venerdì 3 dicembre 2021

Isteria da Pompelmo

18 aprile 1988. Alla redazione de Il Messaggero giunge una telefonata che informa che in un supermercato della capitale sono in vendita dei pompelmi avvelenati provenienti da Israele. Verso la fine degli anni '80 ha infatti iniziato a circolare la leggenda metropolitana secondo cui i tossicodipendenti, probabilmente anche malati di AIDS, infilzassero agrumi con siringhe infette (cosa però assolutamente non comprovata), scatenando, come si può ben immaginare, casi di isteria collettiva.

La redazione del quotidiano informa immediatamente la DIGOS, che a sua volta trasmette l'informazione al commissariato di zona. Gli agenti si recano subito al supermercato in questione e sequestrano sei casse di pompelmi, che vengono portati a esaminare presso l'USL della zona. Il direttore dell'USL dichiara il rinvenimento in sei dei pompelmi esaminati di una sostanza di colore turchese immediatamente sotto la buccia e nella parte fibrosa al centro del frutto. Questa viene inoculata a tre topi e poi l'ufficio chiude per quattro giorni per il ponte del 25 aprile.
Al rientro i topi vengono trovati morti. Viene informato subito l'assessore alla Sanità della regione Lazio, che ordina l'immediato sequestro di tutti i pompelmi di provenienza israeliana dell'intera regione. Giunta la sera, il Ministero della Sanità estende il sequestro all'intero territorio nazionale.


In realtà già da diversi giorni la gente aveva smesso di acquistare pompelmi in tutta Italia, perché nonostante tutto la voce si era sparsa, e con essa l'isteria collettiva. A Modena fa scattare l'allarme un pompelmo trovato con della muffa grigio-azzurra, rivelatosi poi semplicemente un frutto andato a male. A Firenze una donna viene ricoverata per una colica intestinale, dopo aver bevuto al bar una spremuta di pompelmo, che però non ha niente a che vedere coi pompelmi contaminati. 
Il 27 aprile nuovi topi vengono usati come cavie e si riesce infine a stabilire che i sei pompelmi esaminati erano stati sì siringati, ma con un pigmento atossico. Non erano stati infatti infrequenti in quel periodo casi simili, dovuti all'azione di gruppi sovversivi che dichiaravano di aver avvelenato dei prodotti alimentari (sfruttando la citata leggenda metropolitana), per poi rivelarsi ogni volta solo una millantazione. Le prime cavie erano difatti morte non per la sostanza che vi era stata siringata, ma a causa dei reattivi aggiunti in laboratorio al pompelmo loro somministrato. 
Era anche stato convocato un esperto, un chimico israeliano fatto arrivare in aereo da Tel Aviv, a cui non restò che ritornarsene a casa. Le polemiche per questo episodio, che riuscì a ridicolizzare agli occhi dei cittadini tutte quante le istituzioni coinvolte, continuarono per parecchio tempo. 

(fonte: Il bambino è servito. Leggende metropolitane in Italia di Cesare Bermani, basato sugli articoli comparsi su L'Unità tra il 27 e il 30 aprile 1988)

20 commenti:

  1. Non sapevo nulla di tutto questo! Io amo i pompelmi... ora li guarderò con occhi diversi! xD

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    1. Direi che non è necessario... Alla fine era stato più che altro una specie di scherzo. Scherzo che però aveva fatto leva su alcune paure dell'epoca. Del resto in tempi più recenti ci si può ricordare del caso Acquabomber.

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  2. Un caso di cui non ricordavo molto, thanks.
    Ecco, comunque vedi... la leggenda urbana c'era, ma comunque era vero che quei pompelmi erano stati contaminati!
    Incredibile.

    Moz-

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    1. Sì, la leggenda urbana c'era ed era poi una delle tante che circolava sui tossicodipendenti. E questa veniva poi usata come millantazione da gruppi sovversivi, per spargere il panico, oppure, come in questo caso, per una specie di scherzo, dove però c'era stata davvero una contaminazione (anche se con un qualcosa di innocuo).

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    2. Eh, ma lo scherzo è pesante...

      Moz-

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    3. Certamente, perchè mira a spargere il panico. In tempi recenti un qualcosa di simile si è visto con gli spray al peperoncino.

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  3. Gabbati in pieno, comunque a me non piace il pompelmo e "fortunatamente" bevuto raramente.

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    1. Nemmeno a me piace... è così amaro. Però ce ne sono alcune varietà che sono quasi gradevoli. E la schweppes al pompelmo rosa non è male...

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  4. Mi ricordavo vagamente di questa storia, e il fatto della muffa grigio-azzurra mi ha riportato alla mente anche le famose mozzarelle.

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    1. Beh, qua non c'era alcuna muffa, essendo poi un pigmento atossico, e non era nemmeno visibile dall'esterno. Invece quella della mozzarella blu era stato un grosso caso del richiamo di prodotti non-conformi. Di recente a lezione ho avuto uno studente il cui padre se l'era trovata nel piatto...

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  5. Me la ricordo questa storia per motivi di vicinanza geografica alla capitale. Personalmente non ho mai avuto alcun timore personale poiché il pompelmo per quanto mi riguarda è un frutto che potrebbe restare sugli alberi, non lo mangerei neppure sotto tortura ;-)
    Se lo scherzo/sabotaggio avesse riguardato arance o clementine, allora un po' mi sarei agitato :-D

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    1. Guarda, quando ho scritto il post ho pensato che probabilmente questa storia la conoscessi. La cosa meravigliosa è che ha diversi livelli di lettura...

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  6. Non ricordavo questa storia, forse perché all’epoca non seguivo troppo i telegiornali...e anch’io non amo molto i pompelmi, fatico a mangiarli, certo che basta poco a scatenare le leggende metropolitane.

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    1. Per essere più precisi io direi che basta poco a scatenare l'isteria collettiva. Le leggende metropolitane hanno una sedimentazione nell'immaginario collettivo di decenni, persino di secoli: per esempio quella del "fantasma al ballo" si raccontava già nell' '800 e mi pare che ce ne fosse persino una storia simile al tempo dei romani.

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  7. Ma tu guarda che combinano.
    Il caso dei pompelmi non lo conoscevo. Però non va bene promulgare notizie senza esserne certi. Mi ricordo quello sulle carni, ancora oggi sono in tanti a non comprarne e mangiarne per paura.
    Interessante comunque. Grazie Marco.

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    1. Se leggi bene, in realtà non era stata data nessuna notizia. Il Messaggero si è limitato a informare le autorità competenti, l'assessore e il Ministro della Salute hanno ordinato un sequestro cautelativo. Ma la voce si è sparsa mediante la gente, il che dimostra come sia facile diffondere false notizie e poi vedere l'isteria collettiva che ne deriva. Lo stiamo giusto vedendo in questo periodo.

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    2. È vero non hai scritto ma avevo pensato fosse sottinteso parlando della redazione "Il Messaggero". In fondo anche far girare false voci è spargere false notizie. 😉
      Ma in questo caso ho frainteso davvero. Ciao Marco.

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    3. Nel commento avevi scritto "promulgare notizie" ovvero "divulgare", e le voci di corridoio non vi rientrano. Inoltre, considerando bene, non era nemmeno false voci: l'informazione era che c'erano in vendita dei pompelmi contaminati mediante siringazione, e questo corrisponde al vero; la contaminazione era però con una sostanza atossica.
      Io sono stato giornalisticamente preciso nel raccontare la storia. Non mi posso prendere responsabilità se qualcuno immagina scenari ulteriori a quelli da me presentati. 🙂

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    4. Ok. Hai ragione. Grazie di avermi chiarito. Ciao Marco.

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    5. Al di là di questi dettagli, mi interessava far notare come informazioni non comprovate circolino rapidamente e possano creare dubbio e panico. Ed era il 1988, non c'erano ancora la rete e i social!
      Ciao, grazie a te! 😀

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