Secondo la teoria di MacLean, il nostro cervello è triplo, composto da complesso rettiliano, sistema limbico e neocorteccia. Che relazioni hanno con la scrittura?
Neocorteccia
È la parte più recente del cervello, di cui la porzione più estesa è il telencefalo, che a sua volta è suddiviso in quattro aree: i lobi cerebrali.
Il lobo occipitale è principalmente deputato alla vista, mezzo fondamentale per il raccontare. Attraverso i neuroni specchio siamo in grado di apprendere le azioni che vediamo compiere. Quando svolgiamo noi un’azione, o quando la vediamo compiere da altri, ma anche solo se la stiamo ricordando o immaginando, per il nostro cervello non c’è differenza: i neuroni specchio si attivano. Anche leggere li attiva, ovvero per il nostro cervello è come se stessimo vivendo ciò che leggiamo.
Nel lobo parietale ha luogo il prestare selettivamente attenzione a uno stimolo: chi è un attento osservatore della realtà può esserne anche un buon narratore.
Nel lobo temporale avviene il riconoscimento di uno stimolo, ovvero il creare connessioni tra oggetti e concetti: è un processo di astrazione che permette di passare da idee specifiche a idee generali (induzione) e viceversa (deduzione), estrapolare i concetti da ciò che si osserva e riconvertirli in forma narrativa.
Nel lobo frontale avviene la progettazione della risposta: a seguito dello stimolo e della sua elaborazione, si ha quindi la produzione del racconto.
Emisferi Cerebrali
Il telencefalo è diviso in due metà simili ma non identiche, gli emisferi cerebrali, unite da un ponte di fibre nervose chiamato corpo calloso.
L'emisfero di sinistra è la sede del linguaggio, si occupa dell’ascolto, visione e lettura delle parole, controlla i calcoli matematici, è analitico e razionale, ricorre al linguaggio verbale, alla simbologia, dispone eventi nel tempo, pensa in termini sequenziali, possiede memorie procedurali, semantiche e situazionali: è il nostro cervello logico. Il sinistro si occupa della trama, delle regole grammaticali, della coerenza logica e temporale, delle analogie (metafore).
L'emisfero di destra controlla alcuni aspetti della musica e la percezione visiva, la cognizione dello spazio e la regolazione dell’emotività, ricorre al linguaggio non-verbale e paraverbale (tono, volume, timbro e velocità dell'eloquio), è privo del senso del tempo, percepisce relazioni spaziali tra le varie parti e le unisce tra loro, possiede memorie visive, spazio-temporali ed emotive: è il nostro cervello creativo. Il destro si occupa dell'elaborazione emozionale, priva di parole, ma attraverso sensazioni, dell'intensità e armonia del testo.
I due emisferi elaborano singolarmente a proprio modo le informazioni, e poi si scambiano le conclusioni attraverso il corpo calloso. Il destro crea, il sinistro struttura. Quando le due componenti si fondono, si ottiene il racconto.
Sistema Limbico
A questa parte del cervello, meno recente, è dato il compito di immagazzinare informazioni (memoria) per mezzo dell’ippocampo, e di associare ai ricordi una componente emozionale, attraverso l’amigdala. Da qui nascono le motivazioni alla base dello scrivere: le emozioni sono il perché della scrittura. Scriviamo per comunicare, per trasmettere emozioni e riceverne a nostra volta. Il nostro è un cervello sociale e il raccontare è un modo per entrare in relazione sociale.
Le emozioni sono contagiose: se le persone attorno a noi sono felici, ci sentiamo felici, se sono tristi, ci sentiamo anche noi tristi. Questo avviene perché siamo socialmente imprintati: è l'empatia, il cui canale sono i neuroni specchio. E ciò influenza i nostri comportamenti, persino la nostra salute. Anche le parole sono in grado di influenzare i comportamenti e di diffondersi da persona a persona: libri e racconti possono cambiare il nostro modo di pensare e di relazionarci, di influenzare l’intera società. I neuroni di von Economo sono i neuroni del comportamento sociale: il loro esatto ruolo fisiologico non è ancora noto, ma si ritiene facilitino la trasmissione di informazioni rilevanti in termini di emozioni relazionali, quindi nei processi che favoriscono la comprensione e l’instaurarsi di comportamenti socialmente appropriati. Il raccontare è uno dei modi con cui svolgono tale funzione.
Cervello rettiliano
Questa parte del cervello è la più antica, e si occupa dei bisogni, istinti e rituali innati dell’uomo.
Da qui vengono le idee per il racconto. Molti racconti nascono da un particolare visto, sentito o letto, oppure una riflessione o un’associazione conscia o inconscia, ma certe volte le idee vengono e basta, quasi per istinto.
Tre tipologie di scrittore
Uno scrittore visivo utilizza la vista come principale canale sensoriale: processa le informazioni per immagini, quindi è molto descrittivo; usa termini e avverbi che appartengono alla sfera visiva e ricorre a metafore visive, la sua produzione letteraria è diretta, concreta, dimostrativa.
Uno scrittore auditivo ricorre all’udito come suo principale canale sensoriale: processa le informazioni per suoni, quindi è attento alla musicalità dello scritto; usa termini e avverbi che appartengono alla sfera uditiva e ricorre a metafore uditive; la sua produzione letteraria è musicale e armoniosa.
Uno scrittore cinestesico ricorre principalmente a canali sensoriali di tipo olfattivo, gustativo, tattile: processa le informazioni per sensazioni fisiche, è attento alla rimembranza e all’emotività; usa termini e avverbi che appartengono alla sfera tattile e ricorre a metafore di sensazione; la sua produzione letteraria è introspettiva, ricca di ricordi e di emotività.
Penso di rientrare nella categoria degli scrittori (beh, nel mio caso scribacchino) visuali. Da come lo associ all'attività scrittoria, sicuramente faccio parecchio uso anche del cervello rettiliano.
RispondiEliminaPenso che probabilmente sia così per tutti. L'idea sorge nel complesso rettiliano, nel sistema limbico nasce il bisogno di volerla condividere, nella neocorteccia viene concretizzata in un racconto.
EliminaAuditivo, senz'ombra di dubbio misterioso! ;-)
RispondiEliminaE però se mi dici "senz'ombra", mi utilizzi una metafora visiva! :)
EliminaUé dottò, c'aggia fa'! :D
EliminaBeh, fossi cinestesico potresti dire: "ci metto la mano sul fuoco!" :)
EliminaCi metto l'orecchio sulle figlie che strillano!
EliminaChe meccanismo perfetto che è il cervello umano almeno finché non si inceppa...riguardo alla scrittura credo di oscillare tra il visivo e il cinestetico, le emozioni sono una componente per me fondamentale.
RispondiEliminaIn questa visione spesso si ha un canale percettivo prioritario e uno vissuto con meno forza. Quindi devi vedere tu se il principale è il visivo o il cinestesico.
EliminaForse sono cinestetica o forse un mix delle tre tipologie, non saprei. So solo rimanere ammirata da come il nostro cervello sia una macchina così precisa e completa.
RispondiEliminaTutte e tre è in effetti un po' difficile. In genere o si ha un canale percettivo principale (per esempio io sono un visivo praticamente puro) oppure si ha un canale prioritario e uno vissuto con minore forza.
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