Il Magico Piemonte dalla A alla Z (parte I)

Due anni fa ho pubblicato una serie di curiosità su Moncalieri, la mia città, nel classico formato alfabetico che spesso utilizzo, e l'anno scorso ho ripetuto la cosa con Torino. Praticamente questa serie di post è diventata una tradizione del blog, per cui ho deciso di continuare anche quest'anno estendendola al Piemonte. In questo trittico di post troverete una serie di curiosità, fatti strani e meraviglie della regione sabauda, i cui abitanti sono i testardi bogianen, tra pupazzi e dolcezze, stranezze geologiche e ponti, misteri insoluti e a volte un lieve sentore di zolfo...

A come Allobrogi. Il soprannome più comune dei piemontesi è "sabaudi" (a volte "savoiardi"). Un altro è "allobrogi", in riferimento a una fiera popolazione gallica stanziata nel territorio della Savoia, usato scherzosamente per riferirsi alla rude fierezza del loro carattere (il Parini e il Leopardi lo usarono per l'astigiano Vittorio Alfieri, riprendendo il modo in cui lui stesso si era definito). Il termine venne poi soppiantato per fama da quello di bogianen, dovuto al conte di Bricherasio.

B come Babaci. Babacio è un termine usato nel settentrione per indicare i pupazzi. A Maranzana, nel Monferrato (provincia di Asti), i babaci sono pupazzi creati artigianalmente con materiali di fortuna, per riprodurre umoristicamente una persona che si conosce. Maranzana oggi conta meno di 300 abitanti, che però, con la proverbiale testardaggine dei piemontesi, non si sono persi d’animo, e hanno trovato un modo creativo per incrementare la popolazione: un gruppo di donne ha realizzato dei babaci di pezza e li ha sistemati per le vie, con l'intento di ravvivare alcune zone del paese. Questa idea ha fatto sì che Maranzana divenisse meta di attrazione turistica.

C come Ciciu. I ciciu, termine che in piemontese significa "pupazzo" o "fantoccio", sono un fenomeno di erosione: le "colonne di erosione" (anche chiamate "piramidi di terra" o cicio 'd pera in piemontese), che si ergono ai piedi del monte San Bernardo. Queste formazioni sono sculture morfologiche naturali, con una tipica forma di funghi, il cui cappello è costituito da un masso erratico e il gambo da terra e pietrisco. I ciciu si sono formati presumibilmente al termine dell'ultima era glaciale, in seguito allo scioglimento dei ghiacciai che portò il torrente Faussimagna a esondare, erodendo le pendici del monte San Bernardo e trasportando a valle un'enorme massa di detriti.

D come Delitto. Il torinese Giacomo Spalla (1775-1834) era un docente di scultura e intaglio, il cui lavoro era molto apprezzato. Un giorno un ragazzino sconosciuto, di età tra i nove e i dieci anni, bussò alla sua porta e consegnò alla moglie un pacchetto, dicendole che lo mandava il farmacista. Quando Spalla tornò dalla sua solita passeggiata, si stupì di quel pacco; lo aprì incuriosito e all'interno vi trovò una boccetta. Il professore la svitò e, dopo averla annusata, ingenuamente ne bevve il contenuto. I soccorsi furono inutili: Spalla morì in pochi istanti avvelenato. Il farmacista negò di aver inviato il pacco e nessuno riuscì mai a ritrovare il ragazzino della consegna. Il caso è a tutt'oggi insoluto.

E come Elezioni. Quella di Torino è la provincia italiana col maggior numero di comuni. Moncenisio è il paese più piccolo d'Italia: i residenti sono solo 32. Alle elezioni del 2019 i candidati sono stati 20.

F come Ferro. Un tempo Torino aveva un ponte sospeso: il ponte Maria Teresa, costruito nel 1840. Era lungo 127 metri e largo 6, realizzato quasi interamente in ferro, e sorretto da cavi di acciaio ancorati su quattro torri alte 14 metri: per questa ragione era soprannominato "il ponte di ferro". Dopo circa quarant'anni iniziò a dare dei problemi, dovuti soprattutto alla rottura dei cavi, per via della cattiva manutenzione. Nel 1906 venne abbattuto e rimpiazzato dal ponte Umberto I. Data la sua bellezza, dopo lo smantellamento in molti chiesero che venisse ricostruito in una zona con meno traffico, così da ovviare ai problemi di manutenzione, ma l'idea alla fine non venne accolta.