sabato 20 maggio 2023

Ore d'Orrore - Mummie (parte 1)

Cari ectoplasmi, eccoci qui a un nuovo appuntamento con il revival di Ore d'Orrore. Scusate il caos, ma ieri la mia bella assistente Vulnavia ha voluto dare una festa ed è successo di tutto! Mai invitare dei lupi mannari con la luna piena: hanno passato tutta la sera a ululare. E i vampiri? Invece del tavolo dei rinfreschi hanno preferito direttamente gli ospiti... Ma passiamo al personaggio di oggi, che arriva da un lontano passato: fate i debiti scongiuri, perché parleremo di mummie!
 

Ore d'Orrore
“Ci sono molte buone ragioni per avere paura del buio”

"Benvenuto in pace nel tuo sarcofago, la sede eterna del tuo cuore! Le mie braccia sono spalancate per avvolgere il tuo corpo divino. Voglio proteggere il tuo corpo, fare la guardia alla tua mummia, vivificare in eterno l’anima tua!" (papiro funebre rinvenuto in un sarcofago) 

Mummie
La mummia emerge da un preciso contesto storico-geografico, ovvero l'antico Egitto. Ma a differenza di altri non-morti, vorrebbe rimanersene nella pace dell’oltretomba, e ritorna tra i vivi solo quando il suo sepolcro viene violato e il suo sonno eterno disturbato. Nelle storie lo scavo archeologico è visto come un atto sacrilego dovuto all’arrogante visione di superiorità degli occidentali verso le altre culture. Sebbene le mummie egizie siano molto antiche, il loro ingresso nell'immaginario collettivo è recente: solo dal XIX secolo, dopo il ritrovamento della stele di Rosetta, quando ebbe inizio l’interesse archeologico verso l’Egitto. 

Mummificazione
La decomposizione ha inizio al momento della morte, immediatamente dopo di essa, anche se non immediatamente visibile. È dovuta a due fenomeni: autolisi (per azione degli enzimi) e putrefazione (dovuta ai batteri). 
Con mummificazione s’intende il processo, naturale o artificiale, cui un corpo viene preservato dal processo di decomposizione. Sostanzialmente si tratta di una disidratazione (essiccamento). Può avvenire in maniera naturale, grazie a un clima freddo, secco e ventilato, che ostacola la putrefazione, o per l’inumazione in terreni asciutti capaci di assorbire liquidi in grande quantità, o ancora per la presenza di certi tipi di muffe che disidratano il corpo. Oppure in maniera artificiale tramite imbalsamazione (tassidermia nel caso di animali). 


Mummificazione nell’Antico Egitto
 
Nell’Antico Egitto la conservazione dei corpi divenne una vera arte, riservata al faraone e alla sua famiglia, ma anche a nobili e ricchi. Gli imbalsamatori, che univano conoscenze di anatomia e chimica a rituali religiosi, dovevano agire con rapidità per evitare che il cadavere iniziasse a decomporsi per il clima caldo e umido, e lavoravano in laboratori appositamente attrezzati in prossimità del Nilo o di uno dei suoi canali. Il completamento del processo richiedeva circa 70 giorni, intanto che veniva completata la tomba del defunto. 
Per prima cosa si rimuovevano dal corpo gli organi interni, dato che i tessuti molli avrebbero potuto accelerare il processo di putrefazione. Polmoni, stomaco e intestini venivano rimossi praticando un'incisione sull'addome; invece il cervello, per evitare di incidere il cranio del defunto, veniva estratto per mezzo di uncini metallici inseriti attraverso le narici. L'unico a non venire rimosso era il cuore. Gli organi venivano conservati all'interno di speciali vasi (canopi), aventi le fattezze dei quattro figli del dio Horo, e deposti nella tomba.
Dopo l'asportazione degli organi, si procedeva immergendo il corpo per circa 40 giorni in natron (carbonato di sodio decaidrato, un agente disidratante), sale che si depositava nelle pozze di esondazione del Nilo dopo il loro prosciugamento. Successivamente il corpo veniva lavato con vino di palma in modo da impedire lo sviluppo di batteri decompositori. Nell'addome venivano introdotte bende impregnate di natron, pezzi di lino e segatura, e l'incisione addominale veniva coperta con una placca metallica detta "occhio di Horo". Il corpo veniva di nuovo ricoperto col natron e unto con oli balsamici (resine di conifere e altre piante, cere d'api, oli aromatizzati), infine veniva strettamente avvolto con spesse strisce di tela di lino impregnate di resina, su cui venivano riportate formule magiche per proteggere il defunto, e tra cui venivano inseriti amuleti legati alla vita. 


Credenze religiose 
Secondo il mito, il dio Osiride, signore dell’Ordine, venne assassinato dal fratello Seth, signore del Caos, che era geloso di lui. Seth ne fece a pezzi il corpo e lo sparse per tutto l’Egitto. Isis, la sorella-moglie di Osiride, recuperò tutti i pezzi e si rivolse al dio Anubi che, dopo averlo assemblato e imbalsamato, usò i suoi poteri per riunire l’anima di Osiride al corpo. In questo modo Osiride divenne anche dio della resurrezione, nonché la prima mummia. 
Gli Egizi credevano che l'anima fosse divisa in più parti. Il ka, lo spirito duplicato del corpo, che si trasmetteva di padre in figlio, cresceva con l'uomo e non lo abbandonava mai, ma conduceva un'esistenza indipendente. Dopo la morte del corpo conservava ricordi e sentimenti della vita terrena; esso viveva nella tomba, nutrendosi del cibo messovi a questo scopo, e necessitava di visite periodiche al corpo, in cui si stabiliva ritornando in esso o in alternativa in una statuetta del defunto presente nella tomba. Il ba, o personalità, era invece libero di giorno di vagare per la terra dei viventi; di notte aveva il compito di viaggiare verso la terra dei morti. 
Dopo la morte il defunto viaggiava attraverso gli Inferi, seguito dal suo ba. Nel corso del viaggio incontravano dei demoni spaventosi, neutralizzati dal ba pronunciandone il nome. A mezzanotte arrivavano presso la Sala del Giudizio, dov'era riunita una giuria di 42 dèi presieduta da Osiride, e il ba recitava una "confessione negativa" di 42 peccati che la persona di cui era parte non aveva commesso. Il cuore del defunto veniva quindi posto sulla bilancia della Sentenza in opposizione a due piume di Maat, dea alata della Verità e della Giustizia. Se la bilancia rivelava che il cuore era appesantito dal peccato, veniva gettato in pasto ad Ammit, mostruosa dea in parte coccodrillo, in parte leone, in parte ippopotamo, che lo divorava, e la persona cessava di esistere per sempre. Se invece il cuore si dimostrava più leggero delle piume, il ba tornava alla tomba e si combinava col ka per formare un'anima immortale (akh). La dea ippopotamo Tawaret aveva quindi il compito di aiutare il defunto a rinascere a nuova vita.


Per oggi è tutto, cari indemoniati. Nella seconda parte dell’articolo parleremo della maledizione della mummia: cominciate a far scorta di amuleti...

4 commenti:

  1. Le mummie mi provocano disgusto. Sono stato al Museo Egizio di Torino, ho ammirato i meravigliosi oggetti d'artigianato, le statue, i papiri istoriati, i sarcofagi... ma mi sono sempre tenuto abbondantemente alla larga da quelli che avevano dentro una mummia.

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    1. Beh, si tratta pur sempre di cadaveri. E' comprensibile, da questo punto di vista.

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  2. La mummificazione è un atto che non apprezzo, va bene le credenze ma non so. Comunque tutto quello che riguarda gli Egizi è molto interessante.

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    1. Forse sarà strano, ma credo di non conoscere nessuno che vorrebbe farsi mummificare.

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