Ben ritrovate, care amebe. Il vostro amato Dottor χ è ancora una volta qui a spalancarvi le porte del suo lugubre laboratorio degli orrori. L'ultima volta avevamo parlato di una figura parecchio inquietante, e anche oggi non saremo da meno... No, non mi sto riferendo alla madre di Vulnavia, la mia bella assistente, perché oggi parleremo di bambole, maledette e possedute! Anche se forse questo spiegherebbe perché sta piantando degli spilli in una bambolina che mi raffigura per far ottenere alla sua figliola un aumento...
Bambole Stregate e Possedute
Le bambole stregate fanno parte della categoria degli "oggetti maledetti", ovvero oggetti su cui grava una maledizione che ricade su chi ne entra in possesso. Le bambole possedute appartengono alla sottocategoria dei "giocattoli assassini": oggetti ludici che prendono vita e commettono atti violenti o spaventosi, a causa della loro possessione da parte di entità malvagie quali demoni, spiriti o creature soprannaturali, oppure attraverso magia nera; in tempi più moderni a causa di tecnologia malevola o malfunzionante. I relativi racconti popolari, come per altri oggetti maledetti, hanno una lunga storia, ma negli ultimi decenni sono apparsi sempre più di frequente: diverse bambole e pupazzi sono accompagnati da storie e affermazioni che riportano la loro associazione a fenomeni paranormali.
Stregoneria
Anticamente le prime bambole stregate erano effigi o vere e proprie bambole create per scopi religiosi o cerimoniali: il feticismo è l'adorazione di un oggetto (feticcio) che si ritiene abbia il potere di proteggere o aiutare il suo proprietario. Stando al Malleus Maleficarum (il "manuale" dei cacciatori di streghe) effigi riproducenti le fattezze di persone erano usate nei malefici per infliggere dolori e sofferenze. Venivano impastate con argilla e grasso umano in statuette su cui incidere il nome della persona da colpire: venivano trafitte con uno spillo, poi con un ferro rovente pronunciando una formula magica, infine gettate nel fuoco; dopo poco tempo i nemici morivano colpiti dalla folgore. In alcune tradizioni le effigi erano di cera e venivano trafitte o messe sul fuoco per procurare dolore. In Scozia si usava il corp criadhach: la strega creava un'effige di argilla simile alla vittima e la metteva in un ruscello, dimodoché l'acqua vi colasse lentamente sopra; man mano che si consumava, il corpo della vittima si consumava a sua volta. Spesso vi venivano conficcati anche spilli per rendere il tutto più doloroso.
Nella magia voodoo si usava una bambolina di pezza, che rappresentava la persona oggetto del rito, allo scopo di guarirla da malattie o più spesso per arrecarle dolore: su di essa venivano attaccati dei capelli della persona per creare un legame magico, così da poterla controllare o danneggiare trafiggendola con spilli. Sebbene questo sia comunemente associato alle tradizioni del voodoo, tale collegamento è ritenuto infondato: le bambole voodoo in realtà sono oggetti relativamente moderni, per cui si pensa che siano basate sulle bambole europee.
Se un maleficio non riusciva, la strega doveva scaricarne gli effetti negativi su qualcosa, perché altrimenti avrebbero colpito lei stessa: erano le “bambole delle streghe”, realizzate in pezza, gesso o porcellana.
Parapsicologia
Analizzando il fenomeno della bambola posseduta dal punto di vista esoterico, viene spontaneo chiedersi per quale motivo un'entità, come un demone o uno spirito malvagio, dovrebbe entrare in una bambola o un pupazzo.
Lo scopo di un'entità maligna è di insediarsi nel corpo di un essere umano: è credenza che per molti spiriti prendere possesso del corpo di un innocente sia di gran lunga preferibile al dimorare nel luogo da cui provengono. Bambole e pupazzi sono oggetti presenti in casa, quindi vicini alle potenziali vittime, specie nei momenti in cui sono meno protette e le forze del male sono più forti (le ore notturne). Rispetto ad altri oggetti presentano il vantaggio di avere similitudine col corpo umano, permettendo all'entità di potersi spostare liberamente. Sono dei giocattoli, quindi sono per bambini, e questo permette loro di avvicinarsi facilmente all'anima più innocente, e quindi più interessante da corrompere. Il fatto di entrare in un oggetto apparentemente innocuo con cui il bambino stringe un legame di affetto e complicità, è poi qualcosa che l'entità maligna può sfruttare a proprio favore.
Psicologia
Bambole e pupazzi appartengono alla categoria dei simulacri, ovvero oggetti che riproducono il corpo e le fattezze dell'essere umano. Ciò genera una dissonanza cognitiva, per la visione di qualcosa che in apparenza sembra umano, ma non lo è per davvero, e perciò sospetta.
In generale l’automatonofobia è la paura di tutto ciò che riproduce le fattezze di qualcos’altro, in particolare se rappresenta falsamente un essere vivente. Qui è presente il concetto del das unheimliche, ovvero “il perturbante”: quando qualcosa viene avvertito come familiare ed estraneo allo stesso tempo, provocando una generica angoscia unita a una spiacevole sensazione di confusione ed estraneità. Di fronte a un simulacro il perturbante sorge per l’incertezza nel determinare se un oggetto animato sia vivo o no, oppure se un oggetto inanimato possa in qualche modo acquisire vita propria. L’ansia prodotta dalla vista di un simulacro è dovuta alla sua ambiguità: a livello inconscio alcuni possono dare la falsa impressione di essere vivi, nonostante a livello conscio sappiamo che non lo siano.
È dovuto perciò a quel senso di incertezza che si genera quando vediamo qualcosa e cerchiamo di decidere se possa rappresentare o meno una minaccia.
Secondo la teoria della uncanny valley (ovvero "valle perturbante") una figura che riproduce le sembianze umane può risultare spiacevole sia se questa non è sufficientemente realistica, sia quando lo è troppo, fino a diventare inquietante. Se un simulacro ha un aspetto facilmente identificabile come non-umano, le sue caratteristiche umane si faranno notare e saranno accattivanti; ma se invece raggiunge un certo grado di somiglianza con l’aspetto umano, allora saranno le sue caratteristiche non-umane a farsi notare, e risulteranno inquietanti.
Le bambole sono oggetti in grado di assumere un forte carattere perturbante: la bambola è familiare perché ricorda il corpo umano, ma è estranea per le sue dimensioni e a volte per la raffigurazione, spesso grottesca. La paura delle bambole si chiama pediofobia, e ha origine quando si è bambini. Le persone che ne sono affette hanno paura delle bambole, temono che si possano muovere o girino gli occhi verso di loro seguendone i movimenti; nonostante sappiano che si tratta di una paura infondata, anche da adulti non riescono a metterla da parte facilmente.
L’inquietudine derivante dalla visione di un simulacro è anche funzione del fatto che sia movente oppure immobile: l’apparenza di movimento aggiunge maggiore vicinanza alla vita, aumentandone il carattere perturbante. Quando qualcosa si comporta o appare in modo diverso da come ci aspettiamo (ad esempio se una bambola si muovesse da sola o girasse gli occhi), l’imprevedibilità della cosa fa scattare nel nostro cervello l’idea che si tratti di qualcosa di pericoloso. Inoltre la visione di una motilità indefinibile, illogica o inattesa (come per esempio dei movimenti a scatti) ha una carica di inquietudine ancora maggiore per la sua innaturalità, per il suo tentativo non perfettamente riuscito nel replicare la vita.
Storie popolari
Più un simulacro è vicino all'uomo come sembiante, più diventa facile dotarlo di caratteristiche perturbanti e proiettare in esso i propri timori. Tuttavia storie popolari su statue e manichini sembrano in minor numero. Il motivo è che bambole e pupazzi sono oggetti presenti in casa, specie se ci sono bambini, mentre difficilmente statue e manichini si trovano in un'abitazione. Per questa ragione, e per il loro forte carattere perturbante, le bambole sono maggiormente rappresentate, al punto da essere divenute un vero e proprio archetipo.
Se questi argomenti (e la loro trattazione scientifica) vi interessano, potete approfondire leggendo Ore d'Orrore. Un saggio sugli archetipi delle storie di paura, che trovate cliccando qui.
Mettiamola così, sono pediofobico però ai film con le bambole o pupazzi non dico mai di no, Annabelle compresa ;)
RispondiEliminaLa bambola coi capelli rossi nella figura qui sopra è la vera Annabelle, quella dalla cui storia (vera) è stato tratto lo spezzone iniziale di The Conjuring.
EliminaSì lo so, ed è inquietante ugualmente :D
EliminaNon sono pediofobico neppure io in generale, però alcune bambole le trovo inquietanti. Diciamo che non le terrei in casa, ecco :-D
RispondiEliminaIo non terrei in casa nessuna bambola, inquietante o meno.
EliminaChe poi la pediofobia, più in generale, riguarda anche burattini, marionette, statue, pupazzi...
In effetti in Annabelle 2 viene fatto vedere che inizialmente la bambola non aveva quell'aspetto.
RispondiEliminaE tra l'altro pensa che esiste un mercato online di bambole possedute, dove il venditore assicura la presenza di fenomeni paranormali e spesso dice di non assumersi responsabilità verso eventuali danni da essa provocati.
Degli appartamenti non la sapevo!
RispondiEliminaEhhhhhh... credo che ora farò girare di spalle tutte le mie Barbie e bambole varie che ho nella vetrina perché sento che adesso mi fissano! xD
RispondiEliminaLa prudenza non è mai troppa con quelle bastarde. 😶
EliminaPensare alle bambole di porcellana è un cliché? Perché per me sono sempre le più terrorizzanti, credo proprio per il motivo che spieghi bene, cioè perché il loro movimento a scatti risulterebbe innaturale, goffo, una forzatura voluta da forze soprannaturali. Avevo una vicina di casa che con orgoglio, un giorno, mi fece vedere tutta la sua collezione di bambole di porcellana rigorosamente allineate sul comò della stanza da letto. Ricordo che invece di rivolgerle l’apprezzamento che lei si aspettava, le chiesi: “ e tu di notte riesci a chiudere occhio?”. 😁
RispondiEliminaPensa se ti avesse risposto: "Beh, sì. Di notte se ne vanno nella loro cameretta." 😱
EliminaComunque alcuni anni fa un commentatore disse che secondo lui era impossibile scrivere più di dieci righe sulle bambole. Con questo post direi che l'ho smentito.
Ho appena visto delle foto, pubblicate da un'amica su fb, delle bambole ospitate al Museo dei giocattoli di Monaco. Da fare accapponare la pelle: tutto l'horror concentrato in quella stanza! :D :D
EliminaIntendi questa?
Eliminahttps://bit.ly/3eZWhz6
Che è praticamente lo show del perturbante. La peggiore è quella centrale, ma non scherzano nemmeno la coppia che si guarda di sottecchi a destra, e quell'orrore di nano calvo sotto di loro.
Sembra proprio quella. La mia amica ha fatto foto dal vivo, da varie angolazioni, ma sì, convieni che perturba asssssai! 😨😁
EliminaCertamente, sono orrende quelle bambole!
EliminaInteressante il tuo post, specialmente il passaggio sul "perturbante". Tempo fa stavo facendo una ricerca e mi ero imbattuta in un sito con una carrellata di bambole terrorizzanti e associate a delle storie raccapriccianti, una più brutta dell'altra. Le bambole sono un po' come certi quadri di bambini ritenuti "maledetti", che fintamente incutono tenerezza.
RispondiEliminaHo delle bambole in casa che tengo in un gruppetto, in generale almeno quelle non mi fanno paura. :)
Sicura di volerle tenere assieme in gruppo? Che poi quelle si coalizzano, 'ste maledette... 😱
EliminaOltretutto ce le ho in camera da letto... ! 😬
EliminaIo come minimo cambierei casa...
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