mercoledì 26 aprile 2017

Viaggio Multimodale nelle Emozioni (6/6): Paura

"L'unica cosa di cui dobbiamo aver paura è la paura stessa." (Franklin D. Roosevelt)

La paura è l’emozione che preserva dai pericoli: in poche parole, è essenziale per la sopravvivenza. È l’emozione delle storie del terrore: lo scopo è di preparare l’individuo a gestire la paura, condizione indispensabile a fronteggiare una situazione di pericolo.
Questa emozione è denotata dalla seguente espressione facciale: entrambe le sopracciglia alzate e sollevate, palpebre superiori alzate, palpebre inferiori tese, labbra leggermente allungate orizzontalmente verso le orecchie.
Non c'è esattamente un colore particolare associato alla paura. A volte viene indicato il blu (si dice infatti "avere una fifa blu"), altre il nero, che però in Occidente è considerato il colore del lutto (in Oriente invece è il bianco). Io sceglierei il nero, perché è il colore del buio, simbolo dell'ignoto, e ciò che non conosciamo è ciò che ci spaventa maggiormente. Un altro colore che penso potrebbe rappresentare la paura potrebbe essere il violetto.

Arte
A rappresentare la paura ho scelto il capolavoro dell'espressionismo tedesco di Edvard Munch L'Urlo (noto anche come Il Grido) (1893), che nel 2003 io potei apprezzare dal vivo in una mostra a Vienna, anche se non ricordo quale versioni vidi (perché ne esistono ben quattro). Il quadro mostra il tormento dell'esistenza che si manifesta con un grido straziante di paura, o più probabilmente di angoscia esistenziale, indicatore di un malessere che dalla parte più profonda dell'Io prorompe in maniera devastante verso l'esterno.

Letteratura
Come rappresentante letterario della paura ho scelto il racconto di Richard Connell La Preda più Pericolosa (1924).
Dopo essere caduto accidentalmente da una nave, il protagonista approda in un'isola dove vive un ex-generale russo, un grande appassionato della caccia. Ma questo suo hobby gli è venuto a noia, perché essendo sprovviste della ragione, gli animali non sono la preda più pericolosa. Così ha iniziato a cacciare i naufraghi che arrivano sulla sua isola: quelli che riescono a sopravvivere senza farsi catturare per tre giorni, ottengono la libertà, altrimenti vengono uccisi. Il protagonista diventa la sua prossima preda e ha così inizio la sfida tra i due.
La lettura del racconto contiene i temi che abbiamo già trattato: il significato nascosto delle storie del terrore è la paura della predazione. Solo se il protagonista riuscirà a non cedere alla paura, dominandola e mantenendo il controllo razionale, sopravviverà e riuscirà a trionfare sul suo avversario.

Cinema
A rappresentare in ambito cinematografico la paura la scelta ricade su uno dei miei film horror preferiti, Quella Casa nel Bosco (2012).
Un gruppo di ragazzi va a passare il week-end in una casetta in mezzo ai boschi. Il posto ha però qualcosa di inquietante e il loro arrivo non è affatto casuale... Sembra la trama già vista e stravista in numerosi film dell'orrore (per esempio La Casa), ma in realtà è molto di più, e diventa una riflessione e una rilettura molto brillante dei canoni e degli archetipi presenti nelle storie di paura. Ma attenzione: in questo caso non quelli dei predatori (ovvero ciò che abbiamo visto qui tempo fa), bensì delle prede, cioè dei protagonisti delle storie di paura, su cui nessuno aveva ancora mai ragionato con attenzione.

Musica
La mia scelta musicale questa volta ricade su Una notte sul Monte Calvo (1867), un poema sinfonico di Modest Petrovič Musorgskij.
Gric'ko, il protagonista, la notte prima di ottenere la mano della ragazza di cui è innamorato, si ubriaca e cade addormentato. Sogna allora di assistere al sabba della notte di San Giovanni, quando diavoli e streghe si incontrano con Čërnobog (nome slavo del Diavolo). Le streghe e i demoni ingaggiano danze furibonde, in un crescendo demoniaco, fino a quando vengono interrotti dal suono delle campane di una chiesa. Allora Gric'ko si sveglia e si rende conto che si era trattato solo di un incubo. 


Con quest'ultimo post della serie si conclude il nostro viaggio. Io ho già parlato parecchio della paura: e voi cosa ne dite? Quali sono le vostre associazioni?

17 commenti:

  1. Ciao Marco, non chiudere il blog, continua a proporci i tuoi bellissimi contenuti, per favore!
    Non credo di aver altro da aggiungere sulla paura, che non sia già stato detto in precedenza, per cui ecco i miei abbinamenti al tema:

    Colore: blu notte scuro, praticamente quasi nero, per le stesse ragioni da te esposte
    Arte: Saturno che divora i suoi figli, di Goya. Un’immagine a dir poco terrificante.
    Letteratura: La sepoltura prematura, di Poe. Sempre di Poe citerei un po’ tutti i suoi Racconti del Terrore
    Cinema: Psycho, di Hitchcock, con la scena della doccia arricchita dal suono stridente dei violini
    Musica: la Nona di Beethoven, che riesce a mettermi sempre in ansia :)

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    1. Il blu-notte mi sembra un'ottima scelta.
      E anche le altre: qui ci si poteva davvero sbizzarrire tra letteratura e cinema. E alla Nona di Beethoven... anch'io ci avevo pensato!

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    2. Sì, il tema è stupendo ^-^ e il tuo accostamento musicale è strepitoso (che poi sono andata a rivedere uno spezzone di Fantasia, quello in cui è protagonista il demone nero, perché mi sembrava di ricordare che Disney avesse usato un frammento di Una notte sul Monte Calvo in quelle scene. Ed era così: meraviglioso).

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  2. Bellissime scelte, specie quella artistica e musicale.
    (quest'ultima poi, impreziosita in Fantasia Disney ).
    In letteratura citerei Poe.
    Come fumetto, tocca parlare ancora di Berserk... :)

    Moz-

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    1. E però Berserk me l'avevi già scelto per la rabbia!
      Che ne dici di Dylan Dog?
      Però quello di una volta, oggi è più delusione che paura.

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  3. Troppa scelta, in questo caso, per uno come me che è praticamente cresciuto a pane e horror. Ci vorrebbero dieci post.
    In via indicativa:
    Per il cinema dico "Inferno" di Dario Argento, anche solo per la scena subacquea, che è giustamente considerata una delle più spaventose della storia del cinema horror.
    Ma è terrificante anche la scena dell'uomo lupo ne "Le avventure di Ciuffettino".
    Per la letteratura: "Carmilla" di Sheridan Le Fanu.
    Per la musica: "Tubular Bells" di Mike Oldfield. Anche separata dalle scene de "L'esorcista".
    Per la pittura: "American Gothic" di Grant Wood. Meglio non tenerlo appeso in camera da letto ;-)

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    1. Pensa: Carmilla non l'ho mai letto. Invece ho letto Il Vampiro di Polidori (ce l'ho da qualche parte in casa, l'avevo rubato una quindicina d'anni fa da casa di mia nonna).

      Tubular Bells... fantastica. Pensa che a casa ce l'ho in 4 versioni differenti (più un estratto di quella orchestrale).

      American Gothic è perturbante. Tra l'altro ha dato il titolo a un raccapricciante romanzo di Robert Bloch ispirato a una storia vera.

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    2. Nel trittico ideale delle storie vampiriche brevi metterei anche l'ottimo "L'ospite di Dracula" di Bram Stoker, embrione del successivo "Dracula".

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    3. Alcuni sostengono che quel racconto in origine fosse il primo capitolo di Dracula, tagliato poi dall'editore.

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    4. Non sapevo di questa ipotesi. Proverò a rileggere il racconto in questa nuova ottica...

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    5. Credo lo abbia detto la stessa vedova di Stoker. Inizialmente quel racconto doveva essere il primo capitolo di Dracula, il protagonista (nel racconto senza nome) doveva in effetti essere Jonathan Harker. L'editore ha poi preferito tagliarlo per dare maggiore incisività al resto del romanzo.

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  4. Come hanno detto anche gli altri, qui c'è solo l'imbarazzo della scelta. :-)

    . Arte: Il Bue macellato di Rembrandt e, in generale, tutte le opere che hanno a che fare con animali squartati.
    . Letteratura: Il signore delle mosche di William Golding, per molti versi simile al racconto che hai proposto.
    . Musica: la colonna sonora di Profondo rosso.
    . Cinema: La casa dalle finestre che ridono di Pupi Avati, lo vidi che ero una ragazzina e quella notte non riuscii a dormire. Mi ricordo ancora quell'affresco con San Sebastiano come particolarmente terrificante.

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    1. Quel quadro di Rembrandt se non ricordo male si vedeva nel film Mona Lisa Smile.
      Il signore delle mosche è un po' diverso da quel racconto. Quel romanzo è una metafora delle paure dovute alle pressioni sociali e quindi di sopravvivenza sociale, mentre nel racconto si parla di sopravvivenza in senso stretto.

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    2. Mi ricordo che nel film lei faceva vedere una carrellata di diapositive con opere artistiche come provocazione alle sue studentesse, ma non ho memoria di quel quadro. Comunque il film potrebbe essere inserito a buon diritto in un post sulla cinematografia e gli insegnanti!

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  5. Ascoltavo una notte sul monte Calvo quando rientravo a Palermo, dopo il fine settimana a casa, durante l'università. Viaggiavo di notte con altre persone e ricordo ancora quella sinfonia ad alto volume lungo l'autostrada. Una suggestione unica.
    Direi anch'io che l'epoca della mia passione per Dario Argento incarna bene l'idea di paura. Letture veramente paurose, invece, non ne ho mai affrontate, ma sui primi Dylan Dog sono d'accordissimo.

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    1. Come? Nemmeno Inferno dell'Alighieri?
      Accidenti che tragitto con Una notte sul Monte Calvo come colonna sonora! Tra l'altro è ambientato nel giorno del mio compleanno. :)

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    2. Siiii, vero: l'Inferno di Dante, cavolo se fa paura! :)

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