Colpito dalla somiglianza della polvere di glucosio con la cocaina, in laboratorio un mio compagno di corso arrotola un foglietto di carta a mo' di banconota e se ne sniffa una striscia. Passerà la mezz’ora successiva a ridere come un cretino, nonostante il glucosio non abbia alcun effetto euforizzante.
Appena un compagno di laboratorio finisce di dire di fare attenzione con la fibra ottica, che costa 500 €, quello che la teneva in mano la fa subito cadere a terra.
In laboratorio un mio compagno si mette a fare giochi di prestigio al docente del corso che, dopo averlo guardato disgustato, lo invita a crescere.
In laboratorio una mia compagna di corso si mette di sua iniziativa a mescolare acido nitrico e glicerolo. Manca l'acido solforico per attivare la reazione, ma gli ingredienti per la nitroglicerina cominciano a esserci. Il docente riesce a fermarla prima che ci faccia saltare in aria.
Un mio compagno di corso comprende l'errore di aver scelto per le esercitazioni di informatica il più deficiente dei nostri compagni, quando, inaspettatamente, si ritrova la sua lingua in bocca.
Dopo un pomeriggio in laboratorio coi tacchi alti, una mia compagna lamenta di avere male ai piedi.
La macchinetta dei dolciumi non eroga il prodotto a un mio compagno. La guardia giurata del dipartimento le molla un calcio alla Steven Seagal, risolvendo la situazione.
A causa di un errore tecnico, dallo strumento con cui lavoro si libera del cloro, un gas mortalmente venefico. Intervengo prontamente a spegnere tutto quanto prima della tragedia.
Improvvisamente il plasma ad accoppiamento induttivo inizia a emettere una preoccupante fumata nera.
Terminata la lezione, salgo i gradoni dell'aula magna per andare a casa. Giunto all'ultimo anello, mi avvedo di un mio compagno di corso steso a dormire su una delle panche di legno a mo' di senzatetto.
Riceviamo un SMS da un nostro compagno di corso. È rimasto intrappolato nel gabinetto. Si libera poi da solo a calci.
Parte del lavoro del ragazzo giunto dall'Algeria per uno stage consiste nel mettere a fermentare scarti della lavorazione di formaggi nel fornetto del laboratorio. Il secondo piano del dipartimento di Chimica Analitica viene avvolto da un fetore inimmaginabile.
La dottoranda ci fa sapere che quella mattina le sono cadute le mutandine dal balcone di casa, che ha prontamente raccolto prima di venire in laboratorio e infilate nello zaino. Ce le mostra anche: si tratta di un imbarazzante perizoma di colore arancione, molto trasparente, ornato da fiocchetti viola.
Irritato col computer, il docente del laboratorio di Chimica Analitica gli mostra il dito medio.
Una mattina veniamo a sapere che tra le prostitute che stazionano nella zona è scoppiata una rissa.
Di venerdì con quattro compagni di laboratorio mi metto a lavorare, con discreto anticipo sulla consegna, alle relazioni di laboratorio, concluso il giorno prima. Il lunedì scopro sgomento di aver ricevuto nel weekend quasi 30 mail da parte loro, in molte delle quali mi si sollecita a ultimare il lavoro.
Siamo a giugno, poco prima dell'esame di Chimica Analitica Strumentale. Un mio compagno di corso nota una nostra compagna in canottiera. Allora le grida a tutto volume la sua ammirazione per le dimensioni dei suoi seni. L'intera aula si gira a guardarla, mentre lei vorrebbe, giustamente, percuoterlo a sangue.
Durante la titolazione iodometrica di Winkler il più demente dei miei compagni di corso inizia a palpeggiare da dietro un nostro compagno mentre è intento a lavorare. Le mani iniziano a scendere e, prima che gli raggiungano i genitali, il poveretto cerca di liberarsi. Risultato: un costosissimo tappo in vetro pyrex giace in frantumi a terra. Il mentecatto gli propone di fare a metà per le spese, ma senza successo.
A sorpresa, tre giorni prima della consegna della tesi in segreteria, la relatrice di una mia compagna di corso le invia all'una di notte una mail per chiederle di scrivere un ulteriore capitolo. La mattina la fanciulla ha uno sguardo omicida, cosa che fa recedere la relatrice dalla sua richiesta.
Al quarto anno seguono lezione assieme a noi tre ragazzi spagnoli in Erasmus. Uno di loro, peraltro un bel ragazzone, viene fermato a Ivrea durante il carnevale dalla polizia municipale. La scena che si presenta agli agenti: uno spagnolo di novanta chili (a voler essere buoni), completamente ubriaco che si aggira per Ivrea praticamente nudo. Olè.
Alla proclamazione di laurea una mia compagna di corso si presenta vestita tipo Pirati dei Caraibi.
Una mia compagna di corso mi dice disperata di essersi chiusa le chiavi dell'armadietto dentro all'armadietto, assieme a tutta la sua roba. Dopo essermi sincerato che nessuno ci guardi, glielo forzo scardinando lo sportello. Un mese dopo gli armadietti sono stati sostituiti con modelli a prova di scasso.
Due miei compagni di corso si scattano foto a braccetto davanti alle varie strumentazioni del laboratorio. E poi le allegano alle relazioni, scatenando l'ilarità dell'intero dipartimento di Chimica Organica.
Risulta difficile raggiungere telefonicamente il dipartimento di Chimica Analitica se l'addetta alla reception occupa perennemente la linea per litigare coi parenti in pugliese.
In sala studio c'è un personaggio divenuto leggenda. Studia Medicina ed è grosso come un giocatore di football. A pranzo si mangia un pollo arrosto intero; dopo qualche ora si ripassa le ossa. Mangia il tonno in scatola, poi si beve anche l'olio. Su un giornale gratuito distribuito in zona compare un messaggio scherzoso sulle sue abitudine alimentari. Lui lo affigge in bacheca con scritto: “Se scopro chi sei, ti mangio il cuore.”
Sono tutte troppo divertenti :) Mi ricordo che tempo fa comunque alcuni ragazzi italiani furono fotografati a Barcellona che si aggiravano ubriachi e NUDI, quindi hanno ricambiato il favore al tuo studente dell'Erasmus!
RispondiEliminaDubito che sia un protocollo Erasmus quello di girare nudi nel paese ospite...
EliminaMmm... Vediamo che cosa posso aggiungere a questa tua esilarante (quanto a tratti scioccante) lista di aneddoti XD
RispondiEliminaL'anno scorso, il professore di Chimica-Fisica ci portò in classe un tubicino di vetro - di cui però non ricordo il nome esatto - e che nell'800' si utilizzava per misurare la, se non erro, la pressione.
È stato per circa venti minuti a dirci di maneggiarlo con estrema cura poiché era l'unico strumento del genere rimasto nel nostro Dipartimento; quando a un certo punto lo poggia sulla cattedra, dopo che noi studenti ce lo eravamo passato l'un l'altro per vederlo più da vicino.
Il professore, nel frattempo, stava utilizzando il microfono a filo, il quale si trovava, insieme all'oggetto che aveva portato, sulla cattedra. Ebbene, bastò un movimento del professore (congiunto a quello del microfono) a far ruotare e cadere per terra lo strumento, ovviamente provocandone la parziale distruzione. Fu davvero un episodio esilarante, poiché quando lo rimise sopra la cattedra, ad un altro movimento brusco del professore, l'aggeggio cadde di nuovo, rompendosi definitivamente. Non ti sto a raccontare le imprecazioni che sono saltare fuori dalla sua bocca... Lo scorso venerdì, durante l'esperienza con il colorante rosso-para,quasi tutti i miei compagni di corso si sono divertiti a dipingersi il camice... Sembrava di trovarsi in una scuola d'arte. Peraltro,quel giorno il nostro professore di Organica si è messo pure a fare lo psicanalista domandando a me e alla mia compagna che cosa avessimo (secondo lui non eravamo molto "sprint" nell'eseguire le operazioni di laboratorio) 😂.
La cosa realmente scioccante è che buona parte di questi aneddoti sono relativi a un'unica persona...
EliminaStavi parlando forse del Kjeldahl?
Mi sa proprio di sì!
EliminaComunque devastante la scena che hai raccontato! 😁
EliminaIl colorante para red l'avevo sintetizzato anch'io al terzo anno nel laboratorio di Chimica Organica F. Se non ricordo male, è il rosso della bandiera americana. Tra l'altro me ne portai a casa qualche grammo in un tubetto di plastica e ce l'ho ancora.
Sì, quel professore è stato definito un "pericolo pubblico" persino dagli altri docenti! Esatto, si tratta proprio di quel colore 😀. Peraltro, io ho tenuto come ricordo dell'esperienza il pezzetto di cotone che avevo immerso nella soluzione e che adesso si è un poco sbiadito. Inoltre, quello stesso giorno abbiamo anche sintetizzato il nylon... Sembrava fosse mozzarella filante!
EliminaSì, è bella quella reazione, perché avviene all'interfaccia delle due soluzioni. 😀
EliminaGià, una reazione abbastanza particolare! 😁
Elimina:-D
RispondiEliminaDovrei provare anch'io a fare mente locale per rammentare gli anni universitari... ma nel caso mio è passato troppo tempo e i neuroni ormai funzionano male...
Diciamo che a Chimica c'era pure la combinazione letale: idioti + sostanze pericolose...
EliminaRibadisco il mio commento precedente...sarà che aogno ancora i miei esami e le interrogazioni.
RispondiEliminaEppure non è che andassi male, tutt'altro, però la Scuola e l'Università sono due di quelle cose che proprio non mi mancano....
Dall'altra parte della barricata è meglio, te l'assicuro! 😀
EliminaMa se il liceo non mi manca, il tempo dell'università alle volte sì. Le lezioni al mattino, i momenti coi compagni di corso, il pranzo al parco del Valentino, andare in laboratorio, i pomeriggi a studiare in biblioteca a Moncalieri... E poi quella tranquillità esistenziale in cui i problemi erano solo dare il successivo esame.
Sono quelle piccole cose speciali, quei momenti spensierati, che non si potranno più rivivere. Mi piace quello che faccio ora, ma un sentore di nostalgia c'è lo stesso.
Perché rideva, se il glucosio non fa ridere? :O
RispondiEliminaMoz-
Bella domanda! 😁
EliminaTra l'altro era anche quello che aveva fatto cadere la fibra ottica...
Forse era ancora sotto effetto (non effetto) del glucosio.
EliminaMa ha pagato lui i 500 euros?
Moz-
La scena è stata così.
EliminaCompagno di laboratorio 1: “R. ha detto di fare attenzione con la fibra ottica, perché costa 500 euro…”
Compagno di laboratorio 2: “Ops!”
Io: “Io non la pago…”
Compagno di laboratorio 1: “Io non la pago…”
Compagno di laboratorio 3: “Io non la pago…”
Compagno di laboratorio 4: “Io non la pago…”
Per fortuna (per lui) non si è danneggiata... 😁
A quella receptionist gli avrei risposto in pugliese e forse avrebbe attaccato :D
RispondiEliminaLa si sentiva fin dalla strada sottostante...
EliminaUna volta passavo di lì e la sento urlare: "Chillo là è 'nu strunz, chitammurte!"
E con la TBC com'è finita?
RispondiEliminaPerò adesso ci devi raccontare cosa hai combinato tu... non essere timido dai!
E' finita che nel 2008 si è quasi rischiata un'epidemia di TBC a Torino...
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