mercoledì 25 marzo 2020

Movimento Hopepunk

Qualche aggiornamento sulla situazione attuale... 
In queste settimane dove insegno abbiamo fatto lezione in streaming, anche se non è proprio il massimo parlare a una classe vuota, con gli studenti a seguire da casa che comunicano con noi via chat. Le restrizioni di sabato però hanno tolto anche questa possibilità (almeno stando a quanto deciso dalla direzione), così siamo passati alle lezioni via webcam. Almeno i miei colleghi, io per problemi tecnici non ho potuto, così sono stato sostituito da un collega che seguirà anche le mie classi, con conseguente perdita economica e il rammarico di non poter terminare il percorso di questi mesi. Sperando poi che quest'estate la situazione si sia normalizzata e si possa fare come sempre il corso estivo. Quindi la situazione al momento è questa, cioè sono sostanzialmente fermo per quattro mesi, a meno che a maggio possa riprendere la mia attività di consulente nella formazione in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro. Così, in questo periodo di fermo, pian piano riprenderò col blogging. Nel frattempo ho voluto pubblicare questo post. 

Il grimdark è un sottogenere della narrativa fantastica in cui si hanno ambientazioni distopiche, amorali o violente; l'intento è di trasmettere la sensazione che il mondo sia un luogo cinico, disilluso e pieno di violenza; quindi non interessa tanto ricreare un mondo, quanto invece l'aspetto sociologico dietro di esso, ovvero una società perduta, fratturata, addirittura sconfitta. Potrebbe persino essere considerato come una derivazione fantastica del noir. È un genere che si è imposto un po' per volta, a seguito della disillusione di quelle opere classiche (definite anche noblebright), come per esempio la saga di Star Wars o Il Signore degli Anelli, in cui il bene affronta e sconfigge il male, e i confini tra i due sono netti e definiti. Il grimdark ha ottenuto sempre più successo, grazie alla maggiore ricchezza di sfaccettature dei suoi personaggi, caratterizzati spesso da luci e ombre; alcuni esempi di opere appartenenti a questo genere sono Il Trono di Spade, la serie Breaking Bad e la trilogia di Batman diretta da Nolan. Sostanzialmente l'aspetto più riconoscibile è quello di un mondo in cui è andata perduta la speranza. Non credo sia necessario evidenziare una certa affinità con l'età contemporanea e questo particolare momento. 


Di recente si è però generato da parte di alcuni autori un movimento di risposta, iniziato nel 2017 con la scrittrice Alexandra Rowland. Si tratta dell'hopepunk, che enfatizza ciò che il grimdark rifiuta: l'importanza della speranza e il senso per cui valga la pena di combattere per i propri ideali nonostante le avversità. 
Punk, termine che si ritrova in altri movimenti letterari e culturali (per esempio splatterpunk, cyberpunk, steampunk) indica “un qualcosa da poco”, quindi hopepunk non è un movimento letterario fatto di cose grandi e importanti, di nobili valori e soprattutto del concetto di distruggere il male (come nel noblebright); perché il male fa parte del mondo, e tutti quanti noi sappiamo essere miseri, meschini e crudeli. Però in noi c'è anche gentilezza, indulgenza e compassione (elementi che vengono tralasciati nel grimdark), quindi il concetto su cui si fonda è piuttosto quello di opporsi al male, con tutto quello che il male vorrebbe farci dimenticare: ottimismo contro il pessimismo, grandi ideali contro il nichilismo, gentilezza contro la sopraffazione, e soprattutto speranza contro la rassegnazione.
L'essere gentili diventa così un atto di ribellione, il più grande che si possa fare, e tanti piccoli atti di gentilezza sono come gocce di pioggia: presi da soli non sono che piccole cose, forse persino trascurabili, ma il loro insieme può diventare travolgente. L'hopepunk è un movimento di ribellione fatto semplicemente dal prendere consapevolezza del meglio di noi. Fatto di speranza, incoraggiamento, ottimismo; insomma le piccole cose buone della vita, quelle più quotidiane. Che sono proprio quelle che in questo momento così difficoltoso ci mancano di più. Fare una passeggiata per la città. Scegliere un libro tra gli scaffali della biblioteca. Uscire per una pizza con gli amici. Girare in bicicletta. Entrare in aula e venire sommersi dall'amabile chiassosità degli studenti. 
Di hopepunk ho sentito parlare da poco, ma scoprendolo mi sono reso conto che lo spirito che anima il mio ultimo libro, La Piccola Magia del Quotidiano, è parte di questo movimento letterario. Dare risalto a un qualcosa che nelle nostre vite così frenetiche tende a sfuggirci, quello che c'è di speciale, quella magia tutta particolare, che si trova nelle semplici cose di tutti i giorni. 
In questo periodo sono costretto a stare a casa come tutti, non so bene fino a quando, né come e in che modo saranno le cose quando questa situazione sarà finita, così ho voluto parlarvi di questo modo diverso di vedere le cose, di questa nuova corrente che ha rinverdito la letteratura contemporanea. Dovendo restare a casa, fatelo con un buon libro. Magari è un po' pretenzioso consigliarvi di farlo col mio, non so nemmeno se le spedizioni di libri in questo momento ci siano ancora, ma c'è anche in versione e-book. Però sarebbe bello se lo faceste con un libro hopepunk, per scoprire questo nuovo genere letterario, e allora perché non cominciare proprio con La Piccola Magia del Quotidiano?

Potete trovare La Piccola Magia del Quotidiano, in versione cartacea e digitale, cliccando sulle immagini di copertina in alto a destra. Cliccando invece qui, potete leggerne l'anteprima. A risentirci presto.

8 commenti:

  1. Sei tornato! Spero tanto che le cose possano tornare, malgrado i problemi e le conseguenze di quanto sta accadendo, alla normalità e che tu possa comunque trovare il modo di rifarti questa estate!
    Io nel frattempo sto cercando di portarmi avanti con la didattica a distanza a suon di video caricati dai prof su Google Classroom, ma il fatto che la mia promozione internet sia terminata e a causa del costante utilizzo del routher del telefonino (da mia nonna non c'è la wi-fi), per vedere anche soltanto un video occorre "un quarto di secolo"...
    Interessante questo tuo post, così come è interessante l'analogia che sei riuscito a cogliere tra l'hopefunk (non lo avevo mai sentito prima!) ed il tuo nuovo libro, che mai come adesso incarna quello spirito del quotidiano che si sta cercando di ricreare in quarantena. Spero di poterlo acquistare presto e di poter recensire altrettanto presto il tuo Turn Back Time!

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    1. Grazie Eleonora. Purtroppo quest'anno è andata così, e diventa anche difficile occupare le proprie giornate, dovendo rimanere a casa. Spero in una buona ripartenza quest'estate.

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    2. Te lo auguro di cuore!

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  2. Io infatti aspetto che riprendano le spedizioni, per il tuo libro.
    La situazione purtroppo, su vari fronti, è incasinata... Mi spiace per il lavoro, siamo tutti sulla stessa barca (anche io purtroppo mi sono visto sfumare delle cose...).
    Quanto all'hopepunk, potrebbe essere il mio genere, se è il quotidiano delle piccole cose.
    Piccole cose dove però potrebbe celarsi anche la cattiveria, sempre minuscola ma umana... in quel caso come sarebbe?

    Moz-

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    1. Nello specifico hopepunk è un sottogenere del fantasy, al limite della narrativa fantastica. Però è qualcosa di più, perché ha dato vita a un movimento letterario, al momento piccolo e solo agli inizi, però potrebbe dare il via a una vera e propria rivoluzione culturale, anche perché questo è un momento storico in cui stanno già verificandosi dei cambiamenti epocali.
      Nell'hopepunk il discorso si sposta da una narrativa fatta di buoni o cattivi al 100% (come nel noblebight), oppure da antieroi o eroi con lati oscuri (come nel grimdark), per trasmettere un sentimento generale di speranza. Cioè ci sono buoni, cattivi, ognuno con le proprie sfaccettature, è l'atmosfera e il messaggio positivo ciò che lo differenzia dal grimdark.

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  3. Bentornato! Il fatto che abbia trovato la voglia di postare lo considero un fatto positivo.
    Riguardo la speranza in narrativa... beh, credo che più che a un genere, la speranza appartenga alla singola opera o ancor più allo stato d'animo mutevole dell'autore. Io, per dire, ho scritto racconti di entrambi i generi, sia con finali spietati sia pieni di speranza.

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    1. Beh, e quindi un'opera può appartenere a un sottogenere piuttosto che a un altro. La differenza tra grimdark e hopepunk sta soprattutto nell'atmosfera, pessimisitica la prima, ottimistica la seconda.
      La trilogia di Batman di Nolan è un esempio perfetto di grimdark, mentre al momento non ci sono ancora opere molto riconoscibili di hopepunk. Ma un po' per volta...

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