lunedì 18 aprile 2016

Ore d’Orrore II – Streghe (parte 1)

Ben ritrovati, miei piccoli putridi esserini. Il vostro Dottor χ è contento di rivedervi per quest’ultimo episodio di Ore d’Orrore. Datemi solo il tempo di distillare questo ectoplasma e sono subito da voi.
Oggi parleremo di un personaggio molto controverso, che in alcuni casi ha forse delle amicizie un pochino discutibili... 
Spero che non vi piacciano troppo i dolcetti e che le fiabe vi abbiano preparato a sufficienza, perché parleremo di streghe!


Ore d’Orrore
“Ci sono molte buone ragioni per avere paura del buio”

“La strega incarna i desideri, i timori e le altre tendenze della nostra psiche che sono incompatibili con il nostro io.” (Carl Gustav Jung)

Folklore in Giro per il Mondo
Le streghe fabbricano amuleti, preparano filtri, compiono sortilegi, divinano il futuro, sono capaci sia di guarire che di uccidere coi loro poteri. Figure di questo tipo sono presenti nel folklore di tutto il mondo.
Il termine strega viene dal latino striga, connesso a stryx, che vuol dire “uccello notturno, barbagianni”, che si riteneva fosse un uccello di malaugurio e che la notte attaccasse le capre per succhiare loro il sangue. Col tempo questo termine è stato poi associato al possedere dei poteri magici. Ovidio raccontava delle striges, mostri metà uccelli e metà donne; secondo Orazio erano invece donne a tutti gli effetti, mentre per Apuleio potevano essere sia dei mostri, sia donne in grado di mutarsi in animali per mezzo di magici unguenti, credenza che sarebbe rimasta fino al Medioevo.
Nell’antica Grecia si raccontava delle lamie (termine che veniva usato anche nel latino medievale), figure in parte umane e in parte animalesche. Rapivano i bambini o adescavano giovani uomini per poi nutrirsi di loro. Potevano essere uccise usando il sale, e questa credenza è stata in seguito trasferita alle streghe: nel Medioevo si credeva infatti che per smascherare una strega entrata in chiesa, che nascondeva la propria natura e fingeva di presenziare alla cerimonia (allo scopo, per esempio, di rubare le ostie o le candele sacre), bisognava cospargere le panche di sale grosso; la strega sarebbe rimasta inevitabilmente attaccata a esse.
Nell’Antico Testamento si raccontava della Strega di Endor, dotata del potere di evocare lo spirito dei morti, pratica che in base alla Torah era vietata. La Bibbia nominava anche Lilith, una sorta di vampiro mesopotamico. Secondo alcune versioni sarebbe stata la prima moglie di Adamo, da lui ripudiata. Lilith era la dea delle streghe, descritta come una bellissima donna serpente, nuda dalla cintola in su e con ali di pipistrello, il cui influsso sugli uomini era sia di natura cerebrale che sessuale. Per proteggere i bambini maschi da Lilith, bisognava non tagliare loro i capelli fino a una certa età, in modo da far credere al demone che si trattasse di una femmina. Questa tradizione è presente anche in Sardegna, dove si credeva che le cogas o bruxas giungessero la notte per uccidere i bambini maschi; avevano l'aspetto di vecchie megere, ma dalla nascita avevano la coda e potevano trasformarsi a loro piacimento.
Nella zona di Benevento il folklore parlava delle janare, che grazie a un magico unguento potevano anche divenire incorporee. Entravano nelle stalle per rubare una giumenta da cavalcare tutta la notte. Sia loro che le cogas temevano la luce del sole, per cui all'alba fuggivano via. Secondo le tradizioni, la janara si divertiva a saltare sul petto delle persone durante il sonno, provocando una sensazione di soffocamento; inoltre si credeva che i bambini che manifestassero deformazioni fisiche durante la notte fossero stati fatti passare dalla janara attraverso il treppiede che sosteneva sul fuoco il calderone. Per poterle acciuffare, bisognava acchiapparle per i capelli, che erano il loro punto debole; chi ci riusciva mentre la janara era incorporea, avrebbe ricevuto, in cambio della libertà, protezione dalle streghe per tutta la sua famiglia per sette generazioni.
Nella zona della pianura Padana e della Toscana si raccontava della borda, una strega bendata e di aspetto orribile, che nelle ore buie e nelle giornate nebbiose uccideva chi aveva la sventura di incontrarla.
Nel foklore albanese si parlava della shtriga, descritta come una donna dai lunghi capelli neri e un volto orribilmente sfigurato. Durante la notte succhiava il sangue dei bambini, per poi trasformarsi in un insetto (falena, mosca oppure ape). Solo la shtriga poteva curare coloro che aveva dissanguato (in genere sputando loro in bocca); quelli che non venivano curati si ammalavano e poi morivano.
In Catalogna si riteneva che il suono di foglie soffiate sul tetto era il suono delle bruixes che criticavano il comportamento della famiglia che abitava in quella casa. La tradizione descriveva anche il rituale per diventare una strega: la donna doveva recarsi al mare, spogliarsi completamente e rotolare nella sabbia; dopo aver fatto sette giri completi, si doveva rialzare e fare tre cerchi.
Nelle storie russe si parlava di Baba Yaga, una vecchia strega che si spostava a volo di un mortaio, utilizzando il pestello come timone. Viveva in una capanna che poggiava su due zampe di galline, servita da invisibili servitori; la serratura della porta d’ingresso era costituita da una bocca riempita di denti taglienti e le mura esterne erano fatte di ossa umane; in alcune versioni la casa rivelava la posizione della porta solo dopo che veniva pronunciata una frase magica. Baba Yaga cancellava i sentieri nei boschi con una scopa di betulla d’argento; in alcune leggende era indicata come malvagia e si diceva che rapisse i bambini per mangiarli, in altre era invece fonte di consiglio e di aiuto per le persone durante le loro cerche; chiedere il suo aiuto era però ritenuto pericoloso, per cui erano necessarie grande preparazione e purezza di spirito.
Nelle tradizioni dell'Africa meridionale, la thakathi era una donna dispettosa che operava in segreto per danneggiare gli altri, mentre la sangoma era un’indovina e veniva consultata per individuare malattie (a volte praticava anche la medicina), predire il futuro o per identificare il colpevole di un crimine; infine l’inyanga, generalmente un uomo, guariva malattie e infortuni e forniva oggetti magici per l'uso quotidiano. In alcune zone le streghe erano considerate malvage e potevano trasformarsi in uccelli o pipistrelli per succhiare la notte il sangue dei dormienti; in altre risvegliavano i morti per renderli lavoratori zombie.
In Giappone si raccontava delle streghe volpi, le kitsune-mochi, che ottenevano i magici servigi della volpe promettendole del cibo; il loro potere più temuto era la capacità di comandare alla volpe di possedere altri esseri umani. Altro caso era quello delle famiglie tsukimono-suji, in cui le volpi servivano l’intera famiglia, a cui portavano grande prosperità; queste famiglie erano rispettate e temute, ma spesso evitate, in quanto la condizione era ritenuta contagiosa, per cui i membri non potevano vendere terreni e proprietà e le donne avevano difficoltà a contrarre matrimonio, dato che si trasmetteva lungo la linea femminile.

Masche
Menzione a parte merita il discorso relativo alle masche. L’Editto di Rotari del 643 recita: Stria quae est masca (una strega che viene detta masca).
Le masche sono una figura di rilievo nel folklore e nella credenza popolare piemontese: sono donne apparentemente normali, ma dotate di facoltà sovrannaturali. Secondo la tradizione, le masche sono immortali, ma non possiedono l'eterna giovinezza o salute: sono quindi vulnerabili e soggette a malattie e invecchiamento; quando decidono di averne abbastanza della vita, per poter morire devono trasmettere i propri poteri a un'altra creatura vivente, spesso una giovane della famiglia, ma alcune volte può anche essere un animale o un vegetale. Masca quindi non si nasce, si diventa: quando la masca sta per morire, cerca qualcuno a cui cedere i propri poteri e non può morire finché non l’ha fatto. Solitamente il trasferimento avviene con la consegna di un oggetto (una scopa, il libro del comando, un gomitolo) e recitando la formula “it lasso ‘l cassul” (ti lascio il mestolo). Quando poi la masca muore, la sua anima si tramuta in moscone per cercare di andarsene dalla stanza.
Il Libro del Comando è in genere considerato un libro scritto dal Diavolo in persona, contenente formule per evocare spiriti, lanciare malefici e compiere riti magici. Sulla prima pagina vi è scritto: "comanda, comanda, comanda". Nel folklore piemontese, il libro ha invece una dubbia provenienza e viene tramandato di masca in masca. Diverse attestazioni indicano espressamente che era possibile ordinarlo e comprarlo insieme a un relativo talismano, e i mediatori di questa transazione sono i sutmin (settimini): un bambino che sopravviveva dopo una gestazione di soli 7 mesi veniva considerato speciale, dotato di poteri soprannaturali, e da grande sarebbe divenuto un mago settimino.
I poteri delle masche comprendono la bilocazione e la trasformazione in animali, vegetali oppure oggetti; possono far uscire l'anima dal corpo e volare immaterialmente nello spazio, ma non possono farlo fisicamente; dato che durante il volo magico il corpo resta incustodito e inanimato, questo avviene esclusivamente di notte.
Al contrario delle streghe, le masche non hanno commercio col Demonio e non partecipano al Sabba; non sono nemmeno condizionate, intimorite o controllate dall'elemento religioso: le masche frequentano la chiesa, vanno a messa e ricevono i sacramenti. Raramente sono di natura malvagia, ma piuttosto capricciosa, dispettosa e vendicativa, accontentandosi di complicare la vita al prossimo; possono infatti essere anche benefiche, guarire malattie o ferite alle persone e agli animali o salvare vite in pericolo.
Esistono anche masche in forma di spiriti, che vivono nei boschi e si tengono il più possibile lontano dagli uomini, e che diventano perciò vendicative e spietate se disturbate. Pur essendo incorporee, possono assumere gli aspetti più svariati quando devono rapportarsi agli uomini: in forma di donna vecchia e brutta o di giovane bellissima o ancora di animale selvatico. Hanno un potere molto grande nel controllo del clima: possono dominare gli elementi e scatenare bufere, grandinate, temporali, nebbie o siccità prolungate.
Per difendersi da una masca ci sono diversi metodi: chiedere a una vergine che non abbia mai preso in mano un fuso di filare un filo di canapa con cui circondare l’abitazione, lasciare nei pressi dell’uscio una scopa di saggina oppure un piattino di sale (la masca sarà costretta a contare i fili o i granelli, perde spesso il conto e deve quindi ricominciare daccapo); se si avvicina un temporale suscitato dalle masche bisogna portare sull’aia due attrezzi (per esempio zappa e rastrello) e disporli a forma di croce o in alternativa bruciare nel focolare alcune foglie di ramoliva, l’olivo benedetto la Domenica delle Palme.
In alcune località le masche possono anche essere degli uomini: sono i mascon, che hanno ricevuto i poteri casualmente da una masca in fin di vita. Non possono però trasmettere ad altri il potere, il che spiegherebbe perché in genere le masche sono femmine.

Per oggi è tutto, piccoli zombettini. L’appuntamento è a fra tre giorni per la seconda parte dell’articolo, dove parleremo di magia e stregoneria... 

15 commenti:

  1. Come sai l'argomento streghe m'interessa particolarmente. In passato ho parlato sia delle janare, sia della borda che delle masche, quindi attento guagliò, ti tengo d'occhio e seguirò a livello stalker il tuo secondo post sulle streghe. ;)

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    1. Ahahah, OK, ma questo è un articolo davvero molto ampio. :)

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  2. Con Nick qui sopra che ti controlla, non puoi permetterti alcuna imprecisione ^_^. A parte gli scherzi.. hai fatto proprio una gran bella panoramica sul mondo delle streghe. Non immaginavo ne esistessero così tante. Aspetto la parte scientifica...

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    1. In realtà è probabile che abbia solo fatto una leggera panoramica, tralasciando il folklore orientale e concentrandomi su quello italiano/europeo.
      Per la parte scientifica ci vorrà un po'. :)

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  3. Dunque è colpa delle masche se il clima è anomale eh :P
    Prima o poi completerò il mio post sulle masche, viste però in un contesto documentaristico ;)
    Credo che l'argomento sia vastissimo, hai fatto un ottimo lavoro! C'è da perdersi se si inizia a fare ricerche :O

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    1. Sì, in effetti ci sono molte storie sulle masche, che fanno parte del folklore piemontese. Molte hanno anche per protagonista il diavolo (Berlicche).

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  4. Grazie per il post, molto interessante anche perché si parla di altre culture di cui so poco. Delle masche non avevo mai sentito parlare, le cita nientemeno che Rotari! :-)

    Una mia amica è andata proprio di recente a Benevento, tra le altre cose ricercava il famoso noce... ma pare che fosse un albero che scompariva e riappariva in occasione delle riunioni di streghe, a seconda delle circostanze.

    Delle streghe conosco i fatti di Triora in Liguria, anche perché ben documentati dagli atti processuali.

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    1. Questa rubrica è sempre stata così: un primo post che è un viaggio all'interno delle varie zone del mondo, dato che questi personaggi archetipici si ritrovano in forme diverse nelle varie culture.

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  5. "Raramente sono di natura malvagia, ma piuttosto capricciosa, dispettosa e vendicativa, accontentandosi di complicare la vita al prossimo".
    Ne ho incontrate più di una ;-)

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    1. In effetti... Ahahah!
      Magari ti potrebbe interessare questo romanzo di Leiber:
      "Ombre del male" (noto anche come "La congiura delle mogli").

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    2. Sembra un libro davvero interessante. Peccato che la mia scaletta di lettura sia ingorgata almeno quanto lo era anni fa la A1 il primo giorno delle ferie d'agosto.

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  6. Ti racconto un aneddoto. La mia nonna materna, che spesso finiva in ospedale per salute cagionevole (problemi di cuore/circolazione), un giorno ha assistito a una scena che l'aveva molto colpita. Una donna ricoverata nel letto accanto al suo e in procinto di morire, poco prima di spirare ha iniziato a chiamare le suore (a quei tempi, a Niguarda erano loro a fungere da infermiere) ripetendo: "a chi la lascio?", tra l'altro con chiaro accento piemontese. La suora, imbarazzata e sprovveduta, le ha risposto: "lasciala ai quadri, mia cara" e in quel momento tutti i quadri presenti nelle sale e nei corridoi hanno iniziato a tremare, andando avanti per diversi minuti, finché la donna non è spirata. La mia nonnina, a quanto ne so, giacché non ho avuto il piacere di conoscerla, non era una che si inventava fantasticherie e pare che fosse rimasta molto scossa dall'accaduto. Sarà stata una masca? Chissà!
    Comunque ora mi leggerò, via via, tutti i post di Ore di orrore: strepitosi!!!!!
    Ciao Marco :)))

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    1. Eh, storia interessante... tua nonna avrebbe dovuto cercare di vedere se c'era anche un moscone che girava per la stanza... :)

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    2. ahahha, vero!
      ci sarà stato senz'altro ;-)

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