giovedì 30 aprile 2020

La Bromatologia del Quotidiano

Cosa c'è di più quotidiano del mettersi a tavola a mangiare? 
Questo era quanto avevo detto nella presentazione del mio ultimo libro, La Piccola Magia del Quotidiano. Gli alimenti, oltre a essere argomento di alcuni corsi che tengo, sono anche uno dei fili conduttori del mio libro, dato che molti dei racconti ruotano attorno a un particolare cibo. Ma dietro al preparare i cibi e cucinarli, c'è tutta una serie di processi chimici di cui ho pensato di parlarvi in questo post.

Combustione 
Di certo è la più antica reazione chimica scoperta dall'uomo. Bruciando un combustibile in presenza di ossigeno, si ottiene anidride carbonica e acqua, eventualmente altri sottoprodotti, ma soprattutto calore, per esempio per cucinare i cibi. La cottura rende il cibo più masticabile e digeribile, più appetibile dal punto di vista organolettico, elimina dei fattori antinutrizionali e abbatte la carica batterica.

Reazione di Maillard
È la reazione per cui si forma quella crosta croccante sulla carne, sul pane e la pizza. Una serie complessa di fenomeni che avviene una volta superati i 140 °C, per reazione di zuccheri e proteine durante la cottura. A seguito di tale processo si ha un caratteristico imbrunimento del cibo, dovuto alla liberazione di melanoidine, che danno anche un aroma appetibile: quello tipico dell'arrosto, del pane appena sfornato o del caffè tostato. Se però vengono superati i 200 °C si formano benzopireni, che danno invece il colore bruciacchiato, e sono sostanze considerate cancerogene.

Fermentazione alcolica 
È la reazione con cui i saccaromiceti (lieviti) metabolizzano gli zuccheri, e per via enzimatica li trasformano in etanolo e anidride carbonica. Attraverso di essa otteniamo il vino e la birra (per conversione del fruttosio dell'uva e dell'amido del malto). Della reazione si può usare anche l'altro prodotto: mettendo il lievito nell'impasto del pane o della pizza, l'anidride carbonica liberata lo fa gonfiare (lievitazione), rendendolo più piacevole da masticare; l'alcol invece si perde nella cottura. 

Fermentazione omolattica ed eterolattica
È la reazione con cui i lattobacilli (un tipo di batteri) metabolizzano il lattosio, lo zucchero presente nel latte, e lo convertono in acido lattico: dal latte si ottiene così lo yogurt. Un'altra possibilità è invece la fermentazione etereolattica, in cui viene prodotto anche etanolo: si ottengono quindi degli yogurt un po' alcolici (il kefir e il koumis), prodotti tipici di alcune regioni dell'Asia centrale, come la Mongolia e il Kazakistan.

Coagulazione presamica, acida e termica
Aggiungendo al latte il caglio o presame (una miscela di enzimi digestivi), la caseina (che è un aggregato fosfoproteico) diventa poco solubile e precipita: si ottiene il formaggio. Con questo metodo si producono quelli a pasta dura. Oppure si può ottenere la precipitazione delle caseine acidificando il latte; in questo modo si ottengono quelli a pasta morbida (come il mascarpone). Di ciò che rimane (siero), si può far precipitare le proteine restanti con il calore, ottenendo la ricotta (così chiamata perché cotta due volte).

Formazione del Glutine
La farina è costituita principalmente da polisaccaridi, ma contiene anche delle proteine. Durante l’impastamento la glutenina si associa alla gliadina, formando il glutine, un complesso proteico insolubile in acqua. Il glutine conferisce agli impasti farinacei proprietà viscoelastiche intermedie tra quelle di un liquido e un solido: aggiungendo acqua la miscela che si ottiene è un fluido non-newtoniano.


Diciamo che questo primo post è solo un assaggio... Il percorso di questa sorta di speciale virerà già dal prossimo articolo su temi molto più ampi.
Potete trovare La Piccola Magia del Quotidiano, e leggere i racconti che la compongono, cliccando qui, oppure ordinando il volume in libreria.

11 commenti:

  1. Ho sempre fatto bene allora a non mangiare mai il marciapiede della pizza ;)

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    1. E che è il "marciapiede" della pizza?!
      Intendevi il cornicione, forse? 😄

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  2. Indubbiamente i fenomeni chimici che generano cibi elaborati sono affascinanti perché spesso nati in epoche in cui non c'era una cognizione scientifica pari a quella odierna, quindi si basavano interamente su esperienze empiriche. In effetti, chi può aver avuto "l'idea" di mescolare il caglio al latte? Immagino che sia stato un evento casuale che ha suscitato osservazioni per le sue conseguenze. Come pure la produzione del sake in Giappone che si fa utilizzando delle muffe! Cioé, il riso viene cosparso di una specifica muffa per farlo fermentare e generare la parte alcolica, presumo che tutto sia partito da un casuale ammuffimento di una quantità di riso bollito e dall'osservazione (e assaggio) del liquido che aveva generato.

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    1. Il caglio è una miscela di enzimi digestivi presa dallo stomaco degli ovini (a volte dei vitelli). Se dovessi fare una speculazione, potrei immaginare un nostro lontanissimo antenato che usava uno stomaco di pecora come recipiente, magari senza averlo ripulito troppo bene. La volta che ci ha messo dentro del latte, dopo un po' ha scoperto che si era trasformato in qualcosa di nuovo. Poi un altro nostro antenato, vedendo che quel formaggio fresco non si conservava a lungo nel tempo, ha avuto l'idea di farlo seccare e magari di aggiungere il sale, sostanza purificante: ed ecco il formaggio stagionato che abbiamo oggi.

      Devi sapere che esiste anche la cucina molecolare, che utilizza tecniche della chimica o meccanismi basati su reazioni chimiche.
      Per esempio si utilizza l'azoto liquido per ottenere un gelato istantaneo spumosissimo e che non è freddo al palato.
      Oppure l'estrazione della clorofilla dai piselli per utilizzarla come colorante alimentare 100% naturale.

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  3. In effetti è un attimo a bruciare tutto... e dall'aroma di caldo e saporito passare a quello bruciato XD
    Quanto al formaggio, penso anche io che sa andata come dici... per puro caso, latte nello stomaco e si è "creato" questo nuovo cibo!

    Moz-

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    1. Andare in pizzeria o prendere una pizza d'asporto è una delle cose che mi mancano di più... In quella in cui vado di solito, mentre attendi l'ordinazione ti offrono un tagliere di pizze a gratis. Buonissime, poi... 😋

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  4. Mamma mia, per un momento, quando ho letto il titolo del post, ho avuto un flash sulla bromometria di Analitica II e mi è preso un colpo! Per fortuna che qua si parla di cibo, e... questo post mi ha fatto venire un certo languorino!
    Io lo yogurt praticamente lo mangio ogni mattina perché ho da anni un'avversione profonda per il latte. Della reazione di Maillard ne avevo sentito parlare su un video di Bressanini, davvero interessante!
    Comunque, scusa l'ignoranza, ma... In breve che cosa sarebbe un fluido non-newtoniano? Ha forse a che fare con il video finale? Insomma, ormai avrai capito che io e la Fisica siamo lontane anni luce!

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    1. Bromo viene dal greco "bromos" che vuol dire fetore, mentre "broma" in greco vuol dire "cibo". La bromatologia è un termine desueto per indicare la chimica degli alimenti.

      Il comportamento newtoniano o non-newtoniano è la risposta di un fluido all'azione delle forze di taglio che agiscono su di esso. In un fluido newtoniano la viscosità (cioè la capacità di scorrimento delle molecole le une sulle altre) aumenta linearmente all'aumentare dell'applicazione delle forze di taglio, mentre in un fluido non-newtoniano la dipendenza non è lineare. Quello che si vede nel video è proprio l'effetto di tale comportamento.
      Una sottocategoria dei fluido non-newtoniani sono i tissotropici. Per esempio il ketchup: da fermo è più viscoso, mentre quando viene sbattuto diviene meno viscoso.
      Si può ottenere un fluido non-newtoniano disperdendo in acqua una sostanza a elevata massa molecolare, come appunto una proteina o dell'amido di mais (si ottiene quindi una miscela colloidale). Un altro esempio sono le sabbie mobili.

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  5. Molto interessante!!
    Grazie mille per la tua spiegazione, molto chiara quanto "strana", perché non avevo mai sentito una cosa simile, anche se... il mio ex professore di Chimica-Fisica I (ebbene sì, "stiamo ancora parlando di lui") è fissato coi fluidi, tant'è che nel programma inserì pure le leggi di Fick!

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  6. A me il formaggio piace molto, anche la ricotta, però tutte le volte che mi spiegano come sono fatti, non lo so, ho questa strana reazione: 🤢

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    1. Allora dovresti vedere come fanno i salami...

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