Arte
Il dipinto, inizialmente acquistato dall'attore John Marley, dopo la sua morte divenne di proprietà di una coppia californiana, che nel 2000 lo mise all'asta su eBay, sostenendo nella descrizione allegata che fosse stregato: si riportava infatti che di notte i personaggi del dipinto si muovessero e a volte uscissero dal quadro per entrare nella stanza in cui si trovava. Venivano mostrate anche delle fotografie a riprova, in cui la bambola avrebbe impugnato una pistola con cui minacciava il ragazzo, costringendolo a uscire. L'inserzione conteneva anche un esonero di responsabilità dei venditori per gli eventuali danni subiti dall'acquirente. Tale inserzione, una furba trovata commerciale, fu ripresa da molti siti internet e divenne un fenomeno virale.
L'acquirente finale contattò Stoneham per metterlo al corrente della vicenda, il quale fu molto sorpreso dai racconti che circolavano attorno alla sua opera. Stoneham aveva modellato la figura del ragazzo su di una sua vecchia fotografia all'età di cinque anni. Secondo lui la porta a vetri rappresenta il confine tra il mondo reale e quello dei sogni, mentre la bambola è la guida che accompagna il ragazzo attraverso di esso; le mani rappresentano invece le vite e le possibilità alternative della realtà. L'oggetto che la coppia di venditori sosteneva fosse una pistola in mano alla bambola era in realtà la sua batteria.
Nel 2003 fu commissionato a Stoneham una sorta di seguito del suo dipinto: l'artista realizzò Resistance at the Threshold, che ritrae gli stessi personaggi quarant'anni dopo. E questo diede il via a una serie: nel 2012 Stoneham realizzò un ulteriore seguito, Threshold of Revelation, nel quale viene svelato il mistero circa il terrificante passato del ragazzo e il suo legame con la bambola. Nel 2017 gli fu invece commissionato una sorta di prequel, così realizzò The Hands Invent Him, in cui l'artista ha ritratto se stesso dietro la porta del dipinto originale: si potrebbe interpretare che le mani che comparivano nel primo quadro della serie appartenessero allo stesso Bill Stoneham, chiudendo idealmente il ciclo.
Resistance at the Threshold (2003)
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Threshold of Revelation (2012)
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The Hands Invent Him (2017)
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Bruno Amadio (1907-1981) è stato un pittore italiano che ha realizzato diverse opere, ma quelle più famose sono una serie di 27 dipinti raffiguranti bambini col sapin, ovvero l'espressione piangente o imbronciata. Secondo chi lo conosceva, Amadio non apprezzava questi quadri, e per questo li firmò con lo pseudonimo di Giovanni Bragolin, il nome di un suo zio cabarettista.
Stando a una leggenda metropolitana questi quadri avrebbero una maledizione, perché le case in cui vengono appesi finirebbero incendiate. Si raccontano molte versioni sull'origine di tale presunta maledizione: Bragolin non riusciva a vendere le sue opere, perciò aveva fatto un patto col Diavolo, ottenendo il successo, ma anche che i quadri fossero maledetti; Bragolin in realtà era il pittore belga Franchot Seville, che a Madrid aveva utilizzato come modello un orfano di guerra chiamato "El Diablo", la cui cattiveria si riversa sugli acquirenti dei dipinti; Bragolin maltrattava i bambini di un orfanotrofio per farli piangere e avere i soggetti per le sue tele, i quali erano poi morti nell'incendio del loro orfanotrofio, maledicendo i dipinti. Si racconta anche che i quadri sarebbero completamente ignifughi e che dondolerebbero da soli appesi ai muri.
La storia cominciò a circolare in Inghilterra il 3 settembre 1985, quando una casa venne distrutta da un incendio, e dalle macerie venne recuperato intatto un quadro del Bragolin. I giornali locali riportarono che questo tipo di ritrovamenti erano frequenti, mentre il quotidiano The Sun se ne uscì con un articolo intitolato Blazing Curse of the Crying Boy! (ovvero "La fiammeggiante maledizione del bambino che piange!"), a cui dedicò persino la copertina.
Si scatenò quindi una sorta di isteria collettiva, per cui i vigili del fuoco furono costretti a rilasciare una dichiarazione ufficiale, specificando che il fatto che le opere sopravvivessero al fuoco era dovuto al fatto di essere stampate su pannelli di legno duro e trattato, difficilmente infiammabile; durante gli incendi i quadri tendono a cadere dai muri atterrando di faccia, che viene così riparata dalle fiamme. Inoltre, nel solo Yorkshire, tra gli anni '50 e '70, dei dipinti del Bragolin furono vendute centinaia di migliaia di copie, il che ne spiegava la frequenza nei ritrovamenti.
Il tabloid ne approfittò per un'ulteriore trovata: i lettori furono invitati a inviare in redazione i dipinti maledetti. Ne arrivarono oltre 2.500, che vennero dati alle fiamme in una cerimonia. E poi questa storia venne presto dimenticata.
Conoscevate già queste storie e i loro successivi sviluppi? Vi vengono in mente altri esempi di simmetrie artistiche o di opere che si specchiano tra loro?
Tema complesso nel modo in cui lo hai proposto (leggendo il titolo pensavo a motivi simmetrici all'interno dello stesso quadro).
RispondiEliminaNon so se può andare bene ugualmente ma io avevo fatto un post su quadri che citano altri quadri... Se ti interessa lo puoi trovare qui e dirmi se può rientrare nel tuo concetto:
https://arianogeta.blogspot.com/2011/11/citazioni-pittoriche.html
Direi più che quanto da te proposto mi ricorda il finale di un precedente Viaggio Multimodale, quello dedicato alle sinestesie:
Eliminahttps://arcaniearcani.blogspot.com/2017/06/viaggio-multimodale-nelle-sinestesie-55.html
Ok, preso nota (anche del termine "sinestesie" che onestamente ignoravo).
EliminaProvo a pensare se ricordo qualche opera che possa avere delle caratteristiche simili a quelle che tu proponi in questo post...
Non avevi mai sentito il termine sinestesia?
EliminaOltre a essere un fenomeno neurologico, è anche una figura retorica.
Delle due, la prima storia è inquietante in maniera perfetta. Il fatto che sia stato dipinto un quadro che da sé genera una serie di elucubrazioni, fino a quando il pittore stesso viene interpellato, la trovo interessantissima. È realtà ma se ne potrebbe ricavare un buon romanzo o film.
RispondiEliminaRiguardo a queste simmetrie artistiche, vale anche citare un pittore che sembra aver trovato in un determinato tema il suo elemento? Perché mi vengono in mente i dipinti di Hopper, magnifici, con persone ritratte fra le mura di casa, in ogni declinazione possibile.
Quello che proponi è più un tema ricorrente (Hopper tra l'altro è comparso diverse volte in precedenti Viaggi Multimodali).
EliminaIl modo di questa serie è strano, forse un po' difficile da interpretare, ma credo che coi post successivi diverrà più chiaro.
Si tratta di opere di autori diversi che confrontate tra loro mostrano aspetti simili, generando un riflesso simmetrico.
Nel caso delle due serie di dipinti per esempio è il fatto che da entrambi sia nata una leggenda urbana.
Nei successivi post vedremo invece opere con molti elementi comuni, tali da renderli decisamente simmetriche in alcuni aspetti.
La prima non la conoscevo, anche se leggendo del pittore che ci ha "rimesso mano" anche letteralmente, mi sono ricordato che forse qualcosa avevo letto.
RispondiEliminaLa seconda, dei bambini piangenti, l'avevo sentita già in passato ma circa un annetto fa l'ho ritrovata, con tanto di spiegazione (la stessa che hai riportato tu), su un video del Cicap.
Comunque, no... non mi vengono in mente altre storie similari...
Moz-
Sono delle storie molto famose tra gli appassionati del paranormale e non (la prima addirittura un fenomeno virale), quindi possibilissimo che le conoscessi già entrambe.
EliminaMolto interessante questo post. Grazie a te scopro cose che mi erano assolutamente ignote.
RispondiEliminaIl primo quadro è veramente inquietante. I seguiti meno, forse perché fatti con una consapevolezza diversa, quasi per sfruttare la leggenda.
Sì, il primo è quello a carattere maggiormente perturbante. Però anche il terzo, con tutte quelle mani che sbucano dal pavimento... Tipo Nico Robin dei poveri...
Eliminaè vero, solo che il terzo sembra più fatto per dare una certa impressione, mentre il primo è border, non dovrebbe fare impressione ma la fa. come quando scrivevi delle bambole che più sono realistiche e più sono inquietanti, perchè non si capisce dove finisce il vero e dove inizia la finzione. anche lo stile è più realistico
EliminaIl primo è certamente il più riuscito, forse perché fatto nell'incosapevolezza, quando riesce ad avere un maggior carattere perturbante, probabilmente perché riesce a fare maggior leva sul preconcoscio, sull'inaspettato, mentre coi successivi sei "prepararato".
EliminaBuona Pasqua!
RispondiEliminaGrazie!
EliminaIl primo quadro mi mette i brividi, al di là della storia costruita attorno a esso. Pensa averlo appeso in camera da letto o semplicemente nel salotto... :( Geniale l'idea della serie, comunque.
RispondiEliminaDi questa storia non avevo mai sentito parlare, della seconda con il "bambino maledetto" che piange sì, l'avevo letta qualche tempo fa facendo delle ricerche in rete. Avevo appunto letto anche l'articolo in cui si sosteneva che i quadri resistevano al fuoco.
Eh, le bambole si portano dietro un certo carattere perturbante, ma anche il bambino non scherza. E le mani poi...
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