Q come Quetelet. Il matematico Adolphe Quetelet (1796-1874) è stato anche l'ideatore dell'Indice di Massa Corporea (inizialmente chiamato Indice Quetelet), la relazione secondo cui il peso cresce col quadrato dell'altezza.
R come Ramanujan. Il 1729 è noto come "numero di Hardy-Ramanujan" per via di un aneddoto riguardante il matematico Srinivasa Ramanujan (1887-1920). Un giorno il professor Hardy aveva preso un taxi a Londra, il cui numero era 1729. Entrato nella stanza di Ramanujan, borbottò il suo disappunto per quel numero insulso. Con un'intuizione geniale Ramanujan gli fece notare che era invece un numero interessante: si tratta infatti del più piccolo numero che si può scrivere come somma di due cubi in due modi diversi. 1729 = 13 + 123 = 93 + 103
S come Schönbein. Un giorno il chimico Christian Schönbein (1799–1868) si era messo a distillare in cucina una miscela di acido solforico e acido nitrico. Dopo aver usato il grembiule di cotone della moglie per asciugare gli schizzi di acido, lo aveva messo ad asciugare vicino al fuoco: subito il grembiule si era disintegrato. Attivato dall'acido solforico, l'acido nitrico reagisce con la cellulosa di cui è fatto il cotone, facendo ottenere la nitrocellulosa, un potente esplosivo.
T come Talete. Secondo quanto racconta Platone, una volta il filosofo Talete di Mileto (vissuto tra il VII e VI secolo a.C.), stava passeggiando osservando il cielo stellato, e non si accorse di un pozzo, finendo col caderci dentro. Allora una servetta lo prese in giro, dicendogli che si preoccupava di conoscere le cose che stavano in cielo, senza vedere quelle che invece gli stavano tra i piedi.
T come Talete. Secondo quanto racconta Platone, una volta il filosofo Talete di Mileto (vissuto tra il VII e VI secolo a.C.), stava passeggiando osservando il cielo stellato, e non si accorse di un pozzo, finendo col caderci dentro. Allora una servetta lo prese in giro, dicendogli che si preoccupava di conoscere le cose che stavano in cielo, senza vedere quelle che invece gli stavano tra i piedi.
U come Urbain. Il chimico Georges Urbain (1872-1938) era anche noto come compositore e scultore: molti colleghi gli chiedevano di realizzare le loro effigi.
V come von Neumann. A Los Alamos si raccontava che quando c'era da fare un calcolo complesso, nasceva una sfida tra i fisici Richard Feynman, che armeggiava col suo calcolatore meccanico, ed Enrico Fermi, che scarabocchiava su un pezzetto di carta, e il matematico John von Neumann (1913-1957), che invece usava solo la sua mente. La "macchina di von Neumann", che si basa sull'architettura hardware da lui sviluppata, è ciò che oggi chiamiamo computer.
W come Wiles. L'ultimo teorema di Fermat è un enunciato fatto nel 1637 dal matematico Pierre de Fermat, di cui asseriva di aver trovato la dimostrazione, ma non aveva voluto rivelare. Dopo quasi 350 anni di tentativi da parte di molti matematici, tanto che si era giunti a pensare che non vi fosse soluzione, nel 1994 Andrew Wiles è finalmente riuscito a darne la dimostrazione. In realtà i metodi da lui utilizzati erano sconosciuti al tempo di Fermat, perciò resta il mistero di quale fosse la soluzione che il matematico sosteneva di aver trovato e il dubbio se questa in realtà esista davvero.
X come Xiangzhong. Prima di emigrare in America per studiare Biologia, Yang Xiangzhong aveva lavorato come "medico scalzo": con questo termine ci si riferiva a contadini cinesi che avevano ricevuto una minima formazione medica e paramedica, così da operare nei villaggi rurali, promuovendo pratiche di igiene e profilassi.
Y come Youyou. Nel 1972 il chimico farmaceutico Tu Youyou ha isolato dalla pianta dell'artemisia annuale, già usata nella medicina tradizionale cinese, il principio attivo dell'artemisinina, alla base di un farmaco antimalarico, salvando milioni di vite. Questo le è valso nel 2015 il premio Nobel per la Medicina.
Z come Zamenhof. Ludwig Zamenhof (1859-1917) era un medico, ideatore dell'esperanto, la lingua artificiale più utilizzata a livello internazionale. La sua idea era che fossero le barriere linguistiche tra le varie nazioni a causare incomprensioni che poi sfociavano in conflitti; pertanto una lingua comune avrebbe potuto aiutare la comprensione tra i popoli. Zamenhof è stato candidato per 12 volte al premio Nobel per la Pace.
L'esperanto è rimasto lettera morta perché manca della caratteristica fondamentale di una lingua: essere viva. E poi si basa comunque sull'alfabeto occidentale, quindi, per dire, cinesi o arabi potrebbero contestare che se si decide di adottare un codice internazionale dovrebbe essere neutrale, quindi qualcosa di ex novo, con dei simboli non legati a nessuna lingua esistente.
RispondiEliminaSì, mi pare di aver letto che quanto dici sul fatto che non sia una lingua in costante evoluzione è una delle principali obiezioni. Invece non avevo pensato al fatto che fosse basata unicamente su un alfabeto occidentale, quindi non così universale come negli intenti.
EliminaInsomma, nobilissimo scopo e ideale, però nel concreto forse non si è riusciti nell'intento.
Innanzitutto grazie Neumann, e poi povero Zamenhof, uno potevano anche darlo ;)
RispondiEliminaSì, direi che ci poteva stare un Nobel a Zamenhof!
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