mercoledì 1 marzo 2023

Ore d'Orrore - Frankenstein (parte 1)

Ben ritrovate, care le mie mummiette. Il vostro Dottor χ è lieto di ospitarvi ancora una volta nel suo lugubre laboratorio. Mi raccomando però, fate attenzione alla pianta carnivora: è meglio non disturbarla mentre sta digerendo il mio ultimo ospite! 
In questo secondo appuntamento del revival di Ore d'Orrore parleremo di un collega che intendeva creare la vita e ha finito per generare un essere mostruoso: date quindi un caloroso benvenuto al dottor Frankenstein e alla sua creatura!
 

Ore d'Orrore
“Ci sono molte buone ragioni per avere paura del buio” “

"Uno dei fenomeni che aveva attirato maggiormente la mia attenzione era la struttura del corpo umano, o meglio, di ogni essere vivente. Da dove procede il principio di vita? mi chiedevo spesso.” (Mary Shelley, Frankenstein) 

Il romanzo di Mary Shelley 
Victor Frankenstein è un brillante studente di chimica e fisiologia. Nel corso delle sue ricerche sulla materia organica, scopre la causa della generazione della vita, che diviene in grado di infondere nella materia inanimata. Decide quindi di creare un essere artificiale; ma dato che ricreare un corpo è complesso, per la piccolezza dei singoli organi, realizza un essere gigantesco, con materiale preso da tombe, ossari, sale settorie e mattatoi, e gli dà vita. L’essere però è mostruoso, deforme, e ciò lo rende furioso verso il suo creatore. Al rifiuto di creargli una compagna, si vendica uccidendo la fidanzata dello scienziato. Frankenstein gli dà la caccia fino al Polo Nord, dove la creatura trova la fine nelle acque ghiacciate. 


Frankenstein nei Secoli 
Il sottotitolo del romanzo è Il Prometeo Moderno. Prometeo era uno dei titani, figure della mitologia classica, che Ovidio narrava essere il creatore dell’umanità, plasmata con le sue mani dalla creta, a cui la dea Atena diede il soffio della vita. Secondo invece altre tradizioni elleniche, i primi uomini spuntarono dal suolo, figli della madre terra Gea. Nella Bibbia e nel Corano è scritto che Dio plasmò l’uomo dal fango e gli infuse il soffio vitale. Nell’Antico Egitto si raccontava che il dio criocefalo Hnûm avesse modellato gli uomini dalla creta su una ruota da vasaio. Nell’Antica Cina si diceva che la dea Nüwa avesse fabbricato con della terra gialla delle figure umane a cui aveva dato vita. Per gli aborigeni australiani i primi uomini sorsero dal fango.
Le leggende inuit parlavano del tupilaq, un essere artificiale creato da uno stregone usando parti di animali e cadaveri di bambini, a cui veniva data vita per mezzo di incantesimi, e che poteva assumere l’aspetto di una qualsiasi delle cose di cui era composto. Lo stregone lo utilizzava per dare la caccia e uccidere un rivale, ma la cosa poteva ritorcerglisi contro: se il nemico era un conoscitore della stregoneria, poteva fermare il tupilaq e “riprogrammarlo” per cercare e distruggere il suo stesso creatore. 
L'homunculus è una leggendaria forma di vita, un essere umano in miniatura creato con l'alchimia a partire da un pupazzetto di argilla o cera. Nonostante le dimensioni ridotte e la vita di breve durata, poteva rivelarsi pericoloso, perché poteva sfuggire al controllo del suo creatore.
Il golem è una figura della mitologia ebraica e del folklore medievale. Secondo la leggenda i conoscitori della kabbalah avevano il potere di fabbricare un gigante di argilla, a cui veniva infusa la vita mediante una combinazione di lettere alfabetiche. I rabbini potevano usarlo come servitore o difensore del popolo ebraico dai suoi persecutori. Il termine golem deriva dall’antico ebraico gelem, che indica “una massa ancora priva di forma”. La storia più famosa è quella del rabbino Jehuda Löw di Praga, che creò dei golem come servi, ma che diventavano sempre più grandi, finché fu impossibile servirsene; un'altra racconta di un golem che si innamorò di una donna e, quando venne respinto, divenne un violento mostro. In ebraico moderno golem significa anche robot, una macchina creata dall’uomo per svolgere lavori pesanti (il termine viene dal cecoslovacco robota, che vuol dire appunto “lavoro pesante”). In molti racconti di fantascienza i robot acquistano autocoscienza e sfuggono al controllo dei loro creatori umani.

Il vero Frankenstein 
Johann Konrad Dippel (1673-1734) era un teologo e alchimista tedesco, nato presso Burg Frankenstein. Fu ideatore di un preparato, l’olio di Dippel, che era convinto fosse un elisir di lunga vita; assieme al produttore di pigmenti Johann Diesbach da esso ottenne il pigmento Blu di Prussia. Circolano diverse storie su di lui, anche se molte sono invenzioni moderne, ma almeno alcune sembrano plausibili. Si sa per certo che Dippel usasse praticare esperimenti su animali deceduti, di cui era un avido dissettore. Si raccontava che effettuasse esperimenti con cadaveri sul trasferimento dell’anima da un corpo a un altro (comune esperimento degli alchimisti), ma l'unica prova è un suo saggio in cui affermava di credere a tale teoria, il che rende plausibile che egli stesso compisse tali esperimenti. Quando le sue attività giunsero all’orecchio dei cittadini, venne scacciato dalla città. In diverse nazioni era anche bandito per le sue controverse credenze religiose. Si rifugiò quindi a Wittgenstein, dove rimise in piedi un laboratorio alchemico. In quel periodo i documenti storici si fanno vaghi e il colore locale su di lui si accentuò. Un magistrato lo accusò di rubare corpi dalle tombe, fare esperimenti sui cadaveri e di essere in combutta col Diavolo. È possibile che fosse lui stesso a fomentare le voci secondo cui fosse un oscuro stregone e avesse venduto l’anima al Diavolo, così da farsi pubblicità per la vendita del suo elisir. 
Mary Shelley conosceva la storia di Dippel? La sua vicenda venne trasmessa dai fratelli Grimm, il cui traduttore inglese era Mary Jane Clairmont, matrigna di Mary Shelley. Si ritiene che nel viaggio attraverso l’Europa che la Shelley fece assieme al marito Percy e alla sorellastra Claire e che si concluse col soggiorno presso il lago di Ginevra dove nacque il romanzo, i tre avessero visitato anche Burg Frankenstein, dove Mary avrebbe udito le storie circolanti su Dippel, che nella sua opera sarebbe poi divenuto Victor Frankenstein. 

Per oggi è tutto, abitatori delle tenebre. Nella seconda parte parleremo dei temi scientifici che hanno influenzato il Frankenstein sia nella versione letteraria che in quelle cinematografiche.

6 commenti:

  1. Interessante come ipotesi sulla genesi di Frankenstein nella mente della Shelley. Comunque credo che, più che il romanzo, a rendere così iconica la figura del "mostro" siano state le tante pellicole, in particolare quelle col leggendario Boris Karloff.

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    1. Assolutamente, quella con Boris Karloff ha creato una precisa iconografia della creatura, che poi è rimasta ben fissa nell'immaginario collettivo.

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  2. É sempre molto interessante scoprire le origini di un romanzo famoso come quello di Mary Shelley, certo anche la figura del vero dottor Frankestein contiene molta materia da romanzo, il suo elisir e i suoi esperimenti macabri sui cadaveri veri o presunti...

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    1. Beh, è interessante osservare che Dippel fosse un alchimista, quindi quello che oggi sarebbe un chimico.

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  3. Probabilmente conosceva la sua storia, dopotutto alcune storie "nascono" dalla realtà. Comunque conosco il golem e il tupilaq, dal cinema e televisione ovviamente.

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    1. Ma io sono convinto di sì, mi sembra estremamente calzante. In ogni caso è la tesi di alcuni autorevoli antropologi e ricercatori storici.

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