mercoledì 10 maggio 2023

Neuroanatomia della Scrittura

Secondo la teoria di MacLean, il nostro cervello è triplo, composto da complesso rettiliano, sistema limbico e neocorteccia. Che relazioni hanno con la scrittura? 


Neocorteccia 
È la parte più recente del cervello, di cui la porzione più estesa è il telencefalo, che a sua volta è suddiviso in quattro aree: i lobi cerebrali. 
Il lobo occipitale è principalmente deputato alla vista, mezzo fondamentale per il raccontare. Attraverso i neuroni specchio siamo in grado di apprendere le azioni che vediamo compiere. Quando svolgiamo noi un’azione, o quando la vediamo compiere da altri, ma anche solo se la stiamo ricordando o immaginando, per il nostro cervello non c’è differenza: i neuroni specchio si attivano. Anche leggere li attiva, ovvero per il nostro cervello è come se stessimo vivendo ciò che leggiamo.
Nel lobo parietale ha luogo il prestare selettivamente attenzione a uno stimolo: chi è un attento osservatore della realtà può esserne anche un buon narratore. 
Nel lobo temporale avviene il riconoscimento di uno stimolo, ovvero il creare connessioni tra oggetti e concetti: è un processo di astrazione che permette di passare da idee specifiche a idee generali (induzione) e viceversa (deduzione), estrapolare i concetti da ciò che si osserva e riconvertirli in forma narrativa. 
Nel lobo frontale avviene la progettazione della risposta: a seguito dello stimolo e della sua elaborazione, si ha quindi la produzione del racconto. 

Emisferi Cerebrali 
Il telencefalo è diviso in due metà simili ma non identiche, gli emisferi cerebrali, unite da un ponte di fibre nervose chiamato corpo calloso.
L'emisfero di sinistra è la sede del linguaggio, si occupa dell’ascolto, visione e lettura delle parole, controlla i calcoli matematici, è analitico e razionale, ricorre al linguaggio verbale, alla simbologia, dispone eventi nel tempo, pensa in termini sequenziali, possiede memorie procedurali, semantiche e situazionali: è il nostro cervello logico. Il sinistro si occupa della trama, delle regole grammaticali, della coerenza logica e temporale, delle analogie (metafore).
L'emisfero di destra controlla alcuni aspetti della musica e la percezione visiva, la cognizione dello spazio e la regolazione dell’emotività, ricorre al linguaggio non-verbale e paraverbale (tono, volume, timbro e velocità dell'eloquio), è privo del senso del tempo, percepisce relazioni spaziali tra le varie parti e le unisce tra loro, possiede memorie visive, spazio-temporali ed emotive: è il nostro cervello creativo. Il destro si occupa dell'elaborazione emozionale, priva di parole, ma attraverso sensazioni, dell'intensità e armonia del testo.
I due emisferi elaborano singolarmente a proprio modo le informazioni, e poi si scambiano le conclusioni attraverso il corpo calloso. Il destro crea, il sinistro struttura. Quando le due componenti si fondono, si ottiene il racconto.

Sistema Limbico 
A questa parte del cervello, meno recente, è dato il compito di immagazzinare informazioni (memoria) per mezzo dell’ippocampo, e di associare ai ricordi una componente emozionale, attraverso l’amigdala. Da qui nascono le motivazioni alla base dello scrivere: le emozioni sono il perché della scrittura. Scriviamo per comunicare, per trasmettere emozioni e riceverne a nostra volta. Il nostro è un cervello sociale e il raccontare è un modo per entrare in relazione sociale. 


Le emozioni sono contagiose: se le persone attorno a noi sono felici, ci sentiamo felici, se sono tristi, ci sentiamo anche noi tristi. Questo avviene perché siamo socialmente imprintati: è l'empatia, il cui canale sono i neuroni specchio. E ciò influenza i nostri comportamenti, persino la nostra salute. Anche le parole sono in grado di influenzare i comportamenti e di diffondersi da persona a persona: libri e racconti possono cambiare il nostro modo di pensare e di relazionarci, di influenzare l’intera società. I neuroni di von Economo sono i neuroni del comportamento sociale: il loro esatto ruolo fisiologico non è ancora noto, ma si ritiene facilitino la trasmissione di informazioni rilevanti in termini di emozioni relazionali, quindi nei processi che favoriscono la comprensione e l’instaurarsi di comportamenti socialmente appropriati. Il raccontare è uno dei modi con cui svolgono tale funzione.

Cervello rettiliano 
Questa parte del cervello è la più antica, e si occupa dei bisogni, istinti e rituali innati dell’uomo. Da qui vengono le idee per il racconto. Molti racconti nascono da un particolare visto, sentito o letto, oppure una riflessione o un’associazione conscia o inconscia, ma certe volte le idee vengono e basta, quasi per istinto. 


Tre tipologie di scrittore 
Uno scrittore visivo utilizza la vista come principale canale sensoriale: processa le informazioni per immagini, quindi è molto descrittivo; usa termini e avverbi che appartengono alla sfera visiva e ricorre a metafore visive, la sua produzione letteraria è diretta, concreta, dimostrativa. 
Uno scrittore auditivo ricorre all’udito come suo principale canale sensoriale: processa le informazioni per suoni, quindi è attento alla musicalità dello scritto; usa termini e avverbi che appartengono alla sfera uditiva e ricorre a metafore uditive; la sua produzione letteraria è musicale e armoniosa. 
Uno scrittore cinestesico ricorre principalmente a canali sensoriali di tipo olfattivo, gustativo, tattile: processa le informazioni per sensazioni fisiche, è attento alla rimembranza e all’emotività; usa termini e avverbi che appartengono alla sfera tattile e ricorre a metafore di sensazione; la sua produzione letteraria è introspettiva, ricca di ricordi e di emotività.

11 commenti:

  1. Penso di rientrare nella categoria degli scrittori (beh, nel mio caso scribacchino) visuali. Da come lo associ all'attività scrittoria, sicuramente faccio parecchio uso anche del cervello rettiliano.

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    1. Penso che probabilmente sia così per tutti. L'idea sorge nel complesso rettiliano, nel sistema limbico nasce il bisogno di volerla condividere, nella neocorteccia viene concretizzata in un racconto.

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  2. Auditivo, senz'ombra di dubbio misterioso! ;-)

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    1. E però se mi dici "senz'ombra", mi utilizzi una metafora visiva! :)

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    2. Ué dottò, c'aggia fa'! :D

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    3. Beh, fossi cinestesico potresti dire: "ci metto la mano sul fuoco!" :)

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    4. Ci metto l'orecchio sulle figlie che strillano!

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  3. Che meccanismo perfetto che è il cervello umano almeno finché non si inceppa...riguardo alla scrittura credo di oscillare tra il visivo e il cinestetico, le emozioni sono una componente per me fondamentale.

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    1. In questa visione spesso si ha un canale percettivo prioritario e uno vissuto con meno forza. Quindi devi vedere tu se il principale è il visivo o il cinestesico.

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  4. Forse sono cinestetica o forse un mix delle tre tipologie, non saprei. So solo rimanere ammirata da come il nostro cervello sia una macchina così precisa e completa.

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    1. Tutte e tre è in effetti un po' difficile. In genere o si ha un canale percettivo principale (per esempio io sono un visivo praticamente puro) oppure si ha un canale prioritario e uno vissuto con minore forza.

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