mercoledì 10 aprile 2019

Ore d'Orrore: la Tanatoevangelesi

Ben ritrovati, piccoli vampirettini miei. Il vostro amato Dottor χ è qui a spalancarvi ancora una volta le porte del suo lugubre laboratorio degli orrori. Anche se la rubrica Ore d'Orrore è da tempo terminata ed è divenuta un libro, ogni tanto mi piace tornare per qualche approfondimento... Stavolta non ci sarà la mia bella assistente Vulnavia a fare gli onori di cripta, ma sarò di nuovo io, in carne e provette, a parlarvi di un argomento che sono certo solleticherà le vostre animelle, facendovi rabbividire di raccapriccio...

Tanatoevangelesi
Tanatoevangelesi è un termine che significa “annunciazione della morte”. Questa parola è di mia creazione (quindi sono stato ancora una volta un onomaturgo), per indicare un qualcosa presente nel folklore di diverse parti del mondo: un segno, ma più di frequente una figura, in genere spettrale, che con la sua apparizione giunge ad annunciare la morte di qualcuno; a volte è un animale dalle caratteristiche mostruose. Si tratta perciò di qualcosa più specifico rispetto a ciò che viene normalmente definito "presagio di morte".
Esamineremo dei miti provenienti da paesi di antica tradizione celtica. Queste leggende hanno quasi sempre un tratto in comune: il nome dello sventurato, pronunciato ad alta voce, oppure attraverso il legame con un casato. La ragione va di certo ricercata nel potere insito nel nome proprio di qualcosa, perché conoscere e pronunciare il nome di qualcuno o qualcosa significa averne possesso e quindi esercitarvi un potere. Nella Genesi Dio ordina il creato attraverso la Parola (Gesù è il Verbo, ovvero la volontà, fatto carne) e dà poi all'Uomo il compito di dare un nome a ogni cosa, di cui diviene quindi padrone (ovviamente questo dovrebbe poi comportare anche dei doveri, per esempio la loro salvaguardia). Sempre nell'Antico Testamento si raccontava che Azrael, l'Angelo della Morte, portava con sé un grande libro in cui registrava e cancellava costantemente i nomi degli uomini, rispettivamente alla loro nascita e alla loro morte.

Figure Spettrali
In Irlanda si raccontava dei dullahan, inquietanti creature con la testa staccata dal corpo, che nascondevano sotto il braccio, grandi occhi fiammeggianti e un sorriso lungo fino alle orecchie. Il dullahan cavalcava un cavallo nero senza testa o secondo altre versioni era alla guida di una carrozza trainata da quattro cavalli neri, più spesso di un carro funebre con sopra una bara (il coiste bodhar, ovvero il "carro del silenzio"). Il dullahan si fermava davanti alla casa di chi stava per morire: lo chiamava per nome e quello subito spirava.
Il folklore bretone parlava dell’ankou, lo spirito dell'ultima persona morta nella comunità, che si assumeva per tutto l’anno successivo il compito di raccogliere le anime dei defunti. Appariva come una figura alta, con un ampio cappello e lunghi capelli bianchi; a volte era descritto come uno scheletro con una testa girevole. L'ankou guidava un carro con un asse scricchiolante, colmo di cadaveri; sostava davanti alla casa di chi stava per morire e bussava alla sua porta, con un suono a volte udibile anche dai viventi. Poi entrava accompagnato da due spettrali servitori, per prendere chi stava per morire e metterlo sul suo carro.
Nel folklore scozzese il bodach glas (ovvero il "vecchio grigio") era un essere spettrale che appariva ad annunciare morte e catastrofi. Nei racconti questa figura era in particolare legata alla famiglia dei Mac-Ivors: la leggenda diceva che quando un appartenente a quel clan era prossimo a morire, lo spirito di uno dei suoi antenati caduto in battaglia gli sarebbe apparso a dorso di cavallo ad annunciargli la vicina dipartita. Si raccontava anche che di notte lo si poteva vedere cavalcare furiosamente attorno alla casa dello sventurato, accompagnato dall'incessante sferragliare di catene di ferro.
Secondo la mitologia gallese il cyhyraeth (che significa grossomodo "scheletro", ma è anche affine a wraith, cioè "spettro") è una lamentosa voce incorporea che si avverte prima della morte di qualcuno. Si diceva che risuonasse per tre volte, ogni volta più flebilmente, come triplice ammonimento prima che la persona trapassasse. Lungo la costa del Glamorganshire si raccontava che si sentisse prima di un naufragio, accompagnata dall'apparizione di un fuoco fatuo.

Le Fate di Sventura
La banshee (che in gaelico significa “donna delle fate”) è una manifestazione spiritica del folklore irlandese. Veniva descritta come una bellissima donna dai rossi capelli fluttuanti, con un mantello grigio su di un vestito verde, intenta a cantare o più di sovente a piangere. Secondo la mitologia irlandese i milesi (i celti di lingua goidelica) avevano scacciato gli antichi abitanti dell'isola, i Tuatha dé Danann (ovvero la "gente della dea Danu"), che avevano trovato rifugio sotto terra ed erano rimpiccioliti di dimensioni, divenendo così "il piccolo popolo" (il sidhe, cioè "la gente fatata"): elfi, nani, fate, gnomi e leprecauni. Le banshee appartenevano al sidhe ed erano legate solo ai discendenti di pura stirpe milese: quelli il cui cognome inizia per "Mac" oppure "O" e i Geraldine (che sarebbero poi divenuti il clan Fitzgerald). Ogni banshee era legata a una particolare famiglia, e quando uno dei suoi membri moriva o era in procinto di morire, la si poteva sentire piangere e disperarsi (keening). In alcune parti del Leinster era chiamata la bean chaointe (ovvero la “donna del lamento”) e le sue urla potevano essere così penetranti da frantumare i vetri. 
Nel folklore scozzese la banshee è nota come bean-nighe oppure “la piccola lavandaia del guado”, perché si raccontava che segnalasse a una persona della sua imminente e violenta morte lavando nel fiume dei vestiti macchiati di sangue. A differenza della banshee era orribile, malvagia e deforme. 
La caoineag (ovvero “colei che piange”), sempre appartenente al folklore delle Highlands, di solito invisibile, prediceva una morte nel suo clan piangendo di notte presso una cascata, un ruscello o un lago, in una valle o sul ciglio di una montagna. Un'altra figura simile era la caointeach, che appariva ammantata di uno scialle verde fuori dalla casa di una persona che stava per morire di malattia, cominciando il suo lamento funebre presso la soglia.
Il folklore irlandese raccontava anche della baobhan sith, una donna morta di parto che ritornava tra i viventi sotto forma di non-morto assetato di sangue. Appariva con l’aspetto di una donna bellissima, alta e pallida, ma al posto dei piedi aveva zoccoli di cervo, che aveva cura di tenere ben nascosti sotto il vestito. Era sempre vestita di verde, per questo veniva anche chiamata la Dama Verde. La baobhan sith si mescolava agli umani, ma come la banshee spesso restava legata a una particolare famiglia. Più che venire vista, potevano essere uditi i suoi laceranti lamenti, mentre prediceva la morte di chi era in ascolto. Spesso seduceva giovani uomini, invitandoli a ballare fino allo sfinimento; a quel punto li attaccava e succhiava loro il sangue. Secondo la tradizione, come tutte le fate poteva venire distrutta dal ferro, per esempio sotto forma di un paio di forbici. 
Una figura simile si trova nel folklore dell'isola di Man, dove si raccontava della lhiannan-shee: appariva con le sembianze di una bellissima donna, poi attaccava gli uomini e li prosciugava della loro forza vitale. La versione irlandese era la leanan-sidhe (ovvero “amante fatata”), che invece donava ispirazione a poeti e musicisti: si diceva che i suoi amanti avessero vite brevi, ma molto intense e ispirate. Il poeta William Butler Yeats la descriveva come una bellissima musa che offriva ispirazione a un artista in cambio del suo amore e devozione; ma questo conduceva inevitabilmente alla follia e poi alla morte.

E con questo si conclude l'articolo di oggi. In attesa di incontrarci ancora una volta (nel qual caso terrò in fresco del plasma tutto per voi), vi ricordo che potete leggere di queste e altre figure paurose, nonché una loro analisi scientifica e sociologica, nel mio libro, che potete trovare cliccando qui
E ricordate sempre che ci sono molte buone ragioni per avere paura del buio. Specie se vi sembra di sentire in lontananza pronunciare il vostro nome in tono flebile e lamentoso.

26 commenti:

  1. Da brivido...ehehehehe... Fantastico questo post! Ecco, mi piace molto leggere e sapere di miti, folklore e leggende: in particolare, le figure spettrali annunciatrici di morte mi hanno sempre affascinato.
    Fa paurissima immaginare una creatura senza testa che viene a pronunciare il tuo nome ad alta voce per chiamarti da questo mondo. Il nome proprio come elemento di possesso: significativo!
    Le fate, invece, buone o cattive, non le ho mai digerite. Che barba le fate... E comunque se dovessi scegliere per chi viene a prendermi, opterei per un bel dullahan piuttosto che per il fantasma della donna morta di parto con al posto dei piedi zoccoli da cervo - bbbbbbrrrr lì è sicuro che mi viene un infarto persino da morta :P

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    1. Ci si può sempre proteggere... Secondo la tradizione tutte le fate possono essere distrutte col ferro (un pugnale, un paio di forbici...). In effetti anticamente si credeva che il ferro fosse un metallo protettivo contro le forze del male.
      Nei paesi musulmani c'era un figura molto simile alla baobhan sith, ovvero Aisha Kandisha, che aveva zampe di capra o di cammello: anche lei poteva venire uccisa dal ferro.
      Anticamente si credeva che il ferro proteggesse dai vampiri: venivano messe nelle tombe monete di ferro per evitare che il defunto risorgesse.

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  2. Vero, sono storie folkloristiche che hanno in comune molto con tante altre storie e figure.
    Hai visto che sta per uscire il film "La llorona"? Ovviamente penso sia l'ennesima stronzata horror moderna, ma anche lì c'è questa figura della "piagnona" che annuncia sventure e presagi di morte. Ovviamente, presa dal folklore ispanico/latinoamericano.

    Mi piace di più il dullahan.
    Quanto alla tua intro: conoscere il vero nome dà potere su questa persona/cosa. Ma come si conosce il "vero nome" di qualcuno? ;)

    Moz-

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    1. La llorona è un personaggio molto noto nel folklore sudamericano: è lo spettro di una donna che ha perso il proprio figlio (o lo ha ucciso annegandolo) e che lancia strazianti urla mentre è alla sua vana ricerca.

      Come conoscere il vero nome di qualcuno/qualcosa? Semplice: basta chiedere. Ma se si è furbi non bisogna mai rivelarlo, perché allora l'altro avrà potere su di te.
      Durante gli esorcismi il sacerdote cerca di farsi dire dal demone quale sia il suo vero nome, così da avere potere su di lui e poterlo scacciare più facilmente.

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    2. Eheh, e tu lo conosci il tuo vero nome?
      Chi te lo ha detto? :D

      Moz-

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    3. Non lo conosco, ma si potrebbe scoprire... Ci vuole però del tempo, perché i veri nomi, che racchiudono la nostra essenza, sono luuunghissimi, nonostante siano composti da solo quattro lettere (A,C,G,T)...
      Vediamo se ci arrivi a che cos'è... 😁

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    4. 😲 ora sono curioooosaaaaaaa... 🤔

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    5. A C G T... ummm no :o

      Moz-

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    6. Sono le lettere che indicano i 4 nucleotidi del DNA. Nella sequenza genetica compongono un lunghissimo messaggio, diverso da individuo a individuo, in cui è racchiusa la sua essenza, ciò che un individuo è: il suo "nome vero", in poche parole.
      E come dicevo, conoscerne il nome dà potere su di esso: può far sapere chi sei, può permettere di riprodurlo tutto o in parte, può persino permettere di modificarlo.

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    7. Quindi toccherebbe fare una mappatura genetica???...

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    8. Esattamente, sarebbe quello il nostro vero nome... Solo che è lungo qualche miliardo di lettere...

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    9. Povero il magus che voleva dominarmi...

      Moz-

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    10. Non è poi così complicato per i magus di oggi... Hai presente Dolly?

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  3. Nel folklore di alcune parti del Veneto vengono descritte delle figure molto simili a quelle da te raccontate, si chiamano Anguane,ninfe o fate degli acquitrini. Bellissime donne ma dotate di piedi di gallina, di anatra o di capra e capaci di urlare a squarciagola. Sicuramente si tratta di reminiscenze dovute alle antiche popolazioni celtiche o germaniche che un tempo vivevano nella zona

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    1. Se ti interessano le anguane, queste è un passaggio preso dal mio libro:
      "In Veneto si raccontava delle anguane, creature che vivevano presso fonti e ruscelli. Di frequente venivano descritte come giovani donne, molto attraenti e in grado di sedurre gli uomini; altre volte invece apparivano come esseri metà donne e metà rettile o pesce. Le leggende che ne raccontano concordano sulla presenza in loro di uno o più tratti non umani: piedi di gallina, di anatra o di capra, gambe squamate oppure una schiena “scavata”, che cercavano di nascondere con del muschio o della corteccia. [...] In diverse leggende erano solite terrorizzare o burlarsi dei viaggiatori notturni oppure spargere discordia, rivelando segreti e pettegolezzi."

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  4. Da rabbrividire ma molto interessante in realtà. PS: ti ho risposto al tuo quesito in via più articolata da me.

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  5. E' incredibile come queste leggende si tramandano di secolo in secolo fino a essere poi incapsulate in libri, fumetti, cinema ed adesso anche in serie tv.

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    1. Direi che questo è perchè sono tremendamente perturbanti e affascinanti allo stesso tempo!

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  6. Conoscevo la leggenda delle Banshee, che mi è servita di spunto per un racconto fantastico ambientato proprio nel mondo del Piccolo Popolo.
    Le altre - tolto il riferimento al libro della Genesi - non le conoscevo.

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    1. Pensa, anch'io nel mio quarto libro ho scritto un racconto sulla banshee. Ambientato però in una città americana.

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  7. Belli, bellissimo post!! E buona domenica delle palme 😘

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    1. Grazie Giulia! Buona domenica delle Palme, anche a te. 😛

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  8. Accipicchia, non so se mi fa più paura vedere il bodach glas o sentire la voce incorporea del cyhyraeth... :(

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    1. Eh, ma il bodach glas appariva solo ai membri del clan Mac-Ivors...

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    2. Non si sa mai, magari sbagliava l'indirizzo... ! ;)

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