lunedì 14 febbraio 2022

Effetti Psicologici (parte III)

Terza (e ultima) parte del post sugli effetti psicologici e cognitivi.

Effetto Rashomon
Si tratta di un termine utilizzato per descrivere una situazione di cui gli individui coinvolti danno interpretazioni o descrizioni contraddittorie, dimostrandosi testimoni inaffidabili. Prende il nome dal film di Akira Kurosawa Rashomon, nel quale un omicidio è descritto da quattro testimoni in quattro modi diversi.


Effetto riflettore
È il fenomeno per cui le persone credono di venire notate più di quanto lo siano davvero.

Effetto Ringelmann
È la tendenza dei membri di un gruppo di lavoro a divenire sempre meno produttivi all'aumentare della dimensione del gruppo. Far lavorare assieme le persone produce come risultato uno sforzo minore rispetto a quando agiscono da sole, e all'aggiungersi via via di altri individui, il gruppo diventa sempre meno efficiente. Per qualsiasi compito esiste un numero adatto di persone a svolgerlo.

Effetto scivolone
È la tendenza a vedere più simpatici gli individui altamente competenti dopo che hanno commesso un errore (probabilmente perché li "umanizza").

Effetto Snackwell
È un fenomeno che afferma che le persone a dieta mangeranno più biscotti a basso contenuto calorico (come gli SnackWells) dei normali biscotti: ovvero mangeranno comunque un maggior numero di biscotti, anche se meno calorici. Le persone tendono a esagerare dopo aver ricevuto un pass gratuito. 

Effetto spettatore
Definito anche apatia dello spettatore o effetto testimone, è un fenomeno che si riferisce ai casi in cui gli individui non offrono alcun aiuto a chi è in difficoltà se sono presenti delle altre persone. La probabilità d'intervento è inversamente correlata al numero degli spettatori: maggiore è il numero di astanti, minore è la probabilità che qualcuno presti aiuto. I motivi possono essere diversi, ma spesso è per la convinzione che tra i presenti ci siano persone più competenti nel prestare soccorso, e quindi nel voler lasciare la cosa nelle loro mani.

Effetto Streisand
Si tratta di un fenomeno mediatico per cui un tentativo di censurare o rimuovere un'informazione ne provoca invece una sua ampia pubblicizzazione. Il nome deriva dalla cantante Barbra Streisand, che intentò un'azione legale nei confronti di un sito web che riteneva avesse violato la sua privacy, avendo mostrato immagini della sua villa in un documentario fotografico sull'erosione delle coste californiane. La notizia ebbe l'effetto di moltiplicare l'attenzione sulla fotografia incriminata (peraltro visibile già da tempo su GlobeXplorer). 

Effetto Tamagotchi
È lo sviluppo di un attaccamento emotivo verso macchine, robot o software. 

Effetto Tetris
L'espressione si riferisce a un fenomeno psicologico per cui un'attività che richiede un alto livello di attenzione può influire in modo incongruo sui processi di pensiero, le immagini mentali e i sogni di coloro che vi si dedicano per lungo tempo. Prende il nome dal videogioco Tetris: chi vi gioca a lungo può essere portato a ragionare involontariamente sui modi di "impilare" oggetti del mondo reale (si genera quindi un'abitudine mentale); può capitargli di vedere oggetti geometrici in movimento ai limiti del proprio campo visivo o quando chiude gli occhi (allucinazioni), le quali possono apparirgli anche in sogno, soprattutto nel passaggio dal dormiveglia al sonno (illusioni ipnagogiche).

Effetto Tocqueville
L'effetto Tocqueville (o paradosso di Tocqueville) è il fenomeno in cui man mano che le condizioni e le opportunità sociali migliorano, cresce la frustrazione.

Effetto Venere
È un fenomeno della psicologia della percezione che prende il nome dai dipinti in cui Venere si guarda allo specchio. L'osservatore ha l'impressione che Venere stia ammirando il proprio riflesso nello specchio: ma egli non è direttamente dietro di lei, quindi ciò che Venere vede nello specchio non può essere la stessa cosa che vede l'osservatore: per logica si dovrebbe arrivare a concludere che Venere stia guardando il riflesso dell'osservatore o quello del pittore.


Effetto vedovanza 
È l'aumento della probabilità che una persona muoia in un tempo relativamente breve dopo la morte del coniuge.

Effetto von Restorff
È il bias per cui quando vengono presentati più stimoli omogenei, lo stimolo che differisce dal resto ha la più alta probabilità di venire ricordato: ovvero è più facile ricordarsi dell'elemento che stona dal contesto.

Effetto watching-eye
È il fenomeno che afferma che le persone si comportano in modo più altruistico e onesto e mostrano comportamenti meno antisociali in presenza di immagini che raffigurano occhi, perché queste insinuano che vengano osservate. L'effetto è talmente intenso che non serve ci sia qualcuno a osservare, ma basta anche solo la raffigurazione di occhi ad attivarlo, suscitando l'idea di essere osservati.

Effetto Woozle
Si verifica quando la citazione frequente di pubblicazioni prive di prove verificate fuorviano individui, gruppi e il pubblico, spesso generando leggende urbane. Nel libro Winnie-the-Pooh di A.A. Milne, Pooh e Pimpi seguono delle tracce lasciate nella neve, credendo siano di un animale immaginario chiamato woozle; le tracce continuano a moltiplicarsi finché Christopher Robin non spiega loro che avevano seguito le proprie tracce in cerchio attorno a un albero.


Effetto Zeigarnik
È il bias mnemonico per cui si tende a ricordare i compiti o le azioni incompiute o interrotte con maggior facilità di quelle completate. Ciò è alla base in narrativa del cliffhanger: si lascia incompiuta la trama dell'episodio su un colpo di scena per spronare lo spettatore a seguire il successivo.

17 commenti:

  1. Diverse già le conoscevo, anche perché alcune fanno parte quasi della "saggezza popolare" per così dire. L'effetto vedovanza purtroppo è noto, soprattutto fra le persone anziane, in modo ancora più marcato quando a morire è la donna e l'uomo rimane solo.
    L'effetto scivolone anche è una reazione abbastanza naturale per certi aspetti: si empatizza più facilmente con chi ha fatto una figuraccia che con il "primo della classe".

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    1. No, hai frainteso completamente l'effetto scivolone. Si empatizza più facilmente con la figuraccia fatta dal "primo della classe" rispetto a quella fatta da uno qualsiasi. Con il primo l'errore lo "umanizza", facendolo sembrare più vicino ai più e togliendogli quell'alone di essere superiore, mentre col secondo lo fa sembrare semplicemente uno che ha fatto/detto una stupidaggine, quindi da biasimare.

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    2. Avevo equivocato. Comunque, a me è capitato anche di vedere l'opposto: il "primo della classe" che fa una gaffe, e gli altri che lo deridono con un livore e un senso di rivalsa davvero esagerati.

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    3. Hai indubbiamente ragione, è un qualcosa che capita.
      Il quadro è più complesso, perché si deve tenere conto di una serie di fattori complementari.
      Per esempio il sesso: empiricamente si osserva che gli uomini sono più portati a simpatizzare verso chi ha commesso un errore, mentre le donne preferiscono chi non sbaglia affatto (quindi con loro l'effetto scivolone è meno pronunciato).
      Bisogna poi tenere conto del rapporto tra osservatore e osservato. Se l'errore commesso dall'osservato ricade nell'ambito di competenza dell'osservatore, questo è meno portato a "perdonare" l'errore (esempio: se io vedo un errore riguardante la Chimica sono più implacabile rispetto a uno di Fisica).
      Ritengo che poi centri anche il grado di familiarità che si ha con chi commette l'errore (ovvero l'esempio che facevi tu): in un classe di liceo al cocco dell'insegnante l'errore non glielo si perdona, mentre a uno degli altri compagni meno bravi sì. Ma qui, se noti, si ricade anche nell'esempio precedente: il cocco ha commesso un errore in un campo in cui gli altri individui sono competenti allo stesso livello (in quanto in una classe si apprende allo stesso livello, le differenze sono dovute a capacità e impegno).
      Ancora, bisogna tenere conto delle caratteristiche individuali: una persona con una grande autostima preferisce persone che non commettono errori, pertanto è meno portata a simpatizzare con chi ne commette, mentre una persona con bassa autostima tende di più a empatizzare con chi ne commette, perché la sente simile a sè.
      Poi ritengo personalmente che nel quadro influiscano anche convinzioni ideologiche. Se un virologo dicesse un'inesattezza, immagino che un pro-vax direbbe che "tutti facciamo errori" mentre un no-vax lo metterebbe in croce, e viceversa.
      Insomma, le casistiche sono tante e questi effetti non sono verità assolute, ma spesso osservazioni che vanno contestualizzate.

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  2. Non conoscevo nessuno di questi effetti. Mi viene da pensare che gli uffici di marketing ne applichino molti per attirare l'attenzione sui loro prodotti. Ho pensato all'effetto Streisand come a un moltiplicatore, per esempio, un po' come l'anonimato (o finto anonimato) che circonda certi scrittori o artisti e che solletica la curiosità e l'interesse del pubblico.

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    1. Sì, ed è alla base di quello di cui avevo parlato anni fa, cioè del neuromarketing.

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  3. L'effetto Rashomon è da riscoprire, il film intendo. Comunque terza parte davvero molto interessante, perché ne conoscevo più della metà, alcune anche qui che involontariamente o meno tutti sperimentiamo.

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    1. Rashomon in effetti è un film piuttosto famoso. Ma ricordo una situazione abbastanza simile in un episodio della serie "L'Ora di Hitchock" intitolato "I Cinque Testimoni".

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    2. Ma certo che sì, vorrei appunto rivederlo ;)

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    3. Ti consiglierei il recupero anche di quell'episodio di Hitchcock, così da fare un confronto tra i due. 😃

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  4. L’effetto Rashomon mi colpisce molto, ricordo di aver visto il film, ma probabilmente è quello di Hickocok perché quello giapponese non mi pare di averlo visto.
    L’Effetto Ringelmann credo di subirlo spesso, ma non sapevo si chiamasse così:
    la tendenza dei membri di un gruppo di lavoro a divenire sempre meno produttivi all'aumentare della dimensione del gruppo.
    Che dire, nel mio lavoro mi è capitato spesso di dover far parte di gruppi di lavoro sempre più numerosi e via via più inutili, una specie di delirio voluto dai dirigenti, per fortuna la pandemia ha ridimensionato molto questa folle mania.
    L’effetto spettatore é davvero avvilente, insomma è meglio correre un pericolo davanti a una sola persona così hai la speranza che possa soccorrerti...

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    1. Diciamo che il rischio è un po' quello... che tutti si blocchino e nessuno faccia niente, mentre meno persone ci sono (meglio ancora una sola, come dicevi) più è probabile che qualcuno intervenga.
      Che poi il soccorso, come dico sempre a lezione, non è intervenire direttamente sul ferito, ma chiamare soccorso, cioè persone più competenti ad aiutare chi è in difficoltà. Purtroppo l'effetto spettatore è un po' l'estremizzazione di questo concetto: quando ci sono tante persone si pensa: "beh, ci sarà qualcuno che faccia qualcosa qui, io sarei di troppo, al massimo qualcun'altro chiamerà il soccorso."

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  5. Grande post.
    Davvero tutto molto interessante, esattamente come i primi due. Grazie davvero Marco. Ciao.

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  6. Quella di Rashomon mi fa pensare alla storia dell'elefante, che ognuno potrebbe descrivere in modo diverso se bendato :)
    Interessante la storia degli occhi, che spingerebbero le persone a comportarsi meglio... meglio un paio di occhi che delle telecamere? XD
    Vero per gli scivoloni, rendono più umana una persona... si prova più vicinanza.

    Moz-

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    1. La storia dell'elefante non la conosco!
      In caso di sorveglianza necessaria sono meglio le telecamere, però in loro mancanza l'immagine di occhi che osservano sembra comunque essere un deterrente da comportamenti impropri. Probabilmente funziona persino meglio d un avvertimento vocale registrato.

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    2. La storia dell'elefante serve a spiegare come 4 persone spieghino una cosa sempre secondo il loro punto di vista, in base a quello che possono toccare o al dettaglio che vedono più grande :)

      Moz-

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