Abbiocco
Stato di sonnolenza, specie se dovuto a un pasto pesante.
Apericena
Parola macedonia coniata a Torino, neologismo che descrive un nuovo costume sociale: la fusione tra aperitivo e cena, come abitudine nata dal dilungarsi dell’aperitivo in un locale, che va a sconfinare nella cena, sia per quanto riguarda l’orario tradizionale del pranzo serale, sia i quantitativi di cibo. In poche parole è qualcosa di più di un aperitivo, ma qualcosa di meno della cena, in un orario che va a comprendere entrambi. Nel 2015 il termine è comparso in un articolo del quotidiano britannico The Guardian sulle abitudini degli studenti universitari italiani (torinesi e milanesi in particolare), dove era indicato come intraducibile.
In Piemonte, dov'è consueto cenare presto, era già usanza in passato la merenda sinoira, un pasto leggero con i prodotti del territorio (generalmente cibi che non necessitino di sedersi a tavola), che iniziava verso le quattro-cinque, e si andava allungando fino a cena, così da rifocillarsi durante le ultime ore di lavoro.
Arruffapopoli
Agitatore, sobillatore del popolo; specialmente chi istiga le masse per perseguire il proprio interesse o per bassi fini personali.
Boh
Intercalare utilizzato nel significato di "non so" oppure "non importa", spesso in sovrapposizione col bom/bo', foneticamente simile (anche citato nel film Spider-Man: Far From Home). Entrambi sono spesso utilizzati per chiudere il discorso in modo da non dover aggiungere altro.
Cerchiobottismo
Indica l'atteggiamento di chi, trovandosi a dover scegliere tra più alternative o a esprimere un'opinione, assume una posizione ambigua, intermedia rispetto alle possibili opzioni, in modo da non scontentare nessuno e non esporsi a critiche o giudizi. Deriva dalla frase idiomatica "dare un colpo al cerchio e uno alla botte".
Dietrologia
Nel linguaggio politico e giornalistico indica polemicamente la tendenza ad assegnare ai fatti della vita pubblica delle cause diverse da quelle dichiarate o apparenti, ipotizzandone motivazioni segrete, con la pretesa di conoscere ciò che effettivamente stia dietro a ogni singolo evento.
Fuffologia
La fuffa è quella lanetta che si forma sui tessuti, rimossa in quanto antiestetica, oppure la lanugine che si accumula nell'ombelico; per estensione il termine significa un qualcosa di troppo di cui non si sentiva necessità, o semplicemente qualcosa di inutile o senza senso. Quindi con fuffologia si intende un sapere non-necessario e di nessuna reale utilità; nonostante questa parola sia molto usata, non è però ancora entrata a far parte del dizionario.
Garganella
Termine utilizzato solo nella locuzione "bere a garganella", cioè bere tenendo il capo reclinato all'indietro, senza accostare il recipiente alle labbra, in modo da lasciar cadere il liquido direttamente in bocca e inghiottendolo senza prendere fiato; quindi bere abbondantemente, senza sosta e in modo scomposto. Deriva dal latino gargăla, cioè "trachea" (da cui anche "gargarozzo" e "gargarismo").
Gattara
Persona, quasi sempre di sesso femminile, che dedica gran parte del proprio tempo all'assistenza di gatti randagi, ospiti dei gattili o presenti nelle colonie feline (per esempio quelle della zona del Colosseo a Roma), oppure che ne tiene un gran numero nella propria abitazione. Il termine ha quasi sempre senso spregiativo, e questa figura assume spesso un carattere folkloristico, se non stereotipato.
Maramaldeggiare
Fare il prepotente con i deboli. Questo termine viene dall'espressione idiomatica "Maramaldo, tu uccidi un uomo morto", che si riferisce a un episodio storico: durante la battaglia di Gavinana (1530) Francesco Ferrucci si rivolse con questa frase a Fabrizio Maramaldo, che lo stava uccidendo dopo averlo disarcionato e disarmato. Maramaldo è anche divenuto sinonimo di chi infierisce su deboli e inermi (ovvero si tratta di un deonomastico).
Menefreghismo
Strafottente noncuranza nei confronti dei propri doveri o dei diritti altrui.
Meriggiare
Stare in riposo, all’aperto e in luogo ombroso, nelle ore calde del pomeriggio; può anche essere usato per indicare il fare la siesta a casa dopo pranzo.
Strafottente noncuranza nei confronti dei propri doveri o dei diritti altrui.
Meriggiare
Stare in riposo, all’aperto e in luogo ombroso, nelle ore calde del pomeriggio; può anche essere usato per indicare il fare la siesta a casa dopo pranzo.
Ni
Parola macedonia ottenuta per crasi di sì e no; avverbio usato in senso scherzoso per indicare come risposta l'indecisione tra un pieno consenso e un netto rifiuto.
Presobenismo
Vivere in uno stato (ma solo temporaneo) di estremo ottimismo, per quanto probabilmente ingiustificato, arrivando ad assumere atteggiamenti euforici. Anche questa parola, seppur molto usata, non fa ancora parte del dizionario.
Pressapochismo
Atteggiamento tipico di chi, in una qualsiasi attività, si accontenta della sola approssimazione, senza stare a preoccuparsi di esattezza e precisione.
Qualunquismo
Atteggiamento vagamente ispirato dal movimento dell'Uomo qualunque, sorto attorno all'omonimo giornale fondato nel 1944 dal commediografo e giornalista Guglielmo Giannini. Questo termine indica atteggiamenti di sfiducia verso le istituzioni democratiche, di diffidenza e ostilità nei confronti della politica e del sistema dei partiti, di insensibilità agli interessi generali, che vanno a tradursi in opinioni semplicistiche verso i problemi sociali.
Quaquaraquà
Fonosimbolismo (cioè parole ed espressioni che col suono stesso suggeriscono il senso, l’immagine, il fatto o la condizione che vogliono significare) che ricorda il verso delle anatre. Voce di origine siciliana con cui si allude genericamente a chi parla troppo (e nel gergo della mafia, il delatore), oppure anche una persona inaffidabile, che parla tanto ma poi concretamente realizza poco.
Retropensiero
Con questo termine si intende sia uno scopo recondito, un secondo fine, sia una sottile insinuazione o allusione.
Atteggiamento vagamente ispirato dal movimento dell'Uomo qualunque, sorto attorno all'omonimo giornale fondato nel 1944 dal commediografo e giornalista Guglielmo Giannini. Questo termine indica atteggiamenti di sfiducia verso le istituzioni democratiche, di diffidenza e ostilità nei confronti della politica e del sistema dei partiti, di insensibilità agli interessi generali, che vanno a tradursi in opinioni semplicistiche verso i problemi sociali.
Quaquaraquà
Fonosimbolismo (cioè parole ed espressioni che col suono stesso suggeriscono il senso, l’immagine, il fatto o la condizione che vogliono significare) che ricorda il verso delle anatre. Voce di origine siciliana con cui si allude genericamente a chi parla troppo (e nel gergo della mafia, il delatore), oppure anche una persona inaffidabile, che parla tanto ma poi concretamente realizza poco.
Retropensiero
Con questo termine si intende sia uno scopo recondito, un secondo fine, sia una sottile insinuazione o allusione.
Scimmiato
Termine del gergo giovanile, usato in senso canzonatorio, con cui si indica chi assume una postura da scimmia, ovvero ingobbito e con braccia penzoloni. Il dizionario riporta invece il significato di "ubriaco fradicio".
Tuttologo
Termine scherzoso che indica chi pretende di esprimersi in qualsiasi campo del sapere; con "tuttologia" si definisce la presunta onniscienza dei tuttologi.
Indubbiamente anche il nostro idioma italico è decisamente espressivo, figlio dell'innata creatività nostrana (purtroppo non sempre applicata su cose utili) e ne derivano termini particolari come quelli che hai elencato.
RispondiEliminaComunque posso garantire che a Roma, nei quartieri popolari, hanno una creatività linguistica (però dialettale, quindi in romanesco) da far paura. Coniano espressioni incredibili, ammetto che a volte mi diverto proprio a ascoltare certi "scambi verbali" a loro modo geniali.
Di quella zona mi viene in mente "piottare", cioè qualcosa fatto in abbondanza, che deriva dalla "piotta", cioè le vecchie 100 lire.
EliminaCi complichiamo sempre da soli, comunque alcune di queste parole non si possono sentire..
RispondiEliminaMa no, perché?!
EliminaUno slang moderno insopportabile..
EliminaCertamente, de gustibus non dispuntadum est. Però le ascrivo, mio esimio misoneista, che talune di codeste parole non sono dei pletorici orpelli, bensì sogliono servire all'uopo onde evitare di ricorrere a una perifrastica locuzione che, oltre a risultare sesquipedale, se non persino pleonastica, potrebbe inveteratamente ingenerare nel contemporaneo individuo dell'eneicoso secolo perplessità di natura epistemologica tali da obnubilarlo, oppure rendendo necessario il ricorrere a quell'atavico idioma che il me medesimo sta testé utilizzando colla intenzione di produrre questa sibaritica eristica, passibile - ahimè - di venire interpretata in guisa di uno stoltiloquio. Poiché ciò che ti rende sì tanto detestabili siffatte parole non sono esse stesse, quanto il significato che recano séco, in quanto evidenziano comportamenti tutt'altro che aurici dei nostri talvolta esecrabili conterranei, ma che tuttavia restano dei notevoli onomaturghi.
EliminaUn'altra interessante lezione, questa volta del nostro amato italiano, lingua ricchissima di termini che troppo spesso non usiamo per utilizzare termini stranieri. Di queste non conoscevo l'esistenza della parola maralmadeggiare, dalle mia parti non l'ho mai sentita. Una parola che si sta diffondendo anche al sud è apericena insieme a questa pratica che forse un pò stona con la cultura gastronomica meridionale. Da noi si tende a cenare tardi e anche in maniera abbondante. Eppure tanti giovani vedo che si stanno adattando. Io ancora no, sono affezionata alla cena tradizionale.
RispondiEliminaMaramaldeggiare però è un termine desueto, non si usa più tanto. Un po' come (per riprendere il discorso gastronomico) pantagruelico e gargantuesco.
EliminaLa parola "abbocco" pensavo fosse tipica bolognese perché l'ho sentita solo da queste parti, invece capisco che è più diffusa. Te ne dico una invece usata solo a Bologna "polleggio", stare in polleggio vuol dire stare in relax senza far niente.
RispondiEliminaLe altre parole le conoscevo più o meno tutte, meriggiare pensavo fosse solo un termine poetico, l'ho sentita in una poesia (ma non ricordo quale), mi ricorda l'estate e il riposo estivo, bella.
Sì, è di Eugenio Montale.
Elimina"Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d'orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe dei suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com'è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia."
"Abbiocco" ah il correttore automatico...
RispondiEliminaSì è abbioccato pure lui... 😄
EliminaApericena è davvero una parola? Ahahahah! Non è traducibile nemmeno in italiano secondo me. xD
RispondiEliminaMi sembra obiettivamente un controsenso cercare di tradurre una parola italiana, creata in Italia, in italiano...
EliminaPresobenismo non l'ho mai sentita, mentre quaquaraquà la ricordo da "Il giorno della civetta" di Sciascia.
RispondiEliminaApericena è terribile, proprio da "milanese imbruttito", come "ciaone" e "attimino". 😁
Presobenismo viene dal linguaggio giovanile, comunque al momento non fa ancora parte del dizionario.
EliminaPer quanto riguarda apericena, in inglese esiste un termine che esprime un concetto simile, ovvero brunch (parola macedonia creata per crasi di breakfast+lunch).
Qui credo di conoscere qualche termine. Certo che il fatto che non siano traducibili in altre lingue mette in difficoltà chi vuole invece conoscere la nostra. Ma secondo me si divertono. Poi ho notato che imparano molto velocemente. Forse anche per noi è così se studiamo all'estero.
RispondiEliminaGiusto una mia riflessione, perdonami Marco.
Ti lascio un saluto e ti abbraccio. Ciao.
Ma questo vale anche al contrario: ci sono termini in ogni lingua che non sono traducibili nella nostra o in altre, se non mediante una locuzione.
EliminaNon conoscevo il termine "meriggiare": è una bella parola che ben si adatta ad un'attività che amo praticare.
RispondiElimina"Boh" è fantastico! dovrebbe essere patrimonio immateriale dell'umanità.
Più o meno è quanto dicevano nel film di Spider-Man... Ma non capivano che c'è differenza tra bo' e boh. So che gente di paesi anglofoni chiedeva in rete cosa significasse, perché non l'hanno capito benissimo... Alla fine è troppo italiano come concetto...
EliminaIl meriggiare è diventato automaticamente "pallido e assorto", neanche recitassi Montale da mattina a sera. Certo che se ricordassi con altrettanta prontezza cose più utili non sarebbe male. ;)
RispondiEliminaChe poi si pensa a un significato più altisonante, mentre in realtà è praticamente "farsi una dormitina pomeridiana..."
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