mercoledì 16 giugno 2021

Le Frasi Idiomatiche (parte III)

Terza parte del post dedicato alle frasi idiomatiche.

Milano da bere 
Espressione che proviene da uno slogan pubblicitario dell'Amaro Ramazzotti, ancora oggi usato per sintetizzare l'atmosfera della Milano degli anni Ottanta.


Nani e ballerine
Espressione coniata da Rino Formica nella forma di "corte (o circo) di nani e ballerine", con cui si riferiva all'Assemblea Nazionale del Partito Socialista Italiano. In seguito è passata a indicare l'ambiente politico della Milano da bere. 

Non c'è trippa per gatti 
La frase significa che si è smesso di concedere un qualcosa che prima era elargito d'abitudine, e quindi che bisogna arrangiarsi da soli. Viene attribuita a Ernesto Nathan, sindaco di Roma agli inizi del '900: alle prese con le ristrettezze finanziarie del comune, iniziò una serie di tagli al bilancio, tra cui la somma che veniva stanziata per sfamare i gatti utilizzati contro i topi che rosicchiavano i documenti degli archivi e degli uffici del Campidoglio.

Non dire gatto (quattro) se non l'hai nel sacco 
La frase significa di non cantar presto vittoria facendo affidamento su qualcosa di cui ancora non si dispone e che sarà difficile ottenere. Una frase dal significato simile è: "non vendere la pelle dell'orso prima di averlo ucciso". La frase è anche nota con la variante del gatto al posto del quattro, resa poi celebre da Giovanni Trapattoni durante un'intervista: in molti pensarono a una sua gaffe, in realtà questa versione esiste ed è ben precedente.

Non sparate al pianista 
Espressione che significa di evitare di coinvolgere chi non c'entra. Questa frase veniva scritta su un muro o un cartello nei saloon del Far West: il pianista, pagato per allietare gli avventori, spesso rissosi e pronti a conflitti a fuoco anche all'interno del locale, ne poteva finire vittima incolpevole. A volte la scritta era: "Non sparate al pianista. Fa del suo meglio", come raccontato da Oscar Wilde nel suo viaggio in America nel 1883.

Occhio alla penna 
Avvertire qualcuno di fare attenzione a ciò che sta accadendo. L'origine dell'espressione viene dal linguaggio marinaresco, in cui era usata per avvertire il timoniere di guardare la penna, ovvero l'estremità superiore delle antenne e dei picchi che reggono le vele, per prendere bene il vento. 

Perdere la trebisonda
Essere disorientati o confusi, col significato aggiuntivo di perdere il controllo, inquietarsi. Deriva dal fatto che anticamente la città di Trebisonda, in Turchia, era un importante punto di riferimento visivo per le navi che percorrevano quelle rotte, mancando il quale spesso si verificavano dei naufragi.

Pezzo da novanta 

Persona molto importante. L'espressione viene dal gergo militare: il "pezzo" è il cannone e "novanta" il suo calibro (ci si riferisce quindi a cannoni pesanti, come quelli anticarro o antiaereo).

Piantare in asso
Lasciare qualcuno da solo all'improvviso. L'espressione deriva per corruzione linguistica dall'originaria "piantare in Nasso", la cui origine è un episodio della mitologia greca: Arianna, dopo aver aiutato Teseo a sconfiggere il Minotauro e a uscire dal labirinto di Cnosso grazie all'astuzia del suo filo, fugge assieme agli ateniesi, ma viene poi da abbandonata dallo stesso Teso sull'isola di Nasso.

Prendere un granciporro

Il granciporro è un grosso granchio marino, quindi l'espressione ha lo stesso significato di "prendere un granchio", cioè commettere un errore madornale.


Quarto d'ora accademico
Si tratta della tradizione di iniziare le lezioni universitarie un quarto d'ora dopo l'orario previsto. Risale alle università antiche, quando non esistevano orologi portatili e il tempo era scandito dai campanili delle chiese: al suono delle campane gli studenti avevano un quarto d'ora di tempo per raggiungere l'aula. Tale usanza è rimasta in varie università, specie quelle con campus estesi, nei quali è necessario del tempo per consentire a docenti e studenti di muoversi da un'aula all'altra. A Chimica a Torino questa tradizione invece non c'era: le lezioni iniziavano all'ora indicata, salvo qualche minuto di attesa del docente; in compenso si faceva una breve pausa alla metà delle due ore.

Quindici minuti di celebrità (o quarto d'ora di notorietà)
Ci si riferisce a una frase di Andy Warhol, che prevedeva che ogni persona, anche chi non lavora nel mondo dello spettacolo, sarebbe comparsa in televisione, facendosi conoscere a un pubblico più vasto di quello del cittadino comune; ma solo per un limitato periodo di tempo, in quanto la fama è passeggera. 

Reggere il moccolo (o la candela o il lume) 
Rimanere in compagnia di una coppia di amanti, impedendo loro di entrare in intimità. Nel suo significato letterale l'espressione sta a indicare probabilmente il ruolo delle dame di compagnia, che la notte, con la scusa di far luce con la candela, tutelavano le virtù delle loro signore mentre ricevevano visite maschili. 

9 commenti:

  1. Queste le conoscevo tutte. Il "quarto d'ora accademico" dove andavo io diventava spesso "la mezzora accademica"...
    Non sapevo che "piantare in asso" derivava da Nasso e il mito di Arianna e Teseo.

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    1. Nemmeno io l'avrei detto. Del resto era difficile immaginarlo, derivando da una corruzione linguistica.

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  2. Grande Trap, in questa terza parte comunque c'è la maggioranza di uso frequente ;)

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    1. Più come figura folkloristica, che come allenatore...

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  3. "Piantare in asso" è stata una totale scoperta anche per me. Non l'avrei mai detto!

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  4. Qui le conosco tutte, tranne quella del non dire gatto/quattro... e il prendere un granciporro (cioè conosco la versione più comune del granchio).
    Milano da bere mi fa antipatia, non so perché!
    Pensavo: ma quante frasi utilizziamo per riferirci tutti alle stesse cose e sono talmente di uso comune (se no non sarebbero idiomatiche) che non ci facciamo nemmeno caso, tranne quando scriviamo.

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    1. Io in questa serie di post ho citato solo quelle la cui origine mi è sembrata particolarmente interessante o curiosa, ma le frasi idiomatiche di ogni lingua sono centinaia. Ed è interessante il fatto che noi ne sappiamo al volo il significato non-letterale.
      E nota che nella frase precedente ho anche usato un'espressione idiomatica.

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  5. Non avevo mai sentito del granciporro. La mia preferita è sicuramente "non sparate al pianista", che evoca scene gustose di sparacchiamenti nei saloon, con avventori dal grilletto troppo facile.

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    1. Ed erano cose che succedevano per davvero, non solo scene da film!

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