A settembre avevo aperto questa nuova annata del blog con uno dei miei Viaggi Multimodali, dedicato alla Follia. Ma si tratta di un tema talmente vasto, oltre a essere stato una delle tematiche cara agli inizi di questo blog, che ho pensato di riproporlo ancora con un ulteriore viaggio, in qualche modo una continuazione e reinterpretazione del precedente.
Arte
In questo secondo viaggio dedicato alla follia, ho scelto come contributo artistico il dipinto Le Tentazioni di Sant'Antonio, opera del pittore surrealista Salvador Dalì (1946). Vi è raffigurato Sant’Antonio che alza un crocefisso per respingere una serie di inquietanti figure: un cavallo bianco imbizzarrito (che simboleggia la pazzia) e quattro elefanti con zampe sottili come quelle dei ragni, recanti sul dorso rappresentazioni simboliche delle tentazioni (sensualità, potere, ricchezza, violenza).
Letteratura
"Gli uomini mi hanno definito pazzo, sebbene non risulti ancora chiaro se la pazzia sia, o no, il grado più alto dell'intelletto, e se molto di quanto dà gloria e tutto ciò che rende profondi non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione dello spirito, a spese dell'intelletto in genere." (Edgar Allan Poe)
Come contributo letterario vi propongo il racconto di Edgar Allan Poe Il Cuore Rivelatore (1843). Il protagonista vive assieme a un vecchio, di cui non riesce a sopportare l'occhio vitreo, che lo rende matto. Alla fine decide di ammazzarlo, e per tutta una notte gli si avvicina piano, sentendone l'affanno e la tensione crescente trasformarsi in paura, mentre il battito del suo cuore aumenta. Dopo averlo ucciso, ne nasconde il corpo sotto le assi del pavimento, ma giungono dei poliziotti chiamati da qualcuno che aveva sentito le grida della vittima. L'uomo li convince di essere stato lui nel sonno, a causa di un incubo, e che il vecchio è in viaggio. Ma a quel punto comincia a sentire da sotto il pavimento il suono di un battito cardiaco, mentre i poliziotti non sembrano sentire nulla. Non potendo sopportare oltre quel battito continuo, che in realtà è solo nella sua testa, ed è frutto della sua coscienza sporca, alla fine l'uomo confessa il suo delitto.
Cinema
"La follia, come sai, è come la gravità: basta solo una piccola spinta." (Joker, da Il Cavaliere Oscuro)
Come contributo cinematografico ho scelto il film Joker (2019), che reinterpreta le origini del nemico di Batman. Arthur Fleck è un individuo alienato, affetto da un disturbo che gli provoca improvvisi e incontrollabili attacchi di riso senza motivo. Assistito dai servizi sociali, vive assieme alla madre in una situazione di degrado e povertà, mentre lavora come clown. Ma il suo sogno è diventare un famoso comico, perché il suo idolo è Murray Franklin, conduttore di uno show in TV. Dopo un'aggressione, un collega gli dà una pistola per proteggersi e, aggredito da tre ragazzi ricchi in metropolitana, la usa per ucciderli; questo fatto scatena dei tumulti a Gotham City in vista della candidatura a sindaco del milionario Thomas Wayne. Da lì per Arthur è una spirale crescente di follia, che culmina quando Murray Franklin, dopo aver mandato in onda la registrazione di una sua patetica esibizione comica, lo invita nel suo programma. Arthur si presenta con un nuovo look e col nome con cui Murray l'aveva deriso: Joker.
Musica
"C'è qualcuno nella mia testa, ma non sono io" (Pink Floyd, Brain Damage)
E per concludere il nostro viaggio, come contributo musicale vi propongo Word Song, canzone in cui Syd Barrett, accompagnato dalla sola chitarra acustica, si limita a pronunciare ritmicamente quello che sembra un elenco di parole a caso, apparentemente senza un significato o un senso che le possa legare una all'altra, come una serie di immagini che sfilano per un momento davanti agli occhi. O forse il senso lo poteva vedere solo il diamante pazzo che l'aveva composta, perché il vero significato è che niente ha senso nella follia, ed è da folli cercare di trovarvi un senso: l'unica cosa che ha senso è il fatto di non aver alcun senso.
E dunque ora la parola a voi: cosa ve ne sembra di questa seconda, inaspettata, immersione nella follia?
Musica
"C'è qualcuno nella mia testa, ma non sono io" (Pink Floyd, Brain Damage)
E per concludere il nostro viaggio, come contributo musicale vi propongo Word Song, canzone in cui Syd Barrett, accompagnato dalla sola chitarra acustica, si limita a pronunciare ritmicamente quello che sembra un elenco di parole a caso, apparentemente senza un significato o un senso che le possa legare una all'altra, come una serie di immagini che sfilano per un momento davanti agli occhi. O forse il senso lo poteva vedere solo il diamante pazzo che l'aveva composta, perché il vero significato è che niente ha senso nella follia, ed è da folli cercare di trovarvi un senso: l'unica cosa che ha senso è il fatto di non aver alcun senso.
"Basta una brutta giornata per ridurre alla follia l’uomo più assennato del pianeta. Ecco tutta la distanza che passa tra me e il mondo. Una brutta giornata." (Joker, da Batman - The Killing Joke)
Non ho visto il film "Joker", le altre citazioni mi sono tutte note.
RispondiEliminaChe dire, la follia a volte è davvero lontana non più di una "brutta giornata". Non so se hai visto il film intitolato proprio "Un giorno di ordinaria follia" (in Italia, il titolo originale era l'ancor più emblematico "Falling down") in cui un nevrotico Michael Douglas si trasforma nel classico impiegato americano che all'improvviso diventa un pericolo pubblico grazie a delle armi di cui entra in possesso. Ecco, io credo che questi casi tipicamente americani siano solo americani perché lì chiunque può avere un'arma con estrema facilità. Se le armi fossero facilmente disponibili anche da noi, stragi stile Columbine accadrebbero anche da noi. Perché è davvero un attimo. Magari dopo che lo hai superato torni alla vita normale come se nulla fosse... se non hai avuto la sfortuna di trovarti in mano un'arma.
Sì, lo conosco bene quel film, addirittura l'ho citato nel primissimo Viaggio Multimodale.
EliminaSe parli di stragi fisiche, certamente, quel tipo di contesto e regolamentazione porta anche a quello. Del resto il concetto di arma può essere anche astratto: le parole, specie se vettori di odio, possono essere armi di tipo emozionale e causare dolore e morte. Basti pensare all'odio in rete, il cyberbullismo e il revenge porn, che mietono vittime tra chi è più fragile, magari scegliendo di togliersi la vita perché si sente preso in trappola.
Conosco benissimo il film, visto abbastanza recentemente, e penso che sia stata ben esposta la follia, a volte è un attimo, a volte no.
RispondiEliminaCome sai, la follia non nasce dal nulla, ma c'è un substrato da cui si origina. Nel fumetto questo viene raccontato in maniera molto completa. Il film parte da condizioni diverse, però il percorso discendente è lo stesso.
EliminaDel film ne avevamo poi parlato anche sul tuo blog. Sono rimasto sorpreso dai numerosi giudizi negativi che gli hanno dato i tuoi commentatori... Come se ci fosse un certo gusto nel volersi discostare da prodotti che hanno avuto una certa risonanza, come se fossero roba per ingenuotti e chi disprezza diventi una sorta di raffinato intenditore. Ho qualche difficoltà a comprendere questo tipo di ragionamento.
Tutte voci calzanti, se non sbaglio la prima volta fui io a citarti il Joker.
RispondiEliminaPermettimi due parole parallele: un personaggio folle, ma forse nemmeno... forse è come dice Dalì (mio artista preferito).
Siamo tutti matti, solo che non siamo da manicomio.
Poe, mio scrittore preferito (hai fatto il pieno) in poche pagine sa sempre descrivere grandi cose; in questo caso, l'ossessione.
Moz-
Sì, siamo tutti un po' matti, ma alcuni lo sono più di altri. Ogni tanto mi metto a guardare i commenti sotto ai video di youtube relativi alla pandemia. E' terrificante il quantitativo di follia che ne emerge e che viene tenuto nascosto da questa gente quando esce - per dire - per andare al supermercato.
EliminaNon è quel tipo di follia che possiamo avere io e te, chiamiamola eccentricità, oppure un piccolo quantitativo di neuroatipicità, e non è nemmeno quella dell'individuo affetto da malattia conclamata. E' la spaventosa follia di quelli che un po' per vola sono scivolati in una bolla di deliri da cui probabilmente non emergeranno mai, all'interno della quale si sono costruiti una realtà personale, intaccabile dall'esterno.
Fa paura, vero? Altro che i racconti di Poe o la mania criminale di Joker. Tutti quegli elementi che hai evidenziato ci sono, a un livello sconcertante.
Potremmo dire che di brutte giornate nell'ultimo anno ne abbiamo viste parecchie, ma c'è anche chi anticipava i tempi. Per me la situazione attuale sta mostrando un preoccupante livello di follia in parecchi individui.
RispondiEliminaVoltaire una volta disse che le streghe hanno smesso di esistere quando abbiamo smesso di bruciarle. Ovvero che la superstizione ha smesso di essere nel momento in cui si è smesso di credere alla superstizione.
Mi chiedo cosa direbbe oggi.
Intanto Auguri di Buon Anno, folle quanto piace a te 👍
RispondiEliminaSono d'accordo su quello che scrivi sulla pandemia e i vari commenti letti su YouTube, quelli sono deliri pericolosi, nel chiuso di una casa la gente legge, si suggestiona 😨, qualche svalvolato ci crede, ci crede la gente comune poco capace di discernere, ma purtroppo anche persone insospettabili, intelligenti che probabilmente hanno nel DNA il gene del complotto. Impossibile discutere con loro, questa la cosa che ti fa percepire un disagio immediato, una lontananza assoluta, idee che non hanno fondamenti tranne il fatto che qualcuno le ha scritto e hanno attecchito. Un fenomeno straordinario se ci pensi....
Il Joker, mio film preferito del 2019, visto al cinema 4 volte. L'unico Joker che conosco tra l'altro, non conoscevo neanche la storia, andai a vederlo perché Joaquin Phoenix è il mio folle preferito.
Nella nostra normalità siamo tutti un po' folli, con manie, compulsioni, fobie e bizzarrie. Salvator Dalì mi piace, ho letto qualcosa su di lui, mi piacciono i suoi quadri, l'idea che vuole trasmettere, d'altro canto ogni artista è un genio nella sua visione, un folle per eccellenza.
👋
Ciao Lory, grazie, buon folle anno nuovo anche a te! 😀
EliminaCaspita, 4 volte! Il Joker interpretato da Phoenix non è il Joker dei fumetti, è una riscrittura del personaggio, però davvero ben realizzata. Grandissimo film, e grandissimo lui.
Sul discorso iniziale. La frase "E' inutile discutere con un complottista" si trova in uno dei racconti del mio ultimo libro, e l'avevo usata come citazione in un post che trattava le dinamiche psicologiche che ci sono dietro al complesso fenomeno sociale del complottismo.
La cosa assurda è che, pur essendo uscito a giugno, io l'avevo scritto mesi prima della pandemia, e rileggendolo alla luce di cosa sta venendo fuori diventa sempre più sconcertante.
Si, lo lessi, poi ebbi due discussioni, una da Miki e una sorprendente con un'amica anzi AMICA, persona molto razionale, quella che in genere, soprattutto nel passato, ridimensionava le mie incertezze o paure rimettendomi con i piedi per terra, (si sa che in periodi particolari, il tuo umore può ingrandire i problemi o farti vedere lucciole per lanterne). Come dicevo, in ambedue i casi oltre la situazione per me irrazionale per i loro contenuti, ma nonostante la nostra amicizia, in questo secondo caso, mi sono ritrovata a "confrontarmi" con qualcuno che pensava di avere la verità in tasca e di farti anche sentire in difetto. Se vuoi discutere per amore del dialogo non ci riesci, vogliono sopraffare, scuotono la testa e io vorrei scuotere loro, in questo caso, rivolevo indietro la mia amica che non riconoscevo più.
RispondiEliminaQuando entri in una certa dinamica logica, è come se entrassi in una bolla, che non permette intrusioni al suo interno e ti fa ridefinire tutto quello che ti circonda.
EliminaAllora la realtà non è quella viene raccontata, va riscritta sulla base del delirio personale e della sua tipologia, in cui vale qualsiasi cosa. Le persone che provano a "smontare" il delirio sono o criminalmente colluse al complotto oppure colpevolmente incapaci di accorgersi di esso, per chiusura mentale o per interesse, e il loro tentativo diventa attacco personale.
E' un mix di paranoia e delirio di persecuzione. Come ci si arriva è complesso, quel post ne descriveva gli aspetti cardine, ma i precedenti della serie (quelli denominati "del Quotidiano"), tracciavano delle linee che portavano fin lì.
Sostanzialmente c'è una fascinazione iniziale a certi temi, che poi ti tira dentro e non riesci più a uscirne; anzi ne divieni persino sostenitore e diffusore.
Concordo assolutamente, in particolare sull'ultima parte del commento, in cui mi ritrovai inizialmente perplessa quando su YouTube cominciai a leggere, mi resi però immediatamente conto che se continuavo a leggere, avrei potuto scalfire in qualche modo la mia integrità, il mio pensiero razionale. Fu una scelta come di fronte a un bivio, perché ne colsi l'illusoria fascinazione e decisi che avrei smesso di curiosare. Non è stata però la paura a dettare la mia scelta di non andare più a leggere, quanto una sorta di riflessione, cercare di capire da sola perché qualcuno scrivesse certe cose e da che tipo di motivazione era stato spinto. Non sono riuscita a rispondermi, quello che è certo, che smettendo di leggere, non ne sono più stata "attratta", anzi, ti dirò, il senso è solo di un gran fastidio oggi, non più di voler capire.
RispondiEliminaUn'altra cosa che mi ha aiutata a illuminare tutto ciò è stato leggere la lunghissima strada del vaiolo, la successiva vaccinazione. Mi ha fatto sorridere leggere che anche a quei tempi negazionisti e bislacchi proliferavano come oggi. Tutto si ripete. Nient'altro da aggiungere.
Scusa se sono andata fuori tema.
Non scusarti, anche se siamo andati fuori tema, è qualcosa di cui discuto sempre volentieri. Mi sono interessato al fenomeno anni fa, anche per motivi di lavoro. Per rispondere alla prima parte del tuo commento, dovrò prenderla alla larga.
EliminaLa paura è una delle sei emozioni base umane, e serve a tenere lontano dai pericoli. Un'altra è il disgusto, che fa in modo di evitare di rimanere intossicati o infettati; può essere vista come una forma specifica di paura, la paura della contaminazione, cioè della possibile incorporazione di agenti chimici (tossine) o biologici (batteri). Ci disgustano cose sporche, dal cattivo odore o sapore perché hanno una buona probabilità di essere contaminati da tali agenti. Quindi è fondamentale per la sopravvivenza.
Il disgusto è un'emozione molto complessa, perché l'essere umano può essere disgustato anche da un'ideologia o un comportamento che ritiene riprovevole. Anche qua è la paura della contaminazione, cioè della possibile incorporazione di quell'idea o comportamento, il timore che ti entri dentro e non ti risulti più sgradito. Insomma, il disgusto ti protegge anche dall'adozione di ideologie e comportamenti ritenuti socialmente condannabili.
Pensa all'omicidio. L'uccisione di un essere umano (e quello che ne consegue) ti disgusta perché hai paura che quel comportamento ti contamini e non ti risulti più sgradito, portandoti ad adottare comportamenti analoghi che portino a uno stigma. Troviamo riprovevole l'omicidio per ragioni etiche, morali e legali, e il disgusto serve a preservarti da tutto ciò.
Qualsiasi atto riprovevole comporta la rottura di un tabù, e più è moralmente riprovevole più il tabù è forte. Ma una volta rotto, la seconda volta è più facile. Poirot diceva: "Il delitto è un'abitudine"; avrebbe invece dovuto dire: "Il delitto DIVENTA abitudine". Di fronte agli assassini proviamo un senso di fascinazione, basti pensare a film, serie tv... Perchè? Le risposte date sono molte, una è di volerli studiare per aumentare le nostre probabilità di sopravvivenza, ma il rischio di lasciarsi prendere sussiste.
Cosa voglio dire con questo parallelismo? Che quello che tu hai chiamato fastidio in neuropsicologia potrebbe essere meglio definito come disgusto, e ti stava preservando/proteggendo da un viaggio con pericoli concreti.
Anni fa ho letto un testo di neuropsichiatria. C'era il caso di un paziente che aveva subito un danno neurologico. Ritengo avesse la sindrome di Cotard, anche se non riportavano la diagnosi. Comunque, era convinto di non avere più il braccio destro (e non aveva subito alcuna amputazione). Il medico gli aveva fatto notare che il braccio c'era. Allora quello gli risponde che non era vero. E il medico glielo indica. E quello gli dice che il braccio non era il suo. Il medico gli chiede allora di chi sia e quello gli dice che è di un'altra persona. E così via. Per ogni affermazione che negava la realtà che si era costruito, tirava fuori una spiegazione, coerente col suo delirio, anche se ovviamente impossibile.
EliminaCapisci le derive del complottismo? Uno status mentale in cui ogni cosa viene comunque giustificata, a prescindere dalle contraddizioni.
Sei stato chiarissimo!!!
RispondiEliminaTi ringrazio dell'attenzione, è stato un viaggio interessante e istruttivo.
Grazie a te, e a presto! 😀
EliminaL'attore che ha interpretato il ruolo di Joker ne Il Cavaliere Oscuro, Heath Ledger, aveva risentito pesantemente della lunga e maniacale immersione nel personaggio. Molti credono che sia stata questa la causa indiretta della sua morte, nel 2008.
RispondiEliminaMi sembrava di ricordare che fosse morto di overdose. Però immagino che probabilmente ci fossero dietro anche delle difficoltà psicologiche, magari dovute a un forte stress lavorativo.
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