lunedì 13 gennaio 2020

Il Mistero della Ferrari Dino Sepolta (seconda parte)

La prima parte del post si trova QUI.

1986. Greg Sharp, un giornalista che lavora per la rivista Autoweek, decide di scrivere un articolo sulla Ferrari Dino sepolta, e vorrebbe scattarle delle foto. Ma quando cerca notizie dell'auto, scopre che non se ne sa più nulla, e che il suo attuale proprietario è sconosciuto. Così pensa di rivolgersi alla compagnia assicurativa Farmer's: quando viene pagato il premio per un furto, se la merce viene recuperata, diviene legalmente proprietà dell'assicurazione.

La Dino messa all'asta
Sharp contatta Tom Underwood, il perito che si era occupato del furto della Dino, che gli racconta qual è stato il destino dell'auto dopo il suo ritrovamento. La compagnia intendeva metterla all'asta, ma a suo giudizio la macchina versava in pessime condizioni, dopo gli anni passati sotto terra. I danni erano evidenti: gli interni erano distrutti, il sistema di avviamento non funzionava e la ruggine aveva attaccato lo strato superficiale della carrozzeria. Gli interessati però non mancavano e continuavano a chiamare per avere informazioni. Così si decise di esibirla pubblicamente a Pasadena per mostrarne le reali condizioni e mettere in guardia i possibili acquirenti.
Una mossa azzardata, che si rivela disastrosa: in due settimane di esposizione la macchina viene saccheggiata per avere dei souvenir, ne viene rubata persino l'asta dell'olio, lasciandola in condizioni anche peggiori di quando era uscita dal suo sepolcro.


Ma nonostante tutto alla fine un acquirente si fa avanti: si tratta di un meccanico che ha un'officina nella San Fernando Valley, intenzionato a restaurarla. L'uomo fa un'offerta e riesce ad aggiudicarsela. E a dispetto dell'analisi di Underwood, che la dava per spacciata, riesce a rimetterla in moto. 
A quel punto l'uomo scompare nel nulla, facendo perdere le sue tracce. L'officina ha chiuso e la Dino svanisce assieme a lui, per la seconda volta. E dovranno passare quasi trent'anni prima che se ne abbiano di nuovo notizie.

La Dino ricompare
2012. Mike Spinelli, redattore di The Drive, un blog sui motori, viene a sapere del caso della Dino e decide di scrivere un articolo sulla sua sparizione.
Dopo la pubblicazione Spinelli viene contattato da Brad Howard, che gli rivela di essere il proprietario dell'auto fino dal 1978. L'auto era stata acquistata da Ara Manoogian, un suo socio d'affari, che intendeva rimetterla a posto. L'uomo si era rivolto a Giuseppe Cappalonga, palermitano trapiantato in California, quel misterioso meccanico che era riuscito a fare il miracolo facendola ripartire. A quel punto Manoogian l'aveva fatta restaurare completamente, ma alla fine non era troppo interessato a tenerla, perciò l'aveva poi venduta al suo socio.
Quindi la Dino in realtà non era mai sparita, perché era in circolazione da più di trent'anni, Brad Howard aveva persino partecipato a dei raduni. 



Grazie al lavoro giornalistico di Spinelli, la Dino è quindi ricomparsa, ma il mistero circa la sua prima sparizione continuava a rimanere irrisolto. Spinelli a questo punto è intenzionato ad andare fino in fondo per svelare la verità, e contatta Dennis Carroll, uno dei detective che nel 1978 si erano occupati del caso. Carroll gli fa una rivelazione scioccante, che fa ripartire da zero il mistero della Ferrari Dino sepolta.
I due bambini che l'avevano scoperta nel loro giardino non sono mai esistiti.

(CONTINUA QUI...)

12 commenti:

  1. La cosa si fa sempre più misteriosa...

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    1. Davvero, un mistero dentro a un altro mistero... E via così.

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  2. Mamma mia che storia! E ti confesso che devo rileggerla ancora una volta per capire fino in fondo tutti questi "misteriosi panegirici" che ruotano attorno a questa celeberrima Dino! L'ultima frase poi... Non vedo l'ora di conoscere il seguito della storia!

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    1. E' una storia davvero strana e intricata...

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  3. Non ho mai sentito parlare di questa storia. voglio proprio vedere come va a finire.

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  4. Sembra un gioco di scatole cinesi!

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  5. Una soluzione inaspettata ma decisamente la più ovvia. CHe poi la gente si sia presa dei pezzi per souvenir dice molto sull'anima umana.

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