Cari spiritelli porcelli, eccoci di nuovo insieme per continuare con il nostro discorso sugli amici mostri, stavolta con un lungo episodio dedicato a quei simpaticoni dei licantropi.
Forse non ci crederete, ma ieri sera la mia bella assistente Vulnavia è stata a cena proprio con un lupo mannaro. Non vi preoccupate, era un licantropo vegano, perciò vi lascio immaginare come sia andata a finire...
Noi invece continueremo il discorso parlando dei guerrieri mannari della saghe nordiche...
Ore d'Orrore
“Ci sono molte buone ragioni per avere paura del buio” “
“La linea di sangue dev'essere spezzata a qualunque costo, la realtà è che l'ultimo lupo mannaro rimasto deve essere distrutto...” (dal film Un Lupo Mannaro Americano a Londra)
Guerrieri mannari
Secondo il folklore norvegese e islandese gli
eigi einhami, ovvero “non di una sola pelle”, erano uomini che potevano assumere un altro corpo, del quale acquisivano ogni caratteristica. La trasformazione dava loro una forza doppia o anche quadrupla, derivante
dall’aver preso la forza dell’animale di cui avevano assunto
la forma, ma senza perdere l’intelligenza umana.
I guerrieri orso
I berserker sono personaggi del folklore scandinavo, feroci guerrieri che avevano fatto giuramento al dio Odino. Prima della battaglia entravano in uno stato di furia guerriera, la berserksgangr, che li rendeva incredibilmente feroci e insensibili al dolore.
Il loro nome significa “coloro che si vestono d’orso”, in quanto nei tempi antichi era costume dei guerrieri vestirsi di pellicce d'orso, lupo e renna. Alcuni cambiavano il proprio nome con riferimento all'orso, che era il loro animale totemico, e questo, assieme alla loro inaudita ferocia in battaglia, generò la leggenda secondo cui si trasformassero in enormi orsi durante la battaglia. Si raccontava anche che non potessero venire sconfitti, in quanto insensibili al dolore e alla paura, a meno di ricorrere alla decapitazione o al trafiggimento del cuore. In un certo senso erano posseduti dallo spirito dell'orso, di cui ritenevano avere la forza e la ferocia.
La berserksgangr poteva giungere in qualunque momento: incominciava con un tremolio, il battere dei denti e una sensazione di freddo nel corpo; la faccia si gonfiava e cambiava colore, seguiva una grande rabbia e il desiderio di assalire il prossimo. Quando si esauriva, il berserker risultava stremato, e tale condizione poteva protrarsi per giorni. Spesso i nemici approfittavano di questi momenti di debolezza per ucciderli.
Fonti storiche parlano della loro assunzione di sangue di orso o lupo, al fine di acquisirne la forza, e non si esclude impiegassero anche sostanze psicoattive per enfatizzare la loro condizione attraverso uno stato alterato di coscienza. Non mancano i collegamenti all'ergotismo, intossicazione dovuta alle sostanze priscotrope prodotte da un miceto parassita dei cereali (la segale cornuta), tra cui la lisergina (il cui derivato è l'LSD), allucinogeno che provoca convulsioni, fuoco di Sant’Antonio, turbe psichiche, sinestesia e schizofrenia.
I guerrieri lupo
Simili ai berserker erano gli úlfheðnar della mitologia norrena, letteralmente “coloro che sono vestiti di lupo”, in quanto si coprivano esclusivamente con la pelle del lupo da loro ucciso. Andavano famosi per la loro furia guerriera donata da Odino e dal loro animale totemico, il lupo. Erano guerrieri sciamani e prima del combattimento assumevano una mistura di birra, estratto di amanita muscaria e digitale, che provocava allucinazioni e un aumento della temperatura corporea, del battito cardiaco e dell'adrenalina. Dopo aver assunto queste sostanze, festeggiavano fino allo stremo e da lì si lanciavano in battaglia. A differenza dei berserker, che in battaglia erano ognuno per proprio conto, gli úlfheðnar combattevano in gruppo, come un branco di lupi. Furono le storie su di loro a contribuire alle leggende sui lupi mannari: il vescovo Olaus Magnus ne parlava infatti come dei “licantropi del Baltico”.
Cu Chulainn
Setanta Cu Chulainn, figlio del dio Lug e di una donna mortale, è un personaggio della mitologia irlandese. In battaglia poteva avere una crisi riastrad (letteralmente "atto di torcersi, distorsione"), che lo rendeva un furioso guerriero. Nella crisi peggiore si verificava in lui una metamorfosi raccapricciante, in cui il suo corpo si rivoltava: piedi e gambe si giravano all'indietro, portando davanti talloni e polpacci; le tempie finivano sulla nuca; un occhio sprofondava nel cranio, l'altro penzolava fuori dall'orbita; la bocca si distorceva; la faccia si ritirava dalle mascelle a scoprire la gola; polmoni e fegato sembravano voler uscire dalla bocca; i capelli si facevano contorti e spinosi e si allargavano come la chioma di un albero. In tale forma poteva uccidere centinaia di nemici, erigendo mura di cadaveri.
Ancora le porfirie
Nei tentativi di ricostruzione ”storica” del genoma umano, sono stati individuati tra Norvegia e Svezia tracce di una deriva genetica avvenuta nel passaggio alle culture del Neolitico, che sarebbe all'origine della porfiria, dovuta all'isolamento e all'adattamento in regioni scarsamente soleggiate, prive di vegetazione e di cibi zuccherini, con un'alimentazione a base di sole carne e latte di renna, in un territorio ostile popolato da predatori competitivi, come l'orso e il lupo, di cui si volevano assumere le caratteristiche per meglio riuscire a sopravvivere.
Si ipotizza che non solo il mix di alcol e allucinogeni assunti dai guerrieri nordici facesse loro credere di potersi trasformare in animali, ma anche che in alcuni individui potesse aver scatenato una porfiria latente. La sintomatologia del morbo di Gunther può avvicinarlo al mito dei licantropi; appartiene a un primo tipo di questa patologia (porfirie croniche), ma ne esiste un secondo di natura epatica (porfirie acute), caratterizzate da svariati sintomi. Tra quelli neurologici si hanno parestesia (alterazione della sensibilità degli arti), iperestesia (aumento della sensibilità degli arti e della percettività sensoriale), instabilità emotiva, tetania; nei casi più gravi coma, paralisi, atrofia del nervo ottico, allucinazioni e disturbi comportamentali, fino alla paralisi respiratoria e morte. La porfiria variegata ha manifestazioni cutanee, in particolare nelle zone esposte alla luce solare, che consistono in un aumento della fragilità cutanea, con formazione di vescicole e cicatrici, e in fotosensibilità, con aree di iperpigmentazione e ipertricosi (un'abnorme crescita di pelo). I segni psichiatrici possono andare dal disorientamento fino alla psicosi. Gli attacchi di porfiria acuta sono scatenati dall'assunzione di sostanze o da condizioni nutrizionali particolari; la sostanza scatenante solitamente è un alimento o l'alcool. Altri fattori possono essere infezioni, diete povere di zuccheri, sovraccarichi ormonali o stress.
La porfiria sembra quindi alla base sia del mito dei vampiri che di quello dei lupi mannari: il che fa ipotizzare si tratti dello stesso mito, e si sia poi differenziato col passare dei secoli a seguito della rielaborazione da parte delle varie culture nelle diverse zone del mondo.
Per oggi è tutto, demonietti. Nella terza e ultima parte parleremo degli aspetti psichiatrici e sociologici dietro il mito del lupo mannaro.
L'ipotesi degli effetti imprevisti legati alla segale cornuta l'avevo già letta, anche se mi pare di aver capito che è indimostrabile.
RispondiEliminaForse erano "aiutati" anche dalla paura che incutevano ai nemici, che magari credevano realmente fossero diventati "belve" e hanno fatto diffondere la leggenda.
Sì, certo, è indimostrabile, comunque se non si trattava di lisergina, potevano essere altre sostanze psicotrope di cui facevano uso. Basti considerare che la parola "eroina" viene da "eroe", che poi sarebbe stata fornita ai soldati americani in Vietnam per farli entrare in uno stato di esaltazione guerriera. Ovvero sarebbero stati i guerrieri mannari del XX secolo.
EliminaSicuramente vestirsi con la pelle degli animali fomentava la loro aggressività.Se poi aggiungiamo le droghe che assumevano possiamo immaginare la ferocia, in questo erano sicuramente simili agli animali (nel senso che non “ragionavano” più ma seguivano l’istinto). Questo post mi ha fatto ripensare a un terribile evento di cronaca, l’omicidio di Luca Varani, ucciso da due suoi “amici” sotto l’effetto della droga.
RispondiEliminaNon solo, come diceva Ariano, vestirsi di pelli animali serviva anche a spaventare il nemico, che aveva l'impressione di trovarsi di fronte a delle belve furiose. E' il motivo per cui negli elmi degli antichi guerrieri venivano messe le corna, per dare un aspetto "demoniaco", oppure l'elmo usato dai tedeschi nella Prima Guerra Mondiale, col puntale per mettere in soggezione psicologica i nemici (fu infatti concepito da uno psicologo).
EliminaBerseker soprattutto, conosciuti come sempre grazie al cinema, ma anche tv e mondo videoludico.
RispondiEliminaCerto, si pesca a piene mani dalle saghe nordiche, visto che quelle greco-romani ci sono più familiari.
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