martedì 13 marzo 2018

Zabriskie Point: Storia di un Non-Disco

Quest'oggi parliamo di canzoni inedite. Come ben sapranno gli appassionati, capitava spesso che alcune canzoni dei grandi gruppi rock non venissero inserite in alcun album. A volte perché venivano pubblicate come singolo (o come b-side) oppure perché comparivano nella colonna sonora di un film (e lì rimanevano) o ancora perché semplicemente venivano scartate per le più svariate ragioni, provocando poi una vera e propria caccia al tesoro da parte dei collezionisti più sfegatati. Ma poteva succedere per un intero album? Ebbene sì, questa è infatti la storia di Zabriskie Point, un non-disco dei Pink Floyd, un disco che avrebbe potuto essere, ma non è stato.

Zabriskie Point (1970) è un film di Michelangelo Antonioni, considerato una ciofeca dalla maggior parte della critica, tanto da venire inserito nel 1978 nella lista dei "50 peggiori film di sempre". Mark, studente universitario dissidente, si trova coinvolto in una rivolta all'interno del campus, nel quale restano uccisi uno studente e un poliziotto. Avendo una pistola con sé e temendo di venire arrestato, Mark ruba un piccolo aeroplano e fugge verso il deserto (a Zabriskie Point, nella Valle della Morte). Una volta finito il carburante, atterra per fare rifornimento e incontra Daria, una ragazza che per lavoro si sta recando in auto a una villa. I due finiscono col fare sesso, mentre altre coppie sopraggiungono sul luogo per fare altrettanto. Daria intuisce chi sia Mark e così lui, dopo aver ridipinto l’aereo con colori psichedelici, decide di tornare indietro per chiarire la sua posizione; ma una volta atterrato viene ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia. Giunta alla villa, Daria apprende della sua morte e decide di andare via, mentre immagina che l’intera magione esploda.
Antonioni decise di commissionare la colonna sonora ai Pink Floyd, che aveva visto ai tempi della Swinging London. Sfortunatamente per loro l’esperienza si rivelò un autentico delirio. Gli Studi International Recording di Roma, prenotati per mesi, non erano disponibili di giorno e la band fu costretta a lavorarci di notte; Antonioni aveva addirittura preparato un lettino a fianco del gabbiotto di regia per riposarsi durante le rifiniture dei brani. I Pink Floyd non avevano portato niente di preparato e tutto quello che produssero in quei giorni lo tirarono fuori dal nulla. 
I membri del gruppo raccontarono così di quelle settimane passate a Roma: “Ci trovavamo verso le nove di sera con Antonioni e gli facevamo sentire i pezzi. Lui aveva questo strano tic, per cui ogni volta ci diceva in italiano cose tipo: ‘Belliiissimo, ma troooppo triste’, oppure Troooppo forte’. Ogni cosa non andava mai bene per un qualche motivo. Noi andavamo avanti fino al mattino e poi trovavamo Antonioni addormentato sulla sedia. Insomma, davvero frustrante. Allora tornavamo in albergo e dormivamo fino al pomeriggio, quindi ci alzavamo per ricominciare daccapo.”
Antonioni continuava a richiedere continui aggiustamenti e correzioni o nuove versioni dei brani, che si accumulavano perciò in numerose versioni alternative. Per la scena della rivolta la band gli propose un pezzo di piano composto da Richard Wright (The Violent Sequence), che venne scartato: alla fine la scena venne lasciata senza musica. Per il pezzo che avrebbe dovuto accompagnare la scena di sesso, i Pink Floyd approntarono ben sette versioni: tre erano simili e si trattava fondamentalmente di un lungo pezzo psichedelico basato sul sintetizzatore; proposero poi un brano pianistico, uno suonato col vibrafono, un blues di chitarra elettrica e piano e infine un pezzo acustico.
Dopo quell’estenuante lavoro Antonioni scelse infine otto canzoni; i Pink Floyd tornarono quindi a Londra a lavorare su quel materiale, convinti che sarebbe stato usato nel film: reincinsero tutti i brani, arricchendoli di sovraincisioni e missaggi stereo.
Ma Antonioni, a causa della sua perenne insoddisfazione, senza informare la band, decise di includere nella colonna sonora brani di altri artisti. Per la scena di sesso nel deserto, scartò tutti i pezzi dei Pink Floyd e decise poi per un brano di John Fahey, ma a causa di un diverbio tra i due a proposito delle rispettive idee politiche, che sfociò persino in una rissa in un ristorante, non venne utilizzato; al suo posto venne infine messo un pezzo scritto da Jerry Garcia dei Grateful Dead.
Dei numerosi brani realizzati dai Pink Floyd, alla fine solo tre entrarono a far parte della colonna sonora; uno era un rifacimento di Careful with That Axe, Eugene. In effetti era questa canzone il motivo per cui il regista li aveva contattati, nonché l’unica che lo avesse davvero soddisfatto.
In questo lavoro i Pink Floyd non si limitarono a produrre delle tracce di prova o delle jam session, ma si trattava di pezzi che, oltre a essere di altissima qualità musicale, erano fatti e rifiniti come quelli che avrebbero potuto trovarsi in un disco; alcuni erano solo dei brevi passaggi strumentali, ma molti erano canzoni complete. Col materiale a disposizione, anche scartando i doppioni, si sarebbe potuto ottenere un eccellente disco, persino un doppio album, cosa che però non avvenne mai. Il motivo è probabilmente da ricercarsi nella frustrazione dovuta a quel progetto fallito, tanto che dal vivo i Pink Floyd non suonarono mai nessuno dei pezzi creati in quelle session, con l’eccezione di Heart Beat, Pig Meat e di The Violent Sequence; quest’ultimo, dopo essere stato grandemente rielaborato, entrò a far parte di The Dark Side of the Moon col titolo di Us and Them.
Queste canzoni hanno circolato per anni attraverso bootleg (si tenga presente che era tutto materiale di ottima qualità sonora), finché nel 2016 uscì il Box Set The Early Years 1965-1972, contenente a sorpresa dell’ulteriore materiale di quella session di cui non si sospettava l’esistenza, portando il tutto a un totale di circa due ore di ottima musica. 
Cliccando sui titoli potete ascoltare i vari brani su Youtube.

TITOLO
DURATA
NOTE
3:10

2:49
Versione che compare nel film
6:23

1:40
Versione alternativa di The Violent Sequence
2:18

1:13
Versione col clavicembalo
1:33
Versione alternativa con chitarra e organo
1:57

5:13
Versione che compare nel film
1:16
Versione alternativa dell’intro di Crumbling Land
5:57

5:57

7:00
Versione alternativa di Unknown Song
6:53
Altra versione alternativa
1:20

1:12
Più una seconda parte, che una seconda versione
6:37
Versione psichedelica
6:50
Versione più psichedelica
7:51
Versione ancora più psichedelica
6:45
Pezzo al pianoforte
6:40
Pezzo al vibrafono
7:27
Pezzo blues
5:03
Ancora un’altra versione di Unkmown Song
5:47
Versione alternativa di Careful with That Axe, Eugene
4:59
Versione alternativa di Careful with That Axe, Eugene che compare nel film

12 commenti:

  1. Grazie per aver raccolto il mio invito e avere così colmato una mia lacuna, Marco ^__^
    Tra quelli che ho sentito finora della lista, il brano che più mi piace è la versione ultra-psichedelica di "Love Scene", credo perché mi rievoca un po' le atmosfere del disco dei PF a cui più sono legato: "I Wish You Were Here".

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    1. Grazie a te. Non ero sicuro di riuscire a realizzare un post abbastanza approfondito, ma mi sembra di avercela fatta. :)
      A me piacciono tutte e sette le versioni di Love Scene!

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  2. Non lo sapevo, certo però che Antonioni era famoso per i suoi cambi di idea che spesso finivano per trasformare completamente in corso d'opera le sue pellicole.

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    1. Non lo conosco a sufficienza da poterti confermare o smentire, ma questa era una storia abbastanza nota tra gli appassionati dei PF.

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  3. Li ascolterò sicuramente, anche se immagino qualcosa di simile ai pezzi (meravigliosi peraltro) di "Ummagumma".

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    1. Il disco che secondo me gli si avvicina di più è More (bellissimo anche quello!).

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  4. Avevo letto da qualche parte che Antonioni diede il due di picche anche ai Doors… Ebbene dopo questo post penso che non avesse un grande intuito musicale, visto come si è lasciato sfuggire quel The Violent Sequence che, rimaneggiato dopo alcuni anni, divenne uno dei pezzi più famosi dei PF ;-)
    Comunque, tra le tracce te proposte quelle che preferisco sono The Violent Sequence, Love Scene e Aeroplane.

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    1. Confermo quanto dici dei Doors, che peraltro, paradossalmente, sarebbero stati persino più adatti dei PF per la colonna sonora. Quindi sì, direi zero intuito musicale.
      Devo dire che la versione alternativa The Riot Scene mi piace di più di The Violent Sequence. Mi piacciono molto anche Looking at Map e le varie versioni di Unknown Song e Love Scene.
      Insomma, questo avrebbe potuto essere uno dei più bei dischi dei Pink Floyd.

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    2. Si è comportato davvero male... data l'importanza della colonna sonora nei film, in casi come questi, un regista dovrebbe avere l'umiltà di chiedere aiuto a un esperto musicale, riconoscendo i propri limiti.

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  5. Se mi trovassi di fronte un perenne indeciso come Antonioni non so come reagirei francamente... chissà quanta pazienza avranno avuto, perché non penso ci sia guadagno sufficiente per giustificare la tolleranza davanti a un tale trattamento.
    Non sapevo tutta la storia, interessante però! Ma ancora meglio: almeno ho della musica da ascoltare mentre scrivo noiosissimi articoli sulle rane, va a vedere che è la play list adatta!

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  6. Beh, per una playlist dedicata alle rane questa potrebbe essere adatta:
    1) https://www.youtube.com/watch?v=RW9OYsMn4ds
    2) https://www.youtube.com/watch?v=PcDVH8DiBnM

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    1. Grazie Marco, sono fantastiche! I disegni sembrano fatti da qualcuno che doveva amare molto sia rane che rospi, ma forse ancor di più la bufotenina... e non so come in successione mi ha portato a Bohemian Rhapsody cantata dai Muppet... ora sono proprio pronta! :P

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