martedì 29 marzo 2016

Incontri Ravvicinati

"Superman non diventa Superman: Superman è nato Superman. Quando si sveglia al mattino, è Superman: il suo alter-ego è Clark Kent. Quella tuta con la grande S rossa è la coperta che lo avvolgeva da bambino quando i Kent lo trovarono, sono quelli i suoi vestiti. Quelli che utilizza come Kent, gli occhiali, l'abito da lavoro, quello è il suo costume, è il costume che Superman indossa per mimetizzarsi tra noi. Clark Kent è il modo in cui Superman ci vede. E quali sono le caratteristiche di Clark Kent? È debole, non crede in se stesso, ed è un vigliacco. Clark Kent rappresenta la critica di Superman alla razza umana."
(da Kill Bill - Volume 2, di Quentin Tarantino)

Chi ha letto i miei due libri, avrà probabilmente notato che ho una certa predilezione per i racconti che vedono un contatto con gli alieni (ce n'erano 7 in entrambi). In particolare mi piace utilizzare il tema del "vivono tra noi" (applicabile peraltro non solo agli alieni), ovvero l'idea che in mezzo a noi vivano, perfettamente mimetizzati, individui o gruppi o addirittura intere civiltà non-umane, che tengono nascosta la loro vera natura. Ciò che mi affascina è per l'appunto lo sviluppo di un personaggio che cela la propria vera identità e che rivela solo a un determinato punto della storia, stravolgendo completamente l'idea che ci eravamo fatti di lui.
Per esempio: il nuovo vicino di casa, che esce solo quando fa buio, fa il turno di notte o in realtà è un vampiro? Oppure l'uomo che sta entrando nella cabina telefonica: deve fare una telefonata o in realtà è un supereroe che deve mettersi il costume? O ancora: è vero che esiste una cospirazione ai più alti livelli governativi per nascondere l'esistenza degli alieni? E in uno scontro tra due civiltà, chi avrebbe poi davvero la peggio?
Il tema, come vedete, è interessante, ma soprattutto molto divertente da sviluppare per uno scrittore. Ma veniamo ora più nel concreto e parliamo di incontri ravvicinati. Tenete presente che tutto quello che viene detto non è necessariamente riferibile alle sole civiltà extraterrestri.


Il Paradosso di Fermi nacque a seguito di una discussione avuta da Enrico Fermi a Los Alamos nel 1950, dopo la notizia di un presunto avvistamento di UFO. Può essere riassunto nel seguente ragionamento: "Se l'universo e in primis la nostra galassia pullula di civiltà sviluppate, dove sono tutti quanti? Se ci sono così tante civiltà evolute, perché non abbiamo ancora ricevuto prove di vita extraterrestre come trasmissioni di segnali radio, sonde o navi spaziali?"
L'equazione di Drake, elaborata dall'astrofisico Frank Drake, è una formula matematica che permette di stimare a livello probabilistico il numero di civiltà intelligenti presenti nella nostra galassia.
L'equazione è:  N = R ∙ fp ∙ ne ∙ fl ∙ fi ∙ fc ∙ L


Un incontro ravvicinato è un evento in cui una persona testimoni di essere venuta a contatto con un oggetto volante non identificato (UFO). La classificazione in tre tipologie è opera dell'astrofisico J. Allen Hynek, che non faceva però riferimento nello specifico ad alieni o civiltà extraterrestri, quindi in teoria potrebbe venire utilizzata nel caso di contatto con qualunque tipo di entità. In seguito altri ricercatori hanno aggiunto altre quattro categorie.

I tipo: avvistamento di UFO
II tipo: osservazioni di fenomeni legati agli UFO (ad esempio i cerchi nel grano)
III tipo: osservazioni di esseri animati correlati agli UFO
IV tipo: rapimento da parte degli alieni
V tipo: incontri bilaterali o comunicazioni con civiltà extraterrestri (è a questo che si riferisce Incontri Ravvicinati del 5° Tipo, il racconto di apertura del mio primo libro, Incubi e Meraviglie)
VI tipo: contatti con UFO che provocano effetti fisiologici a lungo termine (tra cui anche morte)
VII tipo: ibridazione umano-aliena


In ogni caso, se queste supposte intelligenze aliene esistessero davvero, dubito che vorrebbero incontrare noi terrestri: altrimenti non sarebbero certo così intelligenti...

"A volte penso che la certezza dell'esistenza di una vita intelligente da qualche parte nell'universo ci è data dal fatto che nessuno ha mai cercato di contattarci."
(tratto da Calvin e Hobbes - Il Progresso Tecnologico fa "Boink")

19 commenti:

  1. Ricordo una notte di caccia agli alieni sui Pirenei, oltre venti anni fa, da cui sono uscito vivo solo per miracolo, a causa del freddo. Gli esiti della caccia, almeno per il momento, li tengo top-secret.

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    1. Mmhh... ma chi ci assicura che tu sia il vero Ivano Landi? Potresti essere una creatura venuta dall'oltrespazio che ne ha preso le sembianze...

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    2. Chissà, forse quella notte sono stato sostituito a mia insaputa ^_-

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    3. Maledetti baccelloni alieni! ;)

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    4. C'era un celebre racconto di Dick che aveva questa trama: L'Impostore.
      Però era un androide esplosivo il sostituto.

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  2. Per la cronaca, mi sono rivista di recente tutte le stagioni di X-Files. :-) Gli alieni mi piacciono, ma, essendo più appassionata di Storia, ho una netta predilezione per i fantasmi. Brrr...

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    1. Secondo me X-Files dopo la 5° stagione aveva un po' cominciato a calare di qualità.
      Comunque quello che viene detto in questo post (compreso Fermi, Drake, Hyneck) può essere tranquillamente applicato anche ai fantasmi...

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    2. Sì, hai ragione su X-Files. Secondo me a un certo punto avevano perso un po' la trebisonda, infatti avevo notato alcune incongruenze specie nella questione della sorellina di Fox Mulder. Però rimane sempre una pietra miliare come serie televisiva.

      Vero, le teorie sugli ufo possono essere applicate anche ai fantasmi o gusci.

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    3. Sì, proprio sulla sorella di Mulder a un certo punto stavo andando in confusione (o meglio era la sceneggiatura che si faceva sempre più confusa). Le prime 4-5 stagioni però rimarranno sempre fantastiche, me le sono riviste qualche anno fa.
      Cosa intendi con "gusci"?

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  3. Niente da fare: non credo negli alieni né agli incontri ravvicinati di nessun tipo. Mi affascinano, tuttavia, le loro rappresentazioni e i racconti fantastici di chi, invece, pensa di averne fatto in qualche modo esperienza.
    Detto tra noi: io ho come il sospetto che la mia vicina di casa... venga dallo spazio, le indagini sono ancora in corso! :D

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    1. Personalmente non credo all'esistenza di vita extraterrestre: anche solo da un punto di vista matematico è una probabilità alquanto improbabile. Però i racconti di contatto mi piacciono sempre. Ma solo quando sono racconti letterari o cinematografici, i racconti degli squinternati che ho avuto modo di sentire mi lasciano piuttosto basito.
      Quanto ai vicini di casa: vale tutto quanto detto sopra, alcuni secondo me appartengono a specie subumane o paraumane o anche per niente umane. Posso testimoniare io personalmente che alcuni usano anche forme di linguaggio nonché velocità dell'eloquio sconosciute all'homo sapiens e da noi impossibili da padroneggiare. :)

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  4. Io invece credo che possa nascere la vita nello Spazio, non credo invece che tutti i vari avvistamenti siano per forza UFO.
    La mia è una posizione contraditoria me ne rendo conto, ma è così.

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    1. Beh, guarda, a me piace dire (e nessuno scienziato potrebbe smentirmi) che la vita sul nostro pianeta era una probabilità altamente improbabile. La possibilità quindi di vita extraterrestre è ancora più improbabile. Ma non impossibile. Certo è che con questo tutti immaginano civiltà evolute e chissà quant'altro, mentre potrebbe trattarsi anche solo di vita batterica.
      A questo proposito c'era la vecchia teoria della panspermia, mai confermata nè smentita, a cui credeva per esempio il Premio Nobel per la Chimica Arrhenius.

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  5. Che nell'Universo ci possano essere altre forme di vita, da quella più semplice unicellulare a civiltà evolute non lo metto in dubbio.
    Ogni tanto in tv si sente di una specie animale degli abissi che non si sapeva esistere e di batteri (o funghi? non ricordo) trovati in zone in cui si dava per scontato che non ci potesse essere la vita. Se a ciò aggiungiamo che siamo lontanissimi da aver compreso tutti i meccanismi dell'Universo, come possiamo dire che non ci sia vita oltre alla nostra? Che poi gli alieni siano da noi è tutta altra storia :D

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    1. Come che gli alieni non siano da noi? E Donald trump, allora? Quei capelli non possono mica essere di origine terrestre!

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    2. Ma se dici così allora chiamo i Men In Black

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    3. Occhio che lui potrebbe chiamare i Men in White, simpatici giovanotti che girano incappucciati e con torce in mano...

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  6. Improbabile, non impossibile. E sarebbe una cosa meravigliosa, anche per ridimensionare l'ego umano (unicità e altri temi scomodi). Temo però che abbiano ragione Calvin e Hobbes :D

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    1. Sarebbe uno schiaffo pazzesco. Non riusciamo ad accettare le diversità del nostro mondo, figuriamoci quelle di un altro.

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