Fiori per Algernon è un racconto di Daniel Keyes, poi ampliato in un romanzo. Charlie, un inserviente affetto da ritardo mentale, accetta di sottoporsi a una procedura sperimentale per accrescere l’intelligenza. La terapia funziona, e Charlie inizia a rendersi conto che quelli che credeva amici non facevano che ridere di lui. Poco per volta diventa sempre più intelligente, tanto da mettere in soggezione chi lo circonda; inizia così per lui un nuovo tipo di solitudine, stavolta per la troppa intelligenza. A un certo punto però gli effetti iniziano a regredire, e Charlie diviene consapevole che quell’intelligenza, tanto desiderata, lo sta abbandonando. Cerca quindi di trovare un modo per arrestare il processo, ma sarà inutile. Il racconto è in prima persona, sotto forma di diario: all’inizio il protagonista usa un linguaggio semplice, sgrammaticato, che si alza via via che la terapia fa effetto, fino ad arrivare a una sintassi corretta e a un lessico elevato, per poi tornare di nuovo ad abbassarsi quando perde efficacia.
Il ritardo mentale è una patologia data da un alterato funzionamento del sistema nervoso centrale: è una condizione di interrotto o incompleto sviluppo psichico, con la compromissione delle abilità cognitive, linguistiche, motorie, sociali. Le cause possono essere diverse, ma spesso sono sconosciute.
A occuparsi delle funzioni cognitive è la corteccia cerebrale dei lobi parietali, temporali e frontali, tre delle quattro zone in cui è suddiviso il telencefalo. Lesioni al lobo parietale causano disturbi dell’attenzione (incapacità di prestare attenzione al proprio corpo e agli oggetti in rapporto con esso), al lobo temporale disturbi del riconoscimento (difficoltà nel riconoscere, identificare e indicare gli oggetti più comuni), al lobo frontale disturbi della progettazione (difficoltà in comportamenti complessi dal punto di vista temporale, spaziale e sociale).
L’apprendimento è il processo con cui si acquisiscono nuove informazioni, attraverso le esperienze vissute e lo svolgimento di nuove attività. Il neonato apprende in modo inconscio, mentre il processo diventa intenzionale quando si ha una maggiore capacità di immagazzinare informazioni, l’acquisizione della metacognizione (capacità di riflettere sul proprio modo di pensare) e di strategie mnemoniche.
Nella memorizzazione si distinguono tre processi: codifica, immagazzinamento e recupero. In base alla durata esistono tre tipi di sistemi mnemonici: memoria sensoriale (pochi secondi), a breve termine (10-30 secondi), a lungo termine (anche per tutta la vita). Si distingue tra memoria procedurale (istruzioni per compiere azioni automatiche) e dichiarativa (capacità di codificare informazioni per poi richiamarle e dichiararle). Importante funzione è l’oblio, la capacità di dimenticare, in modo da salvaguardare spazio per informazioni nuove o più importanti. Ogni informazione viene memorizzata tramite la formazione di una rete neurale, in cui la struttura dell’ippocampo riveste un ruolo fondamentale, prima dell’immagazzinamento definitivo nella corteccia. Anche l’amigdala, che è deputata a definire le percezioni in senso emozionale, gioca un ruolo importante.
1. Intelligenza linguistica: l'uso di un vocabolario chiaro ed efficace e di un registro linguistico adattabile alle diverse situazioni; si colloca nell’area di Broca (sede del linguaggio), nel lobo prefrontale dell’emisfero sinistro.
2. Intelligenza logico-matematica: l'abilità nel ragionamento deduttivo, in schemi e catene logiche; coinvolge sia l’emisfero sinistro, che adotta simbolismi, che il destro, che li elabora.
3. Intelligenza spaziale: la capacità di percepire forme e oggetti nello spazio, che si manifesta attraverso le arti figurative; fa maggior riferimento all'emisfero destro.
4. Intelligenza corporeo-cinetica: la perfetta coordinazione dei movimenti, che si manifesta in chi fa un uso creativo del corpo, come ginnasti e ballerini; coinvolge cervelletto (struttura deputata a motilità e coordinazione), talamo e gangli fondamentali.
5. Intelligenza musicale: la capacità di riconoscere altezza dei suoni, armonie e contrappunti, che si manifesta in chi possiede talento musicale; è localizzata nell’emisfero destro del cervello, l’elaborazione della melodia nel sinistro.
6. Intelligenza interpersonale: la capacità di comprendere gli altri, le loro esigenze, paure, desideri nascosti, e di creare interazioni sociali vantaggiose, che si riscontra in politici, psicologi e in chi ha grande empatia e abilità sociali; coinvolge in particolare i lobi frontali.
7. Intelligenza intrapersonale: la capacità di comprendere la propria individualità, inserendola al meglio nel contesto sociale, e l’immedesimazione in personalità diverse dalla propria.
8. Intelligenza naturalistica: la capacità di individuare oggetti naturali e classificarli cogliendone le relazioni; si riscontra in tribù aborigene, i cui membri hanno grandi capacità di orientamento nell’ambiente.
9. Intelligenza esistenziale o teoretica: la capacità di riflettere su temi di speculazione teoretica, come la natura dell’universo e la coscienza umana, da cui ricavare, attraverso astrazione, categorie concettuali universali.
In seguito Gardner ha sintetizzato le abilità necessarie nell'età contemporanea, stabilendo una classificazione alternativa delle intelligenze.
1. Intelligenza disciplinare: la capacità di padroneggiare una disciplina o una professione, arricchita da un approfondimento continuo e riflessioni personali.
2. Intelligenza sintetica: la capacità di cogliere informazioni da diverse fonti, analizzarle ed elaborarle per renderle comprensibili a se stessi e agli altri.
3. Intelligenza creativa: la capacità di porsi domande, proporre nuove idee e nuovi modi di pensare, offrendo soluzioni creative a un problema.
4. Intelligenza rispettosa: la capacità di reagire empaticamente alle diversità tra individui e gruppi in modo simpatetico e costruttivo.
5. Intelligenza etica: la capacità di riflettere sul proprio ruolo sia in ambito sociale che lavorativo.
Questo post mi ha ricordato i miei studi all’università, in particolare l’esame di psicologia sociale e generale. Mi ricordo molto bene questi concetti.
RispondiEliminaAllora ne vedrai il proseguimento col prossimo post, che assieme a questo e al precedente costituisce una sorta di "trittico".
EliminaIn effetti è una delle tante meravigliose "stranezze" dell'essere umano il fatto che esistano persone con una straordinaria intelligenza logico-matematica che però contemporaneamente hanno una pessima intelligenza interpersonale (ho fatto un esempio, si potrebbero abbinare in contrasto tutte le varie tipologie).
RispondiEliminaPersonalmente non rischio di incorrere in questo tipo di contrasto poiché riesco a non eccellere in nessuna di esse :-D
Il senso comune vede nell'intelligenza le abilità logico-matematiche (i test del QI determinano appunto questo aspetto), ma appunto, per quanto importante, è solo uno degli aspetti dell'intelligenza.
EliminaNon credevo ci fossero così tante classificazioni dell’intelligenza, quella che mi piacerebbe avere è quella linguistica, invidio la padronanza di linguaggio di alcune persone che sanno sempre essere efficaci e autorevoli in diverse situazioni.
RispondiEliminaSai, all'estero prendono in giro noi italiani perché dicono che gesticoliamo molto. E sono proprio gli italiani quelli che si fanno meglio comprendere quando sono in un paese estero. Una certa dose di intelligenza linguistica (che secondo me va oltre il verbale, per andare nel non-verbale) è radicata anche culturalmente. Ovvero che c'è una certa predisposizione, ma che certe forme di intelligenza possono anche essere apprese.
EliminaSarebbe davvero interessante se tutte queste classificazioni di intelligenza siano mosse dipendentemente dall'intelligenza emotiva.Un concetto armonioso dove ognuno acquisisce e/o dispensa arricchimenti per se stesso e contemporaneamente per l'altro, un'alternanza degli stati di intelligenza indipendenti che cooperano per un mondo più equo , meno competitivo e più solidale.
RispondiEliminaChe poi, anche chi è affetto da ritardo mentale in qualche modo esprime l'emozione ed in fondo è dotato di un tipo di intelligenza stimolando la sensibilità nell' altro ,il suo lato emotivo.
Buona serata,ciao Marco
Non credo che ci sia una dipendenza di una forma di intelligenza rispetto a un'altra, quanto piuttosto che si muovano in concerto. L'intelligenza emotiva è vista come una vera e propria competenza, perciò c'è una predisposizione innata, ma è anche qualcosa che può essere appreso, sviluppato, migliorato e potenziato facendo un lavoro continuo su se stessi.
EliminaSpesso, appena sveglio, non ho alcuna di quelle forme di intelligenza, mi ci vuole un po' di caffeina per farne ingranare una o due ;-)
RispondiEliminaIo propongo di aggiungere l'intelligenza social: ovvero la capacità degli influencer di farsi dare dei soldi pur non facendo nulla e non essendo capaci di fare nulla. O forse è la mancanza di qualsiasi forma di intelligenza da parte dei soggetti che li trovano di una qualsivoglia utilità.
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