Rieccoci qua per la seconda parte del nostro viaggio nel mondo dei vampiri. A tal proposito la mia bella assistente Vulnavia è davvero arrabbiatissima: ieri è uscita a cena con un certo conte transilvano (immagino abbiate capito di chi si tratta), e quello subito le è saltato al collo per farle dei succhiotti. Così Vulnavia l'ha rimesso a posto con la più terrificante delle maledizioni: matrimonio. Allora l'infido conte si è trasformato in pipistrello ed è volato via, lasciandola lì da sola a pagare il conto...
Ore d'Orrore
“Ci sono molte buone ragioni per avere paura del buio”
“Il vampiro continua a vivere e non può morire solo perché gli anni passano. Può acquistare forza quando riesce a ingrassare se stesso con sangue di vivi. Di più, noi abbiamo visto che può addirittura ringiovanire, che le sue facoltà vitali possono aumentare e sembra quasi che si rinnovino quando riesce a trovare in abbondanza il suo particolare nutrimento.” (Bram Stoker, Dracula)
L’origine del mito: sepoltura e decomposizione
Non sono stati i pipistrelli vampiro a ispirare le leggende sui vampiri, dato che sono stati scoperti solo nel XVI secolo in Sudamerica. L’animale da correlare a tali creature è invece la sanguisuga: contrariamente all’immagine moderna, la tradizione popolare descriveva infatti i vampiri come di aspetto gonfio, dalla carnagione scura o sanguigna, l’aspetto che ha la mignatta dopo aver succhiato il sangue della sua vittima.
Le tradizioni parlano di cadaveri che perdono sangue da bocca e naso, a cui crescono capelli e unghie, e trovati con l’occhio sinistro aperto.
Fenomeni del genere non hanno nulla di misterioso spiegati con la scienza, ma in passato il processo di decomposizione dei cadaveri, che dipende dalla temperatura, dalla composizione chimica del terreno, dal tipo di sepoltura e da altri fattori, non era ben conosciuto. Spesso si riteneva che un morto fosse divenuto un vampiro quando il cadavere non aveva un aspetto ritenuto conforme allo stato di morte.
Gli amminoacidi ornitina e lisina si convertono rispettivamente in putrescina e cadaverina, a cui si deve l’odore della decomposizione. Dopo il decesso i cicli metabolici si interrompono, perciò i cadaveri si gonfiano per l’accumulo di tali sostanze gassose, e la pressione può forzare il sangue a uscire da naso e bocca. L’ambiente chimico-fisico del sangue cambia, perciò alcune sostanze coagulano, “ristagnando” e scurendo il corpo.
Pelle e gengive perdono liquidi, per cui si contraggono, esponendo alla vista le radici di capelli, unghie e denti; questo portò alla credenza che continuassero a crescere anche dopo la morte.
Altra cosa che ha contribuito a creare il mito è la “sepoltura prematura”: persone che si risvegliavano ancora vive nella tomba destavano sospetti di vampirismo. La causa era la catalessia, un disturbo psicomotorio caratterizzato da rigidità delle estremità e ridotta sensibilità al dolore. Può essere causato da malattie oggi ben conosciute, come schizofrenia, malattia di Parkinson ed epilessia.
L’origine del mito: patologie
La rabbia è una malattia virale trasmissibile all’uomo a seguito del morso di animali infetti (tipicamente lupi e pipistrelli, animali associati ai vampiri). In una prima fase i sintomi sono aspecifici (febbre, cefalea, mialgia), poi subentra l’idrofobia (laringospasmo doloroso al tentativo di bere), infine dei sintomi neurologici quali furia, irascibilità, allucinazioni, meningismo, perdita del senso dell'orientamento, lacrimazione, aumento della salivazione, disturbi del sonno e ipersessualità. Causa anche iperestesia, un aumento della recezione sensoriale, che può tradursi in una maggiore suscettibilità alla luce (fotofobia). Può inoltre portare a perdere sangue dalla bocca e soprattutto a mordere altre persone.
Un altro dei sintomi è l’ipersensibilità: di norma un organismo reagisce ad agenti estranei con una risposta immunitaria, ma in alcuni casi dà luogo a reazioni dannose che provocano alterazioni tessutali e causano gravi patologie (risposta allergica). La suscettibilità all’aglio potrebbe essere spiegata come ipersensibilità verso i suoi composti dello zolfo. Inoltre, secondo un’antica credenza, chi non riusciva a riflettersi nello specchio, era malato di rabbia.
La parte corpuscolare del sangue è costituita dai globuli rossi, contenenti una proteina chiamata emoglobina, che ha il compito di trasportare l'ossigeno dagli alveoli polmonari alle cellule.
Le anemie sono malattie provocate dalla riduzione patologica dell'emoglobina; si manifestano con astenia, tachicardia e cardiopalmo, svenimento, mancanza di appetito, nausea, dispnea da sforzo, riduzione della capacità di concentrazione e di memoria, splenomegalia, basso calore corporeo e un caratteristico colorito pallido di pelle e mucose.
Le porfirie sono un insieme di rare malattie del sangue. La porfiria cutanea tarda presenta effetti cutanei nelle zone esposte al sole, quali fragilità cutanea con formazione di bolle ed erosioni che si trasformano in croste e cisti. La porfiria eritropoietica congenita (morbo di Gunther) causa anemia emolitica (distruzione dei globuli rossi) e fotofobia. Le urine sono rosso scuro per la grande quantità di porfirine eliminate e i soggetti presentano eritrodonzia: illuminando i denti con luce ultravioletta, questi appaiono di un rosso fluorescente per le porfirine (un componente dell'emoglobina) che vi si depositano. I malati di porfiria possono presentare una sintomatologia che comprende sensibilità ai raggi ultravioletti, che possono anche causare ustioni alla pelle, canini sviluppati in conseguenza del difetto enzimatico che causa la malattia, pallore legato a forte anemia. A volte viene colpito il sistema nervoso, creando stati confusionali, addirittura un coma profondo che poteva essere confuso con la morte, facendo sì che il malato venisse posto nelle bare, per poi risvegliarsi improvvisamente dallo stato di morte apparente. Bram Stoker scrisse Dracula mentre studiava questa malattia.
Epidemiologia
La presenza di un vampiro veniva anche segnalata da epidemie di tubercolosi e peste. Il vampirismo stesso è una malattia epidemica trasmissibile, in quanto la vittima di un vampiro diviene a sua volta vampiro. In un saggio è stato dimostrato che è matematicamente impossibile che esistano i vampiri: data la progressione geometrica, se il primo vampiro fosse apparso il 1º gennaio del 1600 e si fosse nutrito una volta al mese e tutte le sue vittime fossero divenute vampiri, in due anni e mezzo l'intera popolazione mondiale sarebbe stata vampirizzata.
E per oggi è tutto, amici dell'orrore. Il vostro dottore vi dà appuntamento al prossimo episodio... sempre che non finiate a cena da qualche vampiro!
La paura verso i cadaveri l'avevo sentita dire come uno dei motivi che hanno incentivato la sepoltura e la cremazione (oltre ai motivi igienici e al rispetto per la salma che non va lasciata alla mercé degli animali).
RispondiEliminaLa dimostrazione "scientifica" dell'inesistenza dei vampiri è geniale :-D
Si era già intuito che i cadaveri potevano veicolare qualcosa di male. Oggi sappiamo che è correlato a questioni igieniche, mentre all'epoca non si sapeva dell'esistenza dei batteri e che animali necrofagi come topi e scarafaggi veicolassero malattie, pertanto si nascondeva quel timore dietro il mito.
EliminaLa spiegazione scientifica conclusiva si basa sulla credenza che la vittima di un vampiro risorga a sua vota come vampiro, ma in realtà questa non è una caratteristica comune a tutte le mitologie, per quanto molto diffusa (almeno in Europa centro-orientale).
Molto interessante questo post, per certi versi... persino agghiacciante!
RispondiEliminaHo letto per ben due volte Dracula di Bram: l'ho letteralmente adorato, e non escludo di rileggerlo una terza volta. Pur non essendo appassionata del genere, il modo di scrivere dell'autore (tra l'altro, sono stata molto sorpresa quando ho appreso essere laureato in Matematica!) era sin troppo coinvolgente perché non si leggesse tutto d'un fiato. Senza contare che, negli ultimi anni, mi sono imbattuta in "Dracul", una specie di prequel di Dracula, scritto da un antenato dello stesso Bram assieme a J.D. Barker. Ci ho messo anni, ma alla fine, qualche mese fa, mi sono decisa a leggerlo... inutile dire che mi ha coinvolto sino alla fine.
Comunque sia... non mi aspettavo che le informazioni reperibili su questi esseri sovrannaturali fosse così ricca!
*La mole di informazioni (il cellulare, come sempre, fa i capricci)!
EliminaLe informazioni sui vampiri sono tante perché ci sono stati molti studi sul mito. C'è stato un grande lavoro di ricerca fatto da una celebre vampirologa, forse la più grande autorità mondiale in tema di vampiri.
EliminaComunque Dacre Stoker, che ha scritto Dracul, è un discendente di Bram Stoker (è ancora vivo...)
Invece esiste un brano, che avrebbe dovuto essere il primo capitolo di Dracula, con protagonista Jonathan Harker, che è stato tagliato dalla versione definitiva del romanzo, perchè l'editore aveva ritenuto che appesantisse l'opera. Però è facilmente reperibile come racconto (è solo una decina di pagine).
Per quanto riguarda più nello specifico l'origine di Dracula, ti posso rimandare a questo post:
https://arcaniearcani.blogspot.com/2016/02/cacciatori-di-vampiri.html
Giusto, è un discendente (perdona il lapsus)! Sul brano, invece, non ne avevo proprio idea... però in Dracul, in effetti, alla fine del libro c'era una sezione dedicata proprio ai "tagli" che erano stati fatti in Dracula...
EliminaQuanto al post che mi hai allegato, lo leggerò sicuramente!
Il racconto si chiama "L'Ospite di Dracula."
EliminaQui lo puoi leggere online:
https://pdfslide.net/documents/stoker-bram-lospite-di-dracula-e-altri-racconti-antologia-1914.html?page=24
Interessante! Leggerò senz'altro anche questo, grazie per avermelo allegato!
EliminaMolto bello e approfondito questo post sull’origine del mito. Molti miti e leggende nascono dalla non conoscenza delle malattie, in effetti. La scienza ci ha salvati principalmente dall’ignoranza.
RispondiEliminaMi piacerebbe poter dire che questo accadeva solo in passato, invece abbiamo vissuto da poco un periodo dove si è tornati indietro di secoli, grazie a tutti quelli che pensano che le opinioni abbiano più rilevanza dei fatti.
EliminaCome le odio le sanguisughe! Comunque non per caso che in Cujo un pipistrello morde un cane, e quest'ultimo via di rabbia ed altro.
RispondiEliminaAlla fine parte sempre tutto da un pipistrello, come nel 2020...
EliminaHai spiegato molto bene l’origine di questi miti, in passato certe “dinamiche” ora ben spiegate scientificamente hanno creato storie e leggende fantastiche. Credevo che la rabbia fosse più connessa al mito degli zombie, ma tutto sommato anche i vampiri fanno parte della famiglia dei mostruosi notturni, solo che la letteratura li ha resi più affascinanti. Sanguisughe e pipistrelli sono animali che mi creano la stessa repulsione...
RispondiEliminaNo, la rabbia è probabilmente alla base del mito di vampiri e lupi mannari, che poi col tempo si sono differenziati e hanno raccolto in sè diverse sostrati archetipici (la paura della malattia il vampiro, la paura della bestialità il lupo mannaro).
EliminaIl mito dello zombie è più complesso, perché questa figura ha avuto un'evoluzione particolare, infatti originariamente era qualcosa di diverso da quanto siamo abituati oggi a vedere.
Lo zombie veniva creato dagli stregoni (africani prima, caraibici poi) come lavoratore schiavo. Pertanto lo zombie era una vittima, non il mostro. Chi ha cambiato le cose è stato George Romero col film La Notte dei Morti Viventi (1968), ispirandosi al romanzo di Matheson Io Sono Leggenda, mettendo al posto dei vampiri gli zombie e sovrapponendoli alle leggende mediorientali sui ghoul, creatura che si cibava di cadaveri sottratti ai cimiteri.