lunedì 15 maggio 2023

Chimica in Books #8: Potassio

Potassio è uno dei racconti che compongono Il Sistema Periodico, in cui Primo Levi ricorda un episodio avvenuto quando era ancora studente di Chimica all'università di Torino. Un docente che teneva un corso di Fisica stava facendo una ricerca e aveva bisogno di un chimico per fare le analisi di laboratorio; Levi si propose e ottenne l'incarico. Dato che per l'esperimento servivano dei solventi puri, iniziò a distillare del benzene.

La distillazione è un metodo per separare le sostanze presenti in una miscela liquida, in base al loro differente punto di ebollizione, cioè la temperatura a cui iniziano a evaporare. Per la separazione si usa il distillatore, un’apparecchiatura costituita da un pallone contenente la miscela, un secondo pallone o una beuta per raccogliere il distillato, e un tubo di connessione tra i recipienti che viene refrigerato ad acqua. Si scalda la miscela e, raggiunta la temperatura a cui bolle il primo dei suoi componenti, questo evapora; il vapore fluisce nel tubo refrigerato e ricondensa, andando a fluire nel recipiente di raccolta. Aumentando ancora la temperatura evapora un secondo componente, poi un terzo... e così via. Cambiando via via i recipienti di raccolta, le varie sostanze vengono separate, in modo da ottenerle in forma pura. Questo è anche il metodo con cui si ottiene la benzina e con cui si produce la grappa. Si può ripetere il procedimento più volte in modo da arricchire via via sempre più ogni nuovo distillato del componente puro di interesse (distillazione frazionata). 


La procedura riportata dai manuali consultati da Levi indicava di effettuare una distillazione frazionata e poi ancora un’ultima distillazione in presenza di sodio metallico, onde rimuovere tracce di umidità. Sfortunatamente per lui di sodio in laboratorio non ce n’era (a quel tempo non era facile reperire reagenti, e non poteva ordinarlo, dato che era scoppiata la Seconda Guerra Mondiale); così Levi decise di usare al suo posto del potassio. Sodio e potassio sono entrambi dei metalli alcalini (appartengono allo stesso gruppo del Sistema Periodico degli elementi), di conseguenza hanno le stesse proprietà chimiche. 
Ma avere le stesse proprietà chimiche non vuole dire che siano perfettamente identiche, bensì dello stesso tipo: ovvero due elementi che appartengono allo stesso gruppo chimicamente si comportano allo stesso modo, ma non in maniera identica. Quando un metallo alcalino reagisce con l'acqua, dalla reazione si sviluppa calore. Ma il potassio è più reattivo del sodio: se già il sodio reagisce violentemente con l'acqua, il potassio si infiamma, perché si libera una maggior quantità di calore, tanto che l'idrogeno prodotto dalla reazione prende fuoco.
Terminata la distillazione, Levi rimosse con cura il potassio e si mise a lavare la vetreria. Al contatto con l'acqua fuoriuscì allora dal collo del pallone una rapida fiammata, diretta verso la finestra vicino al lavandino, e le tende presero fuoco (oggigiorno, per motivi di sicurezza, non ci sono più tende in laboratorio). Mentre il locale si riempiva di fumo, Levi cercò qualcosa per spegnere l'incendio: alla fine dovette strappare via le tende, spegnendo le fiamme calpestandole.
È evidente che il pallone doveva contenere dei residui di benzene (una sostanza facilmente infiammabile), e anche le minime tracce di potassio rimaste aderite al vetro, a contatto con l’acqua, avevano acceso la miscela. 
Morale dello stesso Primo Levi a questa disavventura: "Occorre diffidare del quasi-uguale (il sodio è quasi uguale al potassio: ma col sodio non sarebbe successo nulla), del praticamente identico, del pressapoco, dell’oppure, di tutti i surrogati e di tutti i rappezzi. Le differenze possono essere piccole, ma portare a conseguenze radicalmente diverse, come gli aghi degli scambi; il mestiere del chimico consiste in buona parte nel guardarsi da queste differenze, nel conoscerle da vicino, nel prevederne gli effetti."

10 commenti:

  1. Finalmente una spiegazione relativa alla chimica in cui ho capito tutto. E le parole finali di Levi sono sin troppo chiare, non è un settore in cui si possa "improvvisare", bisogna seguire le indicazioni al minimo dettaglio o si rischia di compiere danni e subirne le conseguenze.

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    1. Dai, dopo anni e anni finalmente sono riuscito a scrivere di chimica in maniera davvero comprensibile a ogni palato! Allora c'è speranza! 😃

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  2. Domanda da ex studente con pessimi voti in chimica: ma è corretto dire che il punto di ebollizione è la temperatura a cui i liquidi iniziano a evaporare? Non evaporano anche prima dell'ebollizione?

    In ogni caso, "pota potassio re dello spassio"!

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    1. Sì, è corretto. Quello a cui ti riferisci è un altro fenomeno.
      Il liquido presenta un equilibrio dinamico con la sua fase vapore soprastante: una parte delle molecole dal liquido passano in fase vapore e dal vapore tornano giù in fase liquida. Aumentando la temperatura si incentiva il passaggio verso la fase vapore, cioè più molecole passano in fase vapore; ma continuando a sussistere l'equilibrio tra le due fasi, le molecole continuano a tornare nel liquido. Quando si arriva al punto di ebollizione (ovvero quando la pressione del vapore uguaglia la pressione atmosferica) ha luogo il processo vero e proprio di evaporazione. Aumentando ulteriormente la temperatura si arriva poi a un valore critico per cui da vapore si passa a gas. A quel punto la sostanza non tornerà più nella fase liquida e si disperderà nell'ambiente (ovvero non è più in equilibrio con la fase liquida).

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    2. Ma allora - a costo di sembrare ancor più asino di quanto già fatto - com'è spiegabile la pozzanghera che asciuga al sole? Mica bolled! È la "fase vapore" che viene dispersa dal vento e che quindi non può più tornare nella fase liquida della pozzanghera?

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    3. Perché nella spiegazione sopra ho dimenticato un dettaglio, però fondamentale: la presenza di un coperchio nel recipiente che contiene il liquido, in modo che il sistema sia chiuso. In caso contrario, è corretto, il vapore tende a disperdersi per una questione di aumento dell'entropia (non è necessario ci sia il vento). In realtà nella pozzanghera può anche tornarci (pioggia), quando la temperatura scende o la pressione aumenta, così che il vapore ricondensi (infatti si parla di vapore acqueo, non di gas). Pertanto no, hai ragione, in quel caso non è necessario arrivare al punto di ebollizione, ma il sole fornisce energia in modo che venga incentivato il passaggio in fase vapore, da lì si ha dispersione delle molecole nell'aria per diffusione.

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  3. Questo tuo racconto mi ha fatto ricordare a un episodio accaduto nella mia famiglia, mia sorella voleva eliminare un recipiente contenente un detersivo (me l’ha raccontato quindi non so esattamente di cosa si trattasse), c’era un rimasuglio di una sostanza e lei l’ha versata in un contenitore contenente un altro prodotto “simile” per la pulizia. Quando versò il residuo di detersivo (temo fosse a base di varichina o peggio) si scatenò una reazione, il contenitore si riempì di schiuma fuoriuscendo dalla bottiglia sprigionando anche dei vapori che lei inavvertitamente respirò. Insomma andò bene, perché dopo un momento di nausea corse all’aperto a respirare e non si intossicò.
    Mestiere pericoloso quello della casalinga maniaca dell’ordine!

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    1. Tu che hai letto il mio Sistema Periodico ti ricorderai di un episodio analogo a quello di Potassio nel racconto "Carbonio".

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    2. Sì, infatti, vado a rileggerlo per rinfrescarmi la memoria 😀

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