lunedì 29 novembre 2021

La Belva di Carmagnola

7 maggio 1931. Nelle campagne tra Carmagnola, Villastellone e Carignano si diffonde il panico per i numerosi avvistamenti di una bestia , dotata di artigli e zanne, che divora i cani che la affrontano. La gente è convinta che si tratti di un qualche animale esotico: una quindicina di giorni prima a Carmagnola aveva infatti sostato un circo equestre con serraglio, e si vocifera che una belva feroce ne fosse scappata senza che i proprietari avessero denunciato l'accaduto. 


Alla cascina San Marco a Villastellone un cane da guardia, un bestione di 35 chili che passa come il più forte e coraggioso della zona, viene ritrovato sbranato. Attorno a quanto ne rimane, le tracce di una lotta disperata. Due giorni dopo la cosa si ripete in un'altra cascina della zona. 
Una sera una guardia campestre avvista un grosso e strano animale, che procede a rapidi balzi appiattendosi al suolo, con orecchie appuntite e corpo striato; ma la bestia si defila prima che possa far qualcosa. L'animale viene poi avvistato sulla strada tra Villastellone e Carignano da un agricoltore, che lo descrive come avente muso rotondo, il corpo striato di giallo e nero, e che procede a salti. 
Gli avvistamenti si moltiplicano e il maresciallo dei carabinieri di Villastellone organizza una battuta di caccia: la bestia non la trovano, ma rinvengono delle tracce tipiche di animali che procedono strisciando e dotati di robusti artigli. La gente delle campagne torinesi a questo punto propende a pensare che si tratti di una tigre o una pantera o anche una iena; alcuni sostengono invece che sia un grosso tasso canino oppure una lince. 


Arrivano cacciatori da Moncalieri, Santena e Poirino, e viene organizzata una nuova battuta, ma si trovano solo impronte dalle parti di La Loggia. Un medico che sta andando in macchina da Villastellone a Moncalieri avvista un grosso animale, che gli pare grigio e striato; gli spara con la rivoltella che porta con sé, ma lo manca. Gli avvistamenti continuano poi tra Moncalieri e Villastellone: la bestia viene descritta come di colore grigio con strisce fulve, orecchie corte e appuntite, pelame irto sul collo, testa ampia e muso lungo, coda lunga e folta; molto grossa e di espressione diversa da quella del cane. E continuano anche a venire rivenuti corpi di cani sbranati certamente da quell'animale.
A quel punto un ricco industriale di Moncalieri, che possiede un campo di aviazione privato, si mette a sorvolare la zona col suo aereo da turismo, mentre i cacciatori battono ancora il terreno, ma senza fortuna. La sera si dirigono verso Moncalieri, alla borgata La Rotta, il cui castello viene indicato dal folklore locale come il più infestato dai fantasmi di tutta l'Italia... Ma questo solo mezzo secolo dopo la vicenda qui raccontata, il che indica che molti fenomeni strani siano costruiti in realtà sulla credulità popolare. Lì i cacciatori avvistano finalmente l'animale e gli sparano, mancandolo però anche loro. 


Il giorno successivo i cacciatori di Villastellone sono in assetto di guerra e si preparano per un'ulteriore battuta: dev'essere loro l'onore di uccidere la belva. Qualche buontempone augura loro “in bocca al lupo”, subito accolto da scongiuri (e probabilmente da qualche manata...) Ma nonostante polli e carne di cavallo come esca e i numerosi spari tattici per stanarla, non si ottiene alcun risultato, se non di spaventare la selvaggina e fare una strage di cani randagi. 
Ma alla fine la bestia riappare, si mette a dare la caccia a un cane volpino, che a stento riesce a mettersi in salvo. Si infila in una cascina, dove trova un contadino armato di fucile, troppo spaventato per riuscire a sparare. L'uomo dirà poi che se non fosse stata tanto brutta, sarebbe potuta passare per un cane. Anche un bambino la incontra, la belva non gli fa nulla, e anche lui dirà che sembrava un cane lupo.
Intanto la Società Protettrice degli Animali rende noto che mesi prima un suo agente aveva catturato a Torino un grosso cane lupo randagio, grigio e marrone, che era divenuto il terrore della zona. Ribattezzato Lampo, era stato dato a uno di Fossano, a cui però era scappato. Il cane si era infatti affezionato al custode del canile, e probabilmente voleva tornare da lui, ma forse era rimasto preso dal fascino della libertà selvaggia e si era inselvatichito. 
Infine un pomeriggio un uomo riesce a vedere bene l'animale sulla strada che porta a Carignano. Gli viene quindi mostrata la fotografia di Lampo, e l'uomo lo riconosce: è proprio lui la belva di Carmagnola.
Saputa la verità, che la bestia non è che un cane inselvatichito, che tra l'altro non attacca nemmeno le persone, la storia smette di fare notizia. Di Lampo non si saprà più nulla, nemmeno se sia mai stato ritrovato da qualcuno.

(fonte: Il bambino è servito. Leggende metropolitane in Italia di Cesare Bermani, basato sugli articoli apparsi su La Gazzetta del Popolo tra l'8 e il 12 maggio 1931)

10 commenti:

  1. Articolo attualissimo, come tipologia di evento. La differenza è che al giorno d'oggi ci sarebbe stata un'esasperazione mediatica ancor più ossessiva, live in diretta su canali mediaset, ospiti in studio che avrebbero esposto le loro ipotesi ("trattasi chiaramente di una tigre", "trattasi ovviamente del chubacabras che qualche cargo messicano deve aver portato in Italia", "trattasi ovviamente di un esperimento genetico fatto dagli alieni"). E poi, alla soluzione del caso, sarebbero seguiti altri sporadici dibattiti tv per ribadire che, no, non poteva essere solo un cane, ovviamente era un mostro creato in laboratorio, probabilmente lo stesso in cui hanno confezionato il covid...

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    1. Beh, risale appunto ad appena due anni fa il caso della pantera avvistata in Puglia, con tutte le segnalazioni social che ne sono venute...
      Il libro da cui ho preso questa storia riportava diversi altri casi di questi "avvistamenti", puntualmente riportati dai giornali dell'epoca...

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  2. Eccoci! :D
    Incredibile come una notizia da niente possa diventare quasi un affare di stato.
    Restano però i cani morti dopo la lotta, eccetera: era opera di Lampo?

    Moz-

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    1. Diciamo che non c'è certezza su questo, però probabilmente era opera sua.
      Già, come annunciato a settembre, questo è il primo di una serie di post dedicati a Storie Incredibili...

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    2. Mh... quindi comunque alcuni danni li aveva fatti...

      Moz-

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    3. Sì, esatto. Allora, quello che si sa con certezza è che in zona Torino avesse creato dei problemi, motivo per cui era stato affidato al canile di Fossano. Una volta fuggito aveva cominciato a girare per la campagna di Carmagnola e dintorni (un giro non da poco, partendo da Fossano) e, inselvatichito, aveva preso ad attaccare i cani della zona. Per quanto riguarda le vittime dopo la sua fuga, non si ha certezza che fosse stato lui o che fosse lui il responsabile di tutte, però è almeno ragionevole supporlo.

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  3. Wow, una bellissima storia vera, quanto ci sorprende la realtà, supera sovente la fantasia. Mi ha ricordato un film uscito alcuni anni fa Il patto dei lupi in cui una bestia non ben identificata faceva strage anche di uomini però (non ricordo bene come finiva, ricordo solo che era ambientato nella Francia del 700 e c’era Vincent Cassel). Anche la pantera apparsa in Puglia (chissà dove è finita) sembra incredibile, eppure una mia amica l’ha avvistata in campagna e ha pubblicata la foto su Facebook. Mi ha assicurato che era reale e che lei è rimasta terrorizzata...

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    1. Sì, me ne ricordo, ma sono molto dubbioso al riguardo. Cioè, non escludo la possibilità che qualche imbecille si tenesse una pantera in gabbia nella propria villa, in maniera assolutamente illegale, e che gli sia scappata, però ho qualche dubbio che sia effettivamente così. A questo punto ci sarebbero state tracce o avvistamenti certi.

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  4. Anche da noi è capitato qualcosa di simile. Non ricordo se quest'anno o lo scorso.
    Una pantera bellissima, fuggita da un luogo tipo circo oppure zoo, vagava per procurarsi cibo. Dicevano fosse aggressiva.
    Poi mi sembra sia stata catturata ma ad essere sincera non ne sono certa perché non mi sono più interessata di conoscere gli esiti conclusivi.
    Comunque capita ovunque ancora oggi. Solo sarebbe meglio cercare di catturare l'animale anziché ucciderlo. Basterebbe usare dei sedativi. Poveri cani randagi che non c'entravano nulla. 😓
    Ciao Marco!

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    1. Probabilmente in realtà non c'era nessuna pantera: di questi avvistamenti, compresi anche nella mia regione, ce ne sono stati a bizzeffe nel corso degli anni, e puntualmente si sono spenti nel nulla dopo poche settimane, massimo qualche mese. Nel prossimo post vedremo un altro caso analogo.

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