Ho sempre creduto che il
musicista più prolifico in assoluto fosse stato Frank Zappa: dall’inizio della sua
carriera fino al momento della sua morte (1966-1993) si può stimare che
abbia pubblicato almeno due dischi l’anno, tra inediti e live (molti dei quali doppi o tripli), senza contare anche il numeroso materiale uscito postumo. Oppure il bluesman John Lee Hooker, che in 40 anni di carriera ha pubblicato almeno un'ottantina di dischi.
Ma questo è niente in confronto a Buckethead, che in 25 anni ha pubblicato ben 275 dischi, a cui si aggiungono 6 album pubblicati col nome di Death Cube K e quasi 70 in collaborazione con altri artisti, comprese le colonne sonore per molti film. Sostanzialmente si tratta di circa un disco al mese per 25 anni. Per dire, solo a ottobre del 2015 ha pubblicato 30 album, uno per ogni giorno precedente Halloween (e 118 in tutto l'anno, praticamente uno ogni 3 giorni). Contando solo i suoi album da solista si parla di 150 ore di musica.
Come esempio potete ascoltarvi una delle sue canzoni più famose: Jordan.
Ma questo è niente in confronto a Buckethead, che in 25 anni ha pubblicato ben 275 dischi, a cui si aggiungono 6 album pubblicati col nome di Death Cube K e quasi 70 in collaborazione con altri artisti, comprese le colonne sonore per molti film. Sostanzialmente si tratta di circa un disco al mese per 25 anni. Per dire, solo a ottobre del 2015 ha pubblicato 30 album, uno per ogni giorno precedente Halloween (e 118 in tutto l'anno, praticamente uno ogni 3 giorni). Contando solo i suoi album da solista si parla di 150 ore di musica.
Come esempio potete ascoltarvi una delle sue canzoni più famose: Jordan.
Buckethead, cui vero nome
è Brian Patrick Carroll, è considerato uno dei chitarristi più tecnicamente
dotati del mondo, uno shredder (un chitarrista dotato di notevole
tecnica e velocità). Dopo i primi inizi, esordì con un album solista nel 1992. L'anno successivo, quando John Frusciante aveva abbandonato i Red Hot Chili Peppers, Buckethead aveva fatto un provino per sostituirlo: fu applaudito dal gruppo, ma non venne scelto, così continuò con la carriera solista. Più recentemente (2008) è stato chitarrista nell'ultimo album dei Guns & Roses, gruppo che ha poi abbandonato per divergenze lavorative e caratteriali.
È un personaggio strano questo Buckethead, noto per l'eccentricità della sua immagine pubblica: durante i concerti indossa spesso una tuta da meccanico, ha il volto coperto da una maschera kabuki e si mette come cappello un secchio della Kentucky Fried Chicken (una catena di fast-food americana) con l'aggiunta di una banda con la scritta "FUNERAL" (è da questo copricapo che deriva il suo nome). Il costume che indossa è ispirato al personaggio di Micheal Myers, il serial-killer della saga di Halloween, infatti è un grande appassionato di film dell'orrore e di arti marziali. Durante i concerti spesso si esibisce in passi di robot dance o col nunchaku o si mette a scambiare giocattoli col pubblico. Inoltre è appassionato anche di Disneyland, dove dice di essere stato più di 500 volte.
Data la misteriosità di questo artista, nel corso degli anni si è creduto che dietro la sua maschera si nascondesse in realtà qualche altro famoso chitarrista, come Paul Gilbert (da cui in effetti Carroll aveva preso delle lezioni) o Steve Vai, cosa smentita dai diretti interessati e dalle (rarissime) immagini di Buckethead senza maschera.
Durante le interviste spesso ha l'abitudine di presentarsi con un pupazzo che chiama Herbie, che indossa infilato nella mano destra, e che fa parlare in sua vece. Già dalle sue interviste e più ancora attraverso gli album e il suo sito, Buckethead ha sviluppato una sua biografia immaginaria e surreale, della quale si conoscono molti più dettagli che della sua vera vita, sulla quale è invece estremamente riservato.
È un personaggio strano questo Buckethead, noto per l'eccentricità della sua immagine pubblica: durante i concerti indossa spesso una tuta da meccanico, ha il volto coperto da una maschera kabuki e si mette come cappello un secchio della Kentucky Fried Chicken (una catena di fast-food americana) con l'aggiunta di una banda con la scritta "FUNERAL" (è da questo copricapo che deriva il suo nome). Il costume che indossa è ispirato al personaggio di Micheal Myers, il serial-killer della saga di Halloween, infatti è un grande appassionato di film dell'orrore e di arti marziali. Durante i concerti spesso si esibisce in passi di robot dance o col nunchaku o si mette a scambiare giocattoli col pubblico. Inoltre è appassionato anche di Disneyland, dove dice di essere stato più di 500 volte.
Data la misteriosità di questo artista, nel corso degli anni si è creduto che dietro la sua maschera si nascondesse in realtà qualche altro famoso chitarrista, come Paul Gilbert (da cui in effetti Carroll aveva preso delle lezioni) o Steve Vai, cosa smentita dai diretti interessati e dalle (rarissime) immagini di Buckethead senza maschera.
Durante le interviste spesso ha l'abitudine di presentarsi con un pupazzo che chiama Herbie, che indossa infilato nella mano destra, e che fa parlare in sua vece. Già dalle sue interviste e più ancora attraverso gli album e il suo sito, Buckethead ha sviluppato una sua biografia immaginaria e surreale, della quale si conoscono molti più dettagli che della sua vera vita, sulla quale è invece estremamente riservato.
Sì, conoscevo questo chitarrista: un tizio degno di Obedece a la morsa :)
RispondiEliminaHa saputo giocare con l'immagine, accostando particolari che assieme sono trash.
Moz-
C'è chi lo ama e chi lo detesta, chi trova intrigante la sua figura e chi lo vede come un pazzoide. A prescindere, trovo che sia un personaggio interessantissimo.
EliminaIo sono più interessata alla musica che a tutto il resto. Certe stravaganze mi fanno sorridere e quando non sono solo mere trovate pubblicitarie mi piacciono perché esprimono la personalità dell'artista.
RispondiEliminaIn un artista musicale la prima cosa a cui presto attenzione è ovviamente la musica. Però poi mi piace anche osservare il resto, per esempio trovo affascinanti le copertine dei dischi dei Pink Floyd, che sono un bell'esempio di arte volta a un marketing pubblicitario vincente.
EliminaNel caso di Buckethead credo che le sue stravaganze siano una manifestazione diretta della sua personalità estremamente particolare e complessa.
Tra i primatisti metterei anche Klaus Schulze: oltre ai circa 40 dischi della sua discografia di base, ai sette pubblicati sotto lo pseudonimo di Richard Wahnfried, e ad altrettante collaborazioni con altri artisti, vanno aggiunti vari cofanetti, tra cui la "Jubilee edition" con 25 dischi di musica inedita e la "Ultimate Edition" con 50 lp.
RispondiEliminaDi Shulze questo non lo sapevo proprio, grazie di avermelo fatto presente! :)
EliminaNon conoscevo questo artista. Ha trovato, però, un bel modo per far parlare di sé: la sua stravaganza accompagna la sua musica in modo perfetto, direi.
RispondiEliminaE' molto particolare. Per esempio il suo album d'esordio, Bucketland, è un concept album su di un parco di divertimenti diventato un "parco dei maltrattamenti", praticamente una parodia macabra di Disneyland, di cui lui invece è un grande appassionato.
EliminaA me piace molto l'idea della maschera. Fa venire un po' i brividi!
EliminaQuella che indossa è una maschera kabuki, il teatro tradizionale giapponese. A un giapponese non farebbe né caldo né freddo, mentre a noi sembra inquietante. Questo perché il perturbante è connaturato al background etnico-culturale di provenienza. Maggiori dettagli qui:
Eliminahttp://arcaniearcani.blogspot.it/2017/01/ore-dorrore-iii-mostri-parte-2.html
Bello. Grazie.
EliminaRicordo male o per un certo periodo ha suonato anche con Axl Rose nei Gun's Roses?
RispondiEliminaSì, come scritto nelle due righe prima della prima figura.
EliminaOk ho fatto una figuraccia sorry.
EliminaNon ti preoccupare, a volte capita di lasciarsi sfuggire una frase.
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