figli di altri avventori, si divertivano a prendere, aprire e sfogliare tutti i libri di Geronimo Stilton e tutti quelli pop-up, delicatissimi.
Volevo sprofondare per la vergogna, poi abbiamo chiarito la faccenda (io con le mie scuse, lei con la cordiale accettazione delle stesse).
Beh, sia per le presentazioni che per i rapporti in rete avrei potuto scendere in maggiori dettagli o raccontare altri episodi... Ma stendiamo un velo pietoso, ho raccontato persin troppo!
EliminaVabbè che stai per chiudere a chiave la porta, ma ti lascio ugualmente il mio pensiero. Io mi sento proprio libera da tutte queste dinamiche. Non ho un blog, ho solo un profilo su Google+. Libero come me. Senza scopo. Scrivo, non scrivo, aggiungo chi mi piace e non mi aspetto di essere ricambiata. Commento se ho tempo e qualcosa da dire. Lo scambio di cortesie è sicuramente una cosa gentile, ma se mi commenti senza interesse io lo capisco e hanno lo stesso sapore dei sorrisi di circostanza. Mi fanno incazzare i +1 fissi, come i vecchi gettoni che dovevi infilare nelle cabine telefoniche. "Lo so tanto che non hai letto neanche una parola di quello che ho scritto!", che metti +1, a cosa? Non c'è niente da fare, quello che sei si riflette ovunque, anche dietro lo schermo di un PC. Tu mi sei simpatico e mi piace quello che scrivi, anche quando non so cosa commentare su certi argomenti. Però mi piace leggerli, ecco. Mi sembri vero, anche perché in più di una circostanza ti ho visto esporti con pensieri che andavano contro la folla. Per le presentazioni non ho esperienza, ma so che ti snobbano finché non diventi qualcuno... io ti auguro di dare uno schiaffo morale a tutti quelli che non ti hanno degnato neanche di una risposta. ^_^
RispondiEliminaQuando ho tempo divento chiacchierona.Ciao!
Chiudo, ma non a chiave! Rimane sempre aperto e leggibile! :)
EliminaCondivido in toto il tuo pensiero: sono contento di lasciare questo spazio e tornare a sentirmi più libero; può sembrare un controsenso, dato che qui ho gestito tutto senza vincoli, però è così. Il blog diventa un punto di riferimento in cui collocarti e io per mia natura sono schivo. Nonostante ciò già ne ho un po' di nostalgia. :)
I +1? Io per principio non li metto, a meno di aver lasciato anche un commento. Ti racconto questo. Quando ho lanciato l'Arcani Tour diverse persone mi hanno messo +1, senza partecipare, nè tantomeno commentare. Come la devo interpretare io?
Tempo fa si parlava qui di comunicazione paraverbale e non verbale. Una ragazza mi ha lasciato un commento molto arguto, ovvero se ritenessi che quanto scritto potesse venire applicato anche al discorso blog. Ovviamente sì, sia dal punto di vista di chi scrive, ma anche di chi commenta, e le mie riflessioni erano più o meno le stesse che facevi tu qui sopra.
Comunque non ti preoccupare dei commenti, anch'io spesso ho più facilità a leggere che commentare; infatti alle volte uno usa come gancio un particolare che l'ha colpito. Secondo me è questione di imparare a mettersi nei panni degli altri e provare a comprenderne le ragioni. Sia in positivo che in negativo.
Ah, le presentazioni dei libri! Quante ne potrei raccontare! Ne ho fatta una giusto venerdì e non è venuto nessuno. Non sai che delusione. Adesso ne ho una il 25, dove gioco in casa, per cui incrociamo le dita! :)
Incrocio le dita per te, anche quelle dei piedi. :-)
EliminaGrazie!
EliminaMa hai rindossato il look invernale? :)
Si... pioggia, vento... Ma dove è fuggita la primavera?
EliminaLe foto seguono i miei umori. Per me, niente immagine fissa e riconoscibile. Magari domani la cambio ancora. :-P
A causa di questo clima folle mi sono presa l'influenza, e io divento irrequieta quando sono costretta a stare a casa.
:-(
Qui a Torino ieri pioveva, dopo il caldo degli ultimi giorni le temperature si sono abbassate e c'è neve sulle montagne.
EliminaStamattina pioveva, adesso sta uscendo il sole.
Il clima è folle come questi miei ultimi post. :P
Refuso: Ha lo stesso sapore, non hanno.
RispondiEliminaGiusto per non lasciare segni di ignorantitudine! :-P
Giusto! :P
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