domenica 1 marzo 2020

Le Storie degli Elementi

Il mio libro Sistema Periodico è composto da una serie di racconti autobiografici che ruotano attorno a un particolare elemento chimico; al fondo è poi presente un'appendice in cui è riportata l'etimologia del nome di ogni elemento, assieme a una serie di curiosità su ognuno di essi. Ma la Chimica è un territorio vastissimo e sono numerose le storie che si possono raccontare, alcune vere, altre solo leggende e superstizioni, tra preparati alchemici e veleni, divinità e folletti. 


Rame 
Il nome rame viene dal latino popolare aramen, la cui origine etimologica è però andata perduta. Nel latino aulico era conosciuto come cuprum (da cui il simbolo chimico Cu), che viene dal greco Cypros, ovvero l'isola di Cipro, nota all'epoca dei romani per la presenza di miniere di questo metallo. 
Nelle Marche diverse città portano il nome di Cupra: c'è Cupra Marittima, Cupra Montana e Grottammare (conosciuta anticamente come Cuprae Fanum). Tale nome viene dalla dea italica Cupra, venerata presso gli umbro-piceni. Era una divinità femminile assimilabile alle Grandi Madri delle civiltà mediterranee (divinità primordiali che esprimono il ciclo della vita, come nascita-sviluppo-maturità-declino-morte-rigenerazione); era una dea ctonia (cioè legata a culti sotterranei, personificazione di forze sismiche o vulcaniche), delle acque e della fecondità. Era identificabile con la Uni degli etruschi, con la semitica Astarte e con la Cibele anatolica. Il nome Cupra potrebbe forse derivare dalla radice cup-, che in latino si ritrova in cupidus (ovvero "desideroso") e quindi avere una qualche relazione con Afrodite/Venere (che era madre di Cupido), oppure da Cipro, dove il culto di Afrodite era molto forte. Considerate tali associazioni, non è quindi un caso che nell'alchimia il rame fosse simboleggiato dal pianeta Venere.

Piombo
Gli antichi romani prendevano dei recipienti di piombo e vi facevano bollire il mosto d'uva; dopo qualche tempo si poteva raccogliere sul fondo una sostanza cremosa chiamata sapa, che era di sapore dolce, e usavano come dolcificante. In realtà si trattava di acetato di piombo, lo zucchero di Saturno. L'avvelenamento da piombo è detto saturnismo; questo metallo provoca danni praticamente a ogni organo del corpo, ed è reprotossico, cioè tossico per il sistema riproduttivo. Si ipotizza che la decadenza del patriziato romano sia dovuta all'abitudine di consumare sapa: cioè i nobili romani si sarebbero sterilizzati da soli.

Nichel & Cobalto
Secondo il folklore germanico il nichel è un folletto dispettoso. Nichel, diminutivo di Nicholaus, sarebbe un ragazzino pestifero, quindi un folletto. Presso i minatori tedeschi era noto come kupfernickel, traducibile come “rame del diavolo” (Old Nick è uno dei nomi del Diavolo), perché quando estraevano il rame, trovavano anche il nichel come impurezza, che abbassava il valore di ciò che prelevavano con fatica dalle profondità della terra. Il nichel è un allergene, perciò forse ha davvero qualcosa di dispettoso. 
Si raccontava una storia simile anche per il cobalto. Il nome di questo metallo viene dal greco kobalos, che vuol dire “folletto”; in tedesco lo si ritrova in coboldo, un folletto poco socievole (goblin ha probabilmente la stessa origine). I minatori tedeschi incolpavano dei folletti dispettosi di far trovare loro un metallo inutile come il cobalto anziché l'oro. Il cobalto è uno dei maggiori responsabili di dermatite da contatto; quindi anche lui ha un che di dispettoso.

Antimonio 
Non si sa con certezza l'origine etimologica dell'elemento antimonio. Le ipotesi più accreditate sono che venga dal greco anti+monos, ovvero “mai da solo”, facendo forse intendere che lo si trovava assieme ad altri elementi; oppure dall'egiziano antos ammon, ovvero “il fiore di Amon” (dio egizio, che dopo la fusione con Ra, era divenuto il dio sole). 

Secondo una leggenda popolare i frati della Transilvania, data l'abbondanza di antimonio nella regione, usavano cucchiai di una lega di questo elemento, e ne rimanevano intossicati. L'avvelenamento da antimonio a piccole dosi provoca mal di testa e vertigini, a dosi più alte porta alla morte nell'arco di pochi giorni. Si racconta che il monaco e alchimista tedesco Basilio Valentino l'avrebbe provato coi maiali: dopo un primo forte effetto lassativo, questi avevano preso a ingrassare. Basilio aveva poi ripetuto l'esperimento coi suoi compagni monaci, che però morirono tutti. Da allora fu chiamato antimoine, cioè "anti-monaco". In realtà il termine esisteva già da almeno 600 anni, e probabilmente Basilio Valentino non è mai esistito. 

Arsenico

Il nome arsenico viene dal persiano azarnikh, ovvero "ornamento giallo", probabilmente perché alcuni minerali contenenti arsenico, come l'orpimento, sono di colore giallo e venivano usati come pigmenti.
L'arsenico, per la sua similitudine col fosforo, è un elemento tossicologicamente molto insidioso. Un suo noto utilizzo, specie nei racconti gialli, è come veleno, data l'assenza di odore e sapore. Secondo la leggenda Mitridate VI, re del Ponto, assumeva quotidianamente piccole dosi crescenti di veleni, tra cui arsenico, così che il suo corpo se ne assuefacesse e divenisse immune, condizione divenuta nota come mitridatismo. La cosa però gli si rivoltò contro: sconfitto da Pompeo, non poté togliersi la vita col veleno, e dovette ricorrere alla spada. L'uso di arsenico come veleno perdurò fino all'ideazione nel 1836 del test di Marsh, che permise di risolvere casi sospetti di avvelenamento, anche con delle piccolissime quantità. Oltre ad aver dato il via alla chimica forense, servì anche da deterrente: gli omicidi con arsenico divennero rari, per il timore di venire scoperti. 

Mercurio
Anticamente questo elemento era chiamato idrargirio, dal greco hydrargyros, ovvero "acqua d'argento", essendo un metallo liquido; tra gli alchimisti era noto come "argento vivo". Successivamente, data la sua scorrevolezza e mobilità, gli fu dato il nome del dio Mercurio.
Tra il XVIII e il XIX secolo nella produzione di cappelli di feltro si usava il processo della "carotatura", che consisteva nell'immergere pelli di animali in una soluzione di colore arancione di nitrato mercurico, che serviva a separare il pelo dalla pelle, compattandolo. La presenza di vapori di mercurio causò numerosi casi di intossicazione tra i fabbricanti di cappelli; il mercurio è neurotossico, l'avvelenamento si manifesta con tremori, demenza e allucinazioni. Fu proprio leggendo di questi casi che Lewis Carroll trasse l'ispirazione per il personaggio del Cappellaio Matto in Alice nel Paese delle Meraviglie.

Gallio 
Il gallio fu scoperto nel 1875 dal chimico Paul Émile Lecoq de Boisbaudran, scopritore anche del samario e del disprosio. Con questo nome Lecoq aveva voluto omaggiare il proprio paese, la Francia (anticamente Gallia), ma è anche un gioco di parole: in francese le coq significa “il gallo". Umorismo da chimici.

Stronzio 
Concludiamo con l'elemento il cui nome genera da decenni battutine e sorrisini a cui gli insegnanti italiani di Chimica si sono ormai rassegnati: lo stronzio. Il nome di questo metallo viene dal villaggio scozzese di Strontian, presso cui nel 1790 ne furono scoperte delle miniere. In gaelico il nome di questo suggestivo paese alle pendici delle Highlands è Sròn an t-Sìthein, traducibile come “la collina a forma di naso del popolo fatato”; un tempo si credeva che nella collina vicino a Strontian vissero degli appartenenti al sidhe, il piccolo popolo: gnomi, folletti, fate e leprecauni.


Potete trovare Sistema Periodico – Autobiografia Elementare di un Chimico cliccando qui.

8 commenti:

  1. Ecco, questo è il tipo di post sugli elementi che posso capire anch'io perché si parla di storia e leggende a essi collegati, e non delle loro proprietà a livello chimico. Infatti alcune di queste cose già le conoscevo. Ho letto da qualche parte che il mercurio veniva usato anche per "curare" la sifilide, francamente mi sfugge quale beneficio potesse dare ai malati...

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    1. Per esempio a Paganini veniva curata la sifilide in questo modo. In effetti il mercurio è un biocida, quindi potrebbe anche presentare una limitata efficacia, per quanto sia poco specifico. Il problema sono gli effetti collaterali (Paganini perse tutti i denti). Bisognerebbe inoltre sapere se si trattava di mercurio metallico o di un suo composto (dato che la tossicità è diversa), comunque in generale la neurotossicità del mercurio ad alte dosi ne sconsiglia un utilizzo farmacologico.
      Per la cura della sifilide a inizio del XX secolo fu scoperto il Salvarsan o Composto 606, il primo chemioterapico in assoluto. Era un organoarsenicale, cioè un composto organico dell'arsenico (era proprio l'arsenico che si liberava a uccidere il batterio).

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  2. Complimenti per la chiarezza espositiva, fai capire bene le cose anche ad una capra come me!

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    1. Beh, come diceva Ariano, qui si parlava più che altro di storia e leggende, quindi è più comprensibile dal grande pubblico. :)

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    2. Mi associo ^_^
      Sembra molto molto interessante.

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    3. Beh, la Chimica è ricca di belle storie e leggende da raccontare.😄

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  3. A completamento della recente lettura del tuo libro, ennesimo post molto interessante...! Adesso mi spiego pure la foto del Cappellaio matto ritratta sul mio libro di Chimica Analitica...

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    1. Si può dire che la chimica analitica nacque ufficialmente col test di Marsh. Che tra l'altro usò anche Primo Levi nel racconto Arsenico del suo Il Sistema Periodico.

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