giovedì 1 luglio 2021

Chimica for Dummies: Ai Confini dell'Ignoranza

Nuovo episodio della rubrica più assurda, demenziale e soprattutto ignorante di questo blog, ovvero Chimica for Dummies! Come ormai sapete, in genere questo appuntamento è dedicato alle cose più sceme dette e fatte dai miei studenti, ma non solo da loro: infatti stavolta assisteremo ai contributi di colleghi e personale didattico, e faremo anche un tuffo nel passato fino ai tempi dell'università...

"GESU' NON ERA VACCINATO"
(letta nel 2019 sulla maglietta di un passante mentre mi recavo a lezione)

Collega di Biologia: “Ieri, senza volerlo, ho smerdato P... Avevo finito un po’ prima, così mi sono messa a fare l’apparato riproduttore femminile, che è più avanti nelle slide. E allora P., che non lo trovava, fa: «Dov’è?» Cioè intendeva dire dov’era nelle slide... E io: «Beh, se non sai dov’è, c’è da preoccuparsi...» Sono scoppiati tutti quanti a ridere! Poverino, l’hanno preso in giro tutti!”

Supplente di Fisica: “Ma per vedere i video su internet devo usare un qualche programma?” 
Direttore (dopo avermi guardato allibito): “No, il browser!” 
Io: “Scusami, ma non hai mai visto un video su Youtube?” 
Supplente di Fisica: “No, mai.”

Direttore: "Non ti stringo la mano perché sono appena andato in bagno, ed è bagnata..." 
Io: "Beh, speriamo che sia acqua..." 
Direttore (dopo averci pensato su qualche momento): "No no, ti assicuro che è acqua!"

Bidella: "Ma oggi non dovevate fare la festa?"
Io: "Sì, ma non la facciamo più."
Bidella: "Non la fate più? E perché?"
Io: "Perché la figlia di P. non sta bene."
Bidella: "Ah, la figlia della signora non sta bene?"
Io: "Eh no, non sta bene."
Bidella: "Aah. E vabbè, però che centra? Potevate farla lo stesso!"
Io: "Eeh... a me lo dice?"
Bidella: "Ho capito. Quindi non la fate più."
Io: "Eh no, non la facciamo più."
Bidella: "No, perché io devo sapere... La roba, i tavoli, dove metterli..."
Io: "No, purtroppo è così..."
Bidella: "Quindi non la fate più la festa?"
Io (palesamente seccato): "No signora, la festa non la facciamo più!"

Commerciale dell'ente formativo (dopo essersi spacciata al telefono con dei possibili clienti per la fantomatica dottoressa Follino): "Che poi io non sono nemmeno laureata, e manco mi chiamo Follino... Ma chi è? Me lo sono inventata! Io ho venticinque anni, e al mattino mi trucco per sembrare più vecchia!"
 
Addetta dell'agenzia per il lavoro: "Di cosa si occupava nel suo ultimo lavoro?"
Io: “Beh, mi occupavo dell’analisi di sostanze organiche in differenti matrici… solide, liquide e ga…” 
Addetta dell'agenzia per il lavoro: “E sarebbe, PER PERSONE NORMALI?”

Docente universitario: “Questa tecnica – mi raccomando, non mettetevi a ridere – si chiama culometria.”  (*)
(ovviamente ci mettiamo a ridere…) 
Docente universitario: “Avevo detto di NON ridere!”

(*) La coulometria è l'ambigua contrazione del termine "coulombometria".


Compagna di università: “Volevo chiedertelo da un sacco di tempo: ma il tuo cognome è Lázzara o Lazzàra?” 
Io: “Lázzara, con l’accento sulla terzultima, perché è un cognome veneto. Invece Lazzàra è un cognome siciliano.” 
Compagna di università: “Ah, ecco! Te lo volevo chiedere perché ho dei parenti che si chiamano Lazzàra e infatti sono siciliani!” 
Io: “Ma pensa che coincidenza…” 
Compagna di università: “Non c’è anche un racconto di Pirandello che si intitola La Zàra?” 
Io: “Noo... quella è La Giara.” 
Compagna di università: “Oh, è vero...” 
Io (con accento emiliano): “La Zara forse a Bologna…”

Io: "Sono andato in bagno, e c'erano delle strane scritte sul muro!"
Compagno di università: "Sì, le ho viste anch'io..."
In uno dei gabinetti alla turca del Dipartimento di Matematica, ad altezza occhi c'era scritto sul muro di fronte "segui la freccia", col disegno di una freccia che puntava verso l'alto; più su c'era di nuovo scritto "segui la freccia" e un'altra freccia che puntava verso l'alto; e via così fino all'ultima scritta, collocata proprio sopra la testa di chi era lì, che diceva: "bravo, ti sei pisciato sulle scarpe"...
Compagno di università (con rassegnazione): "Mi sono messo a ridere, e così mi sono pisciato sulle scarpe."

Compagno di università (durante l'esame, consapevole che non l'avrebbe passato, in preda a un imbarazzante perturbamento tardoadolescenziale, cerca - a suo dire - di "baccagliarsi" la docente, più giovane della media e moderatamente apprezzabile dal punto di vista estetico): "Posso darle del tu?"
Docente universitaria: "No."

16 commenti:

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    1. Vedrai che a breve supereremo anche i limiti dell'ignoranza...

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  2. Beh, quella del commerciale almeno è stata sincera... Nel mio palazzo è capitata una venditrice porta a porta di quelle della truffa tipica che "deve darmi la sua bolletta della luce per vedere se le addebitano delle spese che possiamo farle togliere", io ho cominciato a metterla alle strette facendola cadere in contraddizione, eppure lei manteneva un contegno arrogante e un'aria che prenderla a schiaffi sarebbe stato farle un complimento.
    Riguardo le onomatopee, se ti interessa in provincia di Grosseto c'è un paese che si chiama Castel...l'Azzara. Graziosissimo.

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    1. Pensavo che quel tipo di truffe lì le facessero solo per via telefonica. Sono tornati al buon vecchio porta-a-porta?

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    2. La commerciale, poi sincera mica tanto: in realtà lo stava dicendo a me che ero in ufficio a lavorare con lei....

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  3. Davvero tutte simpatiche.
    Grazie Marco.
    Ma come fai a ricordarle? Prendi appunti quando ti accadono? (Ed ora non inserire questo mio commento tra le domande sceme che ti fanno i tuoi lettori... Ahahahah... povera me! 😁).
    Chissà quante me ne capitano anche a me.
    Nessuno è perfetto, ne combiniamo anche noi secondo il mio parere.
    Ciao. Ti abbraccio.

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    1. Ho una buona memoria, e raccontandole a volte si tende a ricordarsele meglio, così serbo memoria anche di quelle risalenti a parecchi anni fa. Poi da quando ho il blog ho cominciato a raccoglierle via via che capitavano con gli studenti...

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  4. Simpaticissima la gag (la chiamo così) con la tua collega di università! 😁 Anche perché io ti ho sempre immaginato come Marco Lazzàra... e infatti sono siciliana! 😆 ora dire Làzzara mi suona male, ci devo fare l’abitudine! 😅

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    1. Da lì era nato il tormentone tra me e lei di chiamarci "cugini". Era stato un bell'anno, quello, all'università. All'epoca eravamo abbastanza amici, però la cosa non è durata: già l'anno dopo ho avuto da ridirci per una questione relativa a un corso di laboratorio e ci siamo allontanati (in realtà lei e il suo ragazzo erano riusciti nell'impresa di stare sulle balle a tutti quanti, lì all'università...)

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  5. Oddei, quelle delle frecce in bagno mi ha stroncata ^^ Così come il "no" secco della docente allo studente impreparato. Il professore che aveva avvertito di non ridere cosa si aspettava? Avrebbe dovuto fare come il mio professore di embriologia, che faceva le battute e poi, prima ancora che qualcuno potesse anche solo pensare di ridere, gridava: "Non voglio sentirvi fiatare!".

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    1. Ammettiamolo: lì l'aveva cercata. Io non mi sognerei mai di dire in un'aula "culometria", specie quando so che il termine originario è "coulombometria".
      Per dire, il docente di chimica organica evitava di dire "attacco nucleofilo da retro", sostituendolo invece con un elegante "da tergo". Davvero di classe.

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  6. Certo che leggere queste cose il giorno del proprio compleanno... insomma, c'è speranza per il futuro! XD
    Quanto alla questione inerente al tuo cognome, pure io mi ero chiesta all'inizio come pronunciarlo, e finalmente ho avuto la conferma di averci sempre azzeccato! XD

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    1. Allora questo post ha avuto un'ulteriore valenza: confermare/disconfermare l'accentazione del mio cognome! 😁
      Auguri di buon compleanno, Eleonora!

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    2. Grazie mille, Marco! 😊

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  7. Molto carini questi aneddoti. Però quella festa potevate farla... no? ;)

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    1. In realtà, effettivamente si sarebbe potuta farla. Ma lì è colpa della disorganizzazione della gerarchia lavorativa. Di sicuro non ci si fece una bella figura coi ragazzi.

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