"Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone."
(John Steinbeck)
I Viaggi Multimodali sono uno dei più grandi cicli di post tematici di questo blog, riproposti più volte in forme e temi sempre diversi, pur conservando sempre la stessa impostazione. Questa volta, alla ripresa di questa nuova annata del blog, intendo proporvene una declinazione particolare: l'intento è, in un certo qual modo, di tornare alle origini e interrogarsi sul significato stesso del viaggio. Si tratterà quindi di un viaggio nel viaggio. Del resto ogni nuova stagione del blog è un viaggio, e in fondo il vero piacere del viaggio non è tanto arrivare alla meta, quanto il viaggiare stesso.
(John Steinbeck)
I Viaggi Multimodali sono uno dei più grandi cicli di post tematici di questo blog, riproposti più volte in forme e temi sempre diversi, pur conservando sempre la stessa impostazione. Questa volta, alla ripresa di questa nuova annata del blog, intendo proporvene una declinazione particolare: l'intento è, in un certo qual modo, di tornare alle origini e interrogarsi sul significato stesso del viaggio. Si tratterà quindi di un viaggio nel viaggio. Del resto ogni nuova stagione del blog è un viaggio, e in fondo il vero piacere del viaggio non è tanto arrivare alla meta, quanto il viaggiare stesso.
Arte
Per iniziare questo
percorso vi propongo un dipinto di Benedetta Cappa, moglie del poeta
futurista Filippo Marinetti, ovvero Velocità di Motoscafo (1924). In questo quadro è rappresentata la scia prodotta da un motoscafo, che si allontana a tutta velocità, salire verso l’alto fendendo la superficie del mare. Le onde si
frammentano in una serie di triangoli incastonata l'uno nell'altro, come se quel mare, più immobile del veloce mezzo che l'ha attraversato, si fosse vetrificato. Persino la prospettiva si solidifica, generando un effetto a gradoni delle onde del mare. Il blu delle sue acque si divide in ogni possibili sfumatura, mentre il giallo di un raggio di luce lo frange generando un sorprendente contrasto cromatico.
Letteratura e Cinema
Quella che viene considerata la
raffigurazione simbolica più antica e potente della razza umana è il "Viaggio dell'Eroe", una rappresentazione archetipica da sempre ricorrente nelle narrazioni. Raccontata semplicemente, il protagonista della storia inizia un viaggio in cui ad affronta una serie di ostacoli, per cercare di risolvere una situazione problematica. Consta di diverse fasi, ma possono venire raggruppate in tre
momenti o atti principali:
i) partenza, in cui il protagonista riceve la chiamata all’avventura;
ii) iniziazione, in cui affronta l’ordalia;
iii) ritorno, in cui ottiene la ricompensa e fa ritorno al mondo ordinario.
i) partenza, in cui il protagonista riceve la chiamata all’avventura;
ii) iniziazione, in cui affronta l’ordalia;
iii) ritorno, in cui ottiene la ricompensa e fa ritorno al mondo ordinario.
Proprio da qui nasce il concetto di Trilogia utilizzato in molte narrazioni, sia letterarie
che cinematografiche: è dovuto alla necessità inconscia di ricondurre alla rappresentazione archetipica
basata su questi tre momenti, in cui abbiamo il problema, l'approccio verso di esso e la risoluzione. Ma in una visione più ampia (di carattere psicanalitico) queste tre fasi non sono altro che giovinezza, crescita, maturità. Il Viaggio in realtà è simbolico di un cambiamento interiore, perché il protagonista da esso impara qualcosa che lo cambia per sempre. E così ha da insegnare a chi fruisce della storia narrata.
Ovviamente la teoria psicanalitica dell’Eroe è un discorso lungo e complesso, e il viaggio prevede la presenza di altri elementi: l'Eroe affronta il Drago messo a custodia del Tesoro, salva la Principessa e assieme a lei fonda il
Regno. Ognuno di questi elementi ha un significato psicanalitico ben preciso, e in buona parte delle narrazioni non si fa che riproporre questo percorso,
questo viaggio.
Se questo discorso vi
interessa, ci sono numerosi testi che parlano della figura dell’Eroe, in termini psicanalitici e socioantropologici, tra cui il mio saggio Ore d’Orrore, nel quale partendo dalla figura dell'Eroe si arriva a definire cosa sono davvero gli archetipi delle storie di paura, cioè i mostri.
Musica
Io ho tante curiose abitudini. Quando vado a tenere una lezione lontano da casa, e devo prendere il
treno, al ritorno mi piace ascoltare della musica col mio smartphone. Ma solo al ritorno, all’andata mai. E solo quando prendo il treno, sul
pullman non lo faccio. Ho una playlist predefinita di
canzoni, che per me è un'irrinunciabile colonna sonora, e ascolto solo quelle: quasi tutte sono brani pop/rock anni ’80. Tra questi c’è una canzone della band It’s Immaterial, ovvero Driving Away from Home (1986), che parla proprio del viaggiare.
Ecco concluso questo viaggio nel viaggio. E voi avete qualcosa da raccontare a proposito del viaggiare? Magari parlando dell'estate appena trascorsa?
Ecco concluso questo viaggio nel viaggio. E voi avete qualcosa da raccontare a proposito del viaggiare? Magari parlando dell'estate appena trascorsa?
Devo dire che hai un blog molto interessante...chissà perché l'ho evitato per tanto tempo?
RispondiEliminaSo che la colpa è solo mia lo ammetto...ma è una cosa che faccio spesso quando rimbalzo su altri blog partendo da commenti di blogger ai post di quei blog che normalmente seguo.
Se poi mi sembrano "costruiti" solo per promuovere i libri dell'autore..parto un po'prevenuto.
Poi te che sei pure docente in chimica ( materia che ho sempre trovato ostica), ho pensato che fossi un po' palloso ,ecco.
Mi devo ricredere.
Mi sa che mi stai dando una chiave di lettura mica da poco...
Elimina1) arte : non amo particolarmente l'arte contemporanea.
RispondiEliminaMa son d'accordo che giudicare un opera (qualsiasi)solo con un non mi piace sia molto riduttivo e di sicuro poco appagante per chi l'opera l'ha creata.
Il quadro è affascinante grazie anche alla tua analisi posso solo aggiungere quello che per me è un piacevole contrasto.
Le geometrie così ben definite che dipingono il mare contro una rappresentazione del cielo quasi classica , oserei dire.
2)Letteratura e cinema: molto bello il discorso che fai sul concetto di trilogia.
Ma come l'argomenti da un senso di chiusura...come se non ci fossero delle eccezioni allo schema che hai descritto.
L'ultimo punto è quello che mi fa dissentire , non sempre il trittico che hai descritto si completa con il ritorno dell'eroe.
Ci sono certi viaggi che non hanno mai conclusione.
Magari non leggendo troppo non saprei darti degli esempi ma nel cinema ce ne sono davvero tanti.
Ho forse ho solo capito male io il concetto ..può starci!
3)La musica
Qua si va a gusti...sicuramente accompagna sempre il viaggio.
Take a trip you'll never forget...no?
Adesso la canzone e il gruppo che posti non mi dice niente ..magari più tardi la ascolterò.
Sì, per quanto riguarda il Viaggio dell'Eroe, non è proprio così. E' un discorso lungo e complesso, che è difficile sintetizzare in poche righe.
EliminaOvviamente ci possono essere eccezioni/variazioni a quell'impostazione; se manca la terza fase risulta incompleto. Può anche essere che l'Eroe non torni a casa, ma la terza fase si completa comunque. Se mi fai degli esempi specifici, posso dirti se si tratta di questa rappresentazione e se viene o meno rispettata la struttura.
Inoltre il Viaggio dell'Eroe è solo una delle molte rappresentazioni archetipiche presenti nelle narrazioni umane; mi vengono in mente per esempio l'Olocausto dell'Agnello, lo scontro tra legge sociale e legge morale, il Ratto della Vergine.
Mah vedi te...io ho pensato ad Ulisse di Omero invece -:)
EliminaPerò rileggendoti con più calma è vero che la crescita intellettuale ( pensando alla psicoanalisi)più che fisica è un viaggio.
Sto leggendo Cecità di Saramago ( mi mancano 20 pagine alla fine) è anche quello che descrive l’autore è un viaggio.
La progressiva perdita dell’individualita’ vorrei dire globale a favore di una lenta e dannosa omologazione.
Sperò di ricredermi quando arriverò a leggere il finale.
Nel romanzo di Saramago l’eroe ( meglio dire l’eroina) non ha neppure un nome.
Per questo ho trovato curioso come hai catalogato le fasi del viaggio dell’eroe.
Ma sta bene che abbia capito male il senso di quello che volevi descrivere.
Pensando al cinema mi viene in mente The road
Un film del 2009 diretto da John Hillcoat.
Il film è un adattamento cinematografico del romanzo di Cormac McCarthy La strada, pubblicato nel 2006 .
Anche quello parla di un viaggio , in uno scenario post apocalittico padre e figlio partono dalla loro casa non più sicura e affrontano un viaggio che li porterà a cercare altre persone sopravvissute come loro .
Ma è un viaggio che non avrà una fine , non nel modo classico che io intendo.
Non quello che suggerisci te con la trilogia del viaggio dell’Eroe.
La canzone l’avevo già sentita ..carina non la ricordavo.
Non sarei mai stato in grado di associarla al gruppo sopra.
Però era un pezzo che non la sentivo.
Ciao
Ma Ulisse fa ritorno a casa! L'Odissea è proprio la migliore rappresentazione del Viaggio dell'Eroe.
EliminaLa Strada non l'ho letto, nè ho visto il film, per cui ho dovuto leggere la trama su wikipedia, ma anch'esso rispetta la tripartizione di sopra.
Da un punto di vista psicanalitico rappresenta un viaggio di formazione, che porta a crescere come individuo: non è tanto un viaggio compiuto concretamente, ma più che altro un viaggio interiore, ovvero sono più importanti gli aspetti di crescita che ne derivano che non tanto lo spostamento fisico.
i) partenza, in cui il protagonista riceve la chiamata all’avventura: padre e figlio si incamminano lungo la strada;
ii) iniziazione, in cui affronta l’ordalia: i numerosi pericoli lungo la strada;
iii) ritorno, in cui ottiene la ricompensa e fa ritorno al mondo ordinario: il bambino raggiunge le comunità civili di sopravvissuti.
Le difficoltà hanno formato il bambino che ha imparato a guardare al futuro con speranza.
Il Ma stona!
EliminaConvenivo con il tuo discorso sul viaggio dell’eroe tirando in ballo l’Odissea😀
Ma la tua è una visione classica ( non riesco a trovare altro termine) della parabola ( il viaggio) di un Eroe
Mi vengono in mente altri classici che seguono quelle regole: i miti greci , le storie medievali , Dante e la sua Commedia passando per Il Gulliver dì Swift.
Si dal punto di vista psicanalitico ( giovinezza crescita e maturità ) come metafora del viaggio interiore che tutti affrontiamo non fa una piega , ma non la condivido se la rapporti al film di
Nello svolgimento del film non sappiamo se il bambino raggiunge effettivamente la comunità di sopravvissuti-) e non si può nemmeno dire che sia “maturato” né fisicamente né psicologicamente è troppo poco il tempo narrativo trascorso tra i vari periodi della sua vita.
Ci sta l’infanzia e il passaggio alla pre adolescenza ( nel film come nel racconto il bambino ha dodici anni)
Converrai con me che è lui l’Eroe in questo viaggio.
Perché sempre di un viaggio si tratta.
Quindi le due fasi di crescita e maturità sono molto poco definite deve esserci il tempo materiale , non so se riesco a spiegarmi bene a farti capire.
Dall’infanzia alla crescita ci deve essere un range temporale e pure da quest’ultima fino alla maturità.
Cosa che nel film manca.
Una crescita fisica come mentale...è normale.
Oserei dire che le due cose dovrebbero essere direttamente proporzionali.
Esiste l’eccezione, la frase tipica sei più grande dei tuoi anni ad esempio..ma è più un discorso fatto per compiacere che una ferma realtà.
“i) partenza, in cui il protagonista riceve la chiamata all’avventura;
ii) iniziazione, in cui affronta l’ordalia;
iii) ritorno, in cui ottiene la ricompensa e fa ritorno al mondo ordinario.”
Comparando le tre fasi al romanzo o al film non ci vedo nesso.
Alla fine il bambino è più quello che ha perso che quello che ha ottenuto inteso come ricompensa che possa in qualsiasi modo gratificarlo
L’eroe( il bambino)non può essere soddisfatto .
Non è ricompensato di quello che ha perso o di quello che ha dovuto affrontare
Siamo d’accordo sul fatto che è un viaggio ..pure fisico non solo interiore ma non porta ad una destinazione certa e non ci sono draghi da cui difendersi o tesori da conquistare.
C’è la necessità di sopravvivere.
E non c’è il tempo di crescere o maturare
c’è solo un protagonista succube degli eventi per niente artefice del suo destino.
Per dirti penso alla costruzione di una canzone , di solito c’è in introduzione strofa ritornello e conclusione a volte c’è pure il bridge nel mezzo.
Ma non tutte le canzoni seguono questa modalità forse vale anche per la teoria del viaggio dell’Eroe.
O forse non tutti siamo eroi nei nostri viaggi.
Ti sei risposto già da solo! Io te l'avevo anche detto nel primo commento: il Viaggio dell'Eroe è solo una delle rappresentazioni archetipiche ricorrenti nelle narrazioni. Ce ne sono altre. Inoltre (è questo è qualcosa di più moderno) un autore può decidere di non completare la rappresentazione (far mancare il terzo atto) oppure di stravolgerla completamente.
EliminaSempre tenendo presente che io libro e film non li conosco! 🤪
Il Drago è un archetipo, rappresenta le difficoltà. Un'altra interpretazione lo vede come l'osservatore della realtà, che definisce per il suo atto di osservazione. Il Tesoro che custodisce è dunque la realtà stessa, che non esisterebbe senza un osservatore. Conquistare il Tesoro (superare le difficoltà) è conquistare la realtà, cioè divenire padroni del proprio destino.
Beh, essendo stato ad Assisi ho potuto constatare come viaggiare può, a seconda della destinazione, davvero essere un viaggio nel tempo: una piccola città che sembra essersi cristallizzata su se stessa dai tempi di San Francesco, gli elementi della modernità sembrano fuori luogo lì.
RispondiEliminaMa sai che questa cosa l'ho descritta nel mio romanzo chiamandola "la sindrome di Venezia"?
Elimina"Sindrome di Venezia" potrebbe essere un ottimo modo di definire quella sensazione che si prova nelle città rimaste immutate nel corso dei secoli.
EliminaPenso persino di poterti far vedere dall'anteprima il passaggio specifico, basta solo espandere il risultato:
Eliminahttps://books.google.it/books?id=1_KBDwAAQBAJ&pg=PT4&dq=lazzara+turn&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjSw7zs7PzfAhWuM-wKHT7fAAQQ6AEILDAA#v=onepage&q=venezia&f=false
Corrisponde a quanto dicevi?
Sì, una sensazione molto simile. Non quella di trovarsi davvero nel passato, ma quanto meno di percepire come incongrua la presenza di luce elettrica o autovetture (le pochissime alle quali era permesso transitare).
EliminaIl viaggio è un tema bellissimo! Al di là del significato personale ed emotivo che può avere, ha moltissimi spunti.
RispondiEliminaPer quanto mi riguarda, direi:
Arte: "Don Quixote" di Picasso, nella sua semplicità lo amo particolarmente. Letteratura: "Ventimila leghe sotto i mari", un viaggio scientifico ed emotivo che ho amato tantissimo. Cinema: indubbiamente "Allegro non troppo", come rappresentazione del viaggio personale attraverso la fantasia e i sogni. Mentre per la musica "Wind of Change" degli Scorpions.
Per il resto spero che tu abbia passato un'ottima estate! Io ormai ho smesso di viaggiare se non per le bestie immonde, lavoro e annessi. Però ho scoperto la fotografia naturalistica e scientifica attraverso brevi viaggi e ho perso gli occhi a vedere certe meraviglie della natura! E' incredibile ritrovarsi secoli dopo le illustrazioni di Darwin e Verne a fotografare animali dimenticati, occhi, comportamenti e particolarità nei posti più improponibili.Ti ritrovi magari su una scogliera nel cuore della notte, impanato in sabbia e fango, con la headlamp, a cercare gechi quasi estinti insieme a erpetologi, amici... quando li trovi e riesci, dopo ore o giorni di pazienza, anche solo a vedere quello che cercavi provi una gioia immensa che penso sia imparagonabile.
Ecco, era questo che speravo di leggere: dei bei resoconti di viaggio! 😀
EliminaAnche nella foto sei con una bestia, immondamente pelosa...
Beh, ce ne sarebbe da raccontare sui viaggi erpetologici, scientifi e la sfiga dell'esperto vs. il culo del novellino!
EliminaQuella specie di orso bianco dallo sguardo intelligente in foto poi è stato il ritrovamento migliore, ma è pericolosissimo... sbava e lecca chiunque! Senza pietà!
Ho sempre amato la tematica del viaggio, che può avere tanti risvolti anche personali o metaforici.
RispondiEliminaQuest'estate ho viaggiato, in effetti. Qualche spostamento l'ho fatto e vorrei che anche durante l'anno possa muovermi un poco per divertirmi :)
Ovviamente, io come musica sceglierei Lacio Drom (Buon Viaggio) dei Litfiba^^
Moz-
Io quest'estate sono stato un po' di volte nel vercellese per lavoro, e poi al mare ad Alassio in vacanza. 😃
EliminaQuanto mi piace quel quadro futurista. E' bellissimo, veramente bellissimo.
RispondiEliminaCome film inerente al viaggio mi viene in mente un film che da un pezzo mi propongo di vedere e cioè "Una storia vera" di Lynch.
Sulla musica non so perchè ma collegate al viaggio mi vengono sempre in mente le canzoni di Michelle Shocked. Non so quanto siano proprio calzanti, ma spesso si parla di strade, percorsi, spostamenti insomma, sia fisici che mentali.
Il quadro della Cappa è stata davvero una bella scoperta. So che molti detestano il futurismo, però quello lo trovo un'opera magnifica.
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