mercoledì 5 aprile 2023

Ore d'Orrore - Lupi Mannari (parte 1)

Ben ritrovati, miei cari mostriciattoli. Il vostro Dottor χ non vedeva l'ora di rivedervi per il nostro consueto appuntamento. Datemi solo il tempo di congedare lo spirito disincarnato che era passato a tormentarmi, e sono subito da voi, pronto a deliziarvi con degli altri amabili mostri. 
Questa volta parleremo a lungo di un personaggio forse un po' irruente, ma non meno interessante: fate scorta di aconito e pallottole d'argento, perché stiamo per incontrare i lupi mannari! Auuuh!
 

Ore d'Orrore
“Ci sono molte buone ragioni per avere paura del buio”

“Ci ha aggrediti un lupo mannaro nella brughiera, siamo stati assaliti da un lupo mannaro, da un licantropo! Io sono morto, una morte anormale, e sono costretto a vagare su questa terra finché la maledizione graverà su di me!” (dal film Un Lupo Mannaro Americano a Londra) 

Licantropia 
Secondo la leggenda la licantropia è una maledizione che porta a trasformarsi in animale, tipicamente in lupo. Il termine viene dal greco e vuol dire uomo-lupo. Sinonimo è lupo mannaro, dal latino volgare lupus hominarius, cioè “lupo simile all’uomo”. Ma lupo mannaro e licantropo non sempre sono sinonimi: il lupo mannaro talvolta è semplicemente un grosso lupo antropofago, a volte di natura mostruosa, spesso chiamato mannaro. Si può distinguere tra lupo mannaro, che si trasforma contro la propria volontà, e licantropo, che si può trasformare ogni volta che lo desidera, e senza perdere la componente umana della ragione. 

Folklore in giro per il mondo 
Il primo licantropo di cui si narra è il malvagio re Licaone. Per accertarsi della sua empietà, Zeus andò da lui travestito; Licaone, per sapere se l'ospite fosse una divinità, fece servire al banchetto carne umana; per punizione Zeus lo trasformò in un feroce lupo, destinato a cibarsi di carne umana. Nell’antica Roma il lupo mannaro veniva chiamato versipellis, in quanto si credeva che la pelliccia del lupo rimanesse nascosta all'interno del corpo dell’uomo, e poi si rivoltasse nella trasformazione. 
In Scandinavia il folklore dice che se una donna a mezzanotte compie un preciso rituale, partorirà i propri figli senza dolore: i maschi saranno degli sciamani, ma le femmine saranno delle mara, donne che possono assumere l’aspetto di mostri metà umani e metà lupi. 
Gli indiani Pawnee si ritenevano imparentati coi lupi e usavano ricoprirsi delle loro pelli per andare a caccia, col valore simbolico di impadronirsi delle doti del predatore. Dopo la scoperta delle Americhe i coloni europei sostenevano che la licantropia fosse una maledizione dei pellerossa, dovuta all'incrocio di sangue per i matrimoni misti o gli stupri da loro compiuti verso gli indiani, mentre altri che fosse una punizione divina per aver accettato scambi con loro. I nativi americani credevano che la licantropia fosse una malattia o una maledizione portata dall’uomo bianco. 
Nelle leggende dei Navajo gli yee naaldlooshii (ovvero “camminatori di pelle”) erano streghe e stregoni capaci di trasformarsi in animali (in genere lupo o coyote) in qualsiasi momento volessero. In tale forma potevano viaggiare a gran velocità, avevano un olfatto molto sviluppato, grande resistenza, e guarivano da ferite gravi in poco tempo. Potevano rendersi invisibili, ma lasciavano impronte più grandi di quelle degli animali di cui assumevano l’aspetto. Mangiavano il cuore degli umani; ma se invece la vittima veniva solo morsa e riusciva a sopravvivere, era condannata a trasformarsi in un essere simile a loro. Potevano venire intrappolati usando corde e reti d'argento, e per ucciderli bisognava usare una pallottola d'argento.
In Argentina e in Paraguay la leggenda del lobizon narra che il settimo figlio maschio di un settimo figlio maschio nascerà uomo-lupo. Luison era il settimo e ultimo figlio di Tau (spirito maligno della mitologia Guaranì), il più maledetto dei suoi orribili figli. Era di aspetto orrendo, metà cane, e sempre accompagnato dall’odore di morte e decomposizione; abitava cimiteri e altri luoghi legati alla morte, perché la sua fonte di cibo erano cadaveri e carne in putrefazione. Se Luison passava attraverso le gambe di una persona, questa si trasformava in un essere dall’aspetto simile a lui. Con l'arrivo dei coloni europei il mito di Luison si mescolò alla leggenda del lupo mannaro: nei racconti più moderni Luison caccia vittime alla luce della luna per cibarsene e la sua maledizione può essere trasferita ad altri tramite il morso. 

Come diventare lupi mannari 
Le leggende affermano l’origine diabolica del licantropo, associato a streghe ed eretici. Per trasformarsi volontariamente in lupi si doveva ricorrere alla magia, indossando una pelle di lupo; l’importante era che la testa fosse intatta, se possibile con ancora il cranio inserito a supporto dei denti. La pelle non era quella di un comune lupo, ma una veste maledetta, consegnata da Satana, spesso in cambio dell'anima. A volte era solo una cintura confezionata con la pelle. Si potevano poi usare unguenti o filtri magici: uno dei componenti fondamentali era quasi sempre il grasso di lupo, a volte mescolato con sostanze tossiche o con effetti psicotropi (come estratti di belladonna). Uno dei più noti filtri magici conteneva cicuta, semi di papavero, zafferano, assafetida, giusquiamo, solano, prezzemolo e oppio, e andava in parte spalmato sul corpo e in parte bevuto. Non stupisce che l’assunzione di un simile intruglio potesse portare alla psicosi e ad assumere un comportamento animalesco. Ulteriore sistema era bere "acqua licantropica", cioè raccolta nelle impronte lasciate da un uomo-lupo. 
La volontarietà di tali trasformazioni faceva sì che potessero avvenire in ogni ora del giorno o della notte. Il plenilunio assumeva importanza nelle trasformazioni involontarie. Vi sono però tradizioni (ad esempio in Calabria) secondo cui il licantropo si può trasformare anche durante il novilunio. 
La tradizione molisana indica che sia lupo mannaro chi nasce la notte di Natale a cavallo della mezzanotte o il giorno dell’Epifania. Per impedirlo, il padre deve incidere con un ferro rovente una croce sotto la pianta del piede del bambino per i tre Natali successivi. Nella tradizione abruzzese si diventa licantropi se ci si addormenta rivolgendo il viso scoperto alla luna piena. 
Venire maledetti da una strega, come anche da un santo o da una persona venerabile, può portare alla licantropia. La maledizione può essere dovuta anche a piante velenose. La tradizione dell'est Europa avverte di stare lontani dai fiori neri, che secondo la versione moldava, crescerebbero di preferenza vicino ai cimiteri: il nero è un colore che le infiorescenze in natura non assumono (non attira insetti impollinatori), indica quindi origine diabolica. 
L'unico modo che non figura nella tradizione è il morso: si tratta di una trovata moderna, dovuta alla contaminazione con le storie sui vampiri. 

Caratteristiche 
Le leggende concordano sul fatto che il lupo mannaro è dotato di forza e ferocia spaventose. Alcuni conservano la possibilità di parlare e ragionare come normali esseri umani, altri la perdono. 
In genere è rappresentato sotto forma di lupo, ma può assumere diversi aspetti e dimensioni: dal normale lupo, da cui si distingue per la maggiore intelligenza, a una mostruosità grossa come una vacca. Alcuni affermano che il licantropo è privo di coda, perché le creazioni del diavolo sono imperfette, altri che sia sempre di colore nero. In alcune leggende il lupo mannaro lascia a terra il segno di cinque unghie (i canidi ne lasciano quattro, in quanto il pollice è atrofizzato e non tocca il terreno), rivelando in questo modo la sua nascosta natura umana. A volte sembra poter procedere su due zampe, o conservare una certa prensilità degli arti anteriori, cosa che gli consente, all'occorrenza, di intrufolarsi nelle case scassinando le porte chiuse. Raramente vengono rappresentati come ibridi fra l'uomo e la bestia: è più una trovata cinematografica.


Come proteggersi da un lupo mannaro
Il folklore prescrive di guardarsi da chi ha sopracciglia troppo folte e unite al centro, oppure il volto ferino, i canini troppo affilati, pelo sia sul dorso che sul palmo delle mani. Il dito indice più lungo del medio è sicuro indizio di licantropia, così come un insano appetito per la carne cruda. Bisogna anche sospettare di chi sia troppo in forze senza che lo si veda mai mangiare: quasi di sicuro è un lupo mannaro che uccide persone la notte per divorarle. 
Come misura protettiva si può usare dello zolfo messo sulla soglia di casa. Molto efficaci venivano anche ritenute le piante appartenenti alla famiglia dell'aconito. 
Nella tradizione siciliana, l'uomo-lupo non è in grado di salire le scale, che costituiscono un sicuro riparo, e per curare chi è affetto da licantropia bisogna colpirgli la testa in modo da far zampillare fuori un quantitativo sufficiente di sangue malato. Nella tradizione abruzzese si può fermare la trasformazione se gli si lascia a disposizione un recipiente con acqua pura nel quale si possa bagnare oppure si può indurre il licantropo a riassumere forma umana spillandogli tre gocce di sangue dalla fronte o facendolo ferire da un suo familiare con un forcone, oppure ancora colpendolo con una chiave priva di buchi. Per quelli che usano una pelle per trasformarsi, si può distruggere la pelle stessa.  
La migliore arma contro il lupo mannaro è l'argento. Bisogna trafiggerlo con una lama o sparargli con una pallottola di questo metallo. Secondo alcune versioni, l'arma deve anche essere benedetta o ancora fusa da un crocifisso d'argento; nella versione piemontese l'argento deve provenire da un crocifisso benedetto e deve essere realizzata la notte di Natale. La credenza si deve alla sua efficacia come disinfettante, nota fin dall'antichità: l’argento è infatti un battericida, e in fondo la licantropia è una sorta di malattia infettiva. Inoltre c’è anche una correlazione indiretta: la luna è anche il simbolo alchemico dell’argento. 

Per oggi è tutto, orride creature. Nella seconda parte parleremo dei rabbiosi guerrieri mannari della tradizione nordica. 

10 commenti:

  1. Il Cinema fa conoscere, ma contamina, eppure sempre affascina ;)

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    1. Il cinema è una visione moderna, quindi fa evolvere i miti originali. In certi casi trasformandoli completamente. Per esempio la figura originaria dello zombie era molto diversa da quella cui siamo abituati oggi: nelle storie originali lo zombie era la vittima, non il mostro.

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  2. Devo dire che mi hai chiarito molto le idee riguardo a questa creatura leggendaria. Sapevo ben poco di lui, solo che nascesse durante la notte di Natale. Tra l'altro come sempre la cinematografia ci mette lo zampino, aggiungendo qualcosa fuori della narrazione tradizionale, culturale.

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    1. Il discorso del Natale riguarda solo alcune tradizioni regionali, per esempio questo non avviene nei miti del nord Europa (che è ciò di cui parlerà poi la seconda parte).

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  3. Il cinema è riuscito persino a trasformare il temibile lupo mannaro in un adolescente sfigato con le fattezze di Michael J. Fox ("Teen wolf").
    E prima ancora c'era stato un cartone animato, "Attenti a Luni", dove il licantropo adolescente era ugualmente uno sfigato.

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    1. Beh, il lupo mannaro nasce già un po' sfigato di suo, in quanto spesso vittima di una maledizione, specie nelle versioni più moderne, dovute all'attacco di tale mostro, come in "Un Lupo Mannaro Americano a Londra".

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  4. Ci vorrebbe una grattatina dietro l'orecchio!

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    1. L'aconito è più che sufficiente, come dimostra il suo nome in inglese (wolfbane)...

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  5. Post molto interessante, non sapevo che ci fosse differenza tra licantropi e lupi mannari. Sai che la credenza molisana che si diventi lupi mannari nascendo la notte di Natale è diffusa anche in Puglia (perlomeno nel tavoliere che è al confine con il Molise). C’è stato un tempo in cui ero molto appassionata ai film sul genere, ricordo che Un lupo mannaro americano a Londra mi piacque molto, altro film che mi piacque quello con Jack Nicolson “Wolf la belva é fuori”

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    1. In teoria ci sarebbe questa differenza tra i due termini, ma credo che col tempo sia andata un po' perduta, pertanto adesso sono assolutamente sinonimi, senza distinzioni di sorta più specifiche.

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