giovedì 25 maggio 2023

Ore d'Orrore - Mummie (parte 2)

Cari spiritelli disincarnati, col post di oggi giunge a conclusione la ribalta di Ore d'Orrore, la rubrica che ci ha tenuto compagnia per ben sette anni, regalandoci brividi e sorrisi. Non vi nascondo una piccola scia di sangue che mi esce dalla bocca, forse dovuta a quello spuntino veloce fatto nel mio lugubre laboratorio... Tra l'altro ho pure dovuto pagare lo straordinario alla mia bella assistente Vulnavia... 
Ma veniamo a noi, perché è giunto il momento di parlare della maledizione della mummia!
 

Ore d'Orrore
“Ci sono molte buone ragioni per avere paura del buio”

“La morte spazzerà con le sue ali chiunque profani la mia tomba”
(avvertimento inciso sull'ingresso della tomba di Tutankhamon)

La maledizione della mummia
Non si sa con esattezza da dove sia nata la credenza popolare della maledizione della mummia: per gli egizi la morte era qualcosa di bello, un passaggio verso la successiva vita, e la mummificazione doveva facilitare il viaggio. È probabile che quest’idea sia sorta in età vittoriana, epoca in cui c'era un grande interesse per il soprannaturale. Alcuni ipotizzano che possa essere dovuto ai tombaroli, che a volte si ammalavano a causa di muffe e batteri presenti nei cadaveri: aperte le tombe, l’aria fresca potrebbe aver messo in moto muffe come l’Histoplasma capsulatum, trasportata dai pipistrelli, numerosi all'interno di piramidi e tombe egizie, che provoca l'istoplasmosi, un tipo di infezione polmonare.


La maledizione di Tutankhamon
Tale mito si è poi diffuso a seguito delle misteriose morti relative alla spedizione Carter del 1923, che portò alla luce la tomba di Tutankhamon. Lord Carnarvon e Howard Carter trovarono infatti sull'ingresso l'avvertimento, inciso in alti geroglifici: “La morte spazzerà con le sue ali chiunque profani la mia tomba”. In realtà tale frase veniva posta su tutte le tombe allo scopo di spaventare i ladri. 
La presunta maledizione è da considerarsi più che altro una trovata pubblicitaria dell'epoca, dovuta anche alla lentezza delle operazioni di recupero delle antichità presenti nella tomba e le pochissime notizie che trapelavano: Carnarvon diede l'esclusiva mondiale a un giornale americano, cosa che tagliò fuori tutti gli altri quotidiani, innescando una violenta campagna denigratoria nei confronti della scoperta. Delle 26 persone presenti all’apertura della tomba, solo sei morirono nell’arco dei dieci anni successivi; Carter morì una quindicina d’anni dopo all’età di 65 anni. Il solo Carnarvon si potrebbe dire che ne fu colpito: tre mesi dopo il ritrovamento fu punto da un insetto, e qualche giorno dopo inavvertitamente riaprì la ferita mentre si faceva la barba; nonostante l’immediato trattamento con tintura di iodio, la ferita si infettò causandogli una forte febbre. A causa del clima caldo e umido e del suo fisico indebolito per un precedente incidente, ogni piccola infezione poteva risultargli fatale: morì pochi giorni dopo di polmonite.


La maledizione di Ötzi 
Si racconta che una maledizione abbia colpito anche gli scopritori di Ötzi, l’uomo del Similaun, la mummia dei ghiacci ritrovata nel 1991. Dopo nemmeno un anno Rainer Henn, che aveva capeggiato la squadra che aveva prelevato la mummia, morì in uno scontro frontale in auto mentre si stava recando a una conferenza su Ötzi. Kurt Fritz, la guida alpina che aveva guidato la squadra e organizzava tour al luogo del ritrovamento, venne ucciso da una valanga in una regione di cui si riteneva avesse grande familiarità. Rainer Hölzl, che aveva filmato la rimozione della mummia, si ammalò (forse tumore al cervello) e morì. Helmut Simon, il turista tedesco che assieme alla moglie aveva scoperto il corpo di Ötzi durante un'escursione, per festeggiare la vittoria della battaglia legale che gli riconosceva un premio di 50.000 sterline in qualità di scopritore, era tornato sul luogo del ritrovamento; a causa del maltempo precipitò in un crepaccio profondo quasi 100 metri e il suo corpo venne ritrovato tre settimane dopo, coperto di ghiaccio come la mummia da lui scoperta, a circa 200 metri dal punto in cui era stato trovato Ötzi. La moglie non ricevette mai il denaro del premio, in quanto l’uomo non aveva ancora firmato i documenti legali. Il capo della squadra di soccorritori che lo aveva cercato, Dieter Warnecke, morì d'infarto meno di un'ora dopo che Simon fosse sepolto. Friedrich Tiefenbrunner, che aveva dissezionato il corpo di Ötzi, morì durante un'operazione a cuore aperto. Konrad Spindler, che per primo studiò Ötzi e ne descrisse la storia in un libro, soffriva di sclerosi laterale amiotrofica, e sei mesi dopo le sue condizioni si aggravarono e morì. Tom Loy, che aveva identificato residui di sangue umano sulla mantella di pelliccia di Ötzi e sangue di animale sulle sue frecce, morì poco dopo di una patologia ematica. 


E con questo post, cari amici, si chiude il revival di Ore d'Orrore. Il vostro Dottor χe la sua bella assistente Vulnavia vi salutano assieme agli amici mostri, augurandovi uno spiacevole rientro a casa. E ricordatevi sempre che ci sono molte buone ragioni per avere paura del buio...

8 commenti:

  1. Di Otzi non avevo idea, ma una cosa è certa, sarebbe sempre meglio portarsi un corno appresso!

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    1. La superstizione riguardo maledizioni legate alle mummie non solo per quelle egizie. Un'altra riguarda quella della mummia dell'Altai (in Siberia).

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  2. Non credo minimamente alle maledizioni, però dico: non sta bene rimuovere una salma dalla sua tomba, meglio lasciarla al suo posto (non a caso persino Shakespeare sulla sua lapide diede istruzioni di trascrivere una "maledizione" a chi si fosse permesso di profanare la sua sepoltura).

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    1. La rimozione di una mummia non avviene perché agli archeologi gli gira così, ma perché lo studio del corpo può far avere tantissime informazioni sul passato, e le analisi non possono essere condotte in loco, ma bisogna portare i reperti in laboratorio.

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  3. Non sembra molto salutare profanare delle tombe, con la scia di morti delle due mummie sembra proprio che porti...sfortuna, certo io non lo farei, io non credo alle maledizioni, però faccio un po’ come Totò “non è vero ma ci credo”. Certo è che non faccio l’archeologa quindi rischio poco...

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    1. Non c'è nessuna "scia di morti" relativa a Tuntankhamon. Si trattava di una trovata pubblicitaria, e le presunti maledizioni andrebbero interpretate in questo senso: folklore e storie per spaventare tombaroli e creduloni.
      Otzi, poi, non era nemmeno in una tomba: il suo ritrovamento fa pensare che fosse stato vittima di un agguato, quindi di omicidio. Sostanzialmente il suo è il cold case più antico di cui si abbia notizia (e "cold" non è nemmeno un gioco di parole...)

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    1. Solo per chi ci vuole credere. E io non sono tra questi.

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