martedì 27 ottobre 2020

L'Inaspettata Bellezza di Torino dalla A alla Z (parte II)

Seconda e ultima parte del post alfabetico di curiosità sulla città di Torino.

H come Hotel. Nel 2017 il Turin Palace Hotel ha vinto il Travelers' Choice Hotel Awards indetto da Tripadvisor come miglior hotel d'Italia, aggiudicandosi anche la terza posizione a livello mondiale.

I come Inferno. Fin dall'antichità la zona di piazza Statuto ha un'oscura nomea: al tempo dei romani veniva usata come necropoli e forse fu sede di esecuzioni capitali; nel XIX secolo c'era la forca. Alcune leggende dicono che la piazza sia un fulcro di magia nera o l'ingresso a una delle tre Grotte Alchemiche della città, dei tunnel sotterranei che condurrebbero a dimensioni parallele. Al centro dei giardini della Piazza c'è il monumento dedicato alla realizzazione del traforo del Frejus: si dice che il Genio alato sulla sommità, che un tempo portava una stella sul capo (secondo alcuni un pentacolo rovesciato), in realtà sarebbe Lucifero, e il monumento indicherebbe la posizione della Porta degli Inferi.


L come Leggenda. Stando a una superstizione, uno studente universitario non dovrebbe andare sul terrazzino panoramico della Mole, altrimenti non riuscirà mai a laurearsi.

M come Monferrato. I torinesi amano abbellire la propria città con piccole trovate, come le curiose decorazioni che si sono viste l'anno scorso in via Monferrato, una viuzza che si trova vicino alla chiesa della Gran Madre.


N come Nobel. Torino ha dato i natali a due premi Nobel per la Medicina: Salvatore Luria, che lo ha vinto nel 1969 per le sue ricerche sulla moltiplicazione e mutabilità dei virus, e Rita Levi-Montalcini, che lo ha vinto nel 1986 per la scoperta della NGF. Renato Dulbecco, originario di Catanzaro, che lo ha vinto nel 1975 per la scoperta del meccanismo d'azione dei virus tumorali, aveva studiato Medicina a Torino, dove aveva conosciuto Luria e la Montalcini.

O come Occulto. Torino è chiamata “la città magica”, perché da sempre è legata a miti e leggende esoteriche. È una delle punte del triangolo della magia nera (con Londra e San Francisco) e di quello della magia bianca (con Praga e Lione). Si dice che le statue davanti la Gran Madre, che rappresentano la Fede e la Religione, mostrino il luogo dove è nascosto il Sacro Graal (una delle ipotesi è Moncalieri, frequentata dai cavalieri Templari). Torino fu anche visitata da Nostradamus, che incise su una lapide: “Nostradamus ha alloggiato qui, dove c’è il Paradiso, l’Inferno e il Purgatorio. Io mi chiamo la Vittoria, chi mi onora avrà la gloria, chi mi disprezza avrà la rovina intera”. Il famoso e controverso sensitivo Gustavo Rol (1903-1994) era nato e vissuto a Torino.

P come Passepartout. Nella notte tra il 29 e il 30 agosto 1706, durante l'assedio di Torino da parte dell'esercito francese, forze nemiche entrarono in una delle gallerie sotterranee della Cittadella (la cui pianta è a forma di stella), cercando di sfondare una delle porte che conducevano all'interno. Pietro Micca, conosciuto come Passepartout, era di guardia con un commilitone. I due soldati decisero di far scoppiare un barilotto da 20 chili di polvere da sparo nella galleria, così da provocarne il crollo e impedire il passaggio al nemico. Non potendo utilizzare una miccia lunga, perché avrebbe impiegato troppo tempo a bruciare, Micca ne impiegò una corta, pur consapevole del rischio. Allontanò il compagno e diede fuoco alle polveri, cercando poi di mettersi in salvo. Micca non ce la fece: morì per i gas che si svilupparono nella galleria, ma col suo eroico sacrificio Passepartout aveva salvato la città.

Q come Quetzaltenango. Torino è gemellata con molte città: la prima è stata la francese Chambéry nel 1957, l'ultima l'albanese Tirana nel 2009. Nel 1997 il gemellaggio è avvenuto con la guatemalteca Quetzaltenango.


R come Romanticismo. Torino è proprio una città che sa sempre come sorprendere, anche solo con un piccolo tocco di poesia. Al Giardino Roccioso nel Parco del Valentino sono presenti alcune opere artistiche, tra cui "i lampioni innamorati", seduti vicini su una panchina assieme a un gatto.


S come Statuto. Il Cinema Statuto, situato in via Cibrario, prendeva il nome dalla vicina piazza. Il 13 febbraio 1983, durante una proiezione, a causa di un cortocircuito scoppiò un incendio che provocò la morte di 64 persone. Le vittime, sebbene avessero tentato la fuga, trovarono le uscite di sicurezza chiuse e non riuscirono a scampare alle esalazioni tossiche prodotte dalla combustione dei materiali plastici della sala.

T come Trasporto. Nel 1961, in occasione dell'Esposizione Internazionale del Lavoro e della celebrazione del centenario dell'Unità d'Italia, venne realizzata una monorotaia, il cui tracciato si estendeva per circa 1800 metri su un viadotto. La monorotaia cadde definitivamente in disuso dopo soli due anni e il viadotto fu rimosso quasi integralmente, eccetto un breve tratto in corso Unità d'Italia. Nel 2006, in occasione dei XX Giochi Olimpici invernali, venne realizzata la metropolitana, che è a guida automatica (cioè priva del conducente).


U come Uragano. L'11 agosto 1904 la statua del Genio Alato, collocata sulla punta della Mole, venne abbattuta durante un nubifragio, rimanendo in bilico sul terrazzino sottostante. Oggi è conservata all'interno dell'edificio e al suo posto è stata collocata una stella. Il 23 maggio 1953 una tromba d'aria spezzò e fece precipitare 47 metri della guglia nel giardino sottostante della sede RAI, fortunosamente senza provocare danni alle persone.

V come Vie. Un'abitudine dei torinesi è di chiamare diverse strade e piazze solo col primo nome: per esempio corso Regina Margherita viene chiamata "corso Regina" e piazza Vittorio Veneto è chiamata "piazza Vittorio".


Z come Zarathustra. “Sono passato vicino alla Mole Antonelliana, l’edificio più geniale che è stato forse costruito per un assoluto impulso verso l’alto - non ricorda nient’altro se non Zarathustra. L’ho battezzato Ecce Homo e l’ho circondato nel mio spirito con un immenso spazio libero.” Così scriveva Friedrich Nietzsche, che nel 1888 si era trasferito a Torino. Il 3 gennaio 1889 avvenne il suo famoso episodio di crollo mentale: in piazza Carignano, vedendo un cavallo da traino fustigato a sangue dal cocchiere, corse ad abbracciare l'animale, piangendo e mettendosi a baciarlo; poi cadde a terra urlando in preda agli spasmi. Secondo alcuni è solo un episodio leggendario: Nietzsche si sarebbe limitato a rimostranze e schiamazzi, per i quali venne ammonito dalla polizia municipale. Il filosofo lasciò poi Torino e non vi fece più ritorno.

12 commenti:

  1. Ce l'ho una foto coi lampioni innamorati del parco.
    Riguardo la fama di Torino città magica, credo che andrebbe meglio sfruttata anche a livello turistico.

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    1. Quindi sei venuto a Torino abbastanza di recente, perché ancora quando andavo all'università i lampioni innamorati non c'erano ancora.

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    2. Una decina di anni fa. Neanche tanto poco, infatti mi è venuta voglia di tornarci.

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  2. L'idea che Nietzsche abbia reagito a quel modo alla fustigazione di un cavallo mi risulta molto credibile... voglio dire, lo capisco, spasmi a parte. Gli ombrelli colorati li ho visti qualche anno fa a York; fanno un bellissimo effetto, di leggerezza e allegria.

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    1. In effetti qualche tempo dopo sono comparsi anche vicino casa mia a Moncalieri. 😀

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  3. Anche stavolta top.
    E pensare che dovevo essere lì.
    Sapevo della piazza con quella statua del genio/lucifero, un mio amico me la mostrò nei dettagli ed è... brutta. Nel senso che è un po' kitsch, un effetto un po' strano lo fa.
    Beh, posso affacciarmi dal balconcino (comunque queste leggende anti-laurea sono in ogni città, chssà perché...); voglio trovare le porte alchemiche per altre dimensioni :)

    Moz-

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    1. Sarei conoscere di conoscere le leggende anti-laure (come le hai chiamate) delle altre città!

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    2. A L'aquila se passi sotto un arco (la vecchia porta di città) prima di laurearti... non ti laureerai... così si dice, per dire^^

      Moz-

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    3. Ecco, vedi? Questa non la sapevo proprio!

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  4. Allora direi anche la D come Diavolo del post precedente...

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  5. Era per questa sua fama legata all’occulto che a me Torino non piaceva, pur senza averla mai vista: mi sembrava cupa, tenebrosa, mi incuteva soggezione. Poi, quando la vidi, ho proprio cambiato idea, come ti dicevo.
    In effetti, quei lampioni sono bellissimi, hanno qualcosa di veramente romantico.
    Bello conoscere le chicche della città, anche l’episodio di Nietzsche molto curioso.

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    1. Il Giardino Roccioso è infatti uno dei luoghi più belli di Torino. Io avevo la fortuna di averlo vicino alla mia università, per cui quando c'era bel tempo nella pausa pranzo durante le lezioni si andava a mangiare lì. 😄

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