mercoledì 9 marzo 2016

Ore d'Orrore II - La Morte Personificata (parte 3)

Ben ritrovati, cari fenomeni da baraccone. Il vostro dottore è come sempre molto lieto di vedervi nel suo laboratorio. Anche se vi preferirebbe stesi sul lettino con qualche elettrodo in testa...
Oggi, in quest’ultima parte dell’articolo dedicato alla Morte, ci occuperemo di qualcosa che sta forse dopo di essa, perché parleremo di chi brevemente è riuscito a oltrepassare il confine ed è potuto tornare indietro per raccontare la sua esperienza...



Ore d’Orrore
“Ci sono molte buone ragioni per avere paura del buio”

“Verrà la Morte, e a te che non sei niente, porgerà la mano, in mezzo all'altra gente... E tu sarai il primo, come vorrà la sorte, a danzare con lei la danza della Morte! La Morte ha danzato, la Morte tua sposa, la Morte maligna, la Morte pietosa.” (Tiziano Sclavi, Dylan Dog – Attraverso lo Specchio)

Premorte
Le esperienze di premorte o NDE (Near Death Experience, esperienza ai confini della morte) sono una serie di fenomeni descritti da alcuni soggetti che hanno ripreso le funzioni vitali dopo avere sperimentato, a causa di malattie, traumi o coma, le condizioni di encefalogramma piatto o di arresto cardiocircolatorio, ma a volte anche da chi, pur avendo conservato le funzioni vitali, ha corso il rischio di morire. Sono note da moltissimo tempo, per cui ne esiste un ricca letteratura in materia, nonché seri studi scientifici al riguardo. Una volta riprese le funzioni vitali, soggetti diversi hanno raccontato di aver provato esperienze connotate da numerosi elementi comuni. I ricercatori hanno constatato che le caratteristiche della premorte sono comuni nella varie culture, ma che i dettagli dell’esperienza stessa (come figure, esseri, paesaggi) e la sua interpretazione variano a seconda delle diverse culture: viene quindi messo in contro che l’esperienza è sostanzialmente influenzata dai modelli culturali precostituiti del soggetto.


Gli elementi che si ritrovano in un’esperienza di premorte sono tanti e ricorrono sistematicamente, anche se non sono necessariamente tutti presenti. Includono uno o più dei seguenti: sensazione di essere separato dal corpo con possibilità di osservarlo dall'esterno, assistendo così all'attività di medici e soccorritori (è nota come esperienza extracorporea); consapevolezza di essere morto; attraversamento di una specie di tunnel buio in fondo al quale si intravede distintamente una luce; tempo che accelera o rallenta; accelerazione dei processi del pensiero; ritorno di scene appartenenti al passato; consapevolezza di avvenimenti che si stanno svolgendo altrove, come attraverso percezioni extrasensoriali; vivere scene del futuro; un’improvvisa comprensione o consapevolezza; sperimentare un senso di pace e serenità o una sensazione di felicità o gioia mai provate prima e difficilmente descrivibili; un senso di armonia o di compartecipazione con l’intero universo; osservazione di un paesaggio celeste; difficoltà nel descrivere la nuova realtà sperimentata, caratterizzata da luci, colori e suoni meravigliosi, non riscontrabili in alcun modo sulla terra; sensi che divengono più vividi; revisione della vita terrena vissuta fino a quel momento (compresi episodi dimenticati o relativi a momenti immediatamente successivi alla nascita) in un contesto di loro valutazione etica; vedere spiriti di defunti o entità religiose (con i quali si comunica mentalmente, in modo istantaneo e non verbale); incontrare un’essenza o una presenza mistica (un “Essere di Luce", descritto come amore totale, e identificato generalmente con Dio), oppure sentire una voce non identificabile; giungere presso di un confine o un punto di non-ritorno; ritorno alla vita accompagnato da un sentimento di rimpianto per non essere potuti rimanere dall’altra parte; timore di riferire l'esperienza per timore di non essere creduti, ma al contempo desiderio di farlo come doverosa condivisione di qualcosa di estremamente prezioso e importante.
L'esperienza non è comunque sempre positiva: sono altresì riportati in letteratura casi che hanno descritto visioni infernali, come luoghi bui, scuri, laghi con acque nere e visioni di esseri scuri e terrificanti.


Secondo gli studi in materia, a questa esperienza fanno seguito una serie di postumi o anche dei cambiamenti nella vita del soggetto, in termini di valori, atteggiamenti e credenze, che possono riflettersi anche in cambiamenti radicali nella personalità del soggetto, quali una nuova visione della vita e della morte, delle relazioni umane e della spiritualità. La maggior parte sono considerati effetti positivi, ma non sempre: alcuni cambiamenti in attitudini e comportamenti possono portare a disagi o problemi di natura psicosociale o psicospirituale; spesso sono correlati all’adeguamento alla nuova situazione dopo l’esperienza e alla sua integrazione nella vita ordinaria.

Modelli Esplicativi
L’esplicazione della fenomenologia della NDE viene trattata tramite modelli psicologici, fisiologici o trascendentali, ovvero la valutazione si basa su due tipi di approccio: uno di tipo scientifico sulla sfera biopsicologica e uno di tipo spirituale.
Le teorie psicologiche suggeriscono che questi fenomeni possano essere conseguenze di reazioni mentali ed emotive nei confronti del timore della morte o della sua aspettativa. Altre variabili psicologiche considerate includono immaginazione, spersonalizzazione, dissociazione, predisposizione alla fantasia, reminescenza del nascere. Vengono interpretate come racconti autoconsolatori e rassicuranti, elaborati per autospiegarsi le confuse sensazioni del risveglio da un’operazione o dal coma (per esempio la forte luce presente nella stanza al momento del risveglio diventa il tunnel con la luce al fondo).


Le teorie fisiologiche si focalizzano su spiegazioni biochimiche e farmacologiche, ponendo in particolare l’accento sulla neurofisiologia. Da un punto di vista fisiologico, la causa potrebbe essere individuata in condizioni di anossia (scarsa presenza di ossigeno a livello cellulare), ipossia cerebrale (carenza di ossigeno a livello cerebrale, che può causare alterazioni delle capacità cognitive anche permanenti), ipercapnia (accumulo di anidride carbonica a livello ematico). Vengono anche considerate variabili di tipo neurochimico, come le interazioni di vari neurotrasmettitori, tra cui per esempio endorfine e serotonina (che regola le emozioni e l’umore), nonché il recettore NMDA, il quale può interagire con diverse droghe psicotrope: la ketamina, somministrata a dosaggi sub-anestetici, determina sensazioni analoghe alle esperienze di premorte. Da un punto di vista neurologico si tiene anche conto di disfunzioni del lobo temporale (che presiede alla parte cognitiva legata al riconoscimento di uno stimolo), l’attivazione del sistema limbico (implicato in funzioni quali emozioni, umore e senso di autocoscienza, che determinano il comportamento dell'individuo), processi REM o altri fenomeni generati al confine tra il sonno e la veglia. Ricerche condotte dall'Università del Michigan hanno dimostrato che l'avvicinarsi della morte “eccita” il cervello stimolando un'intensa attività neuronale e ciò potrebbe fornire una base per comprendere in maniera scientifica le esperienze di premorte.
Il modello trascendentale considera invece spiegazioni correlate all’esistenza della vita dopo la morte, ovvero vede l'esperienza come una sorta di contatto anticipato con l’aldilà, oppure ritiene possa trattarsi di stati mutevoli della coscienza, esperienze mistiche o del concetto di separazione tra mente e corpo. Sono fenomeni sciamanici derivanti dalla tradizione greco-romana, dove si riteneva non esistesse una linea di demarcazione netta tra la vita e la morte, per cui sogni e spiriti venivano percepiti con le medesime sembianze: si credeva infatti che di notte, durante i sogni, l'anima abbandonasse il corpo. Hypnos (il Sonno) e Thanatos (la Morte), ma anche i sogni, erano figli di Nyx (la Notte), per cui erano tutti reperibili nella sua terrificante dimora. Per questo le porte del mondo dei morti potevano essere varcate anche da vivi.

E con questo, cari mostriciattoli, si conclude il nostro discorso sulla Signora con la Falce. Il vostro dottore vi da appuntamento al prossimo episodio di Ore d’Orrore. Ora vi devo proprio lasciare: ho notato che il mio nuovo vicino di casa esce solo la notte e che ha dei canini decisamente sospetti. Non vorrei mai che si trattasse di un vampiro...

25 commenti:

  1. Come sempre un ottimo escursus, ti faccio i miei complimenti!

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    1. Grazie, è un post nato quasi per caso, questa rubrica alle volte riserva sorprese anche a me. :)

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  2. Molto bello questo articolo. Ma tu, ci credi alle esperienze di pre-morte?...

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    1. Dipende da cosa intendi con "credere". Se intendi se credo avvengano davvero, penso proprio di sì, perchè la letteratura in materia è ricca al riguardo e sono note da lungo tempo. Se invece intendevi se credo nella spiegazione trascendentale... non so proprio cosa risponderti. Onestamente trovo più congeniale le spiegazioni psicologiche e fisiologiche. Le quali tuttavia non implicano necessariamente che non ci sia qualcosa dopo la morte. Credo quindi che la spiegazione del fenomeno vada ricercata nel bisogno di darsi una spiegazione di un qualcosa su cui riflettiamo praticamente da sempre e quindi il risultato del nostro bisogno di credere in qualcosa di più grande.

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    2. Si, intendevo proprio quello: se credevi nelle spiegazioni trascendentali. Anche io come te tendo verso la scienza pur non escludendo altre possibilità... o forse, dovrei dire che mi piacerebbe tanto credere reali altre possibilità.
      Ciao ^_^

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    3. Come detto, una spiegazione scientifica del fenomeno non implica che la vita debba per forza finire su questa terra.
      Forse queste esperienze servono a illuderci o forse a darci speranza: sta tutto nell'occhio di chi guarda.
      L'unica cosa di certo è vivere la nostra vita giorno per giorno, vivendola bene e volendoci bene. Come diceva Charlie Chaplin: "La vita è come un’opera di teatro, che non ha prove iniziali: canta, balla, ridi e vivi intensamente ogni giorno della tua vita prima che l’opera finisca senza applausi."

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  3. Il tuo blog continua a rivelarsi fonte d'ispirazione. Non so quante cose ho annotato sulla mia agendina da quando ho scovato il tuo angolo virtuale, tutti appunti che un giorno o l'altro userò per qualche racconto! Non posso che ringraziarti!

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    1. Beh, lieto di poter essere utile. Penso la stessa cosa anch'io: la condivisione in rete può completare quell'idea su cui si sta lavorando. :)

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  4. Diciamo che per me è materia conosciuta ;) E in famiglia abbiamo avuto almeno alcuni casi. Non sono credente e sono piuttosto razionale, però non escludo nulla :D

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    1. Davvero? Comunque le spiegazioni razionali del fenomeno non implicano che non possa esserci comunque qualcosa dopo la morte.

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    2. Non so, per quel che ho "sperimentato" poco importa cosa ci sarà :D Fosse così, sarebbe "perfetto": non servirebbe nulla di più e nulla di meno ;)
      La cosa più incredibile, per me, è che mi accadde da adolescente, ma la sensazione rimane vivida tuttora.

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    3. Io non so se c'è qualcosa dopo la morte. Questi fenomeni vanno presi per quello che sono. Non danno una risposta nè in una direzione, nè nell'altra. La risposta ognuno di noi l'avrà quando sarà il momento di prendere congedo definitivo e affrontare l'ultimo viaggio.
      Quindi, da quanto ho capito, tu hai vissuto una NDE?

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    4. Direi di sì :D Cioè, sì! Ma senza fuochi pirotecnici XD Ho sempre difficoltà, non ne parlo volentieri ;)

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    5. Non ti preoccupare, non era un invito a parlarne, se non vuoi. :)

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  5. Ho sempre sospettato che le esperienze di premorte potessero avere una spiegazione scientifica. Il fatto è che tutti si focalizzano su un discorso di speranza, lasciando chi è un po' più materialista con la curiosità di capire.

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    1. Onestamente io ritengo che la spiegazione del fenomeno sia di carattere scientifico, perchè l'esperienza stessa è condizionata in partenza dal background culturale di chi la vive: ovvero non ti sorprendi di cosa vedi, perchè te lo aspetti già sulla base di modelli religiosi e spirituali.
      Il che può essere messo sia come prova a favore delle spiegazioni scientifiche (influenza delle religioni) sia di quelle trascendentali (è proprio come dicono le religioni).

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  6. Personalmente credo abbia poco senso dibattere su queste cose. Schematizzando molto: l'essere umano è di base schizofrenico, per cui la parte corticale tenderà sempre a privilegiare le spiegazioni di tipo razionale, mentre il sistema limbico si orienterà verso quelle trascendentali.

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    1. Beh, io invece credo sia interessante provare a vedere le varie possibilità e rifletterci su. Soprattutto quando una non esclude necessariamente l'altra.
      Non mi è invece chiarissimo cosa intendi con "essere umano di base schizofrenico": le due metà che citi lavorano sempre insieme, schizofrenico (c'è probabilmente un termine migliore per dirlo) sarebbe quando una non ha più l'ausilio dell'altra.

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    2. Io invece vedo che nella maggior parte degli esseri umani le due "metà" sono in costante disarmonia e conflitto tra loro. Ovviamente "schizofrenia" io l'ho utilizzato nei termini di una specie di metafora, ispirata dalla patologia clinica ma non certo coincidente con essa.

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  7. Bah, in effetti ho osservato molte reazioni strane in pazienti ripresi dopo una rianimazione cardiopolmonare, sopratutto in quelli defibrillati. Nella maggior parte dei casi nulla di che, se non il senso di vuoto dal momento in cui il cuore smette la sua funzione, il non ricordare. In certe circostanze, più rare, tracce di qualcosa...
    Vi garantisco che assistere dal vivo, addirittura partecipare a certi avvenimenti lascia sempre sgomenti, euforici, di tutto un po', anche dopo anni di consuetudine con la vita e la morte.
    Sono propenso a pensarla come Tom, per tutta una serie di spiegazioni legate alla biochimica e al rilascio di sostanze cosiddette propedeutiche al benessere e all'accettazione, come ad esempio un aumento massivo di serotonina ecc... Resta il fatto che, prendendo spunto dal discorso di Ivano sul sistema limbico, specificatamente alla sua relazione con la neocorteccia dove abbiamo sviluppate e ampliate le funzioni dell'apprendimento e della memoria, nulla ci vieta di considerare che possano esistere casi di pre morte, o di "sospensione" prima che l'ultima delle cellule cerebrali necrotizzi. Non credo si possano avere risposte definitive sul piano razionale, per ora.
    Sulla schizofrenia ci andrei più leggero, trattandosi di una patologia gravissima.

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    1. Sì, immaginavo che uno come te che lavora proprio nella rianimazione avesse forse potuto vedere qualcosa dal vivo.
      Una cosa che forse molti non hanno notato è che tra le spiegazioni trascendenti il contatto anticipato con l'adilà è solo una delle ipotesi: per esempio c'è quella del corpo astrale, la separazione dell'anima dal corpo, che inizia un viaggio spirituale.
      Su schizofrenia, concordo con te: a volte abusiamo di alcuni termini che sono un po' entrati nel linguaggio comune, quando invece fanno riferimento a condizioni cliniche difficili.

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    2. Ecco,anche il discorso del corpo astrale è interessante. Non solo nella cultura orientale, ma anche nella tradizione giudaico cristiana se ne parla, utilizzando altri nomi, però...

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    3. Sì, in quella egizia ancora di più poi, che vedeva l'anima divisa in diverse parti.

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  8. Più seguo questa rubrica, Marco, e più la trovo interessantissima.
    Il tema dell’esperienza pre-morte, poi avvince in modo quasi spudorato :-)
    Non sai quanto abbia apprezzato anche le domande e le risposte inserite nei commenti. In particolare, mi è piaciuta tanto la tua opinione resa ai quesiti di iara R.M. che condivido al 100%
    Mi trovo anche molto d’accordo con ciò che ha scritto Ivano, riguardo alla scarsa diffusione di un pensiero olistico. Purtroppo, la maggior parte delle persone si barrica dietro le proprie paure e difficilmente ammette, soprattutto in pubblico, la possibilità che esista una via di mezzo per approcciare simili fenomeni.
    Corro a leggere altro, sempre rimanendo all’interno della tua rubrica.
    Un abbraccione e a presto! ^__^

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    1. Io credo che lo scienziato che va a indagare su di un fenomeno debba affrontarlo senza pregiudizi di sorta, in
      maniera impersonale, vagliando tutte le possibilità e tenendo conto dei molti contesti in cui ci può trovare.
      Ci sono molti fenomeni che ci riguardano in cui la spiegazione non è netta e apre spazio a molta speculazione.
      Grazie Clementina, è sempre un piacere quando passi! :)

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