Ben ritrovati, cari nosferatu... Ve l’avevo detto
che prima o poi ci saremmo rivisti. Il vostro Dottor χ
è qui con voi per una nuova, terrificante,
stagione di Ore d’Orrore. Dopo esserci occupati di vampiri, scienziati pazzi, lupi mannari e mummie, incontreremo altri quattro archetipi dell'orrore.
Quest’oggi
inizieremo col parlare di un personaggio molto interessante, di cui scopriremo i
segreti. Sbarrate porte e finestre, perché il vostro amato dottore sta per
parlarvi di zombie!
Ore d’Orrore
“Ci sono molte buone ragioni per avere paura del
buio”
“Quando non ci sarà più posto all’inferno, i morti
cammineranno sulla terra” (dal film Zombie)
Morti Viventi
Nel corso dei
secoli il folklore di diversi parti del mondo ha raccontato sovente di creature
tornate in vita dopo essere morte. La dizione di morti viventi comprende anche i vampiri, per cui spesso il
riferimento è a esseri assimilabili al moderno vampiro.
Secondo la
mitologia romana, gli strigoi erano
anime di persone morte senz’aver mai contratto matrimonio, e che per questa
ragione tornavano in vita. Avevano capelli rossi e occhi azzurri e potevano
trasformarsi in animali, per esempio gufi. Un modo per proteggersi da loro era l’uso di corone d’aglio, quindi sono stati anche precursori di alcuni aspetti
delle leggende sui vampiri.
In Scandinavia
si raccontava dei gjenganger, cadaveri
animati tornati dalla morte per infondere paura e attaccare i viventi. Erano il
risultato di atti violenti quali suicidio oppure omicidio o assassinio; a
seconda delle versioni, tornavano in vita per chiedere l’aiuto dei viventi in
modo da trovare la pace oppure per portare terrore e morte grazie al loro tocco,
che trasmetteva una malattia mortale. Altro mito era quello dei draugr, esseri tornati in vita per
attaccare e cibarsi dei viventi o succhiarne il sangue. Erano dotati di
resistenza sovraumana, potevano accrescere le proprie dimensioni a piacimento ed
erano accompagnati da un terribile fetore di decomposizione.
Nel Medioevo era
credenza comune l’esistenza dei ritornanti, persone che tornavano in vita dopo
la morte per cacciare i viventi. In genere questo avveniva per vendicarsi di un
crimine commesso contro di loro quand’erano in vita, spesso l’omicidio. Il loro
aspetto era quello di cadaveri disseccati o di scheletri.
Zombie
Si ritiene che la
radice etimologica della parola zombie
sia comune a quella di due parole del linguaggio congolese: nzambi, cioè dio, e zumbi, feticcio; più in generale si tratta di termini generici per
indicare uno spirito divino. Si ritiene abbia la stessa derivazione anche il jumbee, un essere non-morto, spesso di
natura incorporea, presente nel folklore dei Caraibi inglesi. Anche nelle Indie
Francesi col termine zombie si intende più in generale uno spirito.
L’idea di zombie
“corporei” era invece presente in alcune culture del Sudafrica, dove venivano
chiamati xidachane nella lingua Sotho
e maduxwane nella lingua Venda. In
alcuni posti si riteneva che un cadavere potesse essere trasformato in zombie persino da
un bambino, in altre che fossero delle streghe, dopo aver ucciso e posseduto il
corpo delle proprie vittime, in modo da trasformarle in lavoratori schiavi.
Secondo la
maggior parte degli studiosi, le credenze a proposito degli zombie hanno dunque
origine dalla cultura africana e furono importate ad Haiti da schiavi africani,
i quali credevano che la divinità del vudù, il Baron Samedi, li avrebbe liberati dalla tomba per riportarli a un
aldilà paradisiaco situato in Africa (Guinea); questo sempre che non lo
avessero offeso in qualche modo: in tal caso sarebbero rimasti per sempre degli
schiavi, sotto forma di zombie.
Secondo altri studiosi,
queste credenze deriverebbero invece dalle pratiche sciamaniche del popolo Taino
(la prima popolazione amerindia dei Caraibi, oggi estinta), in base a quanto
riportato negli scritti del monaco Ramón Pané, un compagno di Cristoforo Colombo.
Secondo le
credenze popolari di Haiti, alcuni stregoni (bokor)
sarebbero in grado di catturare una parte dell'anima di una persona (detta il piccolo angelo guardiano), imprigionandola
in una bottiglia. Dopo la sua morte e sepoltura, i bokor esumavano il cadavere,
e passandogli sotto il naso la bottiglia contenente il suo piccolo angelo
guardiano, erano in grado di farlo risvegliare e controllarlo a piacimento. A
questo punto rimaneva al servizio del bokor come schiavo finché questo non
decideva di liberarlo. Secondo alcune tradizioni, se lo zombie avesse
assaggiato del sale, avrebbe ripreso coscienza e la fattura sarebbe stata spezzata. Si
diceva inoltre che se uno zombie avesse visto l’oceano, la sua mente sarebbe ritornata e
sarebbe stato libero dalla maledizione. Distruggere lo zombie non ha lo scopo di
uccidere la persona, bensì di liberarla dalla sua condizione di schiavo. I
bokor avevano anche il potere di catturare una parte dell’anima di una persona
in modo da accrescere i propri poteri: di norma le vendevano ai clienti in
bottiglie decorate in maniera speciale.
La diffusione di
questi miti a livello globale è iniziata a seguito dell’occupazione di Haiti da
parte degli USA all’inizio del XX secolo, quando una serie di casi di presunti
zombie hanno cominciato a far notizia. Anzi, probabilmente è anche all’origine
del folklore relativo alle mummie egiziane che tornano in vita (quando fino ad
allora erano solo ritenute portatrici di sventura per chi ne disturbasse il
riposo), segno che le figure
dell’horror si sono influenzate a vicenda.
Quando nel 1968 uscì
il film di George Romero La Notte dei
Morti Viventi venne definita la moderna concezione dello zombie, che si discosta
grandemente dal classico zombie haitiano. Questo è infatti una creatura
singola, riportato in vita dalla magia di uno stregone per divenire un
lavoratore schiavo; nella concezione di Romero, gli zombie si muovono in gruppo,
sono mostri dediti a un feroce cannibalismo, la loro condizione è trasmissibile
attraverso il morso e la spiegazione data del fenomeno è di tipo scientifico.
Quali sono stati dunque i passaggi che hanno portato dal tradizionale zombie
haitiano a quello moderno?
Nel romanzo di
Richard Matheson Io Sono Leggenda, l’intera
popolazione mondiale si è trasformata in vampiri a seguito di un contagio
virale, tranne il protagonista: l’horror classico è ribaltato, in quanto in un
mondo di mostri, è l’unico essere umano a essere il diverso, e quindi il mostro.
Romero ne prese
ispirazione, cambiando però gli astuti vampiri del romanzo in esseri privi di
intelligenza e spinti unicamente dal desiderio di mangiare carne umana dei
viventi; invece di un uomo solo contro il resto del mondo, Romero mise la
popolazione vivente a fronteggiare gruppi crescenti di zombie. Ancora,
esattamente come il vampirismo viene trasmesso attraverso il morso, Romero aggiunge
questo particolare anche agli zombie, ulteriore dimostrazione che le figure
dell’horror si sono influenzate l’una con l’altra.
Il ghoul o ghul, è una figura appartenente al folklore arabo, le cui origini
sono precedenti all'avvento dell'islam. La descrizione che ne viene data è
spesso contraddittoria. Nelle storie preislamiche e islamiche è generalmente un
jinn, un’entità a metà strada tra
uomini e demoni, e capace di mutare la propria forma, ma il ghul è esclusivamente di sesso femminile, abita nei deserti e
aggredisce i viaggiatori. Nel racconto Storia
di Sidi-Nouman, appartenente al corpus de Le Mille e una Notte, il ghul viene invece presentato come un
mostro che dissotterra cadaveri dai cimiteri per cibarsene, e questa sua
caratteristica cannibalistica venne ripresa poi dagli autori successivi, fino
in occidente.
Romero ha quindi
cambiato le caratteristiche dello zombie, fino a quel momento semplicemente uno
schiavo sottoposto alla volontà del suo creatore, sovrapponendole con quelle dei
vampiri del romanzo di Matheson e con il ghoul mangiatore di cadaveri, generando
così il moderno zombie cannibale.
Per oggi è tutto, creature della notte. Il vostro
dottore vi dà appuntamento a fra tre giorni per la seconda parte dell’articolo,
dove esamineremo gli zombie da un punto di vista più scientifico...
Sono contento che hai trovato il modo per sopperire all'inaffidabilità del sottoscritto ^_^
RispondiEliminaUn gran bel viaggio nell'unoverso zombesco... non posso fare a meno di notare che non hai perso lo smalto!
Ma quindi questo blog non è solo arcani?
Questo blog avrà tanti contenuti, di diversi ambiti. Basta avere la curiosità di volerli leggere.
EliminaFantastico! Conoscevo la parte relativa a Romero, ma hai fornito preziosissime informazioni (ignoravo tutto il resto :D)
RispondiEliminaMi sono dilettata di recente con la serie iZombie, assai trash, ma assolutamente divertente :D
L'avevo promesso da parecchio questo articolo, no? :)
EliminaSui bokor che rubano l'anima avevo letto articolo su un almanacco di Dylan Dog, nel quale si spiegava che in realtà lo stato di zombie era dovuto alla assunzione di forti droghe che facevano perdere la volontà alla persona.
RispondiEliminaNe parlo nella terza parte dell'articolo, che uscirà domani.
EliminaHo spoilerato il finale :D
EliminaIn effetti no, è nella parte centrale del post. :)
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