Ubriaco Fradicio è un racconto di Arthur Porges, che parla di un uomo che è solito mettersi ubriaco alla guida e che riesce sempre a cavarsela a buon mercato sfruttando il fatto di soffrire di diabete (è facile confondere i sintomi del diabete con quelli dell’ubriachezza). In una di queste sue prodezze ha investito e ucciso un bambino, riuscendo però a scampare alla giusta punizione. Due anni dopo viene trovato morto per avvelenamento da fosgene e il medico legale sospetta che il colpevole sia la madre del bambino.
Il fosgene è un gas venefico usato durante la Prima Guerra Mondiale, prima che con il protocollo di Ginevra del 1925 venisse vietato l’utilizzo di armi chimiche (proibizione dell'uso in guerra di gas asfissianti, tossici e simili, nonché di mezzi batteriologici). Una volta inalato, il fosgene reagisce con l’acqua presente negli alveoli polmonari e si decompone rilasciando acido cloridrico, che attacca i polmoni, provocando emorragie interne e insufficienza respiratoria. I sintomi sono lenti a comparire (da 24 a 72 ore), ma la vittima non ha scampo. Si calcola che nella Grande Guerra il suo utilizzo abbia causato circa centomila morti. Questo gas ha una particolarità: ha un odore che ricorda quello del fieno umido, perciò i soldati venivano addestrati a riconoscerne l’odore, e nel caso a indossare immediatamente le maschere antigas.
Questa è la prima ipotesi del medico: che la donna abbia rubato del fosgene da un deposito militare. Ma si rivela errata.
Il medico ipotizza allora che il fosgene lo abbia prodotto lei, e capisce come: sfruttando proprio la malattia che l’uomo usava per coprire le sue malefatte.
Il diabete mellito (dal greco mellon, cioè "di sapore dolce") è una patologia dovuta a un deficit dell'insulina, ormone pancreatico che regola la glicemia, che porta a un innalzamento della quantità di glucosio nel sangue. Il tipo 1 ("diabete infantile") è di natura genetica, mentre il tipo 2 ("diabete degli adulti") insorge a seguito di stimolo immunologico in età adulta. Il diabete mellito tipo 1 provoca inoltre chetosi, l’accumulo a livello ematico dei corpi chetonici. Si tratta di tre composti, derivanti dal metabolismo dei lipidi, che l'organismo produce come materiale energetico di riserva, in caso le riserve bioenergetiche di glucosio siano in carenza (cosa importante soprattutto a livello cerebrale). Le persone affette da diabete tipo 1 hanno una sovrapproduzione dei corpi chetonici, che vengono eliminati sotto forma di acetone per via polmonare e attraverso le urine. È tipico, per le persone che soffrono di tale malattia, avere un fiato che odora di acetone, che può venire scambiato per odore di alcol. Ed era proprio questo ciò che l’uomo del racconto sfruttava a suo favore.
La madre del bambino era la moglie di un professore di Chimica, che non aveva retto al dolore per la perdita del figlio, ed era morto. Così si era fatta assumere come donna delle pulizie nel luogo in cui lavorava l’uomo responsabile della distruzione della sua famiglia. Approfittando di un momento in cui era addormentato nel suo ufficio, aveva calato nella stanza uno straccio imbevuto di tetracloruro di carbonio, un disinfettante molto comune per la pulizia dei pavimenti (oggigiorno non più usato, in quanto i solventi clorurati sono cancerogeni) e glielo aveva avvicinato alla bocca. I vapori del composto avevano reagito con l’acetone emesso dal fiato dell’uomo e avevano così prodotto il mortale fosgene.
Chimica a parte, ma non tanto, ha fatto bene la madre del bambino..
RispondiEliminaCon i chimici non si scherza...
EliminaBellissima la spiegazione chimica che hai dato del romanzo. A scuola adoravo la chimica, ma la mia idiosincrasia per la matematica mi ha sempre spinto per le discipline umanistiche.
RispondiEliminaBeh, come vedi, in questa rubrica si coniuga la scienza con la letteratura... quindi c'è posto per entrambe!
EliminaAccidenti a me e alla mia ignoranza della chimica, se solo la conoscessi meglio la potrei sfruttare per far fuori un po' di gente che mi sta sui maroni...
RispondiElimina;-)
Il vero problema non è l'omicidio, ma farla franca...
EliminaMa per questo bisogna rimandare al terzo episodio della rubrica...
Mamma mia, che racconto interessante (quanto incredibile)! Ma come l'hai scoperto?
RispondiEliminaTra l'altro, proprio in questi giorni dovrò inzupparmi il cervello di nozioni di Chimica Farmaceutica, quindi... per certi versi la cosa mi riguarda! :D
Si trovava in una delle antologie firmate (almeno nominalmente) da Alfred Hitchcock. E non è nemmeno l'unico a tema con la Chimica.
EliminaNoto con piacere che molti scrittori, registi ecc... sono affascinati da questa scienza... tra l'altro ricordo ancora quando lessi i tuoi post sui "chimici-scrittori" (e furono proprio quelli che mi convinsero a seguire il tuo blog) xD
EliminaAnche musicisti, se per questo! 😄
EliminaHai ragione! 😁
EliminaLa chimica ha dei risvolti interessanti e perfettamente applicabili alla letteratura. Certo che gli effetti del gas fosgene sono davvero terrificanti...
RispondiEliminaIl fosgene fu la risposta francese all'iprite usata dai tedeschi, che era più spaventosa ancora.
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